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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: FINO A METTERMI LE ALI
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: franxes galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/09/2010 09:53:41

È passato qualche mese dalla morte di Sasuke, e Naruto come qualunque altro innamorato, non riesce a togliersi di dosso il peso della solitudine...
 
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FINO A METTERMI LE ALI
- Capitolo 1° -

Fino a mettermi le ali


-

"Sento il tuo odore ancora attaccato ai nostri cuscini...Ti vedo camminare silenziosamente per casa, per non disturbarmi, preparare il caffè e venire a svegliarmi dolcemente, come eri solito fare, carezzandomi piano i capelli. Li adoravi i miei capelli, vero?"

??

È sera, due giovani camminano silenziosi, l'uno accanto all'altro.

La luce e l'ombra.

La fresca brezza notturna accarezza le loro membra stanche, di chi ha combattuto per dimostrarsi il più forte e di chi invece ha atteso con ansia quel momento, e distende i sensi intorpiditi.

Questa sera il maestro Kakashi ci ha veramente distrutti...

Il ragazzo dai capelli biondi si massaggia la schiena mentre percorre, accanto all'altro, le buie vie che li condurranno al suo appartamento, e osserva quella sottile figura che gli mostra il profilo marcato.

Ha una camicia chiara, forse lilla, non può ben definirlo per via del buio denso e misterioso, e jeans neri.

Semplice...Perfetto.

Suo...

Gli si avvicina e gli porge un bacio, a metà fra la bocca e la guancia, per rendere effettivo quel suo pensiero, marchiandolo con le labbra e lasciando un segno indelebile, che arriva anche allo spirito.

"Naruto..." il moro lo guarda con le gote imporporate, investito all'improvviso da quell'essenza. La fresca fragranza muschiata del ragazzo gli inebria i sensi, bloccandogli lo sguardo sulla sua figura, e in particolare su quegli occhi colmi di oceano.

"Avevo voglia di baciarti, non posso?" solo i lampioni illuminano le due figure, immergendoli nella morbida luce giallina che falsa i colori.

Il ragazzo dalla pelle candida si volta, notevolmente imbarazzato.Quegli occhi, come potrebbe farne a meno?

"Sasuke, quando la finirai di essere così orgoglioso".

Il biondo appoggia la testa sulla spalla del compagno, e con la mano destra inizia a giocare con una ciocca di capelli scuri.

Sasuke si crogiola in quella dolce tortura. E tutto intorno a lui si spegne.

"Naruto. Mi ami?"lascia da parte l'orgoglio per una volta, mettendo a nudo le sue emozioni.

Naruto solleva il volto verso quello del compagno, investendolo con le sue iridi blu. In quel momento è consapevole del messaggio che il compagno gli vuole comunicare, e annuisce dolcemente.


"Si Sasuke, ti amo...anch'io" risponde, riportando la testa nella clavicola dell'amante e cingendogli forte un fianco con il braccio.

Ed entrambi si beano, al chiarore della luna, di quel momento di dolce e semplice intimità.

??

"Ahah quanto mi facevano ridere i tuoi capelli invece, ti ho sempre preso in giro per come li portavi. Avresti potuto tenerli un po' più sistemati anziché sparati all'indietro... Sempre testardo, senza mai ascoltare i consigli degl'altri..."

??

Calda è questa giornata d'estate. Come tutte le altre del resto. L'aria è ferma sopra le teste di ogni abitante di Konoha. Molti sono chiusi in casa, con le finestre sbarrate, per non permettere al caldo di insinuarsi nelle loro abitazioni e guastare ciò che vi è all'interno. Calore che corrode e si appiccica in ogni dove, umido che penetra nelle ossa, quello che genera sonnolenza dopo avere mangiato anche poco.

Solo le urla di alcuni ragazzi, matti, che giocano a pallone sotto l'afa estiva, risuonano nella canicola propria dell'estate.

"Dai Sasuke passala al centro, al centro!" il moro circondato da tre avversari si sente richiedere un'azione alquanto difficile. Allarga le braccia per non farli avvicinare ulteriormente, il totale possesso palla deve essere suo, solleva il pallone all'altezza del ginocchio e lo calcia in avanti, liberandosi da quella morsa letale. D'altronde cosa c'è da aspettarsi dal più bravo giocatore di calcio under 21 di tutta Konoha, e comunque in tutti gli altri sport? Sbalorditi, i giocatori della squadra avversaria rimangono per qualche secondo congelati, intenti a metabolizzare la riuscita di quell'azione quasi impossibile. Tranne uno... La palla ha già raggiunto il centro campo, e un ragazzo dagli occhi chiari, occhi dai quali pare non trasparire alcuna emozione, acchiappa la palla girandosi verso la porta.

