torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto Shippuden
Titolo Fanfic: ESAMI ORALI
Genere: Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, AU, Lemon, Yaoi
Autore: elisettaxsempre galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/08/2010 15:17:31

Naruto si sta preparando per gli esami orali di Maturità e Sasuke decide di dargli una mano, per non dire "bocca". Buona lettura
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
ESAMI ORALI
- Capitolo 1° -

In
izialmente questa fan fiction doveva essere dedicata alla mia cara Ila-obaachan, ma quando ho cambiato la trama ho deciso di dedicarla a me stessa e, soprattutto a:

Anny-chan e Ery-chan!

Perché Loro?

Semplice: perché,come me, sono sottoposte allo stress legato agli esami

.(Anche se sono finiti ormai)

Questa è per voi, ragazze!

Esami Orali



L’uomo di per se è bisognoso di affetto. Cerchiamo continuamente calore, a volte nemmeno ce ne accorgiamo, ma è così. Una persona sola ha difficoltà ad essere felice ed è per questo che durante la nostra vita siamo persistentemente alla ricerca di un compagno, o compagna, chicchessia. Sasuke Uchiha aveva ventiquattro anni, un lavoro assicurato e ben retribuito, ma soprattutto, era riuscito a trovare la persona con la quale voleva condividere il resto dell’esistenza. La sua anima gemella era tutto il suo opposto, ma era proprio quello il bello della loro relazione. In compagnia l’uno dell’altro non si annoiavano mai. Certo, i litigi erano frequenti, anche troppo in certi periodi, ma niente avrebbe potuto dividere Sasuke dalla persona che amava. Chiunque conoscesse la coppia, però, sapeva anche quanto tempo ci avevano messo per trovarsi e accettarsi a vicenda. Inizialmente si odiavano e, più di una volta, le loro numerose, quanto inutili, discussioni si erano concluse in una rissa. Poi di punto in bianco tutto era cambiato, improvvisamente i due rivali si erano ritrovati a difendersi a vicenda. Una sera erano seduti in un bar, come al solito stavano litigando, quando un uomo, visibilmente ubriaco si era avvicinato e aveva iniziato a infastidirli. Sasuke non aveva esitato a difendere il suo futuro amore, preso dall’istinto di proteggerlo aveva tirato un pugno a quell’essere orribile e fastidioso che li aveva interrotti. Quel giorno Sasuke rimembrò il motivo per il quale prima di agire era sempre stato solito riflettere accuratamente per prevedere delle eventuali ritorsioni contro di lui. Nella foga di agire non si era reso conto che l’ubriacone che aveva appena colpito era il doppio di lui sia d’altezza che in quanto stazza. La serata terminò con lui con un occhio nero e con la sua anima gemella che lo accompagnava a casa. Se vi state chiedendo se quella notte loro fecero sesso, allora vi rispondo subito di No. Quella sera non successe nulla, ma un paio di mesi dopo la loro amicizia si era ormai saldata a dovere. Non fraintendetemi però, litigavano ancora, forse anche di più di prima, ma alla fine tutto si aggiustava. Il loro era divenuto un legame quasi morboso, non riuscivano a stare un giorno lontani l’uno dall’altro e, logicamente, nel giro di un anno la loro amicizia sbocciò in un amore intenso e possessivo. Erano diversi come il giorno e la notte e come essi l’uno non poteva sopravvivere privo dell’altro. Le differenze tra loro erano innumerevoli, prima tra tutte era l’età. Sasuke aveva ventiquattro anni, il compagno era diventato da poco maggiorenne. Sasuke lavorava, il suo coinquilino studiava e faceva qualche lavoro part-time. Sasuke era nato in una famiglia ricca che non gli aveva fatto mai mancare nulla, a parte l’affetto. Gli Uchiha erano tutti così glaciali, fin da bambino dovette aggrapparsi a quel misero amore che gli concedeva la sua anziana tata. Ciò non vuol dire che non voleva bene ai genitori e al fratello maggiore, Itachi, anzi. Il compagno, invece, non aveva mai avuto una famiglia: era rimasto orfano da piccolissimo. I loro gusti in tutti gli ambiti erano contrastanti, dai vestiti al mangiare. Eppure, ogni mattina si svegliavano nello stesso letto, quasi sempre con nulla addosso e con i capelli bagnati del sudore della sera prima quando si erano rotolati nelle coperte e si erano amati per ore, mai sazi delle sensazioni che provavano. Era una routine ormai, eppure non riuscivano a stancarsi di quelle abitudini e, probabilmente, non si sarebbero mai stancati.

