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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Kuroshitsuji
Titolo Fanfic: AKU NO FUJIN
Genere: Azione, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: revy-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/03/2010 18:27:43

Dopo Ciel e la lotta contro la regina Vittoria per Sebastian è tempo di trovare una nuova anima da divorare...
 
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YES, MY LADY
- Capitolo 1° -

Salve a tutti!!! È da un bel po’ che non pubblico qualcosa…
Purtroppo l’ispirazione mi aveva abbandonata, ma invece ora eccomi qui con una nuova fanfic ^^
Sta volta mi cimento con qualcosa su Kuroshitsuji.
(me incrocia le dita) spero davvero che possa piacere a qualcuno e che vogliate lasciarmi un commentino ^^’
Allooooooora ISTRUZIONI PER L’USO
-Ciel è bello che morto
-non sono trascorsi molti anni da quando Sebastian serviva il conte
-la regina è sempre lei: Vittoria U_U

Vi preeeeeeeego se faccio qualche errore perdonate la mia sbadataggine ç_ç
Bene, credo di aver detto tutto… buona lettura ^^

P.S. questo capitolo lo dedico alla mia amica Angy (Kaori Aihara) che mi ha dato l’ispirazione quella notte di pochi giorni fa XD
Grazie milleeeeeeeeeeeeeee ti vojio bene spero ti piaccia ^^



