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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Ultimate Muscle (Ultimate Muscle: The Kinnikuman Legacy)
Titolo Fanfic: LA NOSTRA STORIA IMPOSSIBILE.
Genere: Romantico, Avventura, Erotico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Lemon, Yaoi
Autore: giuly96 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/04/2010 19:16:35 (ultimo inserimento: 03/09/10)

..E se due Choujin decidessero di amarsi....e qualcuno si mettesse di mezzo cercando di rapire il cuore di uno dei due......cosa accadrebbe...???
 
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GIORNATA NO PER KEVIN MASK
- Capitolo 1° -

Quella non era la giornata giusta per Kevin Mask. Si era svegliato con un tremendo mal di testa, forse dovuto agli intensi allenamenti che ormai occupavano la maggior parte della sua giornata, o forse per tutta la birra che si era scolato tornato a casa.
Ormai era diventata un'abitudine, si svegliava all'alba, si faceva una doccia fredda e poi si allenava fino a quando non riusciva più neanche ad alzarsi in piedi. Si riposava il minimo necessario e poi si piantava in un bar a bere e sgranocchiare qualcosa (ormai il suo frigo non vedeva più qualcosa di commestibile da mesi).
Spesso tornato a casa riusciva a svestirsi e a mettersi a letto, ma spesso si addormentava mentre si toglieva i vestiti.
Il suo unico obiettivo era quello di stordirsi così tanto da non riuscire più a riflettere, e non ci stava riuscendo alla grande, solo che quella mattina i tentativi di Kevin scemarono nel gabinetto assieme a tutto quello che aveva mangiato o bevuto il giorno prima.....

-Merda!!- Kevin si scostò per l'ennesima volta i capelli dal volto imprecando, per poi tossire violentemente e trattenere un ulteriore conato di vomito.
La sera prima, tornato a casa, si era buttato a letto e dopo pochi minuti aveva sentito lo stomaco contorcersi e in poco tempo si era ritrovato a dover vomitare l'anima nel wc.
Si alzò per appoggiarsi con entrambe le mani al lavandino, non aveva una bella cera, aveva due ombre violacee sotto gli occhi che risaltavano ancora di più sotto il viso pallido, di un bianco malato.
Fece appena in tempo a mettersi una mano davanti alla bocca e a piegarsi verso il gabinetto che la bocca dello stomaco gli si chiuse violentemente e vomitò un'altra volta.
Oramai non c'era più niente nel suo stomaco e continuava a vomitare bile.
Continuò così per altre due ore quando finalmente riuscì a barcollare dentro la doccia, si levò i boxer e aprì l'acqua, per la prima volta dopo mesi non si fece una doccia gelata, di solito la faceva per svegliarsi bene al mattino, o per mantenersi sveglio fra un allenamento e l'altro.
Quella mattina invece si sentiva persino le ossa gelate, forse aveva bevuto più delle altre volte o forse era per il fatto che era tornato a casa sotto la pioggia. O forse entrambe le cose.
Fatto sta che decise di farsi una doccia calda.
Appoggiato al muro si assopì lievemente e il sogno che lo tormentava ormai da giorni si rifece vivo nella sua mente.

Stava scappando da qualcuno...o qualcosa.....ogni volta sembrava che stesse per raggiungerlo, ma lui con uno scatto riusciva a distanziarla, scappava perché glielo diceva una voce davanti a lui, una voce calda......che lo attirava, ma allo stesso tempo pareva pericolosa, invece non sapeva se chi lo inseguiva volesse fargli del male o volesse solo parlargli, sentiva solo che voleva prenderlo...così scappava..... Arrivato alla fonte della voce vide solo una grande fiamma rossa con dei riflessi giallo intenso.....la voce continuava a chiamare il suo nome in modo sempre pi suadente, ma lui non riusciva ad avvicinarsi, la figura che lo inseguiva iniziò ad attirarlo a sé, sempre più spaventato si si avvicinò di più alla fiamma, le fiamme aumentarono e lo afferrarono, si aspettò di provare un dolore indicibile, invece sentì solo le fiamme calde sfiorargli la pelle, delicate, senza ferirlo. Al contempo si accorse che se le toccava con troppa insistenza, o se provava a scostarsele di dosso, queste lo scottavano...ma lievemente....come se fosse un avvertimento a non contraddirle......la figura si avvicinò a lui e alle fiamme, il ragazzo riuscì solo a vedere una forma indistinta, un'ombra. Che lo spaventava ed emanava un aura di vuoto e un'aura...pericolosa......nonostante questo se ne sentiva attratto, nello stesso modo nel quale quelle fiamme lo attraevano...l'ombra gli si avvicinò ulteriormente e sentì le sue estremità gelide avvicinarglisi, lo sfioravano lentamente, quasi invitandolo a proseguire lui stesso. Dall'altra parte le calde fiamme continuavano ad accarezzarlo......Avrebbe tanto voluto sapere cosa rappresentassero quelle due figure....una fiamma e un'ombra...entrambe affascinati..ma entrambe pericolose.

