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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto Shippuden
Titolo Fanfic: L'ORGOGLIO DI UNA FORZA PORTANTE
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler, One Shot
Autore: spluccica galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/05/2010 19:02:35

la mia prima ff su un personaggio di Naruto o_0 riguarda il passato di Killer Bee
 
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L'ORGOGLIO DI UNA FORZA PORTANTE
- Capitolo 1° -

Aaaaallora… è la primissima volta che scrivo una ff con un personaggio di Naruto o.0 , spero che non sia poi troppo un pastrocchio dai ;) comunque siate schietti nelle recensioni, non mi offendo giuro :P
In questo periodo mi sono affezionata parecchio al personaggio di Killer Bee ( specialmente da quando l’ho visto bambino… trrrooooooppo tenerello *w*)( adesso è sexy :Q__) cooomunque u_u’ tornando a noi >_> secondo me Bee nonostante la sua forza di volontà invidiabile, un momento di vacillamento deve averlo avuto ,quando tutti hanno cominciato ad odiarlo era solo un bambino e se vogliamo nella sua storia c’è più drammaticità che in quelle di Gaara e Naruto, che sono nati circondati dall’odio, lui prima era amato e amico di tutti, e ad un certo punto tutto questo gli è stato strappato via, per questo in questa Fanfiction mi sono impegnata a descrivere quel momento e la sua forza nel superarlo.


L’orgoglio di una Forza Portante.



Era la prima volta, da quando gli avevano sigillato dentro il demone dell’Ottacoda, che poteva uscire dall’ospedale di Kumogakure e non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici e raccontargli tutto quel che era successo. La luce fuori dall’edificio lo accecava, si era dimenticato di mettersi gli occhiali da sole, sfilò dalla tasca esterna dei pantaloni il suoi paio preferito e si mise in cammino.
Camminando per la strada del villaggio incontrò parecchie facce conosciute che sembravano molto impegnate, tanto che nessuno parve notarlo, l’aria era permeata di tensione ma lui non ci fece molto caso, inoltre aveva una gran fretta e gli tornò molto comodo che nessuno lo salutasse facendogli perdere tempo prezioso.
Finalmente arrivò al campo dove lui ed i suoi amici usavano radunarsi per giocare insieme.
Un gruppetto di ragazzini giocava con le biglie a terra,Bee si avvicinò in silenzio per non disturbare la concentrazione dei giocatori, rimase un po’ ad osservare la partita e dopo una mossa molto ben riuscita si lasciò sfuggire un’esclamazione di apprezzamento, come molti atri ragazzi, ma quando riconobbero la sua voce tutti si girarono a guardarlo.
Lui si sorprese molto e per distrarre l’attenzione dal suo gesto fece i complimenti al giocatore vincitore porgendogli il pugno, ma l’altro lo guardò spaventato, in silenzio.
Tutti sembravano diventati di pietra, delle statue con gli occhi sbarrati dal terrore.
Bee cominciava a spazientirsi.
:- Ohi! Si può sapere che state facendo? Vi conviene parlare mi sto spazientendo! … Yo!-
I ragazzi si ritrassero e dopo essersi scambiati sguardi di complicità, fuggirono via senza nemmeno raccogliere le biglie da terra.
Bee rimase in piedi in mezzo al campetto polveroso guardando le impronte lasciate durante la fuga, si sedette a terra e provò a ragionare. Perché mai erano fuggiti? Che aveva fatto di male?
Sentì una presenza vicino e si girò di scatto, uno dei suoi amici camminava lungo la strada poco lontana, cercando di non farsi vedere, quando capì di essere stato scoperto, cominciò a correre anche lui. Bee si stava arrabbiando come non mai, si alzò in piedi e corse dietro al suo amico, saltò sul tetto di un edificio e quando ebbe intercettato il fuggitivo gli saltò davanti, facendogli arrestare improvvisamente la corsa. Il ragazzo cadde a terra e vi rimase, immobile, guardando spaventato Bee.
:- Non farmi del male! Ti prego non uccidermi!-
Bee rivide negli occhi atterriti dell’amico tutti i momenti passati insieme, quando si era sbucciato un ginocchio e lui lo aveva guarito, quando lui si era dimenticato di fare i compiti e glieli aveva prestati, le giornate passate insieme a combinare guai e tutte le risate che si erano fatti.
:- Vattene.-
Il ragazzo non se lo fece ripetere e corse via.
Bee era di nuovo solo con se stesso nello stretto, squallido vicolo, gli stava venendo freddo, nonostante Kumogakure fosse caldissimo in quella stagione, si accorse che stava stringendo i pugni talmente forte da conficcarsi le unghie nella carne. Si voltò e ricominciò a camminare, percorse qualche viottolo interno e presto si ritrovò nella strada principale del villaggio che come al solito pullulava di persone, quando Bee entrò nella visuale di tutti, il fermento generale si arrestò e il ragazzo si accorse che tutti lo guardavano o comunque lo tenevano d’occhio. Una sensazione orribile, come di un pugno nello stomaco, lo colpì, gli salì il groppo in gola per la rabbia e l’indignazione, lanciò uno sguardo rancoroso a tutti i presenti che trattennero il respiro, cominciò a correre e si infilò in un’altra stradina parallela al corso ma molto poco trafficata, adesso la sentiva la tensione, adesso avvertiva a pelle l’odio dei suoi concittadini assalirlo.
Corse fino a restare senza fiato e si trovò vicino al fiume che passava vicino Kumogakure e ai pochi spazi verdi del villaggio, occupati dai giochi per i bambini più piccoli. Quei piccoletti giocavano gioiosi e spensierati mentre lui si sentiva un reietto, rifiutato ed odiato da tutti. Sentì ribollire dentro di se una profonda invidia. Camminava tranquillamente vicino al parco giochi quando gli saltò all’occhio il movimento di una delle madri che si avvicinò ai suoi bambini e li abbracciò stretti a se e gli sussurrò qualcosa nelle orecchie.
:- Quel ragazzo che sta passando adesso è la nuova forza portante … ricordate che non dovete mai e poi mai avvicinarvi a lui o rivolgergli la parola. Avete capito?-
I due bambini si voltarono a guardarlo e i loro occhi, prima pieni di ingenuità, mutarono in uno sguardo spaventato, si strinsero forte al petto della madre in cerca di protezione.
Sempre più sfiduciato, Bee cercò un posto isolato dove poter stare in pace, lontano da tutto quell’odio che gli entrava in testa, ferendolo dall’interno, disgustandolo, uccidendolo.
Trovò un inospitale cunicolo in un ammasso di pietre aguzze, si sedette al riparo lì e cercò di sgombrare la mente da quegli orribili pensieri.
Gli sguardi e la tensione provate al villaggio gli erano rimaste addosso, gli sembrava di aver toccato qualcosa di disgustoso e poterne sentire ancora sulla pelle l’orrida sensazione, come quando si tocca per sbaglio una ragnatela, ritrai immediatamente la mano, la pulisci, ma sentì ancora lì la sua vischiosità.
Lui che era sempre stato amico di tutti al villaggio, lui che da tutti era stimato e amato, all’improvviso si era ritrovato solo, contro tutti, odiato e temuto da tutti. Il peso degli avvenimenti di quelle ultime ore lo schiacciava e la consapevolezza che non fosse solo un incubo gli faceva perdere le speranze riguardo al suo futuro. Sapeva che le forze portanti erano molto temute, non solo nel suo villaggio, ma in tutto il mondo dei Ninja, ma non pensava che quelli che prima erano suoi amici gli avrebbero voltato le spalle.
Le forze portanti passate avevano finito tutte col morire, sopraffatte dal loro demone, e si erano sempre portate dietro una gran quantità di vittime innocenti. Questo temeva il suo villaggio.
Erano tutti terrorizzati al pensiero che potesse fare quel che avevano fatto tutti gli altri prima di lui.
Non si fidavano di lui e non riponevano in lui la minima fiducia.

