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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: CARLOTTA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kagochan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/06/2003 22:35:09

questa è la storia di carlotta, ragazza dei giorni nostri che sa parlare con gli alberi e gli animali finita nella terra di mezzo
 
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DA BOSCO ATRO A GRAN BURRONE
- Capitolo 1° -

Capitolo 1 Da Bosco Atro a Gran Burrone

Carlotta aprì gli occhi a fatica, il buio che aveva intorno era incredibilmente profondo, non riusciva a ricordare dove si trovava, sapeva solo che aveva dormito per molto tempo, si sentiva incredibilmente intorpidita, come se non si muovesse da giorni.
A quel punto ricordò; stava camminando per strada, era uscita da scuola, stava tornando a casa e poi si era sentita come tirare all'indietro da una mano invisibile, aveva aspettato di sbattere contro l'asfalto ma non era accaduto, aveva continuato a precipitare nel vuoto.
Quando aveva riaperto gli occhi si era trovata sdraiata su di un folto prato verde, l'erba era lucente e profumata, niente a che vedere con quella che aveva sempre visto lei quando era a casa sua. Era tutto strano, diverso ; c'erano alberi altissimi e imponenti, si accorse di trovarsi vicino ad una grande foresta, tentò di alzarsi ma la testa le girava moltissimo, così ricadde in ginocchio e continuò a guardarsi intorno. La foresta era incredibilmente folta e buia all'interno, comunque le infondeva una bellissima sensazione di calma e di gioia, come se fosse certa che quello fosse un posto sicuro.
Volse lo sguardo verso i prati di fronte alla foresta, erano vastissimi e lei non riusciva a vederne la fine. Ad un certo punto senti che c'era qualcosa dietro di lei, si voltò di scatto e si trovò davanti cinque uomini alti e snelli, con lunghi capelli e occhi cristallini. Dopo un attimo di smarrimento, presa dalla paura riprovò ad alzarsi in piedi, sfortunatamente ebbe un forte giramento di testa e quindi ricadde ma invece di toccare terra si sentì sorreggere da due mani forti che la sollevarono e la portarono via da dove si trovava. A quel punto perse conoscenza.

Si risveglio che il buio la circondava, quando si fu abituata all'oscurità si accorse di trovarsi in un stanza da letto piuttosto spaziosa, era sdraiata su di un letto a baldacchino ed era avvolta in coperte molto morbide. Rimase seduta a guardarsi intorno per qualche minuto quando la porta si apri e un fascio di luce solare la colpì in pieno viso, si trovò davanti una ragazza alta e molto carina , la cosa più strana di lei erano le sue orecchie, erano lunghe ed appuntite, i suoi capelli erano lunghissimi e legati in due folte trecce. < si deve vestire, il re vuole vederla ora che si è svegliata>
Carlotta era totalmente smarrita e spaventata < dove sono? Stavo andando a casa, che posto è questo? Aiutatemi devo tornare a casa mia, mia madre mi sta aspettando... ma come ho fatto a finire qui? Aiutatemi per favore!> la ragazza alta e carina la guardò e le rivolse un sorriso molto dolce < per ora l'importante è che tu parli con il re, non preoccuparti di altro> aveva una voce molto dolce e soave, la calma e la pace che infondeva fece tranquillizzare Carlotta che si alzò e prese la veste lunga e bianca che la ragazza le porgeva < ma tu che cosa sei? Perché hai quelle orecchie strane? > < sono un elfo, e tu ti trovi nel castello del re delle terre alte. >

Indossò la veste che era bianca, leggera, le arrivava fino ai piedi ed aveva maniche lunghe e soffici che si aprivano ricadendole fino alle ginocchia. Era decisamente molto bella e sembrava molto preziosa. Seguì la ragazza elfo lungo stupendi corridoi, tutto intorno a lei era in marmo bianco e dalle enormi finestre che davano sul esterno, Carlotta poteva vedere la foresta che si era trovata di fronte quando si era svegliata sul prato e che ora si stendeva fino all'orizzonte e sembrava circondare l'intero palazzo. Si fermarono davanti ad un portone altissimo ed imponente, finemente decorato e con delle strane scritte in una lingua che le era sconosciuta, pensò che fosse elfico.
La porta si aprì e Carlotta si trovò davanti un vastissimo salone dalla forma rettangolare, anch'esso in marmo e con grandi tendaggi azzurro cielo che coprivano parzialmente le finestre. In fondo alla stanza c'erano quattro alte figure, tutte avevano lunghi capelli biondi e occhi blu o verdi. Erano creature bellissime e Carlotta capì subito che erano elfi.

