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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: Il Fiore di Pietra
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: bedhness galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/03/2010 18:57:13 (ultimo inserimento: 01/06/11)

Questa è la mia prima Fanfic.Spero che sia di vostro gradimento
 
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NEMICI
- Capitolo 1° -

1.Nemici

Syrya aveva la schiena appoggiata ad un grosso tronco d’albero e girava e rigirava l’amuleto d’oro che aveva fatto a mo di collana.
Quell’amuleto era l’unica cosa che le rimaneva di suo padre,partito per combattere contro i Demoni dell’Occidente nella battaglia di Costwen.Battaglia inutile,pensava Syrya.Non avrebbero comunque potuto vincere. I Demoni disponevano di un arma potente.
Forse molto più potente di tutte le altre.Nessuno sapeva di cosa si trattasse,solo che era qualcosa che non poteva essere distrutta da comuni armi umane.Secondo gli Antichi Saggi ci voleva un arma che si trovava ai Confini con il Mondo dei Vivi e il Mondo dei Morti e delle anime Perdute. Quest’ultimo,però,era irraggiungibile per gli umani. Syrya sospirò,esponendo l’amuleto alla luce della Luna,mentre una brezza invernale le scompigliava i capelli candidi. Così,quella collana aveva il colore dei fiori a Primavera.
Giallo,rosa,bianco...non sapeva con precisione come suo padre riuscì ad avere quella gemma tanto preziosa che valeva quanto un castello
Lui le diceva solo di averla trovata su un campo di battaglia.
-L’ ho presa ad uno di quei Demoni.Per te!-diceva e lei era felice.
Le piaceva pensare che ora anche lei possedeva qualcosa che aveva resistito ai Demoni,qualcosa di indistruttibile come la speranza che i saccheggi,le invasioni e quell’insulsa guerra finissero.Era per questo che si era allenata a usare la spada,i pugnali e l’arco.
Voleva andare in Battaglia.Voleva aiutare suo padre,uccidere i Demoni e tornare finalmente a vivere in pace.Spesso da piccola si era immaginata tra le prime file dell’esercito,accanto a suo padre.Solo questo le interessava. Anche se poche erano le probabilità che facessero entrare una donna tra la Resistenza.Ma Syrya era determinata.Non aveva intenzione di chiudersi in casa.Voleva combattere,rimanere attiva nella vita.Le piaceva sentire i muscoli che si flettevano,mentre si esercitava lì,in quel luogo dove era ben visibile la Luna.Quello era l’unico luogo in cui poter stare in pace con se stessi e con la Natura.Estrasse con le mani affusolate il piccolo flauto di canna di bambù, accostò le labbra al piccolo ovale a sinistra del flauto e soffiò delicatamente.Il suono dolce del flauto si diffuse per tutta la foresta,scotendo le foglie degli alberi.Lo faceva sempre,tutte le sere. Suonava per tranquillizzarsi e per riposarsi dopo l’allenamento.
Mentre suonava si dondolava leggermente avanti e indietro.
A quel dolce suono s’intrecciò quello di uno sbattere energetico d’ali rosse e il verso acuto di un uccello cullato dalla dolce musica dello strumento,mentre i suoi occhi fissavano il gioiello al collo della suonatrice. L’aveva trovato.Ora poteva tornare da lei.
Un padiglione enorme,circondato da Tenebre e una finestra d’oro alla sua sinistra,da cui filtrava la luce della Luna.Il pavimento interamente coperto di piastrelle nere e sul lato destro un grande candelabro con una candela accesa che illuminava immagini di guerra e di persone divorate dal fuoco.Al centro un grande trono coperto da ragnatele,circondato d’oro e di diamanti scoloriti e coperti di polvere.E una donna, con la testa incappucciata con in mano una sfera nera e una tunica che le scendeva fino ai piedi,seduta sul trono che lo guardava con disprezzo
-Bene,sei tornato – disse ridendo
L’uccello emise un grido acuto e,pian piano,le sue ali andarono trasformandosi in due braccia umane,mentre la sua pelle assumeva un colorito naturale.Si inginocchiò dicendo
-Mia Signora…
-Parla.L ’hai trovata?- chiese lei
Il ragazzo la guardò di sottecchi –Si,mia Signora- rispose sorridendo
-Bene – la donna scoppiò a ridere –E com’è?– continuò guardandolo
-Le somiglia - rispose lui
Avuta questa risposta,incamminandosi verso la parte sinistra della stanza che cominciò a tastare con le dita scheletriche come a voler spingere il muro verso l’esterno con le sue sole forze.
Il ragazzo si alzò lentamente,guardandola.Quella donna lo metteva in soggezione e non si spiegava il perché.Sapeva che,sotto il suo corpo scheletrico e dolorante,si nascondeva un grande potere ma ancora non riusciva capire come una vecchietta come lei potesse evocare incantesimi potenti come quello che aveva usato per salvarlo,senza che il suo corpo non cedesse.Già,lei lo aveva salvato.Aveva poco più di dieci anni, quando la sua casa era stata assalita dagli abitanti del villaggio vicino.Suo padre era impegnato in guerra,sua madre arava i campi,mentre lui giocava al fiume lì vicino,quando delle urla risuonarono nell’aria.Lui spaventato corse tra le braccia della madre che lo trascinò in casa,poco prima che gli abitanti sfondassero la porta gridando morte.Era terrorizzato.La madre lo spinse sotto una coperta gridando agli abitanti di andarsene di non disturbarla.Ma le sue parole furono vane.Lei fu uccisa e il figlio braccato.Il bambino gattonò fino alla porta passando sotto le gambe degli assalitori e cominciò a correre verso la Foresta,seguito dagli abitanti del villaggio.Piangeva e gridava.Cadde stremato e ansimante.
Gli abitanti del villaggio gli erano sopra,quando una luce accecante lo investì,mentre parole a lui sconosciute rimbombavano nell’aria.Quella magia aveva fermato i suoi inseguitori.
Davanti le era apparsa la sua salvatrice Kenja.Si,lei l’aveva salvato e lui gli doveva obbedienza e lealtà assoluta.
L’aveva promesso.
Un rumore lo riscosse dai suoi pensieri.
Kenja ora lo guardava,movendo le labbra.Il ragazzo non capiva quello che stava dicendo,ma di sicuro era un incantesimo e,a giudicare dal tempo che ci voleva per pronunciarlo,doveva essere molto potente.Mille lampi di fuoco nero circondarono la sfera che la donna portava in mano,mentre lei chiudeva e apriva gli occhi come scossa da un fremito.Ora i lampi avevano formato una piramide che si apriva a poco a poco.Kenja allargò la bocca pronunciando:
-Tekgjodes oj Higthur
La piramide si spalancò completamente e vi uscì la lama di un pugnale di rame contornato da fili d’argento
-Tojyhmen
I lampi di fuoco si dissolsero.Kenja impugnò delicatamente il pugnale e glielo porse facendo luccicare la lama avvelenata.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
telesette - Voto: 06/06/10 01:13
Una storia veramente molto bella, complimenti !!!
^___^
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Rif.Capitolo: 1
bedhness
02/04/10 20:57
Ti ringrazio
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Rif.Capitolo: 1
bedhness
02/04/10 20:56
Ti ringrazio
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
sillygirl - Voto:
25/03/10 23:06
mi ha incuriosito parekkio, non vedo l'ora di leggere il resto ^_^
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