Quando Sasuke, alle sei in punto del mattino, si svegliava la prima azione che compiva era prima di tutto spegnere l’odiosa sveglia, poi si voltava verso la parte destra del letto matrimoniale e, con gli occhi ancora semichiusi e la vista appannata, tastava, con la mano, lo spazio del letto dove dormiva il suo compagno. Normalmente, quando si accorgeva della presenza del ragazzo, iniziava a scuoterlo cercando di svegliarlo. Era sempre stato così e sempre sarebbe dovuto essere.

Ma una mattina Sasuke spense la sveglia, si voltò, tastò la parte destra del letto, ma non vi trovò nessuno. Le sue mani non toccarono quella pelle leggermente appiccicaticcia per via del sudore, le sue orecchie non udirono dei borbottii sommessi provenire dalla bocca del ragazzo e nemmeno quegli epiteti poco carini che gli rivolgeva quando, insistentemente, continuava a muoverlo per destarlo dal sonno. Rendendosi conto dell’assenza del compagno Sasuke aprì improvvisamente gli occhi, spalancandoli e mettendosi velocemente a sedere, come se avesse fatto un brutto sogno. Quando si voltò di nuovo si rese conto che il suo non era stato un incubo, era vero che il posto a fianco a lui era vuoto. Improvvisamente tutta la stanchezza che si portava dietro cessò di opprimerlo e scese dal letto con tanta foga da rischiare di incastrarsi tra la bianca lenzuola. Non si vestì nemmeno, pur avendo un paio di boxer a disposizione. Spalancò la porta del bagno più piccolo che era collegato alla stanza da letto, controllò velocemente il piccolo spazio andando a cercare il compagno persino nella piccola doccia, ma non trovò nulla. Rientrò nella zona notte dell’appartamento e attraversò il piccolo corridoio alla ricerca anche del minimo indizio, ma non vide ne sentì nulla. Un brivido gli percorse la schiena nuda quando una folata di vento lo investì in pieno, così, stringendo gli occhi e aguzzando la vista, Sasuke notò che la finestra del secondo bagno, quello più grande che si trovava in fondo al corridoio di fianco allo sgabuzzino, era completamente aperta. La andò a chiudere, notando intanto che anche lì dell’altro ragazzo non vi era alcuna traccia. Schizzò fuori dal bagno, quasi inciampando sul tappetino di fronte alla porta. Controllò la cucina, certo quasi del tutto che lo avrebbe trovato lì a mangiare una di quelle confezioni precotte di Ramen istantaneo. Doveva, per forza, essere in cucina, ma quando vi entrò non vide nulla a parte una stanza vuota e il tavolo ancora perfettamente intatto, segno che il suo compagno non era passato di là. L’ordine regnava sovrano ed era quindi impossibile che il suo ragazzo si fosse fermato a fare colazione, ovunque quel ragazzo passasse lasciava il caos dietro di se, quindi in cucina dedusse che non c’era stato. Controllò per finire anche il soggiorno, ma anche lì dell’altro ragazzo nemmeno un singolo indizio.

