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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Kuroshitsuji
Titolo Fanfic: COME UN PETALO
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: ita-rb galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/07/2010 19:32:55

[Claude x Alois] "Avrebbe figurato ancora una volta nell’alto cielo primaverile."
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Avrebbe figurato ancora una volta nell’alto cielo primaverile. Era chiaro e brillante, incandescente come una promessa, quell’irraggiungibile dipinto appartenente ad una tela acquerellata. Fece capolino dietro una nube filata e poi presse a risplendere nella sua interezza. Egli ne seguì le movenze mentre mollemente deposto galleggiava in una silenziosa melodia sullo specchio d’acqua, era quasi come se quella rivelazione contenesse il segreto vitale di ogni Essere, abbandonato a se stesso e spinto verso l’alto, rifiutato dal suo stesso stelo e da un mondo nuovo fatto di cristallini ricordi, si disperse tra le onde: un mero petalo. Uno sguardo tornò a posarsi su di lui, Astro e sovrano della volta, e brillò confondendo la luce con chiazze informi di colori repressi. Non un suono fuoriuscì dalle sue labbra serrate, sembrava intento in una contemplazione surreale fatta di una pasta simile a quella dei dolci fatti in casa, zuccherata e malinconica quanto attenta ed amorevole, curiosa di un verdetto distante. Per un breve tratto sembrò allungarsi su se stesso quasi per sfiorare con le proprie dita il Sogno ma ricadde amabilmente in dietro e tutto ondeggiò sulla stessa linea. Simile ad un pensiero, debole e forte come lo stesso, sembrava risiedere in un drappo aureo sebbene questo fosse stato impossibile visto i panni che avvolgevano le sue membra. Il vento fresco lo riscosse e delle ciocche dorate carezzarono il suo volto nudo, esposto alle intemperie del destino. Non vi sarebbe stata stagione che potesse fermare il suo cuore poiché tale caratteristica era racchiusa saldamente nella psiche, un vaso di Pandora che non sarebbe mai stato svelato con tanta facilità sebbene chiunque ne conoscesse il contenuto. Si rifugiava dietro un sarcasmo improprio e per brevi attimi provò quasi pietà per quella chiazza color latte che si disperdeva nel laghetto, unica personificazione del proprio destino. Rabbrividì rimanendo immobile e di scatto si scostò dall’albero che ne copriva le membra, con rabbia inespressa. Essa figurava solo attraverso le iridi cerulee e richiamava attenzione come le lamentele di un’infante. Chiunque lo avesse visto avrebbe trascorso istanti di interrogativi senza poter apprendere risposte esaurienti, le quali sarebbero giunte da sole quando il giorno si fosse trasformato in notte, lo zucchero in sale, i vivi in morti e il blu scuro in oro per opera delle abili mani di un solo traduttore, uno tra tanti ma anche l’unico.

Danna-sama…

Si voltò al suono melodioso di quella voce profonda e ne contemplò i lineamenti senza parlare, placando sostanzialmente la sua rabbia con un piccolo sorriso. La conclusione era più che chiara, qualunque discorso avesse seguito la sua mente in un breve istante si sarebbe tramutato in nubi di fumo per poi svanire alto nel cielo. Chi conosce il sangue della sofferenza non deve dare alle proprie carni la soddisfazione di ricevere il dono dell’amarezza irretita nelle proprie spire. Poco distante il vento permise alle fronde di un albero di vibrare al pari delle corde vocali del maggiordomo, differentemente da quelle del suo unico padrone che statiche rimasero per numerosi istanti sebbene i medesimi fossero riconducibili ad un breve battito di ciglia. Erano ricurve e femminee, scure ma al contempo chiare poiché tendevano a divenire piccoli raggi luminosi nel loro termine. Incorniciavano perfettamente qui grandi occhi azzurri dalle sfumature furbe ed inesorabili ed al contempo tali iridi si specchiavano quasi con insistenza in quelle dorate e pregnanti dell’altro la dove risiedeva la figura ancora infantile del giovane nobile dalla sofferente infanzia. Si avvicinò silenziosamente a colui che aveva richiamato la sua attenzione e con altra rigorosa ombra si confuse tra i fantasmi delle fronde per giungere a Lui con un’espressione pacata e surreale. Quale delle due fosse la Creatura ancora era da stabilire in quel frangente.
Allungò una mano verso il volto del maggiordomo e lo privò di quel filtro sul mondo che portava sul naso. L’osservò in assenza di suono e poi lo pose sul proprio volto prima di afferrare la mano dell’altro con un tenue sorriso. Si trattava di un invito o forse un ordine privo di sostanza, nonostante tutto egli si sporse in avanti, ondeggiando sul proprio corpo ed in punta di piedi tirò a se colui che per qualche attimo sarebbe stato eternamente servo di un desiderio mentre suggellava il proprio con un punto rappresentato da morbide carezze di petali acerbi dal momento che non esiste inganno quando la vita lo è già di per sé.
Si trattava di un semplice contatto privo di qualsiasi fondamento ma nonostante ciò una parola nascosta poteva rivaleggiare su quelle espresse. Quella montatura debole venne scostata dalla sua attuale locazione per essere consegnata nuovamente al proprietario originario affinché questo potesse usufruirne come un tempo. Nell’aria si udì un leggero suono divertito, erano le risa del biondino che non mancò di allontanarsi dal suo sottoposto con tranquillità seppure non mosse troppi passi lontano di li a causa dell’idilliaca sensazione che aveva rilasciato il Sole nelle sue pupille. Roteò attorno all’albero dalla corteccia chiara e poi l’afferrò come se lo abbracciasse artigliandone la superficie e facendo capolino da un lato con sguardo complice. Dal canto suo Claude non batté ciglio, differentemente dal suo padrone che sembrava aver causato da solo una reazione mentale del proprio inconscio, si toccò difatti le labbra ammutolendosi di colpo e diede poi le spalle al fusto di colui che lo copriva puntinando il suo corpo di luminescenze solari.

Vai via Claude.

Ordinò a bassa voce, non si sentiva solo in quel momento ma fin troppo vicino a colui che desiderava in quel momento, così tremendamente fragile in un’azione compiuta di routine da farlo arrossire mentre le ciocche color dell’oro coprivano le gote ricadendo al passo con la brezza primaverile in attesa della risposta del destino che aveva dinnanzi se così è possibile chiamarlo dopo averlo infranto con le proprie mani.
In un’impercettibile frangente qualcuno nel mondo aveva percepito il suo bisogno ma in un altrettanto istante costui era svanito.
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
fan3000 - Voto: 05/08/10 18:01
0.0 bellissima anke questa !
ita-rb 6 1a genia !
potrei dire ke 6 migliorata ancora, nn saprei, forse dovrei rileggere l'altra . . .
cmq . . . meravigliosaaa !!!
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