Aprì gli occhi e scosse la testa, doveva svegliarsi, a malincuore aprì l'acqua fredda e digrignando i denti si lavò in fretta e furia.
Uscì dalla doccia tremando e si buttò sul letto. Ora doveva vestirsi, prese un paio di boxer da un cassetto, afferrò un paio di pantaloni a caso dall'armadio e una maglia appoggiata sulla sedia e se li mise. Infilate le scarpe prese il cappotto e corse fuori di casa.
L'aria pungente lo aiutò a schiarirsi le idee. Doveva assolutamente distrarsi, o si dirigeva subito al bar, o andava ad allenarsi.
Visto gli effetti della sbornia della mattina prima decise di andare in palestra. Lì restò fino all'ora di chiusura, quando venne praticamente sbattuto fuori, visto che non voleva uscire.
Si sentiva molto peggio degli altri giorni, sentiva male dappertutto ed era pieno di graffi,tagli, contusioni e lividi.
Comprò una cassa di birra e si stese su una panchina, stava tornando tutto come prima, faceva fatica a pensare, si sentiva il corpo rigido e pesante e decise di concentrare la mente su quel fastidioso effetto collaterale alle ore di intenso allenamento, poi, più alcool buttava giù, più i suoi pensieri si facevano confusi.
Finita la cassa di birra rimase in uno stato di semi-incoscienza sdraiato su quella panchina all'interno di un parco.
Lo svegliò poco dopo una mano che lentamente gli stava alzando la maschera, fece appena in tempo ad aprire gli occhi che si ritrovò la bocca tappata da una mano. Provò ad afferrarla, ma un'altra gli blocco le braccia sopra la testa. La figura gli si mise sopra a cavalcioni e gli si avvicinò, poteva sentire il suo respiro caldo a pochi centimetri dalla parte di viso scoperto.
Provò a liberarsi, ma lo sconosciuto lo teneva bel saldo.

Gli si avvicinò e gli sussurrò ad un orecchio -Shhh....sta buono...- poi sorrise soddisfatto e gli lasciò la bocca libera.

Anche volendo Kevin non avrebbe potuto urlare, era ubriaco fradicio e non riuscì nemmeno a mettere a fuoco l'uomo a cavalcioni su di lui.
Deglutì svariate volte e finalmente riuscì a parlare -C-chi...hic...dia-dia..mine...hic....sze..hic???- si sentì come se avesse fatto un discorso di svariate ore, mentre gli aveva posto solo una semplice domanda.

L'uomo sghignazzò -Ihihih....ti piacerebbe davvero saperlo?- voleva tirarla per le lunghe.
Kevin sbuffò -Cert..hic...o...che...s-s-sz-shì!...hic-
-Bé....- e sghignazzò un'altra volta -.Ihihih...Non te lo dico...-
Il giovane Mask, ormai stufo dell'intruso, con un colpo di reni cercò di alzarsi, ma ricadde pesantemente sulla panchina tossendo.
-Sei così ubriaco che non riesci neanche a liberarti...bah...-
-Tu..hic...sze...hic..u-un...hic..b-basht.....coff..coffcoff....oh no.hic..coff...- Kevin iniziò a tossire ed ebbe paura di vomitare di nuovo, anche lo sconosciuto allentò un po' la presa ai suoi polsi.
-............- Invece di vomitare, il ragazzo....svenne.
Lo sconosciuto sbuffò -Questi ragazzi....non reggono neanche una bottiglia di birra...- poi notò l'intera cassa di birra vuota sotto la panchina. -Bé...forse un po' più di una bottiglia...-
Se lo caricò in spalla e si diresse fuori dal parco.
-Diamine, sei dimagrito di nuovo eh? Non pesi più niente- Nel frattempo stava frugando nelle tasche del giubbotto del ragazzo, fino a che non trovò quello che cercava e se lo infilò nella tasca dei pantaloni.
-Sei diventato un ubriacone...e poi ti lamentavi sempre con me che bevevo troppo...tzè.....oh...ecco, è questa- L'uomo continuò a parlare con Kevin svenuto finché non arrivarono davanti ad una porta.
Prese le chiavi dalla tasca dei pantaloni e aprì la porta -Eccoci arrivati!-
Entrando in casa gli si parò davanti una scena desolante -O cazzo.....questo è messo peggio di me....-
Guadò preoccupato il ragazzo per poi appoggiarlo sul divano -Ora arriva la parte difficile-

 
Continua nel capitolo:


 
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