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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: MY CHRISTMAS SONG
Genere: Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: konafan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/12/2010 15:34:55

Jace si ritrova da solo al party di Natale, il ragazzo che ama, il suo amico Cameron, ha rifiutato l'invito. Ma Jace non sa che Cameron in realtà...
 
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- Capitolo 1° -

MY CHRISTMAS SONG

Che senso ha essere ricchi, avere una bellissima casa, conoscere le persone più famose del momento, se poi non si può passare il Natale insieme alle persone a cui si vuole bene?

Me ne stavo sdraiato sul divano della mia suite, e riflettevo sulla grande festa che avevo organizzato per la sera della Vigilia. Avevo invitato circa un centinaio di persone, tra cui star del cinema, del teatro, della tv, della musica, e tutti ne erano stati supercontenti. E ci credo! Sono Jace Morgan, figlio di Lace Morgan, uno dei più grandi attori americani, anzi mondiali! Come puoi rifiutare un invito alla mia festa?
Ma quel qualcuno si trova sempre.

Nel pomeriggio, mentre me ne stavo sdraiato sull’enorme divano del salotto a guardarmi un film sul mio televisore in 3D ultimo modello, qualcuno bussò alla porta della stanza.
<<Chi è?>> chiesi scocciato.
<<Io>> la voce di Cameron risuonò dall’esterno.
Cameron era uno dei tanti camerieri che mi servivano, ma era l’unico che aveva la mia stessa età, e con lui avevo instaurato un rapporto d’amicizia molto speciale.
<<Che vuoi?>>
Lui entrò senza chiedere il permesso e venne verso di me.
<<Mi stavo annoiando di sotto, qui non c’è mai niente di divertente, così ho pensato a te>>.
<<Che cosa sono io, il tuo ripiego?>> gli chiesi.
<<No, sei l’unica persona divertente>> rispose lui calmo.
<<Oh, bè, se stanno così le cose… Divertiamoci!>>
Lui si venne a sedere vicino a me e si spaparanzò sul divano.
<<Prego, fai come se fossi a casa tua…>> dissi con sarcasmo.
<<In fondo vivo più qui che a casa mia>> rispose lui sorridendo. Vero.
Poi un illuminazione mi colpì. Alla mia festa non sarebbe stato presente nessuno con cui io avessi instaurato un amicizia, senza l’aiuto di mio padre. E poi Cameron era talmente dolce, carino e simpatico con me.
<<Cam, che fai domani sera?>>
<<Passo la serata con una persona molto speciale…>>
<<Ah…>> delusione totale. Non sapevo che era fidanzato, e che fosse etero. Pensavo di interessargli. Almeno un pochino.
<<E chi è questa persona? La tua ragazza?>> chiesi fingendo interesse.
<<Non ancora…>> troppo evasivo.
<<Speri che lo diventi?>> domande. Risposte.
<<Ehi! J! Quante domande! Non ci dovevamo divertire?>>
<<Oh, si. Scusa se mi interesso delle tue cose visto che ti voglio bene.>>
Lui sorrise e si fece più vicino.
<<E su! Lo sai che scherzo scemo! Vieni qua!>> mi prese per un braccio e mi fece cadere accanto a lui, sul suo petto. Profumava di cucina, di pane e di pulito. In qualche modo il suo odore mi diceva che ero al sicuro, che ero amato.
<<Allora che facciamo?>> chiese lui dopo un po’. La sua mano mi accarezzava distrattamente la testa.
<<Continuiamo a vedere il film?>> dissi io.
<<OK!>> rispose lui e mi abbracciò più forte.
Non mi dare questi segnali, pensavo. Non farmi pensare che io sia importante nella tua vita. Non dirmi falsità, non farmi credere nelle belle bugie. Non mi abbracciare, non mi coccolare se non mi vuoi. Non mi trattare come se fossi un cagnolino, perché non voglio essere il tuo cane, voglio essere il tuo ragazzo!
E allora perché rimango fermo? Perché sono immobile, stretto al tuo petto? Perché non riesco a dirti di lasciarmi andare? Forse perché ti amo?
Mi scostai da lui e mi misi all’altro angolo del divano.
Lui cercò di avvicinarsi, ma io una volta mi sdraiavo, una volta mi alzavo, e lui non riuscì più a toccarmi.
Finito il film lui si alzò e mi si mise davanti.
<<Che hai J?>> aveva il viso preoccupato. Come se ti interessasse di me.
<<Niente>> risposi secco.
<<Non è vero. Io ti conosco e tu…>>
<<No! Tu non mi conosci! Non sai chi sono! Non sai che cosa voglio!>> urlai contro di lui con una ferocia che non avevo mai posseduto. Perché mi stavo comportando così? Forse per gelosia? Perché avrei tanto voluto essere io quella persona che lui voleva accanto? Si.
<<Perché fai così? Perché ti comporti i questo modo? Che cosa è successo?>>
<<Niente! Non è successo niente Cam!>>
<<Allora perché fai così? Che è successo?>>
<<Come se ti importasse qualcosa di me. Io sono soltanto divertente, no?>> ero furioso.
Lui mi guardò con espressione ferita. <<Se è questo quello che pensi…>> disse lui.
<<Si è quello che penso!>> No! Non è vero! Perché lo sto dicendo.
<<Fai come vuoi!>> e dicendo questo uscì dalla stanza.
<<Contaci!>> oramai parlavo al nulla. Cameron era uscito.
Scoppiai a piangere. Perché mi ero comportato così? Che cavolo mi era passato nel mio piccolo cervello in quel momento per farmi sparare così tante cazzate tutte insieme? Era tutta colpa mia. Solo colpa mia. Per non aver capito prima che io e Cam eravamo solo amici.

