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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: TU COSA DESIDERI?
Genere: Azione, Avventura, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: ubbo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/03/2010 19:30:26

Stanotte alle due in punto davanti all’ingresso della Sala Comune di Serpeverde, una passaporta ti condurrà a destinazione.
 
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- Capitolo 1° -

Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright. Tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi assolutamente casuale.


* * *



Tu Cosa Desideri?



Harry sorrise leggendo i biglietti d’auguri di Ron e Hermione, come al solito si erano ricordati del suo compleanno e avevano fatto in modo di fargli trovare i loro regali già al suo risveglio. A causa del caldo Harry dormiva sempre con la finestra aperta d’estate e Leo, che ora sonnecchiava beato nella gabbia con Edvige, aveva potuto consegnare indisturbato i pacchetti durante la notte. Ron e Hermione avevano messo insieme le loro risorse e gli avevano regalato un vero boccino da competizione, una confezione maxi di dolci di Mielandia e, sicuramente idea di Hermione, una cornice magica che mostrava in sequenza una serie di foto di loro tre insieme scattate negli anni fin da quando si erano conosciuti, con un piccolo 16 rosso incollato in un angolo e sul retro la scritta Saremo sempre al tuo fianco, Ron & Hermione.
Sentendo dei rumori provenire dalla cucina Harry si affrettò a nascondere biglietti e regali sotto l’asse mobile del pavimento sotto il letto, poi scese a fare colazione insieme ai suoi zii e suo cugino.
Quella sera, quando tutti furono andati a dormire, Harry si infilò nuovamente sotto il letto per recuperare il suo piccolo tesoro, ma una volta smosso l’asse si accorse di uno strano bagliore biancastro proveniente dall’interno che quella mattina non aveva notato a causa della luce. Harry strisciò ancora un po’ verso il buco fino a riuscire ad infilarci parte del viso e vide che il bagliore proveniva da una boccetta di vetro contenente un ricordo con un serpentello d’oro avvolto attorno.
Non appena fece per afferrarla il piccolo rettile prese vita, -Fermati.- gli ordinò -Sono il guardiano di questo ricordo e morderò chiunque non sia il figlio o il compagno della mia Padrona. Il mio veleno è letale.-
-Chi è la tua padrona?- sibilò Harry colto leggermente alla sprovvista.
-Lily Evans.-

* * *


-Devo mostrarvi una cosa, ma non dovete farne parole con nessuno.- disse Harry a Ron e Hermione non appena si furono chiusi la porta della camera alle spalle. Era trascorsa quasi una settimana dal suo compleanno quando finalmente Ron gli aveva scritto che l’indomani sarebbero andati a prenderlo e ora, finalmente, si trovava alla Tana con lui e Hermione. Aprì il suo baule e recuperò la boccetta che aveva trovato sotto l’asse, poi la poggiò sul letto in modo che gli altri due potessero vederla.
-Sembrerebbe un ricordo.- commentò Ron.
-Un ricordo molto importante se è addirittura protetto da un guardiano.- osservò Hermione chinandosi leggermente per guardare meglio il serpente.
Gli sguardi di Harry e Ron schizzarono su di lei alla velocità della luce, -Come fai a sapere che quello è un guardiano?- esclamò Harry.
Hermione lo fulminò con un’occhiataccia ed Harry ebbe il buon gusto di non replicare.
-Ti ha già parlato?- domandò lei, subito dopo, riportando la sua attenzione sulla piccola ampolla.
Harry fece un cenno di assenso.
-E ti ha detto chi gli ha ordinato di sorvegliare il ricordo?- chiese ancora.
Harry fece un altro cenno di assenso, poi sollevò la boccetta e se la rigirò fra le dita. -Mia madre.- disse in un soffio.
Per qualche secondo nella stanza regnò il più assoluto silenzio, poi Harry sentì Hermione sedersi accanto a lui sul letto e attirarlo in un abbraccio come farebbe una madre col proprio figlio. -Vedrai che troveremo il modo di procurarci di nascosto un pensatoio.- gli disse con voce morbida.
-Sì, amico.- aggiunse Ron stringendogli una spalla -Domani Fred e George verranno qui, sai com’è, la mamma ci tiene che la domenica tutta la famiglia pranzi insieme. Comunque, se c’è qualcuno in grado di procurarci qualcosa senza che nessuno lo sappia, quelli sono loro.-