Si decise a cercarlo fuori di casa, ma quando aprì la porta una folata di vento gli ricordo un piccolo particolare: era completamente nudo. Corse il più veloce possibile nella camera da letto e si infilò velocemente un paio di boxer e la giacca di una vecchia tuta scura della Nike, che gli andava larga e lunga perché non apparteneva a lui, ma era di suo padre. Afferrando le chiavi appoggiate sul tavolino di fronte all’ingresso, Sasuke aprì la porta di casa ed ne uscì e richiudendo la porta dietro con tanta foga da causare un rombo secco che rimbombò per tutto il palazzo. Pur sapendo di essere ancora in mutande e quindi scoperto, scese i cinque piani di scale prendendo sempre più velocità e quando arrivò agli ultimi gradini li saltò tutti insieme per la foga di sbrigarsi. Arrivò nel pianerottolo dove ad aspettarlo c’erano due portoni, uno dei quali portava in strada, l’altro invece conduceva ad un giardino interno privato per gli inquilini del palazzo. Si avvicinò alla porta a vetro che lo avrebbe condotto nel verde della piccola oasi verdeggiante e cercò tra il mazzo di chiavi quella che gli avrebbe spianato la via. Quando la ebbe rintracciata aprì rapidamente il piccolo portone e si ritrovò di fronte ad una specie di Eden paradisiaco. L’autunno aveva reso quel luogo magico e colorato da tonalità calde e accoglienti. Le foglie dipinte con innumerevoli sfumature di giallo, rosso e marrone ricoprivano il terreno, compreso il percorso di ciottoli che si estendeva per l’enorme giardino e che Sasuke iniziò a percorrere lentamente, quel posto era sempre in grado di rilassarlo indipendentemente da che stagione fosse. Gli enormi alberi millenari conservavano la loro magnificenza anche in quel periodo dell’anno e i fiori di ciliegio che staccandosi dall’alberi si fondevano con le foglie tinteggiate in una danza di colori donavano al tutto un’aria ancora più mistica e pacifica. Accompagnato da quel lieve venticello autunnale gli scompigliava i capelli neri, Sasuke si fermò di fronte ad un’enorme quercia millenaria, sospirò leggermente e aggirò l’imponente albero, cercando un apposito accesso tra i cespugli. Aveva scoperto anni prima una specie di passaggio segreto e sapeva che era lì che il suo ragazzo amava andare per rilassarsi e stare da solo –fatto rarissimo, visto che normalmente era un ragazzo che amava al compagnia. Infatti c’era una parte del parco dove l’inferriata che separava il giardino dello stabile era interrotta. Spostando qualche ramo basso si fece strada per un breve tratto di strada nascosta e arrivò infine in una breve distesa d’erba bassa, di fianco a se notò esservi un cespuglio di rose non ancora sbocciate per via della stagione. Aguzzando la vista –aveva dimenticato gli occhiali a casa, notò che fra il contorto groviglio di spine c’era una piccola rosa che, miracolosamente, stava sbocciando anche se fuori stagione. Si ridestò da quel momento di relax e decise, finalmente, di ritornare al suo obbiettivo principale, quello per cui si era diretto in quella specie di boschetto.

Voleva chiamare il compagno, ma questo avrebbe significato alzare la voce e la quiete che lo circondava era così profonda che gli dispiaceva spezzarla. In più era quasi certo su dove quel Cretino si fosse andato a imboscare. Ci vollero una decina di minuti prima che riuscisse a raggiungere la sua meta, ma, certamente ne era valsa la pena. Un lago, un piccolo e poco profondo lago, giuntasi a creare dopo un periodo di pioggia notevole, nato da un piccolo torrente di cui non si conosceva la provenienza. Era quello che aveva cercato, quel piccolo agglomerato di acqua, animaletti simili a insetti che si nascondevano sotto le pietre sulla breve sponda del laghetto e di Ninfee dalle più chiare tonalità di lilla misto con del candido bianco. Sasuke si stupiva ogni volta che osservava quel posto che ogni giorno sembrava cambiare. Ma questa volta non aveva tempo da perdere, circumnavigò lo stagno e, finalmente, individuò quello che stava cercando.

Il suo compagno era seduto ai piedi di un albero, le gambe, fasciate da un Jeans chiaro e semplice, erano unite e piegate verso il suo petto e sopra di esse vi era appoggiato uno dei tanti volumi sparpagliati intorno al ragazzo, che in quel momento era intento a…leggere? No, non poteva essere così. Era impossibile per Sasuke anche solo immaginare il suo fidanzato che… beh… che studiava. Lo osservò per un altro lasso di tempo: il petto magro e tuttavia mascolino era fasciato da una maglietta nera, colore che risaltava ancor di più la pelle decisamente più scura rispetto a quella di un normale orientale. Le mani lunghe, ma ancora tozze, simili a quelle di un bambino che in realtà quel ragazzo era ancora stando ancora nella fase della pubertà. Diciassette anni, aveva solo diciassette anni, anche se, in verità, presto ne avrebbe compiuti diciotto. Quelle stesse mani che, già prima di quella giornata, gli avevano procurato piacere e che ora stringevano le pagine di un libro di almeno trecento pagine. Il suo sguardo salì e notò con piacere la catenina legata al collo del giovane: una collanina d’argento e un lapislazzulo come ciondolo. Gliel’aveva regalata lui l’anno precedente, il giorno del suo compleanno, o forse di Natale. Ah, non gli interessava quando, la cosa importante era che il ragazzo la stesse indossando. Risalì il volto del ragazzo e lo osservò leccarsi, in un gesto casuale e privo di malizia, le labbra rosse e carnose. Una goccia di sudore scese dalla fronte abbronzata, attraversando una guancia dai tratti leggermente infantili e scendendo fino alle labbra e al mento, per poi passare dal collo e infilarsi nella scollatura della maglia. Tornò a guardare il viso del ragazzo, osservò la curva del piccolo naso leggermente all’insù e le ciglia lunghe e bionde, come i capelli color oro, che coprivano gli occhi del ragazzo. Il desiderio di poter stringere quel corpo bello e ben formato a se si impadronì di Sasuke che decise di fregarsene della pace venutasi a creare e di richiamare l’attenzione del suo ragazzo su di lui. Ma si accorse subito che non sarebbe servito a nulla chiamarlo a voce, quel Dobe, infatti, aveva le sue benedette cuffie nelle orecchi e, probabilmente, in quel momento stava ascoltando della musica, che Sasuke trovava snervante, a tutto volume, il che lo rendeva impossibilitato dall’udire qualunque suo richiamo vocale. In quel momento sarebbe benissimo potuto affogare e il suo ragazzo non se ne sarebbe accorto.

