da una serie originale:
"UN AMORE INSOLITO"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Azione - Avventura - Soprannaturale
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Non anticipo nulla!Spero solo che vi piaccia.Leggete e commentate^_^

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 21/10/2010 16:05:21 - Ultimo inserimento 07/01/2011
 
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 L'INIZIO DI TUTTO


IN UNA GIORNATA COME TANTE
Io e Ryan eravamo stati sempre amici intimi.Non m'importava se era un ragazzo, con lui non litigavo, eravamo sempre insieme, non ci separavamo mai. Stesso quartiere, stesse amicizie, stessa scuola fin dalle elementari. Parlavamo sempre di tutto, non c’erano segreti tra noi. Sembrava che la nostra storia fosse destinata a durare in eterno.
Ma un giorno la nostra felicità fu spazzata via e io mi ritrovai sola, tradita e abbandonata, senza uno straccio di fiducia in me stessa e negli altri.
Riprovai per pochi attimi il dolore di quei mesi trascorsi tra incubi e il desiderio di poter tornare indietro.
Mentre cercavo di cacciare via quei brutti pensieri, mi accorsi che le lacrime ormai scendevano veloci sul mio viso. Eppure era passato tanto tempo. Possibile che facesse ancora così male?Un giorno, uscendo con la mia compagnia, fece amicizia con dei ragazzi, per l'esattezza i fidanzati delle mie amiche, e divennero inseparabili.Fino a qui niente in contrario, ma da quel giorno non fu più lui: si vestiva come loro, aveva lo stesso atteggiamento da galletto, ed addirittura non mi parlò più.Mentre gli altri ragazzi della compagnia, parlavano con le ragazze, lui non mi guardò più nemmeno, ed, alla notizia della mia partenza, non mi salutò, lanciandomi solo un'occhiata indecifrabile.Mentre lo vedevo in lontananza, vidi solo che forse nella maschera che aveva costruito con perfezione, si creò una crepa.Una minuscola lacrima, naque dai suoi occhi nocciola, ma fu troppo veloce ad asciugarla con il polsino della maglietta perchè io potessi vederla.Mi sentivo distrutta.In fondo gli dispiaceva della mia partenza?Avevo il suo numero, ma avevo paura di risentirlo, di come potesse risvegliare in me la nostalgia dei tempi passati, della nostra infanzia inseparabile...E così, piansi tutta la notte, mentre con gli occhi contornati di lacrime, potetti solo distinguere il bianco titanio della luna, prima di addormentarmi.L'indomani, avevo gli occhi rossi e gonfi.Bussò qualcuno alla porta.Sapevo chi era, a quell'ora c'era solo una persona sveglia: mia madre.Nascosi la faccia sotto il lenzuolo.Sapeva che ero rimasta male, ma se si sarebbe accorta dello stato dei miei occhi, avrebbe cominciato con le domande a raffica, e ciò non mi andava a genio, in questo periodo ci mancava solo lei, famosa per essere stata sempre impicciona e saputella, per sapere sempre come fare, o così si fa per dire!Mi annunciò che sarebbe uscita per andare a fare shopping, e mi invitò ad uscire con lei: - Sono stanca, vai da sola, io rimango a casa, ho sonno.Dissi cercando di essere convincente, fingendo una voce un pò assonnata.Sentii la suoneria strampalata del cellulare di mia madre, Greace era il suo nome.E scommettevo di sapere anche chi l'aveva chiamata: Rose, una sua amica, con il chiodo fisso dello shopping. La sentii finire di parlare e chiudere la porta.Pericolo scampato.Fui effettivamente sicura della sua assenza quando il rumore frenetico dei tacchi, smise di bettere sul parquè.Finalmente sola a casa, mi decisi ad uscire.




...Continua nel prossimo capitolo


 
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