< vieni avanti > disse quello che si trovava al centro e che sembrava il più importante fra gli altri, avvicinandosi Carlotta poté vederli meglio in viso, erano tre uomini e una donna, cosa che aveva capito anche in precedenza perché uno di loro portava una lunga veste blu che arrivava fino a terra, sicuramente femminile. Guardò il volto degli altri, uno in particolare attirò la sua attenzione, il suo viso era incredibilmente bello, i suoi occhi erano azzurri e i capelli biondi gli ricadevano sulla schiena, indossava una casacca verde smeraldo e una camicia bianca di una stoffa che assomigliava a quella della veste di Carlotta. Era molto alto e sembrava anche piuttosto muscoloso. L'elfo che aveva parlato in precedenza disse:< noi ti abbiamo chiamato qui, ti cercavamo da tempo> ci fu una pausa durante la quale Carlotta prese coraggio < vi prego aiutatemi, io devo tornare a casa, mia madre sarà in pensiero per me... ma dove sono finita? Che cos'è questo posto? Aiutatemi vi prego come faccio a tornare a casa?> < Ti stavamo cercando da molti anni, e siamo riusciti a portarti qui appena in tempo, io e Mithrandir> solo in quel momento Carlotta notò una quinta figura che prima non aveva visto perché si trovava dietro ad uno dei larghi tendaggi azzurri. Era un uomo piuttosto anziano coperto da una veste grigia e lunga, indossava anche un largo capello a punta anch'esso grigio. Quello che Carlotta aveva dedotto essere il re continuò :< sei arrivata appena in tempo, la guerra sta per cominciare, la creatura Gollum, è fuggita dalla sua pigione e tra poco la battaglia avrà inizio.>< dovrai recarti al consiglio nel palazzo di Gran Burrone, in seguito partirai con la compagnia di valorosi che si formerà.> Ci fu ancora una pausa, Carlotta non sapeva cosa dire e non capiva più niente su quello che stava succedendo. Ma dove cavolo era finita?
< io non capisco cosa sta dicendo, io non posso rimanere qui devo tornare subito a casa! Si può sapere che cosa volete da me? Perché mi avete fatto venire qui?> < questo per ora non ti è dato saperlo.>disse il re. Per la prima volta parlo l'uomo vestito di grigio:< io sono Mithrandir, o come mi chiamano in altri luoghi Gandalf il grigio, io e re Thranduil del bosco Atro siamo gli unici a sapere il perché tu sia qui, ma per ora fidati di noi, prosegui nel tuo cammino e vedrai che capirai la ragione del tuo arrivo> La voce calma e saggia dell'uomo, perché lui non era un elfo ne era sicura, la calmò e diede spazio nel suo cuore a una sensazione che aveva provato sin dal momento in cui si era svegliata; si sentiva stranamente felice in quel luogo, era come se lo conoscesse da tempo era come se fosse tornata a casa dopo lungo tempo, si sentiva quasi euforica di trovarsi lì.< venga signorina la riaccompagno nelle sue stanze così può prepararsi per la cena>
Carlotta si sentiva quasi in trance quando lasciò la sala e torno nella stanza dove si era svegliata, era disperata perché non sapeva cosa fare e voleva tornare a casa ma allo stesso tempo era stranamente felice e sentiva di no essere in pericolo e di non doversi preoccupare.
Durante le due ore che precedevano la cena, Carlotta fece un lungo bagno, alcune ragazze vennero e le pettinarono i lunghi e mossi capelli che le arrivano fino al sedere, le tirarono su una folta ciocca castana che le copriva l'occhio sinistro con una luna di brillanti che le sembro molto preziosa. Le fecero indossare il vestito che aveva messo in precedenza, bianco e soffice.

