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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Resident Evil
Titolo Fanfic: VENDETTA!
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: kei86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/07/2003 14:18:32 (ultimo inserimento: 26/10/05)

i fratelli reffield sono di nuovo minacciati da un loro vecchio nemico che credevano morto.
 
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- Capitolo 1° -

Ciao a tutti!!
Siccome no nsapevo cosa fare, ho deciso di scrivere questa storia basat sulla saga di resident evil. Faccio una piccola premessa: la storia segue quella di codice veronica e si svolge tre mesi dopo.

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Cap 1: Di nuovo separati.

- Era notte fonda. Chris e Claire erano nella loro casetta, sulla periferia. La luna piena splendeva, e le nuvole sparivano man mano che la notte s’inoltrava. Sua sorella era uscita sul balcone per osservare lo spettacolo. A lei piaceva molto osservare la luna, la rendeva tranquilla. Crhiss invece era in casa ad ascoltare le notizie del telegiornale. Una in particolare. Parlavano di Rancoon, di come fosse disastroso il resoconto delle vittime e dell’inspiegabile presenza di quei mostri.
“Altro che inspiegabile! Noi sappiamo cos’è successo li. Noi abbiamo rischiato la pelle in quella città” disse Chris con un tono decisamente alto. “E colpa di quella sfottuta Umbrella! E di quel maledetto virus!” Claire , che lo aveva sentito, era rientrata per ascoltare la notizia e per tranquillizzare il fratello. “noi ci abbiamo provato! Purtroppo l’Umbrella è troppo potente per poterla sconfiggere. Ma non abbatterti, troveremo una soluzione” gli disse. Gli andò dietro e lo strinse in un caloroso abbraccio, per consolarlo. “ti voglio bene fratellone” gli disse. Lui le strinse la mano e le disse “Ora che ti ho ritrovata non ti lascio più. Promesso.” La ragazza lo lasciò continuare la sua visione e tornò al balcone, ma c’era una sorpresa. Claire vide degli enormi elicotteri venire nella loro direzione. Preoccupata chiamò il fratello, che si precipitò sul balcone con in mano un binocolo. “Sono della corporazione! Merda! Ci hanno scoperto. Scappiamo!”
prese per mano la sorella e si precipitò verso l’uscita. Passò per il corridoio dove prese la sua pistola e qualche caricatore. Nella casa rimbombava il rumore delle eliche degli elicotteri. La porta della casa saltò in mille pezzi, facendo cadere a terra i due fratelli. Dalla porta fracassata entrarono un mucchio di militari armati fino ai denti. Chris prese la mira e uccise il primo poi , dopo essersi rialzato fece scappare Claire verso un posto sicuro. La casa però non era più un luogo sicuro, perché da ogni parte ormai cerano militari della corporazione , che erano entrati perfino dalle finestre.
Claire scappava verso la cantina, dove avevano una specie di armeria, ma venne raggiunta da un soldato. Cercò di difendersi in tutti i modi: tirava calci, pugni per liberarsi. Il soldato la fece cadere a terra e le puntò una pistola per farla stare ferma.
Chris intanto cercava asua volta di difendersi dagli attacchi dei nemici, sparando a ogni cosa che si muovesse, fuori e in casa. Corse nella direzione in cui era andata la sorella e arrivato davanti alla porta vide il militare con la pistola puntata. Prese la mira e colpi in pieno petto il nemico facendo stramazzare al suolo. Calire si rialzò subito e aprì la porta, accese la luce per poter scendere le scale, ma si accorse che nella loro cantina c’erano delle ombre. Quel posto non era più sicuro.
Il fratello intanto le copriva le spalle colpendo ogni militare che si avvicinasse. “Muoviti Claire, sto finendo le munizioni!”le disse. “Non posso scendere! sono anche li sotto, posso vedere le loro ombre” disse. A quel punto dovevano solo uscire dalla casa e lanciarsi nella pianura, ma probabilmente era piena di scagnozzi della corporazione. La finestra della stanza si frantumò e un militare armato di mitra, incominciò a sventagliare all’impazzata. Era ovvio che li volevano morti. Chris si abbassò, ma venne colpito di dtrscio ad una spalla. Sparò al nemico, uccidendolo e dopo essersi rialzato se la diede a gambe con la sorella.
Scesero le scale per andare al primo piano, ma vennero subito fermati da una decina di militari, che gli puntavano le loro costose armi. “Fermi dove siete, se volete salva la vita!” gli dissero.
“Perché tanto moriremmo comunque nelle mani della corporazione!” gridò Chris. “La corporazione vi vuole vivi!” Claire che era riuscita a fermarsi in tempo, prima di farsi vedere, stava ascoltando la loro discussione, incurante che alle sue spalle c’era un militare ancora vivo.
Sporse un po’ il capo per vedere quello che stava succedendo e prima che se ne accorgesse, aveva già sulla bocca un fazzoletto. Riuscì a fare rumore comunque e a farsi sentire dal fratello. “Clire!” gridò e in quel momento di distrazione gli altri militari lo colpirono alla testa facendolo svenire.
Claire anch’essa svenuta, venne messa su un lettino di un elicottero, mentre suo fratello su quello di un altro. “Informate la camera bianca! Gli abbiamo presi!” Gli elicotteri presero il volo, ma ad un certo punto si diressero in due direzioni completamente diverse.