Troppo lento. Una zazzera bionda gli sfreccia davanti impossessandosi della sfera di cuoio. In un'istante è già arrivato a dieci metri dall'area del portiere. Si accinge al tiro, ma la palla gli viene sottratta da un viso a lui ben conosciuto.


"Pensi di potere avere vita facile con me, eh dobe? Dai vieni a prendermi!" il solito spavaldo.

Nuruto adesso è incazzato...Ti farò vedere quando siamo soli a casa teme, ti farò patire le pene dell'inferno.

Adesso le parti si rovesciano, è la volpe ad inseguire il serpente!

Ma lo strisciante essere non agisce sempre correttamente. Passa la palla al suo nemico, palese trappola. E quello, troppo ingenuo ed emozionato casca nell'imbroglio. Ora il moro entra in scivolata nel pallone, ma manca il bersaglio. Oppure no...

Un urlo, un tonfo.

"Teme che cazzo fai? Mi sei entrato in scivolata nella caviglia! Cazzo quanto fa male!!" Naruto è disteso per terra, entrambe le mani sulla caviglia. Scoprendo il punto dolorante si intravede, oltre l'orlo dei calzoncini da calcio, un livido nero ed un'escoriazione. Ora è soccorso da uno strano soggetto con una tuta verde, da matti con quel caldo. Lee lo aiuta ad alzarsi e lo fa sedere in panchina, spruzzandogli uno spray freddo nel punto della collisione.

"Dai Naruto, è un graffietto da niente, metti questo e in cinque minuti sei come nuovo!" sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi all'amico ferito, facendogli segno di "ok" con il pollice.

"Ragazzi Naruto si è fatto male, Kiba dai, dagli il cambio."

Naruto lancia un'occhiata letale verso il compagno-avversario. Ha quasi le lacrime agli occhi, per l'indifferenza del moro. Senza dire una parola esce dal campo, e chiudendo la ringhiera del campetto mormora uno spezzato "fanculo".

"Bella partita ragazzi, alla prossima." - "Ciao, alla prossima." - "Sei stato grande."...

Il caldo si è fatto meno intenso, e adesso spira un venticello quasi fresco. Il cielo sta tramontando ed è tinto di tutte le sfumature del rosso. Poche nuvole, ancora nessuna stella. Solo la luna, timida, sbuca per metà da dietro una montagna.

Dietro il campetto di calcio c'è un parco giochi, in cui è stato piantato un grosso albero per permettere ai bambini di rinfrescarsi sotto le fronde copiose.

Alcune radici escono fuori la terra, e formano delle cavità in cui ci si può comodamente sedere e rilassarsi in quella pace infrangibile.

Sasuke, con il suo borsone e quello di Naruto in spalla, si avvicina all'albero. Naruto lo aspetta li.

"Almeno mi hai preso il borsone...stronzo." non lo guarda neanche in faccia, e spera che sia attanagliato dal senso di colpa.

Dopo qualche minuto di silenzio decide di voltarsi. "Ah cazzo teme, dì qualc..." i loro volti sono già troppo vicini, inevitabilmente si baciano. Naruto socchiude gli occhi, cazzo non può cedere proprio adesso.

Si stacca da Sasuke e lo guarda indispettito. Se voleva farlo arrabbiare ancora di più allora c'era proprio riuscito.

Il moro non ha intenzione di continuare quel teatrino pseudo-comico, che per lui, rasenta il ridicolo.

"Senti dobe" gli salta addosso bloccandogli le braccia "non volevo certo colpirti la caviglia! Questo mi sembra abbastanza ovvio". Il biondo si sente preso in giro. "Senti non dire cavolate, dopo avermi colpito non ti sei nemmeno girato a chiedermi scusa, o ad aiutare ad alzarmi." cerca di divincolarsi, invano.

Sasuke assume un espressione tra il divertito e il...maniaco.

"Ti dico che non ti ho dato un calcio nella caviglia con l'intenzione di farti male, volevo prendere il pallone. Quello che ho fatto dopo, è stato intenzionale." Naruto ancora non capisce. "L'ho fatto per ritrovarci in questa situazione. Quando sei incazzato con me non vieni forse qua, eh dobe? E a quest'ora...è sempre vuoto il parco."