Quando fu arrivato il momento, le ragazze elfo la accompagnarono in un'altra sala circolare e arredata in modo sfarzoso, un tavolo grande e in legno massiccio si trovava proprio nel suo centro.
Sopra il tavolo c'erano tantissime vivande e ciotole della frutta più bella e appetitosa che Carlotta avesse mai visto, fu accompagnata e fatta sedere su di una sedia alta e massiccia, subito dopo da una porta vicino ad un arazzo color smeraldo appeso alla parete una fila di elfi entrò nella stanza e si sedette al tavolo dove si trovava anche lei. Si sentiva un po' intimorita da tutte quelle persone che non conosceva, vicino a lei si sedette il giovane bellissimo che aveva visto qualche ora prima vicino al re che le aveva parlato. Il re disse < siamo tutti felici di averi qui con noi, Mithrandir è dovuto partire e quindi lo rivedrai solo quando giungerete a Gran Burrone, tu e mio figlio Legolas partirete domani mattina all'alba.> Con un gesto della mano indicò il ragazzo che le sedeva accanto, il quale la guardò con i suoi trasparenti occhi azzurri, Carlotta arrossì e il cuore cominciò a batterle all'impazzata , distolse in fretta lo sguardo da lui e cominciò a fissare la frutta e le focacce con il miele che aveva nel piatto. Quel ragazzo era davvero bellissimo. La cena continuò e Carlotta fece alcune domande su quello che l'aspettava e su quello che doveva fare a Gran Burrone.
<è importante che tu venga a conoscenza di alcuni fatti che ti faranno capire il perché delle nostre azioni. In un lontano passato, comparse su questo mondo l'anello del male più potente che sia mai esistito, dopo una lunga guerra tra non popoli della terra di mezzo e le orde diaboliche di Sauron, il suo malvagio creatore, riuscimmo a vincerlo e a sottrargli l'anello che però in seguito venne rubato e noi no sapemmo dove si trovava per lunghi anni. Grazie a Mithrandir siamo venuti a conoscenza che l'anello del male pervenne alla creatura Smeagol e per lungo tempo fu in suo possesso trasformandolo nel mostro Gollum. Passarono gli anni e per caso Bilbo Baggins, Hobbit della contea ne venne in possesso, e rimase a lui fino a poco tempo fa. Ora il signore oscuro sta per tornare e noi dobbiamo distruggere l'anello prima che torni nelle sue mani e porti di nuovo distruzione>.Carlotta ascolto il racconto del re, e senti come se quella storia le fosse familiare, nel frattempo Legolas la osservò per qualche secondo. Quella ragazzina gli sembrava molto giovane, avrà avuto circa quindici o al massimo sedici anni, non era molto alta, i suoi capelli e i suoi occhi che erano del colore dorato del miele, gli ricordavano la terra, erano caldi e profondi, era abbastanza minuta e decisamente carina. Per il resto della cena, alcune ragazze entrarono nella sala e cantarono dei canti meravigliosi, parlavano di leggende e della natura, alcune narravano di un certo Tom Bombadil ma Carlotta non capì chi fosse. Finito di mangiare Carlotta venne riaccompagnata dalle ragazze nella sua camera, prima di uscire dalla grande sala però venne fermata da Legolas < riposati questa notte e svegliati presto, dobbiamo partire all'alba> detto questo la fissò per alcuni secondi negli occhi e questo la fece arrossire di nuovo, disse velocemente di si poi seguì in fretta le ragazze elfo fino alla sua stanza. Quella notte non dormì molto, passò tutto il tempo a pensare alla sua situazione e non sapeva se essere felice ho triste, era stupita.
La mattina dopo, fu svegliata dalle ragazze della sera precedente, la fecero vestire con una morbida veste azzurra che le arrivava fino alle ginocchia, mise anche un corpetto intrecciato in velluto blu e degli stivali di cuoio che le arrivavano fino ai bordi della gonna. Erano vestiti molto comodi.
Le ragazze le diedero una focaccia con del miele e lei mangiò molto in fretta, venne poi accompagnata nel giardino che stava davanti al palazzo e che precedeva la foresta. Fece qualche passo e poi vide davanti a lei la figura alta e snella di Legolas che stava dando da mangiare a due maestosi cavalli bianchi, uno aveva la sella mentre l'altro no. Le ragazze se ne andarono e lei si avvicinò a Legolas che nel frattempo aveva finito di nutrire i cavalli, quando la vide le rivolse un sorriso e molto agilmente salì in groppa al cavallo senza sella < dobbiamo sbrigarci, sali in groppa a quel cavallo > < io devo salile su quel cavallo?> < si andremo con questi fino a gran burrone>
< si ma io non so cavalcare!>


