- Capitolo 1° -
-La vostra discendenza è di per sé già un crimine! Anche se lasciassimo scappare tutti…. Non lascerò che voi fratelli ve ne andiate!- queste parole erano state pronunciate cariche di odio. -Guarda attentamente.- dopo aver pronunciato queste parole Akainu si scaraventò su Rubber con tutta la sua forza. – Fermo!- urlò Ace. – Rubber!- il suo corpo si mosse per istinto e fece scudo al fratello venendo trafitto dal colpo di Akainu. Le ultime parole di Ace furono:- Nonostante tutti mi odiassero, tu Rubber e voi amici miei mi avete voluto bene. Grazie infinite.- la giovane vita di Ace si spense. Nessuno poteva immaginare ciò che Rubber stava provando. Con lo sguardo perso nel vuoto e il viso rivolto al cielo, le lacrime gli calavano dal viso senza che lui emettesse alcun suono nel piangere. Le forze lo avevano come abbandonato, la sua testa si era svuotata, era come un pupazzo. Le lacrime continuavano a scendere silenziosamente, mentre ripercorreva con la mente i bei momenti passati assieme al fratello.
Un Rubber e un Ace più piccoli stavano bevendo insieme. – Ehi Rubber! Adesso che abbiamo bevuto dalla stessa tazza siamo diventai fratelli. E lo saremmo per sempre.- il piccolo Ace sorrise al nuovo fratellino.
-Ace….. Ace…..- era l’ unica che riusciva a dire tra una lacrima e l’ altra come un vecchio disco rotto.
Ace aveva lo zaino sulle spalle. – Bhe, ci vediamo, Rubber! Io parto per primo!- i due fratelli si strinsero la mano. – Ok! Tra tre anni me ne andrò anch’ io. Diventerò molto più forte di così!- Rubber sorrise, e dopo che Ace ha ricambiato il sorriso, partì.
Il corpo di Ace giaceva a terra di fronte al fratello. Il cuore di Rubber era a pezzi, avrebbe fatto di tutto per riaverlo con se.
-Qui le nostre strade si separano.- -Te ne vai di già?- domandò Rubber. – Sì. Tieni questa. E’ una vivrecard! Quando vorrai vedermi ti basta seguire il punto che indicherà. Stammi bene, Rubber.- e così i due si separarono dopo una breve avventura ad Alabasta.
Attorno a lui la battaglia tra marines e pirati continuava, ma sembrava completamente assente, come se fosse in un altro mondo. Gli echi dello scontro erano soltanto suoni inesistenti per le sue orecchie, gli sentiva e non gli sentiva, come se dopo averli ascoltati svanissero nell’ aria in assenza di un luogo dove raccogliersi e prendere forma. Le sue lacrime si stavano lentamente fermando, ma la sua disperazione aumentava sempre di più. Se il suo cuore avesse smesso di battere, non se ne sarebbe reso conto, proprio come se fosse in uno stato di coma totale. Avrebbe voluto urlare, gridare, piangere la morte del fratello, ma non ci riusciva. Non era in grado di emettere alcun suono come se all’ improvviso fosse diventato muto. Il viso fisso al cielo, ma nulla di quello che c’ era sopra di lui riusciva a vedere ne tanto meno a focalizzare: le nuvole, il cielo, il sole, assolutamente nulla, come se fosse diventato cieco all’ improvviso. I suoi muscoli erano come congelati, avrebbe voluto buttarsi sul fratello per piangerlo, ma non riusciva a muovere un solo muscolo, riusciva solo a contrarre la bocca in singhiozzi silenziosi e venir scosso dalle lacrime, cose se avesse perso la mobilità all’ improvviso. Lo stato d’ animo di Rubber…. In vero non esiste un modo per descriverlo, perché nessuno è in grado di comprenderlo. Già! Nessuno può capire…. nessuno può sapere cosa si prova…. quando si perde un fratello!
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