HO RITROVATO UNA FOTOGRAFIA
- Capitolo 1° -
Quel pomeriggio d'estate mi affacciai distrattamente alla finestra della mia camera e gettai un'occhiata vaga a quel panorama conosciuto..Il cortile interno fra i palazzi, l'ombra lunga e fresca dell'abete che copriva la visuale della finestra di Caterina, poi gli oleandri bianchi che costeggiavano le aiuole e in fondo l'altra palazzina..In ogni piano, (più o meno), una amica o un amico.. Mentre mi asciugavo il torace passandoci sopra l'asciugamano risalii con gli occhi i piani di fronte e..rimasi un attimo interdetto nel notare in quella finestra di fronte all 'ultimo piano non il mio amico Gianfranco, come di consuetudine, ma..una ragazza....una criniera di riccioli neri avvolgeva l'ovale del viso e accennava un furbo sorrisetto per nulla imbarazzata ...istintivamente cercai di fare l'indifferente coprendomi ( chissà mai perchè poi) e cosi alzai il braccio per un "givemefive"..(mano aperta in segno di saluto)..nella penombra pomeridiana della stanza vedevo la sua camicetta bianca girarsi e accennare a qualcuno.. infatti dopo poco s'affacciò il mio amico che se l' abbracciava.. e a segni (un po prendendomi per kulo) voleva farmi capire che era la sua nuova ragazza..ma sapevo che mentiva.. (Era nato e destinato con un'altra.. Ancora oggi sono felicemente sposati con tanti figli)..Ma lei? Lei alle sue spalle seguiva i nostri messaggi gestuali di indiani e si divertiva ..poi nel rettangolo della finestra arrivò anche Marisa, la sorella di Gianfranco e decisi.. con il solito gesticolare ,di offrire un gelato... di scendere giu..di vederci al muretto dell'ingresso...
Le vidi arrivare che si tenevano sottobraccio e che parlottavano fra di loro e poi risate e risate......chissà che cavolate si dicevano..
Salutai Marisa con un bacino tenendole la mano e.. mi bloccai come un fesso nel guardare lei che mi diceva sorridendo con voce lieve..e fresca.. :-"Ciao..sono Anna..la cugina di Marisa.. ", e lo sguardo mio si perse nei suoi occhi neri e sulla fila perfetta di denti bianchissimi..
Con passo svelto salimmo sull'autobus che ci portava al Grande Parco..Marisa trovò un suo ragazzo che aveva precedentemente avvisato e si sedettero vicini , noi due invece preferimmo restare dietro.. dove c'era il grande vetro che guardava la strada percorsa..e ci tenevamo al passamano..Senza davvero volerlo la mia si accostò alla sua impercettibilmente e sentiti con un fremito quel contatto fresco e leggero..lei non si scostò....diede l'impressione di non averci fatto caso, e restammo cosi..e parlavamo..parlavamo..io del mio lavoro..come mi piaceva il mare..e di quanto anche se stanco non andavo a dormire finchè non avessi sistemato ogni cosa sulla scrivania e l'armadio e di quanto fosse importante per me staccare e raggiungere i miei a casa mia e rivedere amici e affetti e quel cortile nel quale ci radunavamo la sera a strimpellare e canticchiare sotto la finestra di Caterina..naturalmente con lei fra di noi.. Anna invece diceva della sua visita in città per dei controlli più specialistici per capire che cosa le procurasse quella debolezza strana che la opprimeva..quell'affaticamento anomalo malgrando non facesse cose pesanti.. insomma il suo cuore aveva qualche problema ed era li per accertarlo..presto sarebbe ripartita..stava bene al paese con la sua vita meno movimentata ma altrettanto piena di impegni giornalieri.. lo studio..il ricamo..la chiesa ..I nostri sguardi passavano dal vetro del bus che si mangiava la strada asfaltata che esalava vapori, a quelli calamitati verso i nostri occhi..facevano un discorso tutto loro..indipendenti da ciò che le bocche dicevano e parlavano..mi guardava , e in quegli attimi non capivo bene cosa cercasse..era come se rubasse qualcosa..istanti..accennava a socchiuderli come se proprio stringesse un fermaimmagine.. ma non era indisceta..poi girava il volto verso il vetro e ancora su di me ..con quel sorriso enigmatico..io mentre lei era cosi di profilo seguivo i suoi lineamenti regolari del naso e bocca e mento..e quella camicetta bianca che lasciava un filo di vista tra i bottoni della sua pelle e reggiseno..