Adesso il biondino capisce perfettamente, ma rimane sempre un po' nervoso.

"Sei il solito pervertito Sasuke." una scintilla compare nei suoi occhi azzurro cielo.

"Però, credo che puoi rimediare in qualche modo." adesso il suo sguardo è più pervertito ed eccitante di quello di Sasuke. "Addolciscimi...".

E così fu.

??

"Mi manca tutto di te, non c'è giorno che passi in cui non pensi ai nostri giorni assieme. Purtroppo niente di tutto questo mi potrà essere restituito, mi rimane solo il ricordo di te, ancora vivido. Il tempo non ti spazzerà mai via dalla mia memoria, ed è questa la cosa atroce, capisci? Io non posso dimenticarti!"

??

E' una giornata calma, il cielo terso e immobile, gli uccellini cinguettano di tanto in tanto.

La finestra della stanza da letto è spalancata, e l'inattività dell'aria fa cadere pesantemente le tende su se stesse, inanimate. Le sottili stoffe filtrano la luce solare, rendendola morbida, color crema.

Naruto si sveglia. Non appena percepito la vita scorrergli nelle vene, si stiracchia sopra il futon, beandosi della morbidezza del piumone, e affondandovi il viso, finché tutte le piume all'interno, in quel punto, non si sono appiattite.

Indossa i suoi boxer preferiti, neri con una spirale arancione nella parte posteriore. Sasuke dice di odiarli, ma non è affatto così.

Il ragazzo dai capelli biondi si alza, inspirando profondamente l'aria frizzante del mattino. Si dirige verso la finestra e apre le tende, facendo riempire la stanza di pura luce naturale.

Osserva la città, ancora immobile. Solo il fumo del chiosco di Ichiraku si eleva su nel cielo.

Già immagina la sfornata mattutina delle delizie del suo bistrò preferito. E' una giornata perfetta, bella.

Un senso di gioia e calma si impossessa del suo petto e del suo stomaco, riscaldandoli.

Si volta di nuovo verso il letto. Il suo compagno ancora dorme, è spaparanzato nel letto, una gamba sotto le coperte, l'altra fuori. Busto coperto e braccia e spalle che, timide, si intravedono sopra il cuscino, come a voler circondare la testa.

Il ragazzo è deliziato da quella vista. Scappa velocemente in bagno per lavarsi i denti, gli piace svegliare l'altro con la bocca pulita. Adesso si avvicina al letto, inginocchiandosi di fronte al ragazzo dalla pelle lattea.

"Sasuke. Ehi Sasuke. Su svegliati, c'è una giornata magnifica." sussurra così piano e dolcemente quelle parole che quasi stenta a riconoscersi.

"..." un respiro più profondo, del moro, tradisce il suo risveglio.

"Avanti dormiglione, non vorrai farmi godere questo cielo tutto da solo?" allunga la mano verso il compagno e gli carezza una guancia.

Questa volta Sasuke apre gli occhi e sbadiglia.

"Ciao Dobe. Che ore sono?" la frase viene prolungata dagli sbadigli, e dalle interruzioni dovute al risveglio appena avvenuto.

Naruto è estasiato da tanta genuinità. Si avvicina alla bocca del compagno e gli schiocca un bacio, molto rumoroso.

"Dobe dai, manco mi sono lavato i denti." il tono è infastidito, ma le sue guance dicono tutt'altro.

Naruto vede davanti a se un cucciolo bisognoso di affetto.

"Cosa pensi mi possa importare, io voglio tutto di te, anche il tuo alito mattutino." gli da un altro bacio, questa volta nella fronte.

Il ragazzo dalla pelle chiara non può fare altro che sciogliersi a quelle parole.

Si solleva, il petto glabro esposto, e ricambia il gesto con un bacio intenso, lungo.

"Comunque hai un buon sapore anche da appena sveglio." il biondo gli poggia una mano sul viso e lo attrae nuovamente a se.

Finito il loro scambio di smancerie mattutine si fanno la doccia, assieme. Dopo essersi vestiti, indossano i loro cappotti ed escono per una passeggiata. Mano nella mano.

Qualcuno li osserva, altri bisbigliano, probabilmente cattiverie.

Ma non importa, a loro va bene così. Gli basta semplicemente stare assieme, tutto il resto è invisibile.