* * *


-Grandi notizie!- disse Ron a Harry e Hermione appena ebbe finito di leggere il messaggio che un gufo gli aveva appena consegnato -Fred e George hanno finalmente trovato un pensatoio! Ci sono volute più di due settimane, ma alla fine ce l’hanno fatta!-
-Davvero?!- esclamò Harry felice -Grandioso!-
-Già!- confermò Ron -Te lo porteranno domenica quando verranno qui per pranzo.-
-Domenica?!- mugugnò Harry sconsolato, lasciandosi cadere disteso a terra sul prato accanto Ron e Hermione -Ma oggi è solo venerdì mattina!-
-Suvvia, Harry…- lo blandì Hermione -qualche giorno in più non ti ucciderà.-
Harry le lanciò un’occhiataccia, facendole chiaramente capire che quell’osservazione non aveva migliorato il suo stato d’animo, ma Hermione non parve minimamente intimorita e continuò a sorridergli bonaria.

* * *


-Finalmente.- sospirò Harry poggiando il piccolo bacile di pietra sul pavimento nel centro della camera in cui dormiva insieme a Ron, poi recuperò l’ampolla dal suo baule dove l’aveva nascosta, -Mi lasceresti vedere il ricordo?- sibilò al piccolo serpente d’oro che riprese vita immediatamente.
-Certamente, Padrone.- rispose lui scivolando sulla sua mano fino ad avvolgersi intorno al polso e tramutarsi in un gioiello.
Harry si inginocchiò davanti al pensatoio, stappò la boccettina e vi rovesciò all’interno il contenuto bianco e vorticante, fece per immergersi, ma all’ultimo istante si tirò indietro. -Verreste con me?- sussurrò fissando Ron e Hermione con sguardo leggermente implorante, non sapeva perché, ma non voleva affrontare quella cosa da solo. I due gli sorrisero rassicuranti e si inginocchiarono a loro volta intorno al bacile, poi si presero per mano e allungarono entrambi l’altra ad afferrare quelle di Harry.
Uno dopo l’altro si immersero nel ricordo e ricomparvero in una camera da letto, dai colori sobri e caldi.
In piedi, davanti a loro, c’era una donna di spalle, i lucidi capelli rossi le arrivavano quasi a metà schiena e la veste verde scuro rivelava dei lineamenti morbidi e delicati. Quando la donna si voltò verso di loro gli sorrise, mostrando con orgoglio il piccolo che dormiva serenamente fra le sue braccia avvolto in una piccolissima tutina verde chiaro. -Ciao, Harry.- disse -Sono la tua mamma e questo sei tu… sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.- fece un piccolo sospiro, poi riprese a parlare con voce più triste -Se stai guardando questo ricordo significa, quasi sicuramente, che io ho fallito e che sono morta.-
Hermione sospirò premendosi le mani sulla bocca, ma rimase in silenzio in modo da ascoltare il discorso della donna.
-Molto probabilmente Silente ha fatto in modo che crescessi in casa di mia sorella, isolato dall’intero Mondo Magico e, nel momento in cui hai compiuto undici anni, è venuto a riprenderti per portarti a Hogwarts e insegnarti a vedere le cose dal suo punto di vista. Tutti ti avranno sicuramente raccontato di quanto James e io fossimo innamorati e felici insieme e ti avranno ripetuto mille volte che sei uguale a lui.- fece un altro sospiro guardando il bambino fra le sue braccia con aria malinconica per un momento, poi rialzò lo sguardo verso l’Harry sedicenne -Tutto questo, Harry, non è vero. Sono tutte menzogne.-
A quelle parole Harry si sentì franare la terra sotto i piedi, incapace di comprendere come fosse possibile una cosa del genere. Ron dovette accorgersene perché lo guidò fino a un divanetto a un paio di passi di distanza e lo aiutò a sedersi, prendendo posto acanto a lui insieme a Hermione.