Se ne stava nella sua stanza, la contessa Alisa d’Angelo, a contemplare il paesaggio circostante la sua villa. A fare da sfondo all’edificio vittoriano c’erano il giardino ben curato e la campagna circostante. Il bell’abito azzurro fasciava perfettamente il corpo della quattordicenne, dandole un aspetto più adulto. Gli occhi verdi scrutavano intensi un uccello che eseguiva complicate evoluzioni in cielo. I capelli neri ricadevano sciolti lungo la schiena e arrivavano fin sopra il sedere.
Si alzò sospirando e sedette alla scrivania di mogano, piena di scartoffie, penne e inchiostro.
Stufa di controllare e firmare documenti. Suonò un campanello.
Dalla cucina subito uno dei maggiordomi si mosse verso lo studio della sua padroncina.
-ha chiamato my Lady?- domandò con voce suadente inchinandosi.
Subito la ragazza si chiese se la sua voce facesse lo strano effetto di provocare dei brividi lungo la schiena solamente a lei. Alzò lo sguardo, senza lasciar trasparire nessuna emozione, e venne immediatamente catturata dal sorriso diabolico di quell’uomo.
Poteva sembrare un comune maggiordomo di vent’anni, alto, dai capelli leggermente lunghi neri e gli occhi color cremisi, ma lei sapeva che non era così.
-Sebastian mi è venuta fame. Portami qualcosa da mangiare, magari una fetta di torta-
Sebastian sorrise e si inchinò nuovamente –Yes, my Lady-
Alisa si alzò non appena il suo servo se ne fu andato e si mise nuovamente a guardare la campagna.
Ricordava perfettamente il giorno in cui lo aveva visto la prima volta.
Aveva 10 anni ed era appena stata cacciata dalla sua stessa casa dagli zii che avevano lasciato lei e i suoi genitori in disgrazia. Loro, dopo nemmeno poche settimane erano morti lasciando una povera bambina da sola in mezzo a una strada in una città grande come Londra.
Venne raccolta pochi giorni dopo da un uomo basso e robusto che la portò in un locale dove le diede da mangiare a da bere e la fece cambiare da altre ragazze di poco più grandi di lei. Tutte avevano un vestito lungo cui la scollatura lasciava intravedere però molto del decolté.
Ricordava che l’avevano vestita allo stesso modo e la notte invece di farla dormire l’avevano tenuta con loro e a un certo punto l’avevano lasciata a un omaccione che le aveva fatto delle cose che aveva classificato come orribili.
Una di quelle notti stava piangendo in una delle stanze del locale quando aveva sentito un vento forte provenire dalla finestra che si era spalancata.
Seduto sul davanzale, con le gambe accavallate e coperto quasi interamente dalla tenda leggera, c’era un’ombra che la guardava.
-piccolina te ne vuoi andare da questo posto?- chiese la voce seducente
Lei lo scrutava diffidente.
-vuoi farla pagare a tutti quelli che ti hanno fatto male?- domandò ancora.
Lei trattenne il respiro. Lo voleva?
-vuoi essere libera da questo obbligo?-
Questa domanda era facile. Si.
-se lo vuoi. Vieni con me, stringi il patto e tu non vivrai più questo… inferno-
Alisa vide un ghigno da dietro la tenda. Allungò la mano titubante, poi la ritrasse e la lasciò cadere lungo un fianco.
-va bene- scandì con la sua voce anche bassa e un po’ rauca –stringerò il patto-
Subito dopo lui si era alzato e le aveva teso la mano, prendendola in braccio e portandola via con lui.
Il giorno dopo sulla sua spalla destra aveva trovato uno strano simbolo, identico a quello che aveva Sebastian sul dorso della mano destra.
Si riscosse dai propri pensieri quando vide il maggiordomo entrare e posare una fetta di torta di mele sulla scrivania.
-puoi andare. Ora non ho bisogno di nulla- disse la ragazza freddamente
-certo. Le ricordo però che oggi arriva l’ospite mandato dalla regina-
Alisa sbuffò infastidita. Erano due anni che aveva ripreso quella vita, che se pur inutile e monotona le apparteneva, e non aveva odiato mai così tanto una cosa inutile come quella: le cene di cortesia.
-bene. avvisami quando sarà arrivato- si sedette sull’elegante sedia di velluto rosso e gustò con calma ogni boccone di quel dolce. Quando venne l’ora, venne chiamata.
-scusi l’insolenza- disse Sebastian aiutando la giovane a infilare l’abito di delicato raso azzurro scuro –ma continua a pensare che farvi vestire la una cameriera anziché un maggiordomo sia più decoroso per una nobildonna-
La ragazza sbuffò ancora: il bustino la stava uccidendo.
-ne abbiamo già parlato mi pare. Non voglio che altri vedano il segno del contratto-
Sospirò; che fastidio gli abiti da cerimonia.
Non appena fu pronta, scese dalla camera da letto e si recò nella sala da pranzo.
Era stato tutto finemente decorato e la cena stava per essere servita sul lungo tavolo che percorreva l’ampia stanza di lungo.
L’ospite attendeva alla fine della scala. Un uomo sulla trentina dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
-benvenuto nella mia casa- disse non appena si trovò di fronte al biondo. Fece un inchino e lui le prese delicatamente la mano e la baciò.
-il piacere è tutto mio, Lady d’Angelo. Il mio nome è Ryan Carter e come saprete sono qui per fare un sopraluogo per la nostra regina. Purtroppo si sono verificati troppi strani incidenti in questi ultimi mesi e Sua Altezza è molto preoccupata-
Alisa sorrise gentile e guidò il signor Carter a tavola.
-cielo è terribile. In che circostanze sono avvenuti questi strani avvenimenti?-
-nessuno la sa con certezza. Si sa per certo che tre uomini sono stati trovati morti, uno dopo l’altro, a distanza di un giorno l’uno dall’altro. Non vorrei impressionarvi continuando a parlare di queste cose-
-oh non si preoccupi, prego continui-
-molto bene. queste tre persone sono state trovate sgozzate. I loro corpi erano nudi e legati al letto. Ogni petto aveva inciso nella carne un numero diverso. Sia io che i poliziotti che si occupano del caso siamo davvero preoccupati, anche se non vorrei dirlo. E la cosa turba maggiormente sapendo che questo luogo si affaccia in un quartiere impraticabile la notte-
-sono certa che farete un ottimo lavoro. Sia per sicurezza mia e dei poveri cittadini che la serenità di Sua Maestà la regina Vittoria- sorrise. Un sorriso rassicurante, ma allo steso tempo raggelante.
-vogliate scusarmi, devo assentarmi per un istante-
Alisa si incamminò verso il corridoio e si chiuse alle spalle la porta poggiandovisi contro. Proruppe in una risata da prima più leggera per farmi poi sempre più forte.