Al Grande Parco.., li c'era il laghetto dei cigni e la voliera dei pappagalli..e tanti alberi, perciò l'ideale per gustare un bel gelato e scimmiottare con i pappagalli facendo il verso con voce nasale..Loretoooo.!.Lorettoo.!..AAannnnaaaaa..!! e quelli davvero ripetevano.! tanto che lei si piegava in due quasi dolorosamente dal ridere e mi si appoggiava sulle braccia mentre lo faceva...Il ragazzo di Marisa aveva una istamatic e gli chiesi se ci fosse abbastanza pellicola per scattare qualche foto..naturalmente si e cosi.. presi Anna per la mano e la posizionai contro il tronco di un albero tutto arrotolato su se stesso con rami che scendevano fino a terra.. lei mise le braccia dietro la schiena e ci si appoggiò.. io mi misi vicino a lei appoggiando la mano sul tronco sopra la sua testa..Marisa e il ragazzo sparirono alla vista e noi due restammo cosi...Con le dita scavai nella fessura del tronco un pezzo di corteccia che stava per cadere e con quel pezzo di legno tenero lo graffiai lì sulla panchina smussandone angoli e dandogli la forma di un cuore.( .più o meno) ..e gliel'offrii..
L'avete mai vista la faccia di un imbecille? la mia era cosi mentre lei accettava quel cuore di legno.. io mi ero avvicinato alla sua bocca e non potei andare oltre perchè lei mi fermò dolcemente con la punta delle dita sulla mia bocca dicendomi con un filo di voce..:-"Ti prego..non posso... il mio cuore mi fa brutti scherzi...ogni emozione mi fa male..qualunque..e questa ,che forse desidererei piu di te, adesso non posso reggerla..scusami.." .E sentivo tremare e premere la sua mano con il cuore di legno sulla mia...
Tornammo a casa e ci salutammo promettendoci di rivederci dopo i suoi controlli..e io dovevo comunque essere assente un mese fuori sede....
Per varie vicissitudini passarono molti mesi..fui sballottato da nord a sud per corsi e impegni di lavoro..e spesso, cosi all'improvviso, il ricordo di quel giorno mi faceva compagnia..poi la vita scivolava ogni giorno con il suo implacabile ritmo e finalmente ebbi modo di tornare dai miei..Non era più estate e le finestre erano chiuse ma dietro il vetro della finestra di Guianfranco vidi distintamente la sagoma di Marisa..e i suoi capelli lunghi sciolti..anche lei mi vide e mi fece cenno di scendere...le andai incontro nel suo portone e cosi, tutta infredolita mi salutò e
mi allungò una mano posando nella mia una foto e un pezzo di legnetto che sembrava un cuore.. L'avevo dimenticato ma lo riconobbi subito...e vidi quella foto con un senso cosi misto di tenerezza e sopresa che le chiesi immediatamente di Anna..
" Mi dispiace dirtelo cosi"- disse a voce bassa Marisa.-...ma dopo quei controlli videro che era più che mai urgente procedere ad un difficile intervento...Lei aveva la voglia e il coraggio per affrontarlo...spesso parlava di quando ti avrebbe rivisto e a scimmiottare con i pappagalli......ma non ce l'ha fatta... è morta.......è succeso due mesi dopo quella volta..
Ora so cosa rubava con quegli sguardi...momenti che si sarebbe portata via nei suoi ricordi...ora che la rivedo in quella foto so cosa significava non reggere le emozioni...le cose piu scontate e facili per tanta gente..baci ..carezze..parole d'amore.. .per lei erano fonte di gioia imprendibile..irraggiungibile....quasi veleno...A 24 anni..morire cosi ...stringendo fra le mani un pezzo di legno a forma di cuore e una fotografia.
|
|
