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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Rossana (Kodomo no Omocha)
Titolo Fanfic: DUE BIGLIETTI PER IL PROSSIMO TRENO, PER FAVORE
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: river16 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/04/2010 18:47:29

La situazione psicologica e familiare di Heric peggiora...
 
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IL PRELUDIO
- Capitolo 1° -

- Ma cos’è successo?
- Voi avete capito qualcosa?
- Mi è sembrato di sentire urlare qualcuno.
- Perché è uscita così di fretta? E avete visto che faccia preoccupata?
- Stava per scoppiare in lacrime, come sempre!
Da quando la maestra Lisa era uscita dalla classe, richiesta con insolita gravità dal collega Zed, in classe regnava la più completa baraonda: non solo i ragazzi stavano approfittando dell’assenza dell’insegnante per fracassare i banchi e imbrattare la lavagna, ma il cicaleccio ininterrotto delle ragazze rendeva l’aria pericolosamente frizzante.
Rossana sedeva poco distante da loro, la testa fra le mani e lo sguardo fisso davanti a sé, lasciata ad annegare nel silenzio delle sue preoccupazioni.
Era confusa quanto le altre dalla sparizione della maestra, che sicuramente non si era allontanata a causa dell’ennesima crisi di pianto, eppure…
Voltò il capo e rivolse uno sguardo triste all’unico banco vuoto, sospirando. Anche se nessuno dei suoi compagni poteva avere la certezza di ciò che stava accadendo, nessuno poteva esimersi dall’imbastire qualche supposizione.
- Heric – mormorò, rivolta al nulla.
- Sana – la chiamò Alissia, distogliendola bruscamente dai suoi pensieri. – Tu hai idea del perché la signorina Lisa sia corsa fuori?
- No – negò lei, abbassando gli occhi. – Nessuna, ma vedrete che tornerà presto.
L’amica le rivolse uno sguardo interrogativo, tentando di decifrare le ombre nei suoi occhi, ma l’analisi venne interrotta nel momento in cui la porta della classe si spalancò con un tonfo e sulla soglia comparve uno stralunato Terence.
- È dal preside!
- Chi? – chiese una voce nel rinnovato silenzio.
- Heric! – esclamò il ragazzo in risposta. – La maestra è uscita per raggiungerlo.
Il cuore di Rossana accelerò i battiti e la ragazza fu costretta a prendere qualche respiro profondo per controllarsi. Doveva esserci stato un errore, un equivoco, ecco tutto.
- Si sa cos’ha fatto? – domandò Alissia, torcendosi nervosamente le mani.
- No, ho sentito il suo nome e nient’altro. Ma dev’essere qualcosa di grave, le urla si sentono fin quassù.
No, pensò Rossana, saltando in piedi.
- Si stanno sbagliando!
Lasciando tutti di stucco, scavalcò Terence, infilò la porta e cominciò a correre a perdifiato verso la tromba delle scale, da dove proveniva l’eco delle grida preannunciate dal compagno. Le bastò scendere tre rampe di scale per arrivare accanto alla porta con la scritta ‘Direttore’ stampata appena sopra la finestrella che le avrebbe permesso di sbirciare nella stanza.
Com’era prevedibile non era il preside a urlare, ma il maestro Zed.
- Mi hai sentito, Hayama?
- Sì.
Un mormorio appena percepibile oltre la porta.
Heric.
- Per punizione pulirai la tua aula per un mese e inoltre pretendo di vedere tuo padre a udienza questa settimana stessa, niente scuse! È ora che quel pover’uomo sappia che razza di delinquente sei, e che vengano presi provvedimenti.
Tutto tacque.
Rossana si mise in punta di piedi per riuscire a sbirciare oltre la finestrella e ciò che vide furono il maestro Zed di spalle, torreggiante su Heric, mentre la signorina Lisa e il preside sedevano da una parte e assistevano in silenzio, imbarazzati.
Heric, che era rivolto verso la porta, fu l’unico a rendersi conto dell’intrusa e le lanciò uno sguardo neutro, soffermandosi sull’ansia che traspariva dal suo viso abbastanza a lungo da irritare il maestro.
- FORSE NON SONO STATO CHIARO!
Alzò il braccio per appioppargli un ceffone che fece trasalire il ragazzo e lo mandò a sbattere contro l’armadio a muro dietro di lui.
Rossana si premette una mano sulla bocca per non urlare, e quando serrò gli occhi si accorse che erano umidi. La signorina Lisa sussultò di sorpresa e corse a soccorrere Heric, aiutandolo a rialzarsi.
- Non c’è bisogno di alzare le mani, Zed.
- Hai ragione – ammise l’altro con un sospiro, subito pentito del gesto. - È comunque necessario che tu cambi atteggiamento, Hayama, e che tuo padre venga a parlare con noi insegnanti. Non puoi andare avanti così.
Il ragazzo, il capo chino a terra, si divincolò dalla presa gentile della maestra e lasciò l’ufficio senza salutare, ma solo quando si sbatté la porta alle spalle e scostò qualche ciuffo biondo dalla fronte si rese conto di aver davanti Rossana. Cercò di scansarla, ma lei gli si parò davanti per accarezzargli la guancia colpita, rossa e gonfia.
- Fammi vedere. Ti ha fatto molto male?
- Conosci già la risposta.
- Vieni, ti accompagno a prendere del ghiaccio.
- No, sarebbe come ammettere la mia debolezza.
- Si può sapere cos’hai fatto per farlo urlare così? – domandò lei, esasperata.
- Ho marinato la scuola per tutta la scorsa settimana. E non solo. Io… - abbassò di nuovo lo sguardo a terra, come un bambino vergognoso. – ho rubato.
- Che cosa? Heric, sai cosa rischi se continui così…
- Non è l’espulsione che temo. Non ora, perlomeno. Ora scusami, ma devo andare.
- Dove vai? Ci sono le lezioni!
- Devo andare ora a dire tutto a mio padre, ordini del direttore. Ci vediamo.
- Ciao – mormorò lei, osservandolo mentre si allontanava con le mani in tasca.

 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
maiservo90 07/11/11 00:05
è bellissima continuala
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