Intanto Ryan dalla stanza stava sentendo tutto.
“maledetta mocciosa. Non ti ho preso a schiaffi solo perché sei ancora una bambina, ma fammi arrabbiare e non risponderò più di me”
Appena si fu calmata Alisa prese fiato e si accorse che Sebastian la stava osservando, il solito ghigno sul volto pallido e bellissimo.
-mi dispiace disturbare il suo divertimento, ma stiamo per servire il dolce e senza di lei non possiamo concludere il pasto-
-certo, arrivo immediatamente-
La contessa si sedette nuovamente e sorrise cordiale
-spero che la cena sia di vostro gradimento, Signor Carter- disse
-devo dire impeccabile, Contessa, ma sa- iniziò –avrei la curiosità di visitare la vostra bella villa in vostra compagnia-
-sarà un piacere esaudire il vostro desidero-
I due subito dopo aver concluso il pasto fecero come programmato. Visitarono molte stanze adibite a studi, biblioteche, camere da letto, la cucina per poi arrivare in quelli che erano gli appartamenti della ragazza: la sua personale stanza da letto e il suo studio.
-spero che la mia dimora sia di vostro gradimento. Sarei ben felice di ospitarvi ancora qui. Attendete prego, faccio portare qualcosa da bere, andrebbe bene un buon vino? O preferite qualcos’altro?- chiese
-benissimo il vino, my Lady-
Alisa uscì e chiamò Sebastian
-porta del vino per il Signor Carter e dello champagne per me. Credo che il nostro ospite abbia bisogno di stendere i nervi-
-Yes, my Lady- il maggiordomo sparì e lei rientrò nello studio. Non vedendo l’uomo si diresse verso la camera da letto.
Lo vide affacciato alla finestra e le prese un moto di antipatia.
-non sa che è maleducazione entrare nella camera di una signora senza il suo permesso?-
Lui la prese per i polsi velocemente e la buttò sul letto.
-lei non lo sa che non si ride degli ospiti? O se ne sparla? Dovrebbe imparare le buone maniere sa? I suoi genitori non hanno fatto per nulla un buon lavoro-
Mentre lo diceva i avvicinò al suo volto, leccandole un lobo dell’orecchio.
-ragazzina impudente. Ti serve proprio una bella lezione- si mise meglio a cavalcioni su di lei.
Alisa sospirò per la terza volta in quella giornata, o forse era la quarta. Ryan le strappò violentemente il vestito, scoprendole il braccio destro e la spalla.
La contessa ghignò, aumentando la rabbia dell’uomo.
-Sebastian, sono qui- disse tornando seria.
Il vassallo della regina si sentì prendere da dietro e sbattere al muro. Il maggiordono si mise subito fra lui e la ragazza che si era messa a sedere e aveva indossato la giacca che Sebastian le aveva dato asciando comunque scoperto il marchio del contratto.
-spero di non avere interrotto nulla o di non essere arrivato troppo tardi- disse ironico.
-no, ma saresti potuto arrivare anche prima. Ho rovinato un abito accidenti-
-attenzione alle parole signorina- ridacchiò
-certo- si rivolse all’ospite –uomo impudente. Ti serve proprio una bella lezione- lo congelò con lo sguardo.
-Sebastian- disse solamente. Il maggiordomo morse leggermente il guanto bianco sistemandolo
-Yes, my Lady-
Prese per il collo della camicia il signor Carter
-se ci sono io, nessuno toccherà la mia signorina-
Alisa percepì un tuffo al cuore. Quel “mia” era stato davvero un colpo basso.
-come diavolo hai fatto? Credevo fossimo soli in tutto il piano e lei non ha urlato-
-io so quando la mia padrona ha bisogno di me. Non sarei degno di servirla altrimenti-
-ma tu chi sei?!-
-io? Sono solo un diavolo di maggiordomo- disse Sebastian con la voce più serafica del mondo.
Lei osservò distrattamente il suo maggiordomo finire il lavoro con l’ospite, poi si sollevò e lo fermò. Del signor Ryan Carter non ebbero più notizie.
-state bene signorina?- chiese. Annuì, Alisa, con lo sguardo leggermente perso nel vuoto. Si coprì per bene e si diresse verso la camera vicina alla sua seguita dal maggiordomo.
-posso chiedere cosa state facendo?-
-vado a dormire in un’altra stanza, no? O credi che starò tutta la notte li?- disse alludendo ai fatti di poco prima.
Lui sorrise e ghignò. Si avvicinò veloce e prese la ragazza in braccio. Aveva notato che nonostante le sue esperienze passate, certe cose la scuotevano e non poco.
-ma che diavolo fai?! Mettimi subito giù!- urlò
-mi dispiace, ma non posso farlo. Ho notato che camminavate in modo malfermo potreste avere qualche distorsione-
-le mie gambe e le mie caviglie stanno benissimo e ora mettimi giù! È un ordine-
Sebastian la posò a terra delicatamente, ma non appena ebbe fatto un passo Alisa si dovette tenere al muro.
-signorina, lasciate che sia io a portarvi nella stanza- disse. Lei non rispose si limitò ad avvicinarsi ed allargare leggermente le braccia.
Con il solito sorriso-ghigno stampato sul volto, la prese tra le braccia e la portò nella stanza più vicina accertandosi poi che lo stato fisico della signorina fosse davvero ottimale.
-non avete nulla per fortuna- concluse
-te l’avevo detto. È solo la stanchezza per il troppo lavoro-
-certo. Domani a che ora vuole che la svegli?-
-che impegni ho la mattina?- chiese
-siete invitata a pranzo al palazzo della Duchessa Maria-
-fantastico- sussurrò sarcastica –svegliami poco prima. Non voglio assolutamente essere disturbata prima di allora, chiaro?-
-Yes, my Lady-
Dopo essersi cambiata si infilò sotto le coperte e attese che il maggiordomo avesse spento tutte le luci tranne il lume per andarsene.
-Sebastian- chiamò poi, alle sue spalle –resta con me per sta notte-
Sebastian sorrise –come volete-
Si avvicinò al letto e vi si stese sopra avvolgendo con un braccio l’esile corpo della ragazza
-questo non è molto decoroso per una nobildonna- disse divertito
-taci e dormi. Sono stanca-
Alisa si addormentò quasi immediatamente con il suo “diavolo di maggiordomo” a vegliare sui suoi sogni e incubi.

 
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VOTO: (2 voti, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
fan3000 - Voto: 09/05/10 19:05
davvero bella!!!
anke se non c'è ciel . . .
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

kaori96 - Voto: 27/03/10 18:34
... Arigatou Gozaimasu, tesoro! ^^
Leggere quel “Yes, my Lady” detto da Sebastian è.. *ç*
Il capitolo è veramente stupendo! Lo adoro! *-*
Quel diavolo di maggiordomo mi piace proprio. ù.ù Bellissimo anche il finale!
Complimenti! E Grazie mille ancora! Anche io ti voglio bene! ^^
Kiss *-*
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