- Capitolo 1° -
I fatti e i personaggi sono di pura invenzione e qualsiasi riferimento a fatti accaduti è puramente casuale.
Aveva passato cinque ore d' inferno. Stava malissimo, voleva andare a casa ma non poteva.
-Che situazione di merda!-
Era sicuro di avere la febbre, e per via di questa stava morendo di caldo; si tolse la felpa rimanendo a maniche corte, ma continuava ad avere caldo. Rimanere a pettonudo davanti alla prof che spiegava non era di certo una buona idea. Poggiò la felpa sullo schienale della sedia e tornò alla “lezione”.
Quella cretina della prof sbraitava da circa mezz' ora sul fatto che durante la sua ora tutti chiedevano di uscire e nessuno seguiva la lezione.
-Che palle!-
Tutta la discussione era nata da quel cretino di Anthony che con in mano una bustina di Oki, come ogni santa volta, chiedeva cordialmente di di uscire per poter prendere quel medicinale.
-Cosa non si fa per una sigaretta! E io che chiedo da più di cinque minuti di poter uscire, la prof aveva anche quasi detto si. Poi arriva quell' idiota effeminnato e mi rovina tutto.-
Abbattuto ed adirato accocolò la testa sulle sue braccia guardando un punto indefinito verso la cattedra. Laura, la sua ragazza, era girata a chiaccherare con la sua amica molto tranquillamente, tanto la prof non se la filava nessuno. Andrea non sapeva che dalla seconda fila centrale dei banchi, Anthony lo stesse fissando pensieroso, e anche se lo avesse saputo lo avrebbe mandato più che volentieri affanculo.
Anthony si era accorto, come anche gli altri della classe, che Andrea stava male ma pensava che stesse solo recitando per poter uscire e andare così in bagno, oppure che stesse solo ingrandendo la faccenda.
Un lieto ed improvviso trillare pervase l' aula, e tutti, tranne quelli che non avevano la sesta ora di francese quel giorno, potevano andare finalmente a casa.
Anthony uscì subito sulla terrazza della scuola per fumare la sua benedetta sigaretta.
Andrea invece stava ancora seduto con la testa poggiata sulle braccia; aveva il viso arrossato e iniziava ad avere brividi di freddo. Non aveva nemmeno salutato Laura per quato si sentiva male. Ora iniziava a girargli anche la testa, chiudeva e apriva le palpebre degli occhi per cercare di stare lucido. Dopo qualche minuto entrò la prof di lingua francese con in mano un foglio.
“Bonjour.” E gli alunni risposero come loro dovere: “Bonjour madame.”
In quel momento entrò Anthony dicendo. “Scusi prof ero in bagno.”
E si andò a sedere seguito dallo sguardo indagatore di Andrea.
Il quale aveva deciso di chiedere alla prof il permesso di uscire perché non resisteva più là dentro.
Alzò piano la testa, e si rimise la felpa mentre la prof sistemava il registro.
“Mi scusi prof, non è che potrei uscire un momento? Non mi sento bene.”
La prof lo guardò per qualche istante poi diede il suo assenso.
Andrea si alzò e si diresse verso la porta ma a metà strada ebbe un mancamento, inciampò e finì a terra. La caduta fu seguita da una sonora risata collettiva della classe, e lui arrossì per la figuraccia appena fatta. Provò a tirarsi su ma non si reggeva in piedi.
“Andrea tutto bene?” domandò la professoressa. “Si, si. Posso ancora andare fuori?”
“Certo ma fatti accompagnare da qualcuno.” La donna si guardò intorno fino a che il suo sguardo non cadde sul rappresentante maschio della classe, ovvero Anthony.
“Va con lui e già che ci sei fai anche le fotocopie di questa scheda.” “Certo prof.”
Dopo che ebbe preso la scheda cinse, con il braccio destro, la vita di Andrea e lo accompagnò in corridoio. “Ora puoi anche lasciarmi.” il suo tono era duro. “E perché? Così mi cadi per le scale?”
“Ah ah ah, spiritoso.” Anthony allora strinse di più a se il ragazzo.
“Cazzo e mollami.” sbottò. “Fai come vuoi Andri ma se cadi: cazzi tuoi.” Detto questo Anthony scese la prima rampa di scale, e si fermò in fondo ad aspettare il compagno di classe.