Lily riprese a raccontare, -La verità è che io non ho mai ricambiato l’ossessione che James aveva sviluppato per me, l’ho sempre ritenuto un bastardo arrogante e presuntuoso. Quando frequentavo Hogwarts il mio unico vero amico era Severus. Lui era un ragazzo molto schivo e introverso, fin troppo spesso maltrattato ingiustamente, ma con me è sempre stato leale e presente, con lui potevo palare di qualunque cosa e ci capivamo l’un l’altra con un solo sguardo. Quando lui ha deciso di unirsi al Signore Oscuro io sono andata con lui e quando ho visto Tom di persona… mi sono innamorata perdutamente di lui. Bastava un solo sguardo per restare abbagliati dal suo potere e dal suo carisma, i suoi occhi sapevano essere tanto gelidi e spietati, quanto caldi e rassicuranti, era un vero leader e un uomo eccezionale, oltre che bellissimo.-
Harry era sempre più sconvolto da quelle rivelazioni e non riusciva a fare altro che restare completamente paralizzato e senza parole seduto su quel divanetto con Ron e Hermione al suo fianco scioccati quanto lui.
-La fortuna ha voluto che, dopo poco tempo, anche Tom ricambiasse i miei sentimenti. Diventai la sua compagna e quello fu il periodo più bello di tutta la mia vita. Quando scoprii di essere incinta Tom era via insieme a Lucius e Severus per trattare con i giganti e trovare un alleanza con loro. Ogni sera restavo per ore seduta davanti al caminetto immaginando che faccia avrebbe fatto alla notizia di stare per diventare padre, ma purtroppo non riuscii mai a vedere quell’espressione.-
Harry vide gli occhi di sua madre farsi lucidi, pieni di tristezza. La vide piangere per qualche minuto, impotente su quel maledetto divanetto, poi la giovane donna si riprese e continuò.
-In qualche modo Silente venne a conoscenza della mia condizione ed ebbe paura di quello che avreste potuto fare tu e tuo padre insieme. Lui ha sempre temuto Tom e il suo potere, credo che fosse semplicemente terrorizzato all’idea di un suo erede, quindi mi fece rapire e mi modificò la memoria in modo che fossi convinta di essere innamorata di James, oltre che sua moglie, e che quindi tu fossi figlio suo. James finalmente aveva il suo trofeo e Silente aveva impedito che tuo padre sapesse che esistessi, poi fece in modo di fargli credere che io in realtà avessi fatto il doppio gioco per tutto il tempo e che lo avessi tradito per James.- Lily sospirò di nuovo, persa in qualche pensiero nostalgico -Tuo padre è un uomo meraviglioso, Harry, ma se c’è una cosa che non tollera in nessun modo sono i tradimenti… Silente lo sapeva e ha giocato bene le sue carte. Inoltre credo che sia riuscito a fargli arrivare la notizia di una profezia che ti indicherebbe come una minaccia per lui. Temo stia cercando di indurlo ad ucciderci.- mormorò triste -In ogni caso il suo piano non aveva tenuto conto di un particolare fondamentale: te. Dentro di te scorre potente la magia del mio Tom e questo mi ha salvata. Qualche giorno fa hai compiuto un anno e quando sono venuta qui in camera a prenderti per la festa di compleanno, invece che trovarti addormentato ti ho trovato seduto nel centro della stanza e tutti gli oggetti che vedi in questo momento stavano lievitando a più di mezzo metro da terra. Ho sentito il potere della tua magia innata, così simile a quella di Tom, scorrermi sulla pelle e risvegliare una parte di me sopita da tempo e ho ricordato. Ho ricordato ogni cosa.-
Lily si alzò e depose il bimbo ormai addormentato nella culla, gli diede un bacio, poi tornò a sedersi sul letto e riprese il racconto.
-Quello che tenterò di fare, Harry, è di fuggire con te e di tornare dal mio Tom in modo da poter riabbracciare l’uomo che amo e permetterti di crescere col tuo vero padre. Sono certa che vedrà la sincerità nei miei occhi. Ho deciso di creare questo ricordo nel caso fallissi, in modo che tu possa un giorno conoscere la verità e prendere il posto che ti spetta al fianco di tuo padre; lo nasconderò a casa di mia sorella e darò ordini al guardiano di permettere solo a te o a Tom di prenderlo.-