Cameron non bussò più alla mia porta per tutto il giorno, e neanche il giorno dopo, la Vigilia. Se ne stava sicuramente a casa con la persona con cui avrebbe passato la giornata. Ma io avevo una festa e non potevo farmi vedere giù di morale da tutta la New York bene che avevo invitato. Anche perché le persone parlano, e soprattutto quelle che non sanno come passare il tempo durante il giorno. Mi alzai dal letto e mi feci una lunga doccia rigenerante. Quel pomeriggio sarebbero venuti a trovarmi gli acconciatori, gli stilisti e tutti coloro che si sarebbero occupati di vestirmi per la serata. Ma l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era Cameron. Passarono le ore, e mentre feroci parrucchieri mi tiravo i capelli biondi per farli sembrare ancora più brillanti, stilisti con qualche problema di vista mi conficcavano spilli nella carne, io pensavo solamente a lui. Aveva offuscato tutti i miei pensieri.
Cameron.

Erano le nove e tra poco gli invitati sarebbero arrivati. La mia suite era stata allestita da festa dai più grandi arredatori di New York, i miei capelli erano di un biondo brillante ed erano perfettamente lisci. Il mio vestito, un completo rosso molto bello, mi calzava a pennello. Chi ha detto che il rosso per Natale è passato di moda, vuol dire che addosso a lui sta male.
Mi ricontrollai per l’ennesima volta quando sentii qualcuno suonare. Andai ad aprire.
E così cominciò la festa.
Fiumi di persone entrarono nella mia “casa”. Di alcune di loro non ricordavo neanche il nome. Ma erano persone importanti, a detta di mio padre, e dovevano essere presenti alla festa di uno dei più famosi figli d’arte del mondo.
Salutai tutti con finto calore, un bacio sulla guancia alle donne e una stretta di mano ai signori. Che cosa sessista! Sicuramente c’erano molte donne che avrebbero stretto la mano molto meglio di alcuni dei signori presenti.
Verso le undici erano arrivati tutti. La festa a detta di tutti stava andando alla grande. Il salotto era stato modificato per creare una pista da ballo. Le camere erano state chiuse a chiave per sicurezza, e dei tre bagni presenti nella suite, solo uno era accessibile, il più grande. Sempre a detta di mio padre, organizzare feste voleva dire anche danni, e facendo così almeno un po’ ne sarebbero stati prevenuti.
Un giovane si avvicinò a me sorridendo. Lo riconobbi subito. Era Zane Middleton, un attore che aveva esordito registrando un film amatoriale dove lui interpretava il cattivo. Ora, all’età di vent’ anni il caro Zane si ritrovava milioni di dollari, tre ville a Beverly Hills, fan scatenate che urlavano il suo nome per strada, e una candidatura ai Golden Globe. Non male.
Era alto qualche centimetro più di me, i suoi capelli castani erano stati arruffati in modo che desse l’impressione di essere un cattivo ragazzo e che a lui delle feste non gliene fregava niente. Si certo come no.
<<Ehi!>> che modo stupido di salutare.
<<Ciao>> risposi io altrettanto stupidamente.
<<Fantastica festa>> sorrise lui.
<<Oh, si. L’ha organizzata mio padre. Senza di lui sarebbe stato un fallimento>>.
<<Non penso. Mi sembri una persona divertente>>.
Si, divertentissima. Possibile che tutti mi trovassero solo divertente?