Andrea si aggrappò alla linghiera in ferro provando a scendere gli scalini un passo alla volta, ci riuscì, anche se faticò un po' nel farlo. Quando, però, arrivò al pen' ultimo scalino riebbe un mancamento e sarebbe caduto a terra se Anthony, sotto di lui, non lo avesse afferrato al volo.
Andrea si ritrovò contro il petto del compagno di classe e ringraziò di avere la febbre così che Anthony non avrebbe visto quell' innaturale rosso porpora dipingersi sulle sue guance per la vergogna. Ma vergogna di cosa poi?
“Cosa ti avevo detto idiota?”. Il tono che usava Anthony in quel momento era molto fastidioso lo avrebbe preso a calci, ma quell' idiota aveva ragione.
“Fanculo Anthony.”
Anthony gli rimise il braccio intorno alla vita e percorsero insieme l' ultima rampa di scale, e appena giù, quello in salute, chiamò subito la bidella ma non trovarono nessuno.
“Quella scema della bidella non c'è mai quando serve. Devo fare anche le fotocopie alla prof che cavolo.”
L' altro non disse niente troppo impegnato a cercare di stare lucido per via della febbre che gli faceva chiudere gli occhi.
“Cosa volete?”
Finalmente la bidella era arrivata.
“Lui si sente male, posso lasciarlo qua per qualche minuto? Io invece devo fare delle fotocopie.”
“Si lo puoi lasciare lì. Ma i fogli per la stampatrice sono finiti, cioè devo prendere una nuova risma di fogli dal ripostiglio vicino all' ascensore.”
La bidella estrasse dalla tasca un mazzo di chiavi e cercò quella che apriva lo stanzino in questione, trovata questa, andò davanti alla porta, infilò la chiave nella toppa e la girò aprendo così la porta.
“Giovanna, puoi venire al secondo piano ad accendere il DVD player per la quarta? Perché qui non funziona niente e non troviamo i telecomandi.”
A parlare era stata una ragazza castana di circa diciasette anni che aveva appena sceso le scale.
“Un momento è! Devo fare prima qua, poi vengo su.”
-Garbata come sempre 'sta donna!- pensò Anthony.
“Non ti preoccupare, faccio io, vai pure su Giovanna.” disse gentilmente il ragazzo.
“Si certo, almeno mi combini qualcosa, non sono mica nata ieri Anthony.”
Dio, quanto odiava quella donna.
Perfortuna in quel momento arrivò la prof della quarta.
“Giovanna potresti venire su? Io devo fare lezione.”
“Certo, certo.”
La bidella si avviò su seguendo l' alunna e la prof, lasciando le chiavi sulla porta dello sgabuzzino, Anthony le tolse e se le infilò in tasca entrando nel ripostiglio seguito a ruota dal compagno di classe malato.
Lo stanzino era piccolo bianco e circondato da degli scaffali con pile di carta, e risme di fogli.
Andrea, senza accorgersene, inciampò su una pila di fogli, ancora incelofanata, che era in terra, chiudendosi la porta alle spalle.
Andò a sbattere contro il muro opposto e per non cadere si aggrappò di riflesso all' altro.
Così facendo, si ritrovò inesorabilmente intrappolato tra il muro e Anthony che si puntellava al muro con i palmi delle mani. La situazione era sempre più strana, Andrea era nuovamente arrossito ed entrambi non la smettevano di guardarsi negli occhi.
“M-mi fai passare... Le f-fotocopie. Anthony devi fare le fotocopie.”
Andrea iniziava a tremare, l' altro aveva assunto una strana espressione che lo metteva a dir poco in soggezione. Anthony ora aveva pericolosamente avvicinato le aue labbra alle sue ed era a un soffio da lui.
-Oh cazzo! Questo mi bacia.-
Erano troppo e maledettamente vicini.
Andrea non capì bene se fu lui stesso a baciare l' altro o Anthony che si avventò sulle sue labbra con passione, fatto sta che si baciarono.
La testa si era fatta più leggera e di botto si era svuotata.
Quando Andrea sentì la lingua di Anthony venire a contatto con la propria un brivido di piacere gli percorse la schiena. Senza nemmeno pensare a quello che stava facendo si aggrappò con le braccia al collo dell' altro cercando di allungarsi in punta di piedi per approfondire meglio quel bacio. Tutto quello che stava accadendo era inaspettato e dannatamente eccitante per entrambi, e sempre entrambi, sentivano le proprie voglie accendersi di botto.
