PALPITAZIONI
- Capitolo 1° -
“Non esiste dannazione o inferno
se accanto a te c’è il tuo vero amore”
Elena si guardava disperata allo specchio, non riusciva a capire perché Luca, il bello della scuola, quello misterioso e impossibile, che nessuna riusciva ad avvicinare; aveva chiesto proprio a lei, la “ranocchia”, come tutti la chiamavano, di uscire insieme.
Erano talmente diversi: lei aveva quattordici anni, lui diciassette, lei era bassa e magra, lui alto e muscoloso, lei si vestiva facendo sempre dei tuffi nell’armadio, lui sempre all’ultima moda, lei era comune, lui era unico.
Se ripensava a quello che era successo, quella mattina, si sentiva di nuovo male: Era in un angolo della biblioteca della scuola, si era rifugiata nel posto più buio, dove nessuno poteva vederla. Aveva preso un libro fantasy, amava quel genero letterario. Pagina, dopo pagina, riusciva a sognare e non pensava più ai suoi problemi adolescenziali. Si era seduta per terra con le gambe incrociate, ci aveva appoggiata sopra il suo libro e si era messa a leggere, con i pugni sotto il mento.
Era talmente presa dalla sua fantasia, che non si era accorta che Luca era vicino a lei, stava fumando fuori dalla finestra.
-Cosa stai leggendo?-.
Sentire la sua voce, la fece sussultare dalla paura, non riusciva a credere che lui era lì vicino a lei, dalla sorpresa aveva cominciato a balbettare e a mangiarsi le parole. Si aspettava che la prendesse in giro, o almeno che ridesse di lei.
Ma non lo fece.
Le sorrise dolcemente, si mise seduto al suo fianco e guardò la copertina.
-Il Signore degli Anelli? Non è una lettura difficile per una bambina come te?-.
Si era sentita un po’ offesa, ma infondo ci era abituata; molta gente la confondeva per una ragazzina più piccola.
-Io ho quattordici anni e poi mi piace leggere-.
Lui, però, non badò a lei, era troppo occupato con la sua sigaretta e lei troppo imbarazzata per affrontare una qualsiasi discussione. Rimasero in silenzio per qualche minuto. Elena, ormai con il viso in fiamme, per l’imbarazzo, non riusciva a leggere quindi, chiudendo rumorosamente il libro, fece per alzarsi, ma lui gli afferrò l’ampia manica della felpa, che era tre volte lei; i suoi occhi castani fissarono quelli celesti di lei, mentre un brivido freddo le percorreva la schiena. Non riusciva a capire cosa voleva da lei, dalla “ranocchia”.
–Te ne vai senza dirmi il tuo nome? Non è carino da parte tua-.
Se qualcuno glielo avesse raccontato non ci avrebbe mai creduto: Luca, il bel tenebroso, voleva sapere il suo nome!
–Mi chiamo Elena-.
Luca abbasso lo sguardo sorridendo, facendo battere il cuore alla piccola Elena, lui era famoso per quel aria cupa che aveva sempre, nessuno l’aveva mai visto sorridere…a parte lei, in quel istante.
-Proprio come la bella Elena di Troia-.
Non sapeva se prenderlo come un complimento, o come una parola detta a caso.
-In comune abbiamo lo stesso nome. Per lei due uomini sono arrivati a combattere, scatenando persino una guerra, io invece passo inosservata-. Stranamente non aveva balbettato. Forse perché era tutto vero, lei era solo la piccola Elena e niente di più…però si ritrova a desiderare di essere più, almeno per lui!
Luca si alzo e gli accarezzo delicatamente il viso.
-Se fosse vero, io non ti avrei vista. Che ne dici di vederci oggi pomeriggio al porto. Ti dimostrerò che tu sei tutto tranne che insignificante-.
E detto questo se ne andò, lasciandola completamente pietrificata.
Le gambe ricominciavano a tremargli forte e il cuore battergli all’impazzata, non era mai uscita con un ragazzo…tanto meno con un fico del genere! Voleva essere perfetta per lui, solo per lui!
Non era mai stato un tipo amante dei vestiti, non aveva mai passato più di dieci minuti allo specchio e certo, non gli era mai passato di mente di trovare gli accessori giusti.
Ma per lui sarebbe cambiata ben volentieri.
Aveva pettinato e sciolto i lunghi capelli biondo/castano, si era fatta truccare da sua sorella maggiore, aveva rubato la maglietta bianca con la profonda scolatura della mamma, tanto aveva poco da nascondere: portava una seconda scarsa, messo i jeans a vita bassa e indossato un paio di ballerine, ma la cosa più innovativa era che aveva tolto gli occhiali da vista, che per tutta la sua vita gli avevano nascosto quei bei occhi celesti. Prese in prestito la borsetta firmata della sua sorellona e poi dritta all’appuntamento.
Era la cosa più bella che le fosse mai accaduta, quasi le sembrava di sognare.
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