“Chris!” gridò la ragazza, che si era svegliata da quel lungo sonno. Si guardò immediatamente in torno per osservare il posto in cui si trovava. Era una camera da letto, molto bella e accogliente. “Però si trattano bene quelli della corporazione!” disse. Era seduta su un enorme letto matrimoniale, con le lenzuola in seta di un colore simile al rosa. Probabilmente era pesca. Nella stanza c’era tutto l’occorrente per mettersi in ordine, c’era anche uno specchio. Sulla sua destra, una finestra faceva entrare la luce di un lampione. Infatti era ancora notte e il cielo era nero come quando lo aveva visto per l’ultima volta. Osservò attentamente da quella finestra, se poteva riconoscere la città in cui si trovava. Non si aspettava di essere in un appartamento, ma di trovarsi in chissà quale orrendo laboratorio dell’Umbrella. Uscì dalla camera e si ritrovò in un corto corridoio che dava sull’ uscita. Alla sua destra c’era la cucina; sul tavolo v’era una pistola con due caricatori ed un biglietto con scritto Buona fortuna!
La ragazza non capì cosa volesse intendere. Prese l’arma e i caricatori, che mise nella tasca alta della sua camicetta sbracciata rossa. “Se ci sono ci sarà un perché!” pensò. Andò verso l’uscita di quello strano appartamento. Una volta fuori dal palazzo si trovò di fronte ad una scena conosciuta. Le strade erano piene di macchine vuote e distrutte, alcune avevano macchie di sangue sui parabrezza, altre bruciavano. Dalla posizione della finestra della casa era impossibile vederle. Le porte delle case erano quasi tutte sbarrate. Per terra c’erano giornali, volantini e altrettante macchie di sangue. “No! Non può essere! Rancoon!” Si quella scena le ricordava proprio la sua esperienza a Rancoon City. “E’ stata distrutta non posso essere a Rancoon!”si ripeté. All’improvviso, il silenzio venne interrotto da un suono, un orrendo lamento famelico. “Cazzo! Di nuovo”pensò. Caricò subito la sua pistola e incominciò a perlustrare la zona. Dopo pochi minuti una creatura si mosse dall’ombra, mostrando tutto il suo orrore. Era uno zombi. Doveva essere stato un meccanico, perché aveva una tuta blu, che era parzialmente strappata sulla sinistra. Era ricoperto di sangue, le mani, che teneva distese avanti a se, erano quasi scheletriche e il suo volto mostrava un’orbita vuota e nera come quella notte. Questo si avvicinava con passo lento e incerto verso la ragazza, che non appena lo vide incominciò ad arretrare. Scuoteva la testa come incredula di quello che vedeva. “Oh mio Dio! Ancora!” pensò. Si girò per cercare di scappare, ma v’e nera uno anche dietro di lei. Questo era messo peggio del primo. Non sapendo che fare, prese la mira e sparò un colpo che colpi in piena fronte lo zombi. Questo cadde al suolo rumorosamente. Si girò per colpire anche il secondo e vide con suo enorme dispiacere che lo avevano raggiunto altri due. Sparò il primo colpo al meccanico, che stramazzò al suolo, gli altri lo seguirono. Tranquillizzata, rincominciò la sua ricognizione per la città. Ad un certo punto, mentre si trovava all’angolo della via, sentì diversi mugolii alle sue spalle. Si girò e vide che un bel gruppo di zombi la stavano seguendo, tutti con l’intenzione di mangiarsela. Claire incominciò a correre svoltando l’angolo, correva senza guardare dove andava, infatti non si accorse del dislivello della strada ed inciampò cadendo rovinosamente. “Perfetto! Ci mancava solo il circo!” disse. Si rialzò e nel farlo le cadde il caricatore che aveva nella tasca della camicetta. Gli zombi si erano avvicinati ed erano anche aumentati di numero. La ragazza si diresse vero alla fine della strada e si accorse di essere in un vicolo cieco.