Ma perché poi.
Perché non credevano in lui. Il fatto che così tanti altri prima di lui avessero fallito miseramente non significava per forza che dovesse fallire anche lui, non era come gli altri, non voleva essere come gli altri.
Se non si fidavano di lui, li avrebbe fatti ricredere, se lo temevano, si sarebbe fatto amare.
Avrebbe imparato a domare la bestia che era dentro di lui per il suo villaggio, sarebbe diventato un Ninja leggendario e avrebbe guadagnato il rispetto di tutti.
Voleva che tutti vedessero quanto si stavano sbagliando, non importava quanto lo avrebbero disprezzato, preso in giro, ripudiato, temuto,odiato, si sarebbe impegnato sempre di più trovando nel disprezzo di quelli che lo odiavano la motivazione per dare il massimo.
Gli avrebbe fatto vedere l’orgoglio di una forza portante.

Da quel momento in poi niente riuscì mai a fermare Bee, gli insulti gli scivolavano addosso, la tensione diventò sua compagna costante, il ripudio lo faceva ridere e l’odio gli dava più forza di qualsiasi altra cosa. Il momento trionfante della sua rivincita contro il villaggio sarebbe arrivato prima o poi.
Bee sorrise sempre, preservando intatto dentro di se il suo orgoglio e pregustando l’attimo in cui tutti lo avrebbero riconosciuto come l’Eroe di Kumagakure.

Fine


Ditemi che ne pensate mi raccomando =) Grazie della lettura.

 
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VOTO: (3 voti, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
spluccica 19/05/10 21:05
>.<' nooooo non è a caso XDXD
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zayko - Voto: 19/05/10 21:02
Molto carina l'idea e la resa. Devi però fare più attenzione alla punteggiatura... da l'impressione che sia messa un po' a caso. Quindi ti abbasso di una stellina
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keiko96 19/05/10 20:22
Ke bella!! *-* Nonostante io nutra dei risentimenti verso KillerBee x la battaglia contro Kisame...mi piace cm personaggio ^^ tu hai saputo cogliere tutti i pensieri e i sentimenti di Bee...e li hai descritti in modo impeccabile. Davvero bella, brava ^^
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keiko96 - Voto: 19/05/10 20:22
Ke bella!! *-* Nonostante io nutra dei risentimenti verso KillerBee x la battaglia contro Kisame...mi piace cm personaggio ^^ tu hai saputo cogliere tutti i pensieri e i sentimenti di Bee...e li hai descritti in modo impeccabile. Davvero bella, brava ^^
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yameta62 - Voto: 18/05/10 22:27
Bella ff, complimenti!
Mi piace come hai descritto i sentimenti di Killer Bee, davvero!
5 stelle è da prassi!
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