??

"Quel giorno in centro eri solo, perdonami per non essere stato al tuo fianco, non avrei dovuto abbandonarti di notte. Non la vedesti cazzo, quell'automobile venirti addosso, un istante e ti tolsero a me, privandomi del tuo sorriso. Che stavi pensando? Pensavi a me? Adesso non importa più... Che diritto avevano di fare ciò? Può un essere umano essere giudice di un altro e decidere di strapparti violentemente alla vita?"

??

In quel momento, riverso sull'asfalto, Naruto non vede la fine di tutto ciò che lui era stato. Non vede Il corpo steso per terra e abbandonato da se stesso. Non sente più il suono della vita, ormai spinta a cadere verso un'inesorabile fine. No. In quel momento, quando aveva visto il compagno accasciato per terra, il suo cervello aveva smesso di funzionare correttamente, abbattendo la barriera dell'esistenza, isolando il centro motore dei suoi voleri da ogni tipo di suono o pericolo, e decidendo di fissarsi non sul vero fatto, la distruzione, ma su ciò che stava intorno, come in un meccanismo automatico di difesa. E cosa percepì? Generalità. Generalità sparpagliate in mezzo al buio della strada, disastrate e sconvolte anch'esse. Un cellulare dal display fracassato, un'agenda, una ventiquattrore che vomita i suoi contenuti spargendoli in direzione frontale, vetro. Rispecchiavano perfettamente ciò che lui provava in quel momento. Dispersione, isolamento, abbandono dal proprio padrone, abbandono da parte del proprio cuore, oramai, diviso più che a metà.

Lì, immobile, bianco, freddo, nel nero bitume, vicino il marciapiede, giace un corpo che a Naruto sembra familiare.

Chi sono tutte quelle persone vestite di bianco intorno a lui? Perché sono cosi agitate, scandalizzate? D'altronde cosa è successo di così preoccupante? Qualcuno vuole spiegargli qualcosa!?

Adesso sollevano quello che sembra un manichino, lo mettono in una brandina, le braccia ricadano inerti verso il basso. Del liquido rosso cola dalla bocca di quella persona. Una mano si muove, uno spasmo.

In quell'istante, il ragazzo dai capelli biondi, riprende i sensi, forse animato da un barlume di speranza.

Il suono della sirena di un'ambulanza schiaffeggia in pieno volto Naruto. Si guarda intorno spaesato e realizza ciò che è accaduto. Molte persone si accalcano all'interno di quel macabro dipinto, muovendosi, la maggior parte, senza una meta o uno scopo. Sono li solo per esserci. Le gambe sono fragili, cerca di alzarsi ma rimane immobile. Molta gente si è fermata li ad osservare, in riservato silenzio, chi versa qualche lacrima ignorante, chi copre il viso dei propri bambini per sottrarli a un'evenienza ancora assai lontana da loro. Vede l'altra metà del suo cuore essere portata dentro una vettura bianca con una croce rossa disegnata su di un fianco. Perde sangue, tanto. Una striscia, riga la strada sino al furgoncino dell'ambulanza. Non resiste più. Urla a squarciagola.

"Aiuto. Qualcuno mi aiuti, devo alzarmi. Portatemi da lui, subito!" la voce è rotta, non sa nennemo se è riuscito a dire ciò che aveva in mente. Adesso tante lacrime sgorgano e rigano il viso.

Un medico dell'ambulanza che aveva assistito alla scena gli va incontro.

"Senta, capisco che possa essere sconvolto, ma non si può entr..." non ha il tempo di finire la frase che si sente afferrare per il colletto del camice.


"Lei non ha capito proprio un cazzo. Mi porti immediatamente li dentro. Quello è il mio fidanzato".

??

"Non sorridevi spesso, ma quando lo facevi...Dio! Il mondo intorni a me scompariva e un'infinità di colori sovrastavano il cielo, cancellando il concetto di spazio e tempo, riducendo la molteplicità alla singolarità. Noi due un'unica entità. Proprio come quando facevamo l'amore..."

Noi..

Noi..

Eravamo noi. E adesso? Adesso ci sono solo io. Mi hai lasciato solo Sasuke. Non penso di essere abbastanza forte da potere andare avanti.

La gente ti aiuta come può, e noi spesso e volentieri indossiamo la maschera di chi è forte, di chi dice "posso andare avanti".