Innervosito dal comportamento del tutto menefreghista del suo compagno,Sasuke gli si avvicinò cercando di non farsi vedere. Per fortuna l’animal- il ragazzo, era troppo concentrato sui libri e sulla musica per accorgersi di lui, così poté prenderlo di sorpresa levandogli le cuffie nere dalle orecchie e soffiandovi un sensuale:

“Ben svegliato, Dobe. Stai studiando?”

Gli occhi del ragazzo biondo si spalancarono rivelando le iridi blu cobalto che richiamavano il colore della gemma che portava al collo. Voltò il volto puntando gli occhi chiari in quelli color pece di Sasuke e iniziò a balbettare frasi sconnesse per cercare di giustificarsi.

“Sasuke, come mai qui? Sai io stavo studiando, lo so che avrei dovuto avvertirti, ma sai com’è… Avevo bisogno di rimanere solo” improvvisamente il giovane bloccò il flusso delle sue stesse parole, si era reso conto di non dover spiegare tutto a Sasuke. Lui era un uomo libero, aveva ottenuto da tempo l’emancipazione, lavorava e non aveva bisogno di dar giustificazioni a nessuno per quello che faceva. Che poi di male non aveva fatto nulla, si era solo allontanato per studiare. Tutto qui.

“Ma poi perché mi dovrei giustificare con te! Cazzo, sono venuto qui solo per studiare! Non posso, e non devo, dirti sempre tutto ciò che faccio”

“Guarda che hai fatto e detto tutto tu, Dobe. Io non ho ancora detto nulla” ghignò Sasuke in risposta, mentre le guance di Naruto si imporporarono e il suo viso, steso in una espressione quasi indignata, si voltò dalla parte opposta, e, nel frattempo, incrociò le braccia al petto.

“Naruto?” lo richiamò Sasuke, utilizzando il suo nome invece di un insulto –che usavano ormai alla pari di un soprannome.

“Cosa c’è, Bastardo?” gli rispose Naruto, voltandosi di nuovo verso Sasuke che gli si sedette di fianco.

“Perché sei venuto qua senza nemmeno avvertirmi?” gli domandò fissando le iridi nere in quelle blu di Naruto, ben sapendo di avere uno sguardo quasi ipnotizzante. Di fatti vide Naruto abbassare per un istante gli occhi, ma l’orgoglio del ragazzo ebbe la meglio e li rialzò affrontando le iridi scure di Sasuke.

“Te l’ho detto: dovevo studiare; Sai che domani ho gli esami orali, te l’ho già detto” spiegò Naruto con orgoglio, perché era riuscito ad arrivare all’ultimo anno di liceo, e con stizza, odiava quando Sasuke non l’ascoltava. A volte il suo ragazzo era davvero irritante e poi si lamentava sempre dicendo che era lui che non ascoltava mai, quando era egli stesso a non prestare attenzione ai suoi discorsi. Insomma, capiva quando non lo ascoltava parlare del Ramen e di quanto fosse buono, ma almeno per le cose importanti, Sasuke uno sforzo lo poteva fare!

“Ah… davvero? Strano. Probabilmente non avrò fatto caso alle tue parole, ma non preoccuparti: ti aiuterò io con i tuoi esami orali” il ghigno che si disegnò sulle perfette labbra di Sasuke, che, in realtà si ricordava bene le parole del suo ragazzo, quasi mise paura a Naruto che non era ancora riuscito a comprendere il doppio senso nella frase pronunciata dal fidanzato. Naruto non era stupido, anzi: se si impegnava stupiva tutti coloro che lo conoscevano, poiché lui non era ottuso, ma il comportamento che deteneva, si che lo era. Non era manco malizioso, almeno non sempre, anche se c’erano occasioni in cui, essendo un uomo, il suo istinto sessuale prendeva il sopravvento. Però c’era un’unica cosa legata al sesso che Naruto non riusciva a cogliere: i doppi sensi erano che, per lui, erano pressoché inesistenti.