Chris era solo, in quella cella fredda e umida. La luce che emanava la lampadina era troppo poca per poter illuminare l’esterno di quella specie di gabbia. Non era una cella normale, perché al posto delle sbarre c’era uno spesso vetro, con dei fori all’altezza del soffitto per far entrare l’aria.
“Dove sei Claire? Dove sei sorellina?” domandò ad alta voce. “Chissà cosa stai facendo. Oppure cosa stai affrontando la fuori. Io sono rinchiuso in questa gabbia, senza sapere neanche dove mi trovo. Tu invece sei fuori con tutti quei mostri, da sola. No! non lo posso sopportare” Si sedette su una panca appoggiata al muro più lungo della cella, si appoggiò sui gomiti cercando di fare luce sulle cose che gli erano appena successe. Gli faceva ancora male la testa dopo quella botta, e il braccio era dolorante per la ferita che era ormai cicatrizzata.
Volse il suo sguardo in alto e si accorse, che nell’angolo destro della cella c’era una telecamera. Vi si mise di fronte ed incominciò un discorso a voce sostenuta: “Se cercate di spaventarmi, non ci riuscirete! Dov’e mia sorella? Dove l’avete portata? Ditemelo! Dove mi trovo? Lo so chi siete, quindi non fate finta di non sentirmi o di non vedermi. Perché sono ancora vivo? Cosa mi volete fare?”prese un attimo di fiato. “Piantala di fare tante storie! Buffone!” disse una voce a lui familiare. Nell’ombra del corridoio di fronte alla sua cella, comparve una persona. Un uomo che conosceva molto bene. “Tu? Maledetto lurido verme! Traditore che non sei altro! Sei ancora vivo?” gridò. “A quanto pare si!” gli rispose l’uomo. “Cosa pensavi? Che qualche tubo di metallo mi potesse uccidere?”
Chriss si fermò un attimo a riflettere e poi replicò : “Pensavo che fossi morto nell’esplosione! Ma vedo che non è così” abbassò lo sguardo per non incontrare il suo. “Guardami negli occhi mentre mi parli!” gli ordinò. “Dov’è mia sorella?”chiese molto incazzato. “Tua sorella? Ah si quell’insignificante ragazzina, che ho incontrato sull’isola! Penso che si stia divertendo con qualche bello zombi” Chris dopo aver sentito la risposta, si sedette e si passò una mano tra i capelli, in segno di disperazione. “Claire, mi dispiace!” disse. “Dispiacerti di cosa? Se lei non sopravvive tu non uscirai mai da qui!” gli disse l’uomo. “Sappi che le abbiamo dato una pistola e due caricatori. E nella città, sotto nostro controllo, ci sono abbastanza munizioni e indizi per portarla qui. Se arriverà fino a questo punto, cosa che noi non pensiamo, incontrerà l’ultima nostra creazione. Quindi sarà impossibile che sopravviva.” “Siete degli stronzi!Wesker me la pagherai! Bastardo!” gridò Chris. “Povero illuso, tu da qui non uscirai, quando tua sorella ti raggiungerà, se ti raggiunge, verrete utilizzati per le sperimentazioni genetiche!” Chris non voleva ascoltare altro da quel traditore di Wesker. Gli diede le spalle e fece cenno con la mano di non andare oltre. L’uomo si congedò con un “Illuso”.

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Questo è solo il primo capitolo. I prossimi verranno pubblicati ogni venerdì della settimana.
Vorrei rinìgraziare Yukino86 per lappoggio morale. ^^
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
Rif.Capitolo: 21
olivera94 - Voto:
06/02/12 11:47
porca miseriaa mi ha fatto stare sulle spine gli ulti 2 paragrafi nn pensavo ke si potevano salvare
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 9
olivera94 - Voto:
06/02/12 10:58
guarda posso solo dirti ke da quando ho scoperto manga.it e ho visto i tuoi racconti sulla umbrella corp. sono rimasto pratticamente incollato al comp. bellissimi veramente belli buona fortuna anke cn gli altri
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