Ma non è cosi, siamo tutti dei codardi quando si tratta di rimanere soli, perché abbiamo tutti bisogno di rientrare a casa la sera e accoccolarsi nel letto con la persona che amiamo.

Io ti amavo Sasuke, e tuttora non smetto di amarti alla follia. Niente e nessuno potrà mai sostituirti.

??

Una sala d'attesa. Pareti bianche, pavimenti lindi e ancora bianchi. Qualche altra persona seduta, in quella sala d'attesa.

Naruto ha lo stomaco vuoto, sente le vene aride, prosciugarsi. Ha bisogno di bere qualcosa. Ha bisogno di accostare la sua bevanda preferita alle sue labbra, assaporarla ancora una volta. Perché prima, nell'ambulanza, non era riuscito a farlo. Troppo sangue. Poche parole che ancora risuonano nella sua testa, ma gli sembrano tantissime, gli sembrano un fiume in piena che non finisce mai. Si moltiplicano, lo investono, e dopo averle ascoltate tutte, proprio come fa la corrente del fiume, si ritirano e assieme portano anche ciò che lo riempie, lasciandogli gli organi e le funzioni vitali vuoti, privi di significato. E poi ancora parole, e tempesta e ancora vuoto.

I suoi pensieri sono scanditi dal ticchettio dell'orologio di quella sala d'attesa. Anch'esso bianco. Ma questa fissa del bianco non riesce a dargli nemmeno su i nervi, è troppo attento a fissare una spia rossa lampeggiante con inciso "operazione in corso".

E aspetta, aspetta che diventi verde quella maledettissima spia.. Non riesce nemmeno ad attendere, non ne comprende il significato in quel momento. Si limita a stare li, senza una coscienza. Il suo cervello ha di nuovo avviato il programma di auto-protezione.

E quando meno se l'aspetta, la spia cambia in quel terribile, per la paura di sentire ciò che nemmeno riesce a concepire in quel momento, e tanto atteso colore.

Il chirurgo esce fuori dalla porta. Trafelato, lo sguardo basso. Naruto ancora non comprende quel comportamento, ha gli occhi colmi di lacrime e speranza. Si avvicina al dottore.

"Dottore, l'avete guarito vero. Avanti, mi dica che l'ha guarito?" un sorriso incrinato e storto appare nella sua bocca, il labbro superiore che trema, gli occhi liquidi pretendono di sentire un'esito positivo. Quanto sa che è falsa la sua speranza...

Il dottore tiene lo sguardo basso, sebbene sia abituato a queste scene non riesce mai, con leggerezza, a comunicare che una vita si è spenta. La vita di un ragazzo, la vita di un'amante.

E Naruto, oh si che sente quel silenzio, e in quel momento gli sembra il rumore più assordante che abbia sentito in vita sua. Lascia cadere la mano che aveva poggiato nella spalla del chirurgo. Cade anche il suo volto. Cade il mondo sotto i suoi piedi. Le parole di Sasuke gli tornano in mente: "Naruto, amore mio. Stai qui con me, tienimi la mano...Io ti amo, voglio e starò con te. È una promessa".

"Una promessa... È così che mantieni le promesse Sasuke?"

Con occhi grigi si guarda intorno. Tutto bianco. Sarà bianco anche lassù? Sarà più sereno?

Con questo pensiero se ne và, lasciando la sua esistenza in quella sala d'attesa bianca, allontanandosi dall'assordante silenzio di quel medico, cercando il nero più profondo in cui potere abbandonare le sue macerie in un pozzo senza fondo.

??

Avevo detto che ti avrei seguito fino in capo al mondo, che sarei sempre stato al tuo stesso livello, vero Sasuke? E ho intenzione di mantenere la mia parola, ora guarda!

Posso volare e sto venendo a raggiungerti, le mie candide ali bianche sono impazienti di ricongiungersi alle tue. Eccomi.

Tuo per sempre

.

Le lacrime di Sakura non avevano smesso di scendere dal momento della chiamata dalla stazione di polizia. Naruto si era buttato dal balcone del suo condominio lasciando una lettera indirizzata a Sasuke.

"Pronto?"

"Salve, parlo con la signora Haruno Sakura?" una voce metallica e gracchiante risponde alla telefonata.

"Si sono io. Scusi ma lei chi è?" Sai, da dietro, la osserva dubbioso.

"Sakura chi..."Il moro non finisce la frase.

"Shhhh Sai aspetta."

