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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Twilight
Titolo Fanfic: CACCIATRICE DI VAMPIRI
Genere: Azione, Avventura, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Autore: koyuki92 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/07/2010 14:04:27

"… eppure sono un essere umano, una ragazza. Sono una cacciatrice di vampiri, e il mio scopo è uno solo: la Vendetta.”
 
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ARRIVO A FORKS
- Capitolo 1° -

Questa è una storia che mi è venuta in mente appena finito di vedere Eclipse! La storia riguarda Bree Tanner, anzi… una sorella di mia invenzione! Spero vi piaccia!


Immaginate di poter correre in un vasto prato: i colori della natura, il calore del sole sulla tua pelle, il profumo dei fiori.
Ora, immaginate di stare correndo in compagnia delle persone che amate di più: tua madre, tuo padre, magari tua sorella…
Immaginate che correte insieme su di un prato bellissimo, perfetto… e voi ridete, siete felici; siete convinti che niente e nessuno potrebbe rovinare questa vostra felicità.
Li vedete i colori? Li sentite i suoni? Percepite il calore, il vento, la felicità e le risate?
Ecco, ora immaginate che tutto questo vi venga tolto in un colpo solo.
Tutto si fa nero, oscuro, freddo… le risate si trasformano in urla di straziante dolore, i suoni della natura vengono sostituiti dal rumore di carne lacerata.
Immaginate…

Ero appena arrivata in quella cittadina: Forks.
Era umida e nebbiosa, di certo non mi piaceva ma per lo meno era meno caotica di Seattle; scesa dal pullman mi guardai attorno, ero parecchia lontana dal centro della città, e mi stavo chiedendo come l’avrei raggiunto senza la mia moto.
La moto, certo, sarebbe arrivata a momenti, trasportata da un camion merci… non ero così pazza da fare un viaggio da Seattle a Forks in moto.
Mi sedetti su di una panchina ed aspettai, chiedendomi cosa mi avesse portata fino a lì… cosa mi aveva spinto ad abbandonare la mia città per venire in un posto del genere?
Di certo la famiglia non era un argomento che mi era servito a farmi stare a casa… quale famiglia, poi?
Chiusi gli occhi, e le immagini, i ricordi… presero vita in un lampo…

