- Capitolo 1° -
A ripensarci adesso, quei tempi sembrano così lontani. Ne abbiamo passate tante, insieme … abbiamo rischiato la nostra vita innumerevoli volte, ma siamo sempre riusciti a cavarcela. E in ogni caso non potrò mai dimenticare le risate, il piacere e la gioia di stare insieme. Ho trovato degli amici fantastici ma soprattutto, Katara, ho trovato te.
Ho saputo che eri tu dal primo momento in cui ti ho vista. Ero solo un ragazzino, allora. Ma l’amore che nutrivo per te e che nutro ancora oggi è talmente grande che sovrasta in potenza persino la forza di tutti gli elementi messi insieme. Persino il potere dell’Avatar. E dal momento che l’Avatar sono io puoi credermi sulla parola.
Ti scosto una ciocca di capelli, mentre dormi serena al mio fianco. Sei così bella … lo sei sempre stata, d’altronde. Ma il tempo passato con te mi ha fatto comprendere realmente la persona meravigliosa che sei, e so che non smetterai mai di stupirmi.
Sento un sorriso nascermi sulle labbra. Che sciocco. E quanto ho patito! Ma avrei poturo aspettare altri cento anni dentro a quell’iceberg pur di sentirmi rispondere quel fatidico “si” da te.
Quello che finalmente ci ha uniti.
Si, potrei attendere un’altra eternità se sapessi che il mio traguardo, sempre e comunque, sei tu.
Il mio pensiero ritorna a quel tempo lontano, che col passare degli anni ha assunto tinte malinconiche, dal sapore agrodolce. E soprattutto ripenso al nostro primo bacio. Il nostro primo, vero,bacio. Quello in cui non c’è stato bisogno di parole … ricordi?
Dopo tanti discorsi e tanti pensieri, alla fine, ci siamo guardati in silenzio. Ed io ho saputo che eri pronta nello stesso momento in cui l’hai capito tu. Mi hai donato la gioia più grande di questo mondo … e come potrei, quindi, rinunciare a te, legame con il mondo terreno e la felicità?
Non sarebbe un prezzo equo da pagare, anche se in cambio otterrei il potere assoluto dell’Universo.
Perché, Katara, quel potere in fondo ce l’ho già: sei tu il mio Universo, dal quale non voglio separarmi. Mai.
Probabilmente devo aver fatto rumore: ti muovi nel sonno, ti giri, sospiri ma continui a dormire beata. Sul tuo volto scorgo l’ombra di un tenero sorriso.
Basta, per questa notte ho pensato abbastanza. D’altronde, mai mi abituerò all’immensa fortuna di questa vita da sogno, così perfetta in ogni sua forma.
Carezzo delicatamente il tuo visto e ti bacio piano sulla fronte. Mi stringo al tuo fianco e dopo aver fatto passare il mio braccio sopra la tua schiena ti auguro sottovoce la buonanotte, chiudendo gli occhi.
<< … Buonanotte, Aang. >>
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