"Qui è la centrale di polizia di Tokio. Lei conosceva un uomo di nome... Uzumaki Naruto?"

Conosceva? Ma che diamine...

"Io...Oh mio dio, la prego non mi dica che è successo qualcosa a Naruto!"

Il cuore della ragazza inizia a battere a mille, le gambe le tramano e non riesce più a reggersi in piedi. Prontamente Sai accosta una sedia per la ragazza, ma lei non si siede, invece si aggrappa alla sua spalla.

"..." silenzio dall'altro lato della cornetta.

"Mi risponda!" gli occhi dilatati guizzano incontrollati in tutte le direzioni.

"Mi dispiace, il suo amico è deceduto."

E il volto di Sakura si spegne.

Sgomento.

Paura.

Senso di perdita. La perdita di un pezzo di se.

Senza nemmeno rispondere, la ragazza dai capelli rosa riattacca la cornetta. Le gambe si fanno deboli, l'abbandono, e ricade sulla sedia posta prima da Sai.

Il ragazzo dalla pelle chiara rimane sconvolto dalla reazione della sua ragazza. Sebbene la conversazione non era stata particolarmente loquace, aveva inteso perfettamente cosa era accaduto.

Si china e abbraccio dolcemente quella creatura impaurita e abbandonata dalla vita.

"Sakura...Amore mio...Ci sono io qui. Stai tranquilla."

La ragazza si aggrappa senza forza alla maglietta di Sai, prorompendo nel pianto.

"Sakura. Era solo questione di tempo, vedevi Naruto com'era ridotto. Sasuke era tutto per lui."

Il pianto della ragazza si fa più violento. Si alza di scatto e va a chiudersi in bagno.

Vomitò.

Vomitò quello che non c'era nel suo stomaco. Vomitò il suo senso di colpa. Vomitò la sua inutilità nell'aiutare l'amico.

Riprende il suo pianto isterico. Sai la raggiunge subito nel bagno e la stringe ancora a se.

"Sai...Sai, ho freddo. Stringimi più forte." È gelida, trema violentemente.

"Sakura io sono sempre qui, non ti lascerò mai."

Non lo rivedrà mai più. Mai più il suo splendido sorriso, mai più i suoi occhi azzurri in cui vedeva solo verità.

I singhiozzi della ragazza cessano, portandosi via anche la sua disperazione.

"Naruto, che hai fatto." gli occhi immobili, grandi e sbarrati.

"Te ne sei andato senza nemmeno salutarmi...Sei uno stronzo!" l'ultima vocale emessa con rabbia e a lungo segna la rassegnazione di Sakura.

Non poteva fare più niente. Non era mai stata in grado di fare niente. Immersa perennemente nella sua ampolla di giada e adagiata in un mondo troppo forte per essere affrontato da lei, troppo debole, troppo fragile...E inutile.
 
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VOTO: (2 voti, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
jamie91 27/08/11 23:48
Ora so cosa ha provato la madre della mia amica. So cosa hai descritto per Naruto. Ora anche il mio amore è morto.
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jamie91 - Voto: 21/04/11 22:37
Sai,una mia carissima amica ha da poco perso il suo papà. La sua mamma ha perso l'amore della sua vita,l'unico uomo che lei abbia mai amato. Credo sia un dolore tanto atroce da strapparti il cuore dal petto, tanto insopportabile da desiderare di dimenticare ciò che ti ha sempre resa felice. Ma dimenticare non è giusto e non è possibile. Puoi solo sperare di svegliarti una mattina e scoprire che non fa più poi così male come prima. Un grande amore non ha mai veramente fine. Bella storia,molto delicata e poco patetica.
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fan3000 13/09/10 10:07
grazie ! ^^
kisu kisu !
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franxes 08/09/10 23:48
ooh grazie mille del tuo commento di approvazione. Mi dispiace per quel ragazzo...figurati che un mio conoscente(ormai amico possiamo dire) si è suicidato. Forse l'ho scritta proprio per lui la storia...comunque...buon proseguimento =)
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fan3000 - Voto: 08/09/10 16:06
è ... è ... è bellissimaaaaaaa !!!!!!!! anke se è tristissima ... ! proprio oggi ho saputo della morte di un ragazzo ke stava nella mia stessa scuola: aveva sl 13 anni ... sn cose ke nn dovrebbero accadere, e invece ... povero naruto !
p.s. ancora bellissima ! ^^
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