L\'ULTIMA LACRIMA
- Capitolo 1° -
E’ la prima volta che tengo un diario.
Mi chiamo Abigail Parker e cinque giorni fa sono morta. Da allora mi sono successe un sacco di cose.
La mia vita e’ cambiata una settimana fa, il giorno in ci ho conosciuto Nicole .
Lapidi. A sinistra, a destra, davanti e dietro. Sono completamente circondata da bianche lapidi.
Da piccola mi facevano pura i cimiteri. Tutti quei morti. E tutte quelle fredde lapidi in marmo, tutte uguali. Mute. Avevo sempre paura che una mano potesse sbucare pallida all’ improvviso dalla terra, afferrarmi per la caviglia e trascinarmi sotto terra. Pero’ questa e’ storia vecchia ormai. Adesso al cimitero ci vado spesso, per la precisione ogni volta che ho bisogno di schiarirmi le idee.
Certe volte sono proprio confusa. Mi sento come se la testa mi stesse per scoppiare per i troppi pensieri. E allora vado al cimitero . Mi siedo vicino alla lapide di nonna Elvira e comincio a parlare di quello che mi sta succedendo, come se lo stessi raccontando a lei. Qualcuno dice che le persone che abbiamo amato veramente, non ci lasciano mai , Restano sempre accanto a noi.
Quella mattina avevo litigato con mamma, tutta colpa del mio ultimo pearcing all’ orecchio, che lei naturalmente non approvava . Un’ora dopo mi trovavo li’, seduta su una tomba a sfogare al mia rabbia contro un pezzo di marmo. I jeans strappati erano ormai irrimediabilmente sporchi di terra ed erba e la maglietta nera lasciava scoperto l’ombelico e l’ennesimo pearcing. I miei capelli rosso-scuro erano ormai spenti e opachi, attaccati alla testa. Gli occhi, di un verde intenso, erano rosi per il pianto e avevano due occhiaie simili a borse della spesa.
Mi sentivo stanca dentro, come se tutto il peso del mondo mi stesse crollando addosso e le mie spalle non fossero abbastanza forti da sorreggerlo. Senza che me ne accorgessi ,una lacrima mi scivolò sulla guancia. Qualcuno la raccolse. Una mano esile, dita lunghe e affusolate, unghie curate alla perfezione. Sembrava la mano di una fata. Mi tirai indietro spaventata e un po’ sorpresa dal gesto di quella ragazza, cosi’ ingenuo e bizzarro al tempo stesso.
Mi soffermai a guardare la ragazza che avevo di fronte. Era bellissima. Indossava un vestito grigio chiaro che sembrava abbracciare quel corpo cosi’ perfetto. I lunghi capelli castani le ricadevano sulla schiena a morbidi boccoli. Gli occhi azzurri erano incorniciati in un viso dai tratti elfici. La piccola bocca rosea era in contrasto con la sua pelle di porcellana. Era perfetta. Si riparava dal sole con un grosso ombrello nero, anche se in quel momento non mi era sembrato particolarmente strano. Ero troppo presa dal viso di lei e mi sorpresi pensare che una ragazza di tale bellezza doveva avere centinaia di ragazzi ai suoi piedi. L a ragazza mi fisso con uno sguardo profondo, come se volesse leggermi nel pensiero. Sicuramente dovevo avere un’espressione da pesce lesso. La ragazza sorrise e mi porse una mano “Io sono Nicole” disse. La fissai per un istante, che in realtà mi sembro’ un’eternità’, come se mi stessi muovendo al rallentatore. Poi le presi la mano “ Mi –mi chiamo Abigail”. Grandioso, iniziavo anche a balbettare. Evidentemente i miei neuroni avevano deciso di fare sciopero. Per fortuna Nicole non sembro’ accorgersene. “Beh, piacere Abigail…”poi si porto’ un dito al naso e alla bocca contemporaneamente, come chi sta cercando una soluzione difficile”mmm…che ne dici di una bella tazza di cioccolata? Conosco un bar qui vicino e ti posso assicurare che fanno la migliore cioccolata di Londra! Farebbe miracoli per il tuo malumore” “Non saro’ certo io a dire di no a una bella tazza di cioccolata fumante” “Fantastico!!Allora andiamo!”
Nicole mi prese sottobraccio e iniziammo a camminare. A un certo punto mi sorpresi a fissare il grosso ombrellone sopra le nostre teste. “ Se troppo intensa, la luce del sole mi da’ fastidio! Disse lei sorridendo. Aveva appena risposto a una domanda che avevo formulato solo col pensiero. Possibile che per lei io fossi un libro aperto solo un’ora dopo che ci eravamo conosciute?Sorrisi di rimando. Dieci minuti dopo eravamo sedute al piccolo tavolino in legno, nel bar “SweetDream”. Presi un sorso della mia cioccolata “Ma e’ buonissima!!” “Te l’avevo detto”
Uscite dal bar, Nicole mi invito a dormire da lei. In circostanze normali non avrei mai accettato di dormire a casa di una perfetta estranea, ma le circostanze in cui l’avevo conosciuta non erano certo normali. E poi con lei sentivo un legame particolare, nonostante la conoscessi da un giorno! Ma ero veramente giu’ di corda e dovevo assolutamente distrarmi e pensare ad altro perciò accettai volentieri.”Prima pero’ devo passare da casa a prendere dei vestiti, o spazzolino e i libri per domani!”
Arrivai a casa, infilai la chiave nella serratura e apri la porta.. “Vuoi qualcosa da bere, Nicole?” “No, tranquilla, sto bene cosi’” Entrate nella mia stanza Nicole si sedette sul bordo del letto, io presi una borsa e ci infilai dentro un paio di jeans consumati, una maglietta bianca, il mio cardigan grigio, il pigiama verde scuro a teschi, lo spazzolino,il borsellino con il make-up e due canottiere. Presi sulle spalle lo zaino, afferrai la borsa e usci’. Lasciai un biglietto sul frigo, per avvertire mamma che restavo a dormire fuori. “Dami, faccio io…” disse Nicole e prese la borsa “Grazie”dissi sorridendo. A volte basta un attimo per capire se c’e’ intesa.
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reby95
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tanichan - Voto:
brava! continua così, sono curiosa di sapere come va!
PS no! vik dolce e gentile è difficile da immaginare!
reby95
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tanichan
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tanichan
bravissima! continua così
2309 - Voto:
reby95
...continua nelle pagine numero:
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