La campagna scorreva in fretta accanto a loro, il cavallo galoppava ad una velocità incredibile, Carlotta si teneva stretta a Legolas, alla fine dato che lei non sapeva cavalcare lui aveva deciso di portarla fino alle terre di Elrond con il suo cavallo.
Le campagne della terra di mezzo erano la cosa più bella che Carlotta avesse mai visto, il verde era lucente e pieno di vita, non c'era inquinamento, non c'erano automobili, fabbriche e rifiuti. Tutto era vivo e meraviglioso.< il tuo mondo è davvero bellissimo> <Perché il tuo è diverso?>< il posto da dove vengo io ... forse un tempo era anch'esso così...ma ora è ...pieno di inquinamento, le piante muoiono, le specie animali scompaiono, il mio è un mondo che muore.>
< è brutto quello che dici sul posto da dove vieni> < è strano, ma molte volte, quando ero a casa mia, era come se sentissi il dolore delle piante e degli animali. Mi sembrava urlassero nella mia testa. Era orribile.> Continuarono a cavalcare in silenzio per alcuni minuti quando Legolas parlò ancora:< non ti ho ancora chiesto come ti chiami?> <Carlotta> <è un nome strano... che cosa vuol dire nella tua lingua?> < credo " persona libera"> < è molto bello>dopo qualche altro secondo di silenzio Legolas cominciò a cantare una canzone, il cuore di Carlotta cominciò a battere molto forte, quando aveva parlato con Legolas lo aveva fatto con una naturalezza molto strana per lei che di solito era timida e piuttosto riservata con tutti, le era sembrato di conoscerlo da sempre e non aveva avuto problemi a chiacchierare con lui. La canzone di Legolas era meravigliosa.

Durante i viaggi in queste terre fatate,
meravigliose creature potrai vedere,
i prati, gli alberi e il profumo di fiori,
frutta incantata e miele dorato.

Quando attraverserai questi prati infiniti,
vedrai farfalle argentate volare,
fiori meravigliosi sbocciare,
mai più da qui te ne vorrai andare.

Penserai a foglie gialle e a tele di ragno
Ad autunni che mai più torneranno;
alle nebbiose mattine, e al sole d'argento,
e ai tuoi capelli agitati dal vento

Vi sono tante e tante cose ,
che io purtroppo non conosco
Diversi in ogni prato e ogni bosco
Il verde ed il profumo di rose.

Racconti antichi sentirai narrare
Echi di avventure e di amori potrai ascoltare
Nel tempo che qui tu rimarrai
Da me e da altri tu le sentirai

Quando Legolas finì di cantare, il cuore di Carlotta batteva ancora più forte di quando aveva cominciato, il suo modo di parlare, la sua voce erano davvero bellissimi. Mentre cavalcava cominciò a pensare al fatto che forse non sarebbe più potuta tornare a casa, forse non avrebbe più visto sua madre e suo padre, questa cosa la intristì molto ma allo stesso tempo si rese conto che mentre guardava la campagna circostante, le piante, gli alberi e gli animali che vedeva erano felici e lei non sentiva più il loro dolore come succedeva a volte quando era nel suo mondo. Questo la fece sentire bene.
Nel frattempo Legolas, pensava alla ragazzina che si aggrappava a lui durante quel viaggio, lo aveva stupito fin dalla prima volta che l'aveva vista, era diversa dagli altri esseri umani che conosceva, si chiedeva perché suo padre e Mithradir avessero voluto farla partecipare al consiglio di Elrond, era una bambina e non avrebbe fatto altro che essere un peso per loro, allo stesso tempo comunque era felice che fosse venuta. Non sapeva per quale ragione, ma lei , quando lo aveva guardato negli occhi lo aveva fatto sentire strano, non sapeva in che cosa lei fosse speciale o diversa dagli altri esseri umani ma per lui era bello sentirla vicina e così stretta a lui.
Il viaggio continuò per lunghe ore, Legolas e Carlotta parlarono di molte cose, lei gli raccontò di come era il mondo da dove veniva e lui le narrò della terra di Mezzo, le cantò alcune canzoni che parlavano delle leggende della sua gente gli Elfi, gli racconto la storia degli anelli del potere e di quello di Sauron più approfonditamente di come aveva fatto suo padre.
Quando arrivò il tramonto si accamparono in una radura vicino ad un laghetto limpido e cristallino, mangiarono alcune focacce che Legolas si era portato dal castello di bosco Atro, quando fu buio Carlotta era già stanchissima e si addormento subito appena si era sdraiata sulla morbida erba ai piedi di un albero alto e maestoso. Legolas invece era sveglio, pensava alla guerra che incombeva su di loro e a come avrebbe potuto sopravvivere una ragazzina come Carlotta all'orrore che avrebbero dovuto affrontare. Provava uno strano sentimento verso di lei, era sicuro che avrebbe dovuto proteggerla ad ogni costo, durante le battaglie ci sarebbe stato lui a vegliare su di lei.