“Sasuke?! Perché fai così? Il tuo sguardo non mi piace! Che Diavolo hai in mente?” disse Naruto stringendo gli occhi in due fessure indagatrici e indietreggiando utilizzando la forza nelle braccia e, quindi, senza alzarsi in piedi.

“Dobe…” Sasuke gli si avvicinò sovrastandolo e poggiando le mani ai lati della testa di Naruto che si era steso del tutto allo scatto improvviso del fidanzato che quasi gli si era gettato addosso. Sussurrando direttamente nel suo orecchio quell’insulto che, per loro, era divenuto quasi un soprannome, anche perché di certo non avrebbero potuto chiamarsi “Amoruccio” o “Cucciolotto”, due nomignoli che facevano, si, accapponare la pelle, ma che soprattutto non si addicevano al clima della loro storia, Sasuke posò un leggero bacio sulla guancia di Naruto. Egli, stranamente quella volta sembrava essere più docile del solito. Infatti, normalmente tra di loro c’era una lotta per la supremazia durante il rapporto sessuale e anche se era quasi sempre Sasuke ad avere il predominio, naturalmente l’altro non rimaneva fermo a subire, al contrario…

“Sas’ke! Basta, sta fermo! Dai, che devo studiare!” si lamentò poi il ragazzo, poggiando le mani sul petto del fidanzato, cercando di scostarlo. Ovviamente, pensò Sasuke, nemmeno quella volta voleva dargliela vinta. In fondo, però, se Naruto non avesse fatto un po’ di resistenza, sarebbe stato alquanto noioso.

“Appunto, Dobe. Ti devi preparare agli orali, ma ti serve il mio aiuto per essere adeguatamente pronto” gli rispose Sasuke, afferrandogli i polsi e portandoglieli sopra la testa e baciandolo a tradimento. Naruto, comunque, non volle ancora dargliela vinta, così girò la testa di lato e ricominciò a dimenarsi e a ordinargli di lasciarlo andare:

“Teme! Che cazzo significa che mi serve il tuo aiuto per gli esami oral-” improvvisamente il flusso di parole che fuoriuscivano dalle labbra di Naruto cessarono di assillare le, già indolenzite, orecchie di Sasuke. Gli occhi azzurri si spalancarono e le guance piene si tinsero di un vivace colore rossiccio. Alla fine aveva capito il doppio senso delle parole del suo carissimo, amatissimo…

“ BRUTTO MANIACO SESSUALE CHE NON SEI ALTRO! TEME! MA TI PARGONO DISCORSI DA FARE! DOMANI HO UN CAZZO DI ESAME E TU A CHE PENSI?! A QUELLO, SOLO E SOLAMENTE A SCOPARE, ECCO A COSA PENSI! HENTAI!” sbraitò Naruto che con un colpo di reni si liberò, finalmente, dalla presa dell’altro ragazzo.

“Dobe!” lo richiamò Sasuke, alzandosi e inseguendolo.

“Vaffanculo” fu l’ultima frase di senso più o meno compiuto che gli rivolse Naruto, prima di essere nuovamente imprigionato dal corpo del moro che lo aveva spinto contro il tronco di un albero e che aveva iniziato a baciarlo con passione. La lingua invadente di Sasuke fu fermata dai denti serrati di Naruto che non ci mise poi molto a lasciarsi andare alle carezze dell’esperto compagno. Magari poteva studiare più tardi…

“Dobe…” sogghignò Sasuke baciando la pelle del collo di Naruto, che ormai si era lasciato ammaliare dall’incantesimo della Dea Lussuria. Le braccia brunite andarono a incrociarsi dietro al collo del fidanzato che gli stava accarezzando la schiena con tocchi leggeri, ma decisi. Per mancanza di ossigeno le loro labbra si dovettero separare, ma Naruto, ormai succube, non perse tempo e portò una gamba dietro quella di Sasuke e la mosse facendogli lo sgambetto, in modo da farlo cadere e Sasuke, che in quel momento si era distratto, si ritrovò il suo ragazzo a cavalcioni sul suo bacino che si muoveva lentamente, quasi volesse torturarlo. La sua erezione quasi del tutto risvegliata premeva contro la stoffa dei boxer bianchi che aveva indossato prima e Naruto non sembrava intenzionato a donargli subito piacere.

“Che diavolo hai in mente, Dobe?” gli domandò leggermente impensierito dal suo sguardo, ma Naruto non gli rispose, si abbassò solamente per baciarlo leggermene e quando Sasuke cercò di approfondire il loro contatto si tirò indietro e gli morse il labbro inferiore e una guancia giocosamente, senza stringere troppo la presa dei denti.