Anthony fece scendere le mani sui fianchi di Andrea in modo da far combaciare i loro bacini per sentire meglio le loro eccitazioni.
Al più basso scappò un gemito di piacere a quel contatto inaspettato.
Avevano smesso di baciarsi ma continuavano a stare in quella posizione, con le labbra a pochi centimetri le une dalle altre e i loro bacini attacati, a sentire il respiro dell' altro sulla propria pelle.
In quel momento non c'era nulla nelle loro teste.
Non c'era niente nella testa di Anthony mentre faceva allacciare le gambe di Andrea intorno alla propria vita. Solo desiderio.
Al rappresentante di classe non era mai passata per la testa una cosa del genere, e la stessa cosa doveva essere anche per l' altro che gemeva e sospirava sotto i suoi tocchi.
Infilò una mano sotto la felpa dell' altro, che gli rimaneva avvinghiato mentre continuavano a baciarsi, e gliela sflilò cercando di non farlo cadere.
Buttò a terra la felpa e subito schiacciò il suo corpo contro quello dell' altro per fargli capire che voleva di più, oltre che alle semplici carezze e ai baci.
Entrambi si accorsero che i pantaloni iniziavano ad essere troppo stretti.
Andrea, mentre mordicchiava il labbro inferiore di Anthony, gli sfilò il gilet di cotone e gli scanciò i bottoni della camicia lasciandola aperta. Iniziò così ad accarezzargli il petto e a baciargli l' icavo del collo, lasciandovi segni rossi.
Lo sentiva fremere ad ogni suo tocco e bacio, sentiva attraverso la pelle com' era veramente; non il solito truzzo del cazzo ma solo Anthony.
Sentiva la voglia aumentare sempre di più.
Poi quando vide anche la sua maglietta finire a terra e le mani dell' altro infilarsi dentro i pantaloni accarezzando il suo sesso attraverso la sottile stoffa dei boxer, gemette ancora più forte, quasi urlò, e si tappò immediatamente la bocca con le mani.
Anthony gli baciò i dorsi delle mani, e dopo che l' altro aveva tolto quest' ultime, anche la bocca.
“Zitto idiota siamo a scuola.”
Cazzo era vero! Stavano facendo certe cose a scuola e nello sgabuzzino della carta. Il cervello di Andrea ripetè quella informazione più volte, ma perse subito di significato nello stesso momento in cui sentì i pantaloni, accompagnati subito dopo dai boxer, essere calati fino alle caviglie. Anthony si abbassò tra le gambe del compagno ricoprendo l' interno coscia di baci e facendolo quasi urlare per quel contatto inaspettato. Poi gli lambì la punta del membro con la lingua percorrendolo in tutta la sua lunghezza fino alla base.
“Ah... An.. thony... Ah.”
Andrea rovesciò la testa all'indietro contro il muro mentre ansimava il suo nome e infilava le dita tra i capelli corti di colui che gli stava procurando quella dolce tortura.
Non si aspettava che Anthony sapesse fare quelle cose, e per di più le faceva benissimo, forse perché era un ragazzo e sapeva che cosa volevano i ragazzi o forse perché l' aveva già fatto in precedenza, ma cazzo quanto gli piaceva. Quello che gli stava facendo lo faceva anche meglio della sua ragazza.
Stava impazzendo e sentiva che di li a poco sarebbe anche venuto.
“Ah... To-togliti Ah S-sto per ven-...”
Non finì nemmeno la frase che il suo liquido si riversò in bocca a Anthony.
Andrea era stato colto di sorpresa da tutte quelle sensazioni, e ora si vergognava un po' per ciò che era appena accaduto, ma fin dall' inizio aveva intuito che quell' altro sarebbe andato fino in fondo qualsiasi cosa fosse accaduta.
L' altrò non si preoccupò dell'accaduto, infatti ingoiò tutto senza troppi problemi, in quel momento il fatto che stesse ingoiando dello sperma non gli interessava molto visto che aveva intenzione di fare immediatamente suo Andrea.
Anthony si ritirò su posando un fugace bacio sulle labbre dell' altro, poi prese la mano dell' altro e la fece scivolare, sotto la sua guida, all' interno dei pantaloni a contatto con la sua erezione.
Questo perché anche lui voleva godere, e quello era il suo turno, così lasciando la mano del compagno sul suo membro si slacciò i pantaloni facendoli cadere all' altezza delle caviglie insieme ai boxer.