Arrivò l'alba e poco dopo Legolas si svegliò, come era abitudine degli elfi non dormiva mai molto, si alzò e si guardò intorno, Carlotta era sparita. Preoccupato si guardò intorno, lei non era in grado di difendersi e se si fosse allontanata avrebbe potuto incontrare cose molto pericolose in quel mondo che no conosceva, cercò le sue tracce dall'albero dove dormiva ma vide solamente quelle che lei aveva lasciato la sera prima.., non riusciva a capire dove potesse essere finita, era impossibile che fosse stata rapita da qualcuno durante la notte, lui lo avrebbe sentito sicuramente.
< hei Legolas sono quassù! > comodamente seduta sull'albero sopra al quale aveva dormito, a cavalcioni di un ramo e con i lunghi capelli castani che in quella posizione le arrivavano quasi fino ai piedi, Carlotta salutò Legolas con un sorriso smagliante < non sapevo fossi in grado di arrampicarti sugli alberi> < questa è una delle cose che so fare meglio!> < vieni su Legolas, il sole che sta sorgendo è bellissimo!> con due agili balzi arrivò al ramo dove era seduta Carlotta.
< voi Elfi li salite bene gli alberi... > < guarda il sole, sembra più luminoso qui che nel mio mondo ...> Carlotta guardò il sole poi disse < guarda> alzò la mano e iniziò a fischiare una canzoncina, dopo qualche secondo da un ramo più alto con molta lentezza un uccellino con il petto di un bel colore dorato le si avvicinò alla mano e pian piano ci si appoggiò sopra, lei lo guardò sorridendo e continuò a fischiare la sua canzone, dopo un po' di tempo l'uccellino sbatte le ali e volò via. Legolas la guardava stupito, era bello osservarla, le guance gli diventarono un po' rosse e si vergognò per questo, così in fretta scese dall'albero e disse < sbrigati dobbiamo arrivare a Gran Burrone in mattinata>
Cavalcarono per circa tre ore, e per tutto il viaggio continuarono a parlare insieme, Carlotta si stupì per questo, non le era mai successo di aprirsi così tanto con una persona che conosceva così poco, la stessa cosa valeva per Legolas, che era ancora più sorpreso di lei .
Finalmente arrivarono a Gran Burrone, castello fatato infossato nel burrone attraversato da un fiume, era un posto meraviglioso, quando entrarono nel palazzo furono accolti da due elfi alti e vestiti di bianco e d'argento, < sapevamo del vostro arrivo > il primo ragazzo accompagnò Legolas in una direzione mentre l'altro portò Carlotta dalla parte opposta, Legolas la guadò mentre si allontanava e pensò che voleva rivederla presto, di questo pensiero si vergognò un po'.
Mentre il ragazzo vestito di bianco accompagnava Carlotta lei si guardò intorno, e vide che dall'interno assomigliava un po' al castello di Bosco Atro, anche questo palazzo era in marmo bianco ma i soffitti erano attraversati da travi scure finemente intagliate, mentre camminava era così incuriosita da quello che si trovava di fronte che non si rese conto di non guardare dove camminava, poco dopo infatti andò a sbattere contro qualcuno che veniva dalla direzione opposta.
< haia ma chi sei?> < scusami tanto sono Sam Gamgee, hobbit della contea, padron Frodo si è appena svegliato e io correvo per avvertire Merry e Pipino della notizia, tu invece chi sei?"
<io mi chiamo Carlotta , non sono della terra di Mezzo> < come è possibile che tu non sia della Terra di Mezzo? Ci sono altri luoghi?> Carlotta non rispose, anche perché non sapeva cosa rispondere, non ci capiva più niente neanche lei, Merry dal canto suo non fece altre domande, sapendo benissimo di non conoscere per niente il mondo al di fuori della contea non voleva fare la figura dell'ignorante < e così tu saresti un hobbit, re Thranduil di bosco Atro mi ha parlato di voi>
< re Thranduil ? è un elfo? Io adoro gli Elfi! Ma tu che cosa sei? non sei un elfo, sei un essere umano?> < si credo di si... ma dimmi chi è questo frodo di cui tu parli> < Frodo è il mio padrone era stato ferito durante il viaggio dalla contea fino a qui, siamo stati attaccati dai cavalieri di Sauron, è rimasto a letto per giorni, io avevo una tremenda paura che morisse!><ma ora sta bene, seguimi che te o presento > Sam la portò fino ad una stanza poco lontana, l'hobbit aprì una grande porta di legno finemente intarsiato ed entrò, Carlotta lo seguì e si trovò davanti un grande letto a baldacchino sul quale era sdraiato un ragazzo che sarà stato alto circa 130, 135 centimetri come Sam, aveva occhi grandi e blu come il mare, i suoi capelli invece, erano ricci e scuri, nel complesso il suo viso era molto bello. Frodo Baggins guardò con stupore la nuova arrivata ma subito Sam fece le presentazioni e così Carlotta cominciò a chiacchierare con Frodo del più e del meno, lei gli parlo di come era arrivata a Bosco Atro e da li fino a Gran Burrone, lui invece gli narrò del pericoloso viaggio che aveva dovuto fare per arrivare lì dalla Contea,. Frodo e Carlotta diventarono subito amici. Si divertirono a stare insieme fino a quasi all'ora di cena quando bussarono alla porta e un giovane Elfo la accompagnò nella sua camera in modo che potesse prepararsi prima del banchetto che si sarebbe svolto quella sera. Carlotta fece un bagno veloce e indossò un lungo vestito che alcune ragazze le avevano portato, era azzurro cielo ed era decorato con ricami argentati, le maniche all'altezza del gomito si allargavano e si aprivano a punta per ricaderle fino ai piedi.
Venne accompagnata da un altro elfo fino alla stanza del banchetto, il salone della casa di Elrond era pieno di gente, per la maggior parte Elfi, Salvo che per qualche altro invitato di diversa stirpe. Elrond secondo le sue abitudini, sedeva in una grande poltrona ad un'estremità della lunga tavola ed aveva da un lato un elfo chiamato Glorfindel e dall'altra Gandalf il grigio.