“Smettila di giocare idiota!” gli sbraitò contro Sasuke, inviperito dai movimenti di Naruto che, ne era sicuro, gli si stava strusciando addosso in quel modo quasi osceno, non che gli dispiacesse poi tanto, con l’intenzione di farlo uscire di testa.

“Sas’ke!” finalmente Naruto si fece sentire, ma non si fermò e continuò a “giocare” abbassando la cerniera della giacca di Sasuke e iniziando a tastare i pettorali delineati, ma non troppo, del ragazzo, quasi volesse imprimere il suo corpo nella sua memoria.

“Io… Kisu shite mo ii(*)?” gli domandò avvicinando il suo volto a quello di Sasuke, sarebbero bastati pochi millimetri per far incontrare le loro labbra.

“Certo che puoi baciarmi, Dobe.” Acconsentì Sasuke afferrandolo per le spalle e unendo le loro frementi labbra in un bacio che Naruto spezzò subito.

“Iamete(**), Sasuke, iamete!” lo fermò.

“Io non intendevo un bacio sulle labbra” mancò poco che gli occhi di Sasuke andassero fuori dalle orbite.

-Però! A quanto pare impara in fretta il ragazzo- pensò Sasuke che ribaltò le posizioni in modo che Naruto stesse sotto di lui.

“Sas’ke! Che cazzo fai? Io-” le sue parole furono, per l’ennesima volta, bloccate dalle labbra di Sasuke.

“Mi sembra ovvio: avevo detto che ti avrei aiutato con gli orali, quindi ora ti faccio una dimostrazione pratica, così poi mi fai vedere quello che hai imparato” era incredibile come Sasuke fosse tanto disinibito anche durante un discorso simile, per dire quello che aveva detto prima, Naruto si era sforzato tantissimo. Si era imbarazzato da morire, solo che aveva cercato, con un buon risultato, di non farlo notare al compagno che, in tal caso, l’avrebbe sicuramente preso in giro per Dio solo sapeva quanto tempo.

Naruto gemette quando Sasuke gli mordicchiò il lobo dell’orecchio che, Sasuke sapeva benissimo, era uno dei suoi punti deboli. Non si accorse che Sasuke gli aveva levato la maglia fin quando, appoggiando la schiena a terra, sentì le foglie umide che cospargevano il terreno sulla sua pelle nuda. Sollevando il viso per incontrare gli occhi di Sasuke, lo scoprì intento a baciare il suo petto e vide i suoi stessi capezzoli indurirsi al passaggio dell’umida lingua del ragazzo. Ne morse uno con forza, facendo cacciare a Naruto un lieve grido di dolore.

“Iukkuri(***)!” lo sgridò Naruto rifilandogli un leggero calcio sul fianco, con poca forza, per non fargli male e ricevendo in cambio un pizzico e un altro morso.

Scendendo con la lingua lungo il petto di Naruto, Sasuke si dovette fermare per sfilare al suo ragazzo i Jeans, ma non tolse i boxer che trattenevano l’ormai evidente eccitazione del ragazzo. Non voleva dargliela ancora vinta. Baciò l’erezione coperta solo dalla leggera stoffa grigia delle mutande e ben presto la vide scurirsi perché bagnata dalla sua saliva. Un gemito sfuggì a Naruto e quando Sasuke sollevò lo sguardo e vide la sua espressione che sembrava supplicarlo, gli fece alzare il bacino e gli tolse i Boxer, liberando, finalmente, l’asta pulsante e indurita di Naruto. Leccò il glande e il forellino sulla sua sommità mentre con la lo mano masturbava. Naruto stava impazzendo dal piacere, probabilmente non ci sarebbe voluto molto a farlo venire e in più gemiti e piccole urla stavano fuoriuscendo dalla sua bocca senza il suo concesso, era oramai incapace di controllarsi, ma in quella situazione in pochi ci sarebbero riusciti. La situazione non poté che peggiorare quando, alzando il viso, Naruto si imbatté in una vista tanto bella, quanto seducente e da mozzare il fiato. Sasuke era bello, questo non poteva essere messo in discussione, ma quando lo vide così concentrato su quella parte di lui, intento a leccargli il pene a masturbarlo, con gli occhi chiusi come per cacciare il mondo da quel momento, come se allora esistessero solo loro due, Naruto quasi non venne. Tuttavia non ci mise molto a eiaculare: appena Sasuke si fu stancato e volle di più, glielo prese in bocca succhiandoglielo, quasi non facesse altro da una vita intera, già non possedeva molta resistenza in quel genere di cose, poi se ci si metteva pure un fottibile Sasuke-Teme... In un gemito roco il suo seme si fece largo nella bocca di Sasuke e finì inoltre anche sul viso pallido ed etereo del ragazzo. La cosa però non sembrò dar fastidio a Sasuke che gustò con impazienza il sapore dello sperma di Naruto che, vedendolo leccarsi sensualmente le labbra, non poté fare a meno di eccitarsi nuovamente.

