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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nabari no Ou
Titolo Fanfic: CAN YOU HEAR MY HEART ?
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, What if? (E se...)
Autore: fan3000 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/08/2010 12:14:05 (ultimo inserimento: 31/08/10)

‘Un ricordo. È solo un ricordo, ma allora . . . perché fa così male ? Perché, se è un ricordo, non riesco a ricordare? Perché . . . ?’.
 
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RICORDI
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti ! Finalmente sono tornata dopo quasi un mese di assenza (non avevo Internet !) con un’ altra ff fresca fresca su Nabari ! La vorrei dedicare a tutti i miei amici qui su manga.it, per i commenti lasciati sulle mie ff precedenti, perché quella di Miharu e Yoite è una grande storia di amicizia ! >.<
Perciò, verity-punx, bi-chan, nanaho-chan, artex, viti, sherrysherry, yomichan, siram e maxie-chan . . .
Grazie !


__________________________________________________________________________


Can you hear my heart ?


Capitolo 1

Ricordi


. . .

Y: “E ora che è tutto finito . . . cosa faremo ?”.
M: “Credo potremo fare ciò che avremo sempre voluto.”

. . .


‘Un ricordo. È solo un ricordo, ma allora . . . perché fa così male ? Perché, se è un ricordo, non riesco a ricordare? Perché . . . ?’.

Quel pensiero continuava a tormentarlo. Era solo un ricordo, però aveva lasciato un vuoto enorme dentro di lui.

‘Chi è ?’.

Gli veniva sempre in sogno, ogni notte, da quando si era svegliato a casa del professor Tobari. Sentiva la sua voce. Gli sembrava di conoscerla. Di aver già udito quelle parole, ma la sua immagine era sempre offuscata. Confusa.
Come un dipinto bagnato. Una macchia nera che copriva tutto il suo campo visivo.
E la sua voce che gli rimbombava in testa. Dolcemente.

K: “Ciao Miharu!”, esclamò Koichi entrando nella stanza del ragazzo e risvegliandolo dai suoi pensieri.
M: “Ciao, come mai da queste parti ?”.
K: “Beh, volevo sapere come stavi, così sono passato a trovarti. Ti va’ di uscire? È una così bella giornata!”.
M: “Sì, volentieri! Dove andiamo?”.
K: “Che ne dici di fare una passeggiata nel bosco?”.
M: “D’accordo.”, rispose, alzandosi dal letto e raggiungendolo sulla porta.
Salutarono il professor Tobari e la sua fidanzata la signora Hana e uscirono dal cancello, ritrovandosi sulla strada.
Camminarono in silenzio fino a raggiungere il bosco, lungo i viali alberati. Poi una domanda di Miharu ruppe il silenzio.
M: “Senti, Koichi . . . c’è una cosa che vorrei chiederti . . .”.
K: “Dimmi pure.”.
M: “Non so perché, ma da quando mi sono risvegliato a casa del professor Tobari faccio sempre lo stesso sogno . . .”.
K: “Di che sogno si tratta ?”.
M: “Beh, più che di un sogno, credo sia un ricordo, ma non ne sono sicuro: ci siete tu, Reimei, il professor Tobari, la signorina Hana, il signor Fuhma, Gao e tutti gli altri . . . persino il signor Raiko, che non è più con noi . . . e in mezzo a tutti . . . c’è una figura, nera, alta e magra. Però non riesco a vederla bene, perché è sempre offuscata. Mi parla, anche se, quando mi risveglio non riesco mai a ricordarmi cosa mi ha detto. Però la sua voce mi sembra famigliare . . . è come se le cose che dice le avessi già sentite. E poi lo fa come se mi conoscesse . . . non ci capisco più niente! Non è che per caso ti ricorda qualcuno ?”.
K: “No, nessuno.”, rispose Koichi, voltando la testa di lato.
M: “Non ho idea di chi possa essere e la cosa mi fa impazzire! E poi, se è un ricordo . . . perché non riesco a ricordare ?”.
K: “Credo che dovresti parlarne col professor Tobari o col signor Fuhma, forse ne sanno di più.”.
M: “Già . . .”.
K: “Accidenti! Sono le sette ! Scusa Miharu, ma ti devo lasciare . . . sai, avrei un appuntamento con Reimei . . . ! Ci vediamo !”, esclamò, guardando l’orologio che aveva al polso.
M: “D’accordo, a presto !”, rispose, salutandolo con la mano, mentre l’altro già si stava allontanando.