< Alicia! A che ora devi uscire? >
Mia madre mi fece nuovamente la stessa domanda che mi faceva da mezz’ora, e io, come sempre, le risposi al limite della pazienza.
< Alle nove, mamma! Alle nove! >
Lei sospirò, infastidita, e ritornò ai fornelli.
< Non mi rispondere in questo modo! Cosa volete per cena? >
Domandò infine, girandosi verso il tavolo della cucina a cui erano seduti mio padre e la mia sorellina; io ero seduta in soggiorno, intenta a leggere una rivista di moda.
< Spezzatino! >
Esclamò mia sorella, mentre mio padre annuiva… io sospirai per l’ennesima volta.
< Io mangio fuori… >
Ci tenni a ricordarle, dato che le era normale dimenticare qualche piccolo particolare ogni tanto.
Qualcuno mi strappò di colpo il giornale dalle mani e lo buttò per terra, ridendo.
< Ehi! Stavo leggendo! >
< Ma quanto sei noiosa! >
Esclamò mia sorella saltandomi addosso; io incominciai a ridere ed iniziò così la nostra classica guerra di cuscini, quella che facevamo ogni sera e che ci faceva passare per due pazze.
< Alicia, per favore! Mi vai a prendere le bottiglie d’acqua giù in cantina? >
Io e mia sorella sbuffammo insieme, odiavamo quando qualcuno interrompeva la nostra guerra; mi misi in piedi sistemandomi i vestiti e poi diedi un piccolo buffetto a mia sorella.
< Vado mamma! >
Mia mamma chiedeva sempre a me per ogni cosa, forse perché ero la più grande delle due dato che mia sorella aveva 15 anni e io 18... ma questo non voleva dire che mia sorella fosse una bambina incapace di fare nulla, anzi!
Uno di questi giorni ne avrei parlato con mia madre, insomma… anche la piccola di casa poteva andare a prendere delle bottiglie d’acqua!
Risi mentre scendevo le scale della cantina, lì sotto faceva un bel freschino.
Non accesi la luce, tanto conoscevo la cantina alla perfezione, e meccanicamente andai a prendere le bottiglie d’acqua; sentivo le risate di mia sorella e mia madre al piano di sopra e sorrisi… avevo proprio una bella famiglia.
Mi resi conto che avevo preso le bottiglie di acqua frizzante, che bevevo solo io perché la naturale non la sopporto… ma dato che quella sera non avrei mangiato con la famiglia avrei fatto meglio a prendere quella naturale.
Misi giù le bottiglie e cercai le altre, quelle con l’etichetta azzurra.
Quando le trovai rimasi in silenzio un attimo, ferma in mezzo alla cantina… come mai non si sentiva più nulla?
Lasciai giù le bottiglie e risalì le scale piano, senza fare rumore.
Ero quasi arrivata alla porta quando sentii un tonfo e il pianto inconfondibile di mia sorella, presi un bel respiro e scostai leggermente la porta, in modo tale che potessi vedere la sala attraverso uno spiraglio.
Mia madre, mio padre e mia sorella erano seduti sul divano, mentre tre uomini sconosciuti stavano davanti a loro e li osservavano divertiti, come se stessero giocando.
Mia sorella si voltò appena nella mia direzione e mosse appena le labbra: “ Stai nascosta. “
Non capivo cosa stava accadendo, poi, velocemente, uno dei tre uomini si scaraventò su mio padre… incominciarono le grida.
Mia sorella piangeva, mia madre urlava, mentre mio padre veniva fatto letteralmente a pezzi a mani nude da quegli animali.
Rimasi immobile, non sapevo cosa fare e le gambe mi tremavano.
L’uomo incominciò a bere il sangue di mio padre, mentre il secondo sconosciuto afferrava mia madre e la scaraventava contro il muro… con una forza sovraumana.
Mia madre cadde a terra, e l’uomo le fu addosso riducendola a brandelli.
Incominciai a piangere, cercando di trattenere i singhiozzi che mi avrebbero fatta scoprire… guardavo incredula ed impotente quello che stava accadendo in casa mia.
Mia sorella ebbe uno sprizzo di coraggio e iniziò a correre verso la porta, ma il terzo uomo la fermò, afferrandola per un braccio.
Chiusi gli occhi incominciando a pregare il signore, poi la sentii urlare.
Riaprii gli occhi pieni di lacrime, e in quel momento vidi che la stavano portando via… viva.
Prima di uscire, l’uomo che teneva mia sorella disse poche parole.
< Sfamatevi e uccidete chiunque altro si trovi in questa casa. >
Detto questo sparì dalla mia vista, insieme a mia sorella.
Rimasi accovacciata, rimanendo nascosta, mentre gli altri due annusavano l’aria… subito un brivido mi percorse la schiena… avrebbero sentito il mio odore?
Dopo lunghi ed interminabili minuti i due se ne andarono… lasciando i cadaveri dei miei genitori sbranati a terra.
Non mi avevano trovata… non mi avevano sentita.

Ritornai alla realtà, riemersi dai ricordi per ritrovarsi di nuovo seduta su quella panchina, a Forks.
Mi guardai ancora attorno, nessuna traccia del camion; presi dalla tasca dei jeans la foto di mia sorella e la guardai… a Seattle erano successivamente scomparse altre persone, e altre erano state brutalmente uccise.
Quando la polizia mi interrogò dissi di aver visto degli uomini fare a pezzi i miei genitori con dei coltelli da caccia.
Sostenni la loro versione di un gruppo di assassini appartenenti a qualche setta satanica.
Ovvio che non potevo certo dire che avevo visto dei vampiri.
Perché quelli che avevo visto potevano essere solo dei vampiri… occhi rossi, assetati di sangue, forza sovraumana, olfatto per annusare l’odore del sangue umano.
Sospirai, qualcosa mi aveva portato a Forks… forse l’istinto, forse… chissà cosa.
I miei pensieri furono interrotti dal suono di un clacson, il camion era arrivato… perfetto! Era passata solo un’ora dal mio arrivo, complimenti per la velocità!
Mi alzai dalla panchina e andai a pagare il servizio offertomi, poi mi aiutarono a scaricare la moto e se ne andarono.
Guardai un’ultima volta la foto di mia sorella, poi la misi via e salii in moto.
Non mi ero mai sentita così decisa, così forte… così stranamente vendicativa.
Misi in moto.

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
2309 - Voto: 16/07/10 09:08
Come inizio è bello... Sono molto curiosa di come andrà a finire la storia
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