“Ah però! Oggi siamo belli arzilli, vedo. Forse ho sbagliato a chiamarti vecchio frigido fino ad ora” ammiccò Sasuke, prendendosi gioco del fidanzato che arrossì diventando rosso al pari di un peperone. Ben presto però il suo imbarazzo scomparve e Sasuke si ritrovò steso e nudo con, sopra di lui, un Naruto senza vestiti a quattro zampe che lo osservava intensamente con i suoi occhi blu cobalto. La collana con il Lapislazzulo ondeggiava leggermente, appesa al collo brunito e pieno di macchie scure lasciategli da Sasuke solo pochi minuti prima. Poi si baciarono, e no, non fu un contatto breve, al contrario fu un bacio umido e lungo che non sembrava avere fine, ma per mancanza di ossigeno dovettero separarsi forzatamente.

“Credo di aver capito cosa intendevi prima e penso sia il caso di provare a ripetere quello che mi hai appena insegnato” disse Naruto che senza perdere tempo ripeté tutte le azioni precedentemente compiute dal fidanzato che ben presto iniziò a gemere sotto le attenzioni del tutto desiderate di Naruto che non aveva perso tempo e aveva preso subito il suo membro in bocca. Improvvisamente non sentì più l’umida lingua del ragazzo stuzzicare il suo pene, stava per domandare cosa stesse succedendo quando vide Naruto voltarsi e posizionare il suo membro non del tutto eccitato di fronte alla sua bocca per riprendere subito a donargli piacere. Sasuke sorrise e, capito cosa il ragazzino desiderasse, prese il suo membro in bocca, sforzandosi di controllarsi. Naruto alzò il volto dal suo sesso e gemette leggermente, ma quando Sasuke sollevò il bacino in cerca di piacere riprese in bocca il suo membro. Il più piccolo venne per primo e pochi minuti dopo fu seguito da Sasuke che gemendo con più vigore eiaculò nella sua bocca e, in minima parte, sul suo volto. Nel mezzo Sasuke non era rimasto fermo e aveva iniziato a preparare, con accuratezza, l’entrata del ragazzo che, per l’ennesima volta, si ritrovò eccitato. Quando poi cercò di ribaltare nuovamente le loro posizioni Naruto lo fermò:

“No! Oggi voglio fare io” gli disse appoggiando le mani sul suo petto e facendolo stendere sul terreno umido. Si impalò sul sesso eretto del ragazzo che, afferrandolo per i fianchi, lo aiutò a far entrare il suo membro dalle dimensioni abbastanza prosperose.

“Ah! Sas’ke” gemette Naruto dolorante, anche se non era la sua prima volta faceva ancora male, ma ben presto i suoi gemiti di dolore si trasformarono in urla di intenso piacere. Sasuke, ormai pervaso dalla libidine, ribaltò finalmente le posizioni, si mise in ginocchio e fece alzare il bacino di Naruto da terra, continuando a penetrarlo con forza e decisione.

“Na-Naruto! Saikoo(****)!” gemette iniziando a masturbare il compagno, volendogli donare più piacere che poteva. Presto entrambi vennero urlando uno il nome dell’altro, non tornarono subito a casa, rimasero stesi, nudi sull’erba del piccolo bosco a contemplare la natura quasi selvaggia che li circondava. Si sentirono liberi, come se il resto del mondo non esistesse, come se fossero solo loro due e basta, come se il giorno dopo Naruto non dovesse affrontare l’esame di Maturità.

Presto si fece mezzogiorno e solo allora si decisero a tornare a casa, anche se a malincuore. Il resto della giornata la trascorsero a studiare, o meglio Naruto studiava, mentre Sasuke lo costringeva a rimanere concentrato.

“Sas’ke! Ho fame!” quasi urlò Naruto cercando il consenso del fidanzato per alzarsi per mangiare qualcosa.

“Prima studi, poi mangi” gli rispose Sasuke costringendolo a risedersi sulla poltrona sulla quale stavano studiando.