‘Anch’io ci avevo pensato . . . chiedere al professor Tobari o al signor Fuhma potrebbe aiutarmi a ricordare . . . ma come faccio? Insomma . . . e se neanche loro lo sanno . . .? Se solo riuscissi a ricordarmelo . . .’, pensò, incamminandosi verso la casa del professore.

K: “Ciao Reimei!”.
R: “Ah, eccoti ! Stavo iniziando a preoccuparmi. Dai vieni.”, esclamò, invitandolo a entrare nel ristorante.
K: “Bel posticino per un appuntamento!”.
R: “Diciamo che conosco molti ristoranti, qui a Banten.”.
Si sedettero al tavolo prenotato, mentre attendevano che il cameriere arrivasse a prendere le ordinazioni, parlando del più e del meno.
K: “Senti, Reimei . . . oggi sono passato a casa del professor Tobari per vedere come sta’ Miharu e . . . !”.
R: “E come sta’?! Sai volevo passare a trovarlo, ma non ho avuto tempo . . . dopo la morte di Raiko . . .”.
K: “Non ti preoccupare, sta’ bene . . . però . . .”.
R: “Però . . . cosa???”.
K: “Beh, mi ha parlato di un sogno . . .” rispose raccontandogli ciò che Miharu gli aveva detto.
R: “E . . . tu non gliel’hai detto, vero ?!”.
K: “No, no, certo che no!”.
R: “Poverino . . . mi dispiace che abbia deciso così, lui, lo sta solo facendo soffrire di più . . . ! Però cel’ha chiesto e per esser stato vicino a Miharu almeno questa richiesta gliela dovevamo soddisfare. Credimi, anch’io glielo direi, ma una promessa è una promessa, e da brava Shimitsu che sono non posso certo infrangerla !”, asserì la ragazza scattando in piedi, mentre pronunciava l’ultima parte della frase.
K: “Reimei . . . capisco l’onore, ma è meglio se ti siedi . . . ti stanno guardando tutti !”, esclamo il ragazzo buttandola sulla sedia.
R: “Ops, hai ragione !”.
Intanto il cameriere era arrivato a prendere le ordinazioni, e a portare un tranquillante per Reimei. Così i due ragazzi poterono proseguire la serata . . .

H: “Allora Miharu, com’è andata la passeggiata con Koichi ? Spero vi siate divertiti.”.
M: “Sì, molto. A proposito . . . professor Tobari . . . ci sarebbe una cosa che vorrei chiederle . . .”.
H: “Beh, visto che dovete parlare, sparecchio e vi lascio da soli!”.
M: “Grazie signorina Hana.”.
Dopo che Hana ebbe sparecchiato, uno strano silenzio piombò nella stanza.
PT: “Allora . . . cos’è che mi devi chiedere ?”.
M: “Beh, ecco si tratta di un sogno, o meglio . . . credo sia un ricordo . . .”, e gli raccontò ciò che aveva già detto a Koichi.

PT: “Non so . . . non mi dice niente . . . sicuro che ci siano tutti ?”.
M: “Sì, assolutamente !”.
PT: “Quindi non può essere nessuno che conosci ?”.
M: “No.”.
PT: “Ah . . . ci penserò su. Scusa, ma adesso avrei delle verifiche da correggere. Se ci sono sviluppi avvertimi.”.
M: “Professore . . . se le dovesse venire in mente qualcosa . . . la pregherei di dirmelo . . . !”, asserì, afferrandolo per la manica della camicia, mentre gli passava accanto, per poi lasciarlo andare.
PT: “Non ti preoccupare.”, rispose, dopodiché uscì dalla stanza, lasciando il ragazzo solo con i suoi dubbi.

‘Accidenti . . . neanche il professore mi ha saputo rispondere! Adesso . . . c’è solo una persona alla quale posso chiedere . . . il signor Fuhma.’.

Dopodiché si diresse verso camera sua, si stese sul letto e si addormentò.

L’indomani . . .