Il volto di Elrond non aveva età, non era ne vecchio ne giovane, eppure recava vivo il ricordo di molte cose tristi e di molte felici. I capelli erano scuri come le ombre del crepuscolo, in testa portava un cerchietto d'argento, dello stesso colore della veste che indossava. Al centro della tavola, poggiato contro gli arazzi appesi alle pareti, vi era un baldacchino sotto il quale sedeva una bellissima dama; i suoi capelli erano lunghi e corvini, sul suo capo era posata una cuffietta argentata ricamata di pietre preziose e scintillanti; la veste di un grigio pallido non aveva altro ornamento che una cinta di foglie intrecciate con filo d'argento. In seguito Carlotta avrebbe saputo che quella era la figlia di Erlond, Arwen. Qualche secondo dopo si accorse che vicino alla bellissima donna elfo c'era la persona che lei aveva sperato di vedere per tutto il giorno, Legolas in quel momento chiacchierava amabilmente con Arwen, il vederli insieme le provoco una spiacevole sensazione che non riusciva a capire. In quel momento entrarono nella sala Frodo e Sam seguiti da altri due hobbit che Carlotta identificò come i Merry e Pipino di cui aveva parlato Sam quando lo aveva incontrato.
Carlotta li raggiunse e si mise a parlare con loro che furono molto felici di vederla ignara del fatto che era osservata dalla persona che da quando era arrivata nella sala non aveva fatto altro che cercarla, Legolas. Il principe elfico si sentì decisamente indispettito dal fatto che lei non fosse venuta direttamente da lui prima di andare da quelli che pensò essere i quattro hobbit che portavano l'anello. Frodo invitò Carlotta a sedersi vicino a lui durante la cena, mangiarono cibi prelibati, frutta squisita e bevvero a volontà, fecero conoscenza con Glòin, un nano dall'aspetto importante riccamente vestito che stava accanto a loro, portava una cintura d'argento come la collana che portava al collo ricoperta di diamanti. Il nano gli parlò a lungo delle imprese e delle opere del suo popolo estasiato di aver trovato due ascoltatori così cortesi, che non lo interrompevano mai e sembravano molto interessati a quello che diceva.
La cena finì e lei chiese a Frodo se voleva accompagnarla a fare un giro nei vastissimi giardini che circondavano il palazzo, di nascosto guardò dalla parte di Legolas, seduto vicino a dama Arwen, affrettò il passo e di diresse verso l'uscita della sala. Raggiunto l'esterno, si sentì come catapultata in una specie di paradiso terrestre, c'erano fiori e piante di ogni tipo e varietà immaginabile, la cosa meravigliosa era che riusciva a sentire dentro di se una sensazione di incredibile gioia provenire da loro, non era come quando era nel suo mondo che sentiva solo il loro dolore, si sentiva in pace ed era felice di trovarsi lì. Fin da quando era piccola, Carlotta era stata diversa dagli altri, non perché avesse qualche problema in famiglia o non riuscisse a fare amicizia con bambini della sua età, era solo diversa; speciale. Aveva un pollice verde incredibile, ogni pianta che le veniva data passava da moribonda a rigogliosa in bravissimo tempo, quando faceva passeggiate nei boschi con i genitori la vedevano allontanarsi e parlare di nascosto con gli animali e le piante, riusciva a capire la natura che la circondava.
Legolas raggiunse il giardino, voleva fare due passi e prendere una boccata d'aria, vide una fontana nascosta dietro alcuni salici, quando la raggiunse vide che vi era seduta Carlotta che rideva in compagnia di Frodo Baggins, lui aspetto che Frodo se ne fosse andato e poi raggiunse Carlotta.
< Ti piace questo giardino?> < si è molto bello... gli alberi mi hanno detto che sono molto felici qui> < riesci a parlare con loro?> < sono loro che parlano con me, io più che altro ascolto, cantano delle canzoni bellissime...è strano ma vedi, anche se sono lontana da casa e mi mancano i miei genitori, sono felice di essere qui, mi sembra di essere tornata dopo lungo tempo..> < forse tu sei originaria della Terra di Mezzo...> < in questo momento vorrei solo capire che cosa sono e per quale motivo mi trovo qui...> < forse domani durante il consiglio di re Elrond ti verrà spiegato...>
< lo spero tanto...> Legolas e Carlotta rimasero seduti sul bordo della fontana a guardare le stelle in silenzio per quasi un'ora, <hai mai guardato le stelle e pensato che forse non hai ancora trovato il tuo posto nella vita? Quando le guardavo dalla finestra di camera mia, le poche che riuscivo a vedere, mi sembra che mi dicessero di aspettare e che presto sarei arrivata in un luogo dove sarei stata felice per sempre...> < quando ero piccola i miei genitori pensavano che fossi strana, non facevo amicizia molto volentieri con i bambini della mia età... preferivo parlare da sola con le mie piante o con il mio gatto... così per farli felici mi sono sforzata... ma non sono mai stata realmente felice...Legolas chi è Luthien Tinùviel? ne ho sentito parlare da Frodo...> < Luthien Tinùviel dicono fosse la più dolce e soave fanciulla mai esistita, era un'elfo e si innamorò di un uomo, è una storia triste però, lui morì per mano del Grande Nemico e lei divenne mortale per seguirlo...> < Frodo mi ha cantato la canzone che narra del loro amore...>Legolas si alzò e le porse la mano < vieni ti riaccompagno al castello...> lei lo seguì e quando arrivò in camera Carlotta pensò che si era trovata incredibilmente bene a parlare di cose così personali con Legolas... era felice di averlo conosciuto.