Continuammo a parlare per il resto della serata. Anzi lui parlava, io ascoltavo e ogni tanto annuivo. Era un Narciso, gli piaceva parlare di lui, di quanto fosse stressante ora che la fama lo circondava, andare in giro per le strade, essere riconosciuto da tutti. Immagino la stanchezza. Non capisco perché poi la gente si lamenta se tutti i riflettori sono puntati su di loro, se l’hanno sempre sognato. Quando uno si sveglia la mattina e decide che il suo più grande sogno è diventare famoso, non pensa anche che non avrà più una vita privata? Posso capire io, che mio padre mi ha fatto apparire dappertutto da sempre, ma chi sceglie di fare un lavoro che implica le telecamere e la tv, non sa che diventerà come Britney Spears? Secondo me gli piace avere dei riflettori puntati su di loro, a Zane e a tutte le persone come lui, a cui piace lamentarsi di essere famose e felici.
<<Senti, ti va di andare di là. Qui c’è troppo chiasso>> Zane ammiccò.
Annuii. Lui mi portò fuori dal salotto/pista da ballo, e mi portò in camera mia.
<<Sai come aprirla?>>
<<Ci abito>> che domanda sciocca. Zane tutto cervello, eh?
Aprii la porta della camera e poi la richiusi dietro di me. Lui si guardò intorno.
<<Wow! È davvero enorme qui!>> si sdraiò sul letto a baldacchino e si ruzzolò sulle lenzuola.
<<Si, lo so.>>
Lui continuò a guardarsi in giro e a fare stupide domande. Io rispondevo fingendo interesse a quello che lui chiedeva.
Dopo un po’ si tolse la giacca e rimase in camicia. Aveva un fisico scolpito, e ovviamente non era timido al riguardo.
<<Fa caldo qui, eh?>>
Non penso proprio, la mia stanza è la più fredda di tutta la suite. Ma sto zitto e annuisco.
<<Siediti>> mi dice lui e mi indica il letto.
Io cammino verso di lui e mi siedo. Da di là le urla per il conto alla rovescia di Natale erano sempre più forti.
<<Nove, otto, sette…>>
E Zane si avvicinava sempre di più.
<<Cinque, quattro, tre…>>
Le sue labbra erano vicine alle mie.
<<…Uno! Buon Natale Jace>> e mi baciò.
Le sue labbra erano calde, ma non come immaginavo fossero quelle di Cameron, ma bollenti. Volevano che io spegnessi il loro fuoco. Continuò a baciarmi e io ricambiai. Pensai a Cameron, ed immaginai che quelle labbra così bollenti fossero le sue, che mi baciavano ardentemente per tutto il tempo che avevano aspettato le mie labbra. Immaginai che i capelli, tra cui le mie mani si stavano perdendo, fossero i suoi. Che i suoi occhi color cioccolato mi stessero fissando. Quando riaprii gli occhi il sogno sparii. Zane mi stava accarezzando il fondoschiena ardentemente, e i capelli erano di un castano scuro così differenti da quelli color cioccolata di Cameron.
Mi scostai violentemente da lui e mi alzai dal letto.
<<Che fai Jace?>> mi chiese lui. Il suo viso era rosso e un sorriso lascivo si dipinse sul suo viso.
<<Io, io… non posso… mi dispiace…>> e corsi via.

Scappai via dalla festa talmente veloce che nessuno cercò di fermarmi. Già immaginavo i titoli dei giornali scandalistici, ma non me ne importava nulla. L’unica cosa che avevo in mente era che avevo baciato Zane Middleton, e avevo tradito Cameron. Ma molto probabilmente anche lui stava facendo quello che avevo fatto io, con la sua ragazza, se non di più. Ma per me era stato sbagliato aver fatto quello che ho fatto, perché anche se lui non mi amava, per me è come se avessi tradito Cameron. Ma che cavolo di ragionamenti faccio? Certo che sono proprio stupido.
Continuai a vagare per le strade di Manhattan, piene di gente. Qualcuno di loro mi conosceva, e mi scattavano foto, ma io rimanevo fermo. Non mi importava più niente di loro. Pensavo solo a Cameron.
Non mi ricordo quanto tempo passò, ma quando cominciò a nevicare avevo troppo freddo, così mi misi sotto la tettoia di un negozio. Mi addormentai.
Sognai Cameron, sognai che mi riportò a casa e che mi mise a letto.