Naruto tentò in tutti i modi di svignarsela, cercò persino di sedurre il suo ragazzo per poter smettere di studiare, ma ottenne solo un ceffone dietro la nuca e una sgridata degno del più anziano dei professori. Il giorno dopo, però, l’esame andò veramente bene e, finalmente, Naruto poté tirare un sospiro di sollievo fin quando, tornato a casa, Sasuke non si volle riprendere il tempo “perso” il giorno prima.

>>>>Sasu<< … >>Naru<<<<


L’uomo cerca calore. Il calore è sprigionato dalla fusione dei sentimenti. Amicizia, amore, desiderio. Sono solo parole se lette, ma costituiscono la vita di ognuno di noi. Anche l’odio è un sentimento e, credetelo o meno, l’amore e l’odio sono complementari, sono due facce della stessa medaglia. Sasuke e Naruto avevano tutto questo: l’amicizia c’era stata e ancora esisteva quando, la sera, si sedevano e si raccontavano le proprie giornate. L’amore si celava dietro ogni loro gesto, dal più significante al più frivolo. Il desiderio era all’ordine del giorno, lo si poteva trovare in ogni loro sguardo o gesto. L’odio. Anche quello era presente nel loro rapporto, si odiavano quando, alla sera, guardando la televisione si trovavano in disaccordo sul programma da guardare. Quando uno desiderava uscire, mentre l’altro preferiva rimanere a casa. Quando litigavano perché uno dei due non aveva rispettato i turni del bagno, perché aveva fatto tardi ad un appuntamento o per qualsiasi altro frivolo motivo. Il loro era un odio incomprensibile quanto semplicemente assurdo. Il loro era un amore folle e imprescindibile. La loro era un’amicizia salda e piena di rancore. Il loro era un desiderio folle che non sarebbe mai cessato. La loro storia era basata su una relazione contrastante di questi sentimenti, probabilmente a occhi estranei la loro vita e il loro modo di stare insieme sarebbe risultato assurdo e incoerente, ma Sasuke e Naruto avevano imparato che il giudizio della gente era decisamente sopravvalutato. Insomma, se una persona attraente viene descritta da della gente come brutta questa persona non può diventare brutta da un giorno all’altro. La gente parla tanto, spesso anche troppo. I pettegolezzi sono numerosi e tutti diversi, ma con il passare del tempo l’interesse della gente per una notizia si affievolisce fino a scomparire. Loro lo avevano compreso subito dopo aver annunciato il loro fidanzamento. Inizialmente erano sulla bocca di tutto il vicinato, poi, improvvisamente, la figlia quindicenne di una signora del palazzo di fianco esce in cinta e subito il loro “scandalo” viene dimenticato e sostituito da un altro. Alla fine di tutto la loro relazione si era solo saldata ed era maturata ogni giorno. Ogni giorno Sasuke e Naruto diventavano più amici, il desiderio che provavano cresceva, il loro amore si saldava e il loro odio distruggeva quella monotonia che, altrimenti, si sarebbe venuta a creare.

Solo ad una cosa Sasuke non era intenzionato a rinunciare: la mattina appena svegliato doveva spegnere la sveglia, voltarsi, con gli occhi appannati, verso la parte interna del letto e tastarla, trovando Naruto dormiente a fianco a lui.

A questo non avrebbe rinunciato per nulla al mondo e il suo compagno lo aveva compreso perfettamente, da quella mattina, infatti, Naruto non si alzò mai più prima di Sasuke. Beh, non proprio mai, un mattino successe. Quel giorno però non aveva nessun esame in programma, anzi, era periodo di vacanze…

Se il giorno dopo Naruto avesse tenuto un esame di Anatomia umana, probabilmente avrebbe ottenuto il massimo dei voti.



_________The End_________

*Kisu Shite mo ii?: Posso baciarti?

** Iamete: Finiscila, sta fermo.

***Iukkuri: Vacci piano.

**** Saikoo: E’ fantastico.



No, lo so, lo so! Non è di certo una delle migliori cose che ho scritto, anzi, non mi piace moltissimo, ma avevo bisogno di staccare un po’…

Beh, che altro dire… Questa fan fiction è dedicata a tutti gli esaminandi e, in particolare, a Ery-chan e Anny-chan!
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (3 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
jamie91 - Voto: 09/05/11 23:12
Mi è piaciuta, brava!
Davvero!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

aptx-4869 - Voto: 29/12/10 09:11
bella bella bella,,, proprio bella ^^

mi e' piaciuta molto :D
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

elisettaxsempre 23/09/10 22:10
grazie! ^_^
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

nagisa-chan - Voto: 07/08/10 22:11
k bella ^_^ bravissimaaaa!!!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: