FAME,CONFUSIONE, DOLORE.
- Capitolo 1° -
Londra era buia quella notte nel quartiere fra i più trasandati della città. Pochi ragazzi girovagavano, chi urlando qualche bestemmia, chi facendo a botte e dando fuoco ai bidoni dell’immondizia.
Un’ombra improvvisamente si staccò da un palazzo e atterrò poco più distante, due mani guantate si infilarono velocemente in un giubbotto sgualcito e l’ombra cominciò a camminare lentamente mischiandosi alle persone rimaste in strada.
Pochi rimasero a fissarlo allungo, era alto, fin troppo per un umano, ma di persone come lui ce n’erano. Il suo aspetto poi, normale in quella zona! Per lo più popolata da teppisti pieni di piercing e cicatrici,bande sgangherate e ragazze con vistose parrucche colorate e vestiti fluorescenti.
L’ombra si accasciò contro un muro, era sfinita, era da giorni che non si nutriva e i morsi della fame iniziavano a farsi sentire.
Con un ultimo sforzo arrancò fino ad un palazzo abbandonato e una volta entrata si diresse fino all’ultimo piano buttandosi a terra appena arrivata a destinazione. Priva di forze rimase stesa a terra fissando il soffitto mezzo mangiato da chissà quale bestiaccia.
Si sarebbe dovuta procurare del cibo al più presto, se non voleva fare una brutta fine.
A pochi isolati da quello, un ragazzo si sedette su un divano troppo piccolo per permettergli di stendersi. Si posò una mano sul labbro tagliato e sorrise nonostante il dolore, aveva vinto ancora una volta. Ormai se si trattava di combattimenti fra bande il suo nome era il più famoso. Non aveva mai perso un incontro, neanche quando era ancora un pivello.
Si appoggiò una birra ghiacciata sul taglio, continuava a dolergli e in quel buco di appartamento non riusciva a trovare qualcosa per medicarsi nemmeno a pagarlo.
Stufo di aspettare aprì la bottiglia e in pochi secondi la svuotò, gli ci voleva proprio!
Sentì qualcuno bussare alla porta ed andò ad aprire. Davanti gli apparve una donna seminuda dai lunghi capelli castani tinti in malo modo di rosso.
-Ehi cow-boy! Che hai fatto al labbro?- Gli si avvicinò sfiorandogli la ferita e lo guardò sogghignando
-Il solito!E che vuoi a quest’ora?- Infastidito la allontanò, non gli era mai piaciuta quella ragazza, era un’impicciona fastidiosa per natura.
-Non fare il finto tonto….sai già perché sono qui- entrò e si chiuse la porta alle spalle
-Bene…Io vado a svestirmi, tu vai pure in camera….dato che non hai molto da toglierti!- fece un mezzo sorriso accennando allo scollatissimo top e alla minigonna inguinale della donna.
-Beh non mi sembra ti dispiacciano molto i miei vestiti!- mentre si dirigeva verso la stanza iniziò a togliersi top, gonna e biancheria intima, per arrivare sul letto già nuda.
Lui entrò poco dopo senza più niente addosso e senza tante cerimonie baciò la donna infilandole la lingua in bocca. Lei subito gli fu addosso e iniziarono a darsi da fare come quasi tutte le volte che si incontravano.
Cercò di concentrarsi su quello che stava provando facendo sesso, escludendo il dolore al labbro e i lividi causati dalla lotta a cui aveva partecipato poche ore prima.
Come era finito in quella situazione? Lontano da amici (quali amici?) e parenti (una massa di idioti)
, a farsi la sgualdrina del capo della sua banda ogni qual volta si incontravano…
Poi si ricordò…..si era semplicemente…liberato…dai famigliari fastidiosi, dalle noiose regole….a casa, per strada, a scuola, nei negozi…
In quel quartiere, sopratutto in quella zona poteva fare quello che voleva, il più delle volte i pochi poliziotti che lo beccavano, erano troppo spaventati dal suo aspetto per avvicinarglisi, così aveva tutto il tempo di scappare.....o incartarli.....
Ma anche in altri quartieri, malfamati come quello, conoscevano il suo nome, ormai era il terrore delle bande nemiche......era libero di fare ciò che voleva!
….E questo......gli piaceva dannatamente…..però era anche confuso infondo..….molte volte gli era stato chiesto perché si comportava in quel modo e lui aveva sempre risposto “Perché mi va!”…..ma perché gli andava?
Forse….forse aveva davvero qualcosa che non andava….era un caso disperato….fuori controllo…un pericolo pubblico…così lo avevano chiamato…...ora però....lo chiamavo solo…...Mostro……
L’ombra intanto continuava a guardarsi intorno irrequieta, non ce l’avrebbe fatta ancora per molto, però non poteva uscire allo scoperto a quell’ora, troppa gente. Doveva aspettare ancora qualche ora per non destare troppi sospetti.
In quel momento c’erano ancora troppi gruppi di ragazzi intenti ad ubriacarsi e bande a scontrarsi.
Ripensò agli avvenimente degli ultimi giorni, nella sua testa vedeva e sentiva soltanto caos e ancora caos, un dolore bruciante, ferite, per lo più vecchie, ma anche nuove, inferte con violenza animalesca..…strinse i denti, non doveva mostrarsi debole….per nessun motivo…...mai....sorrise…oh…ma non lo era…per niente….molti tne erano terrorizzati.…per la sua ferocia... ma altrettanti lo odiavano….perché era forte, più di chiunque altro….ed erano molto potenti e molto furbi
Un’altra fitta si fece sentire, la fame lo dilaniava.…pazienza…soltanto…un po’..di pazienza….
Fuori, il vociare e le grida iniziarono pian piano a diminuire, si alzò a fatica e si avvicinò alla finestra sfondata..era quasi ora..….
Si sentiva euforico...presto avrebbe avuto ciò che voleva…….
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