La mattina successiva Carlotta si svegliò molto presto, si sentiva stranamente agitata per il consiglio che stava per tenersi, aveva paura di partire, sentiva che non ne sarebbe venuto nulla di buono, allo stesso tempo sapeva che doveva andare, sapeva che avrebbe capito qualcosa di se stessa se avesse seguito Legolas e gli altri nel loro viaggio. Non avrebbe esitato.
Si mise la veste azzurra che aveva quando era arrivata, gli stivali e diede un bacio alla foto dei suoi genitori nascosta nel medaglione a forma di cuore che teneva al collo. Ce l'avrebbe fatta, era ora di andare. Carlotta uscì dalla camera, si mise a camminare per i lunghi corridoi che portavano alle immense terrazze dalle quali poteva osservare il rumoroso corso del Bruinen, il fiume che attraversava Gran Burrone. Guardando la leggera nebbiolina che si alzava dal fondo della conca si accorse che qualcun altro stava osservando quel meraviglioso spettacolo, un uomo alto che dimostrava circa una trentina di anni, poggiava i gomiti al parapetto della terrazza lunga e larga dove ambedue si trovavano, il suo volto era crucciato e la sua espressione lo faceva sembrare più vecchio di quello che doveva essere. Carlotta si avvicinò, stranamente quella persona gli dava l'impressione di essere buona e gentile, si appoggio alla terrazza nel suo stesso modo e si mise a fissare il panorama < sei qui anche tu per il consiglio di Re Elrond?> <si> <il mio nome è Carlotta>
< io sono Aragorn> < Frodo mi ha parlato di te, tu sei il Granpasso che li accompagnati fino a qui>
< Che cosa succederà dopo che avranno deciso cosa farne dell'anello?> continuò lei < immagino che dovremo partire per distruggerlo> < deve essere un peso enorme per Frodo doverlo portare...> < si non so per quanto ce la farà> In quel momento sentirono in lontananza suonare una campana.< questo è il segnale per il consiglio di Elrond>disse Aragorn, così i due si diressero verso il luogo dove si sarebbe tenuto. Aragorn camminava in fretta e in pochi minuti lui e Carlotta arrivarono nel grande spiazzo all'aperto dove già si trovava Elrond circondato da molte altre persone silenziose. Granpasso si sedette e fece gesto a Carlotta di venire accanto a lui. Dopo pochi secondi giunsero Gandalf, Frodo e un altro hobbit anziano che lei non aveva mai visto. Erlond presento a Frodo tutte le persone che prendevano parte a quel consiglio così silenzioso. Vicino a Glòin sedeva suo figlio Gimli, Accanto all ' elfo Glorfindel vi erano molti consiglieri del re, c'era anche un uomo chiamato Boromir che veniva dalle terre del sud. Non molto Lontano sedeva Legolas e Carlotta si senti stranamente felice e rassicurata nel vederlo li.
Il consiglio andò avanti per lungo tempo, si parlò della situazione nel mondo e di quello che avrebbero potuto fare per liberarsi dell'anello, Elrond narrò di Sauron e degli anelli del potere, di quando furono forgiati, nella seconda era del mondo arcaico. Parlò di Isildur e di quando si impadronì dell'anello, tutti quanti ascoltarono interessati quello che diceva ma dai loro volti traspariva la paura che provavano per quello che sicuramente li attendeva.
Il consiglio stava giungendo al termine, si era deciso che una compagnia formata da dieci elementi avrebbe portato l'anello fino alla terra di Mordor per poi distruggerlo nel Monte Fato, unico luogo dove poteva essere eliminato. Furono decisi i nove valorosi che avrebbero fatto parte della compagnia, Frodo, Sam, Pipino,Merry, Gandalf, Gimli, Boromir, Legolas e Aragorn. < chi sarà il decimo componente della compagnia?>chiese impaziente Boromir < Lei > rispose Elrond indicando con un cenno della mano Carlotta, gli sguardi di tutti si voltarono verso di lei < Lei? Ma è una ragazza, non farà altro che intralciarci!>disse indignato e stupito Boromir < non ho intenzione che rovini la missione perché è una palla al piede!> continuò Gimli, < mi occuperò io di lei!> disse Legolas che si era subito alzato in piedi < farò in modo che non ci intralci, la difenderò io, non sarà un intralcio per la missione> la compagnia guardò stupita Legolas, nessuno si era aspettato una reazione tale da parte del freddo e distaccato elfo < mi occuperò anch'io di lei> disse Aragorn che era seduto vicino a Carlotta < ti difenderemo noi Anaròn> le sussurrò all'orecchio.
Carlotta non capì cosa disse ma in quel momento il consiglio si sciolse e Aragorn si alzò e se ne andò. Passarono alcuni giorni, non partirono subito, ma quel momento arrivò comunque inesorabile.
La sera prima, Carlotta sedeva sulla fontana dove aveva guardato le stelle con Legolas,lui la raggiunse, e vide che guardava il cielo e cantava qualcosa