??? : “BUON COMPLEANNO MIHARU !!!”, urlò una voce, facendo sobbalzare il ragazzo, che stava ancora dormendo.
M: “Ehi, non c’è bisognò di urlare così forte !”.
R: “Buon compleanno !”, ripeté.
K: “Guarda che i quindici anni sono una data importante !”.
M: “Ma di cosa . . . ?!”.
PT: “Non mi dire che ti sei dimenticato che oggi è il tuo compleanno !”.
M: “Eh? No, certo che no ! Ma cosa va’ a pensare, professore ?!”.
PT: “Dalla faccia mi sembrava di sì . . . !”.
Miharu sentì un impulso omicida crescere nei confronti del professore, che, come al solito, era riuscito benissimo a capire come stavano le cose.
G: “Dai Miharu, alzati e vieni a fare colazione !”.
Il ragazzo decise di fare come gli era stato detto e si alzò dal letto, seguendo gli altri in cucina.
M: “A-avete preparato tutto questo . . . per me ?!”, esclamò incredulo alla vista della tavola imbandita che aveva di fronte.
K: “Certo, e per chi altro, sennò ?”.
M: “Beh . . . non so proprio cosa dire . . . !”.
R: “Se non lo sai . . . basta dire ‘grazie’ !”, esclamò, scatenando una risatina generale da parte degli altri.
M: “Allora . . . grazie !”.
R: “Così si fa ! E ora . . . diamo inizio al banchetto !”.
All’ incitazione della ragazza partì una vera e propria gara a chi arrivava prima al festino da parte di tutti, anche di Miharu, che, per una volta, decise di arrendersi ai piccoli peccati di gola.
C’era di tutto: tofu, butaman, kushikatsu, tsurigane manju, takoyaki, madai, yatsuhashi, yaki imo, taiyaki, parfait, kusadango, monaka, mamekan, panda no march, funawa, kototoi dango, macaron, Cider . . . e, al centro del tavolo, troneggiava una torta a tre strati ricoperta di cioccolato.
R: “Spero che ti piaccia! Ci ho messo tutta la notte per prepararla !”, asserì, accorgendosi che Miharu la stava osservando.
M: “Devvero . . . l’hai fatta tu ? Dall’aspetto sembra buona . . . ma ciò che mi preoccupa . . . è l’interno !”, affermò, scatenando le ire dell’altra.
R: “Che cosa stai insinuando ?! Guarda che se ti avessi voluto avvelenare l’avrei già fatto ! Comunque . . . adesso devo andare a chiedere cosa ne pensano gli altri del banchetto. Ci vediamo !”.
M: “Davvero hai preparato tutto tu ? Allora dovrò fare attenzione !”.
R: “Sì. Ti conviene !”, rispose, allontanandosi e lasciandolo solo a contemplare la torta che aveva di fronte.

???: “Ciao, Miharu ! Come te la passi ?”.
M: “Eh? Ah, è lei signor Fuhma. Beh . . . direi che me la passo bene . . .”.

‘No. Non me la passo bene . . . c’è quel ricordo . . .’.

M: “La stavo giusto cercando . . .”.
F: “Wow, a quanto pare oggi è il mio giorno fortunato ! Cos’hai da dirmi ?”.
M: “. . . Ci sarebbe una cosa che vorrei chiederle. Ne ho già parlato col professor Tobari, ma non mi ha saputo rispondere . . .”.
F: “Di cosa si tratta . . . ?”.
M: “Beh . . . ecco . . .”, iniziò, e gli raccontò tutto.

F: “Mhh . . . piuttosto complicato . . . un ricordo che non ricordi . . . sembra uno scioglilingua ! Però non dice niente neppure a me. Non so . . . forse se mi dessi un po’ di tempo . . .”.
M: “Se mi sapesse dire qualcosa . . . credo sarebbe il più bel regalo di compleanno che potrei ricevere !”.
F: “A proposito di regalo di compleanno . . . ! Dopo aver tagliato la torta raggiungimi sul retro. Ho una piccola sorpresa per te !”.
M: “Eh ? D’accordo.”, affermò, quando l’altro era già sparito.
Così decise di fare come gli era stato detto e, dopo aver mangiato la torta, lo raggiunse sul retro, dove trovò anche il professore, Reimei e Koichi.

M: “Di cosa si tratta ?”, chiese osservando la scatola che il signor Fuhma aveva in mano.
F: “Guarda un po’ . . . !”, esclamò aprendola.
Miharu guardò dentro e ciò che vide lo lasciò senza parole: c’era un gattino, nero, di appena tre o quattro mesi che lo guardava dolcemente.

‘Il suo sguardo . . . !’.

M: “Posso prenderlo ?”.
F: “Certo. È tuo.”.
Il ragazzo lo prese tra le mani, accarezzandolo delicatamente.
M: “Che carino . . . grazie mille !”, esclamò sorridendo.
M: “Come si chiama ?”.
F: “Yoite.”.

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È la prima ff di che scrivo a capitoli, anche se è la seconde che scrivo su Nabari, perciò vi prego di essere clementi !
Mi auguro che vi sia piaciuta e spero di riuscire ad aggiornare presto ! ^_^
*commenti* *commenti*

p.s. Next: Ricerca.

Arigaton !


 
Continua nel capitolo:


 
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