Ora anche lui, come prima Andrea aveva iniziato a gemere e godere, si stringeva al corpo dell' altro per cercare di controllarsi ma non ci riusciva. Allora decise che era abbastanza, così fermò il lavoro dell' altro con un gesto secco delle mani, subito dopo lo girò di scatto con la faccia al muro pronto a farlo suo.
Fece scivolare un dito tra i glutei dell' altro e lo penetrò piano aspettando che si abituasse e dopo qualche secondo ne aggiunse un secondo e iniziò a muovere le dita dentro di lui.
“Ah.. Anthony muoviti sto impazzendo cazzo. Ah Ah.”
Stava dando di matto nella sua testa, non gliene fregava se qualcuno avesse visto o sentito, voleva che l' altro lo prendesse, e voleva sentirlo tutto dentro di se.
All' ennesimo gemito strozzato di Andrea contro il suo orecchio, Anthony decise che poteva anche bastare così. Tolse le dita e lo penetrò con il proprio membro, senza dargli nemmeno il tempo di prendere fiato; iniziò muovendosi piano e man mano aumentò il ritmo.
Andrea, mentre gemeva con la guancia poggiata contro la parete bianca, guardava con la coda dell' occhio Anthony. Intanto quest' ultimo, mentre spingeva portò una mano, per la seconda volta, in mezzo alle gambe dell' amico che, in quel momento, con quell' espressione di pura estasi e vergogna era semplicemente divino.
Avvicinò la bocca all' orecchio di andrea sussurandogli in preda al piacere. “Andri. Ah. Ah... Ti piace?”
In risposta sentì un urlo di piacere che subito fu fatto tacere dalla sua mano che gli tappava la bocca.
Anthony gli tenne la bocca chiusa con la mano per tutto il tempo, fino a che non venne in lui e lui nella sua mano e contro la parete, gli baciò il collo fino alla spalla poi si staccò da lui.
Erano sudati, sporchi di sperma e anche stremati dall' inaspettato evento inconsueto che era accaduto durante la loro giornata di scuola.
Restarono per un po' così per recuperare energie e poter ritornare padroni di loro stessi prima di rivestirsi senza proferire una parola. Con della cartaigienica si ripulirono alla bene e meglio, poi Anthony prese una risma di fogli e prima di uscire sbattè Andrea contro la porta chiusa baciandolo.
La lingua di Anthony quando lo baciava era così dolce, lo preferiva di gran lunga in quegli atteggiamenti rispetto a quando era in classe. Già dovevano tornare in classe!
Si staccò quasi subito leccandogli le labbra, poi aprì la porta dello stanzino ed uscirono; Anthony andò a fare le fotocopie e Andrea si sedette sulla sedia delle bidelle nel corridoio.
Quando il primo ebbe finito tornò in classe col secondo senza scambiarsi una parola.
“Ma quanto vi ci è voluto per delle fotocopie?” chiese seccata la prof.
“Scusi prof ma ho dovuto chiedere alla bidella una nuova risma di fogli.” gli rispose Anthony tranquillamente.
“Andrea, tu come stai?” domandò la donna.
“Benissimo, non si preoccupi, Andrea aveva solo mal di testa così gli ho dato mezza bustina di Oki, e ora sta meglio.”
A quelle parole Andrea divenne ancora più rosso dalla vergogna.
“E' vero quello che dice?”
“S-si.”
In quel momento la campanella della sesta ora annunciò che la giornata era finita anche per gli alunni del corso di francese.
-Oh cazzo! Ma quanto siamo rimasti là dentro?- si domandò Andrea.
Tutti, compresa la prof, uscirono dalla classe lasciando di nuovo i due soli.
Anthony aspettò un po' assicurandosi che su quel piano non ci fosse più nessuno, poi andò da Andrea, il quale iniziò ad indietreggiare finché non si ritovò un banco che gli bloccò il cammino costringendolo sedervisi sopra..
“Non scappare idiota. Ormai quel che è fatto è fatto.” gli disse suadente Anthony avvicinnandoglisi ancora di più.
“M-ma cosa dici?” l' altro si vergognava come un ladro.
“Lo so che ti è piaciuto.” gli sussurrò Anthony prima di baciarlo.
Allora, questo è solo un' esperimento in quanto è la prima volta che mi cimento in questo genere, so che non è un capolavoro ma in tanto ci ho provato. XD
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