Mi svegliai nel mio letto. Che diavolo ci faccio qui?
Forse tutto era stato un sogno, un tremendo sogno. Ma le mie convinzioni svanirono quando Cameron entrò nella stanza.
<<Cam? Che ci fai qui? Che ci faccio qui?>>
<<Ehi, ehi, ehi! Un po’ di gratitudine… Comunque dovrei chiedere io a te che cosa diavolo ci facevi sotto la tettoia di un negozio all’una del mattino mentre nevicava>>.
<<Quindi io…>> non mi ricordavo bene.
<<Forse è meglio che continui a dormire, hai preso molto freddo.>>
Lui si spogliò e si mise al letto insieme a me.
<<Ma tu non dovevi stare insieme alla tua ragazza?>> la curiosità non muore mai.
<<Scemo se non hai ancora capito>> disse lui. Quando si mise sotto le coperte notai che era tutto rosso .
<<Che cosa devo capire?>>
<<Che ci sto con la persona con cui volevo stare!>> rispose lui di getto.
<<Oh… AH!>> che scemo! <<Sono IO>> urlai.
<<Si scemo!>> urlò lui.
Lui mi abbracciò e io appoggiai la mia testa contro il suo petto. Il suo profumo mi entrò nel naso e lo respirai.
<<Scusa per ieri… è che…>> cominciai io ma lui mi interruppe.
<<Ho capito… Scuse accettate>> rispose lui.
Il ricordo di Zane mi balenò nella testa. Il rimpianto di aver fatto una cavolata talmente grossa mi travolse.
<<Cam, prima che scappassi via dal party, mi sono baciato con uno… Zane Middleton… Mi dispiace tantissimo… io pensavo che…>> delle lacrime calde mi solcarono il viso e bagnarono la sua canotta.
<<J, non ti preoccupare, prima non stavamo insieme.>>
Mi sentii andare a fuoco. <<Perché adesso si?>> chiesi speranzoso.
Lui annui. La sua faccia era rossa come un peperone. Era così tenero!
<<Cam… Io…>> cominciai e lui concluse <<Ti…amo…J>>.
Scoppiammo a ridere e ci abbracciammo ancora più forte.
Poi mi alzai verso di lui e lo baciai. Lui ricambiò. Le sue labbra erano dolci e sapevano esattamente di quello che avevo immaginato: dolci. Affondai le mani nei suoi morbidi capelli al cioccolato e quando aprii gli occhi vidi i suoi altrettanto dolci fissarmi.
<<Ora forse è meglio che dormiamo>> disse lui. Io annuii. Ci abbracciamo ancora più stretti e mi addormentai con il suo profumo che mi faceva vorticare la testa.

Quando mi risvegliai Cameron non era più accanto a me.
<<Cam?>> chiamai a voce alta. Nessuna risposta.
Così mi alzai dal letto. Mi recai al bagno mi sciacquai la faccia e i denti. Era stato tutto un sogno… possibile?
Sentii il telefono squillare.
Ritornai in camera e presi il telefono.
<<Pronto?>>
<<Jace, sono io>> la dura voce di un uomo rispose. Mio padre.
<<Buon Natale papà>> dissi io. Sicuramente mi voleva parlare del party.
<<Anche a te. Comunque a proposito di ieri sera…>> mio padre è cosi prevedibile.
Cominciò a blaterare su quello che era successo la sera prima, che Zane Middleton aveva raccontato tutto ai giornali, e bla, bla, bla. Sentii qualcuno aprire la porta.
Attaccai il telefono in faccia a mio padre, e mi diressi nell’altra stanza.
Un infreddolito Cameron si prospettò davanti a me. In mano teneva un pacchetto.
<<Cam!>> ero talmente felice. Allora non era stato tutto un sogno!
<<J, ti ho svegliato?>> chiese lui in tono preoccupato. Io scossi la testa.
<<Come mai non eri insieme a me?>>
<<Ero uscito per fare… Tieni questo è per te! Buon Natale>> esclamò lui.
Mi allungò il pacchettino e io lo presi. Era solido, duro come il legno. Lui intanto si stava spogliando.
<<Su, aprilo!>> mi spronò lui.
Aprii la carta rossa da regalo. Dentro c’era una cornice e al centro una foto dove lui mi baciava mentre dormivo.
<<È, è bellissima! Grazie…>> le lacrime mi bagnarono gli occhi. Lui si avvicinò a me sorridendo, e mi strinse forte in un abbraccio.
<<Ma io… io… non ti ho fatto niente…>> dissi io. Quel Natale non avevo comprato nessun regalo.
<<Non ti preoccupare baby, because “All I Want For Christmas Is You!”>> disse canticchiando.
Io sorrisi.
<<Anch’io voglio solo te per Natale. I Love You!>> e lo baciai.
Da quel giorno non riesco a togliermi quella canzone dalla testa. La mia canzone. La nostra canzone.



BUONE FESTE E BUON NATALE A TUTTI!!! By Konafan




*All I Want For Christmas Is You è una canzone cantata dalla famosa interprete americana Mariah Carey. Famosa per essere diventata una Hit natalizia.

I personaggi e i fatti di questa storia sono di pura fantasia.

 
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