Tre ai re degli elfi sotto il cielo che risplende
Sette ai principi dei nani nelle lor rocche di pietra
Nove agli uomini mortali che la triste morte attende
Nella terra di Mordor dove l'ombra cupa scende
Uno all'oscuro sire nella sua reggia tetra
Un anello per trovarli un anello per ghermirli
Un anello per domarli e nel buio incatenarli


< questo è un antico poema elfico, come fai a conoscerlo?> < me lo ha cantato il salice... noi andremo a Mordor vero?> < si> < moriremo?> < non lo so> < io non so difendermi, avevano ragione Boromir e il nano a dire che sarei solo un peso per voi...> < Ti insegnerò a tirare con l'arco> < grazie... ti prego non lasciarmi sola> < gli alberi mi hanno detto quello che succederà...
ci separeremo, uno di noi tradirà e pagherà per questo, uno di noi morirà ma poi tornerà in vita, ci sarà una battaglia in cui gli alberi stessi combatteranno contro un bianco traditore e poi porteremo l'anello nella terra di Mordor, questo è quello che so> < io non ti lascerò mai sola, ti proteggerò io> Carlotta guardò Legolas con occhi pieni di gratitudine < grazie>





 
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COMMENTI:
Trovato 1 commento
astra64 - Voto: 08/09/17 12:53
Bella mi piace molto
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