Harry la vide alzarsi per recuperare la boccetta di vetro che aveva trovato dai Dursley e stringerla quasi con rabbia.
-Mi sento così in gabbia in questa casa…- mormorò Lily frustrata e avvilita -quando Tom saprà quello che mi hanno fatto, quello che ci hanno fatto, esigerà le loro teste su un piatto d’argento! Ma non sarà facile scappare, tutti quelli che James e io frequentiamo sanno quello che mi ha fatto Silente e chi sei tu in realtà, hanno paura e mi sorvegliano costantemente e… temo che abbiano notato che in questi giorni c’era qualcosa di diverso in me. Ho cercato di inventare una scusa, fingendo di confidare a Molly che credo di essere di nuovo incinta, ma… dubito che mi abbiano creduta.-
Lily stappò la piccola ampolla, diede le istruzioni al serpentello d’oro e si puntò la bacchetta alla tempia. -Spero tanto che tu non debba mai vedere questo ricordo… spero di riuscire a ricomporre la nostra famiglia… solo tu e Tom avete importanza per me… ti amo, mio dolce Harry, e ti amerà anche tuo padre quando saprà la verità.- disse commossa, poi il ricordo svanì in un vortice e Harry, Ron e Hermione si ritrovarono di nuovo inginocchiati intorno al pensatoio nella camera dei rosso.
Ron e Hermione rivolsero uno sguardo cauto a Harry quando questi lasciò andare alle loro mani. Erano sconvolti loro per primi, non osavano nemmeno immaginare cosa stesse provando lui.
Harry era completamente immobile, gli occhi fissi sul pensatoio. All’improvviso lo videro alzarsi per andarsene, ma Ron lo bloccò impedendogli di lasciare la camera, -Lasciami!- ringhiò Harry iniziando a divincolarsi con forza -Ho bisogno di restare solo.- gemette con disperazione.
Hermione si portò davanti a lui, gli prese il viso fra le mani e lo obbligò a guardarla negli occhi mentre Ron continuava a tenerlo stretto per le spalle, -Non puoi rischiare che ti vedano in questo stato, Harry, capirebbero che c’è qualcosa che non va; forse potrebbero addirittura capire che hai scoperto la verità e farti quello che hanno fatto a tua madre.- disse con voce tremula -Non permettergli di farti del male.- sussurrò iniziando a piangere.
-Hermione ha ragione, amico.- aggiunse Ron allentando un po’ la presa -Non correre questo rischio.-
Harry chinò il capo e crollò in ginocchio, sconfitto dalle troppe emozioni. Senza riuscire a trattenersi iniziò a piangere singhiozzando rumorosamente e, quando Hermione si inginocchiò a sua volta di fronte a lui, si aggrappò a lei disperatamente sfogando tutte le sue lacrime e il suo dolore fra le sue braccia. Ron andò a recuperare un fazzoletto, poi si sedette accanto a loro e mise una mano sulla spalla di Harry, stringendola, per fargli sentire che anche lui era lì.
Ron e Hermione avevano lascato che si sfogasse per ore, che piangesse, che gli raccontasse di quello che Silente gli aveva rivelato sulla “profezia”, che tirasse fuori tutta la sua rabbia e il suo dolore, gli erano rimasti accanto senza criticarlo, consolandolo e comprendendolo, poi quando le forze lo avevano abbandonato lo avevano portato fino al letto e si erano distesi accanto a lui abbracciandolo, facendogli sentire che loro erano davvero sempre al suo fianco.
-Che cosa hai intenzione di fare?- sussurrò Hermione.
Harry non rispose subito, si voltò a pancia in su sul letto e cercò di controllare la quantità di pensieri che gli avevano invaso la mente.
-Voglio trovare un modo per incontrarlo e mostrargli il ricordo.- sospirò in risposta.
Ron, alla sua sinistra, si sollevò su un gomito. -Credo di sapere come potresti fare.- disse attirando gli sguardi degli altri due su di sé.

* * *


-Guarda, guarda… Potter, Weasley e Granger… tre Grifondoro che si aggirano soli, soletti per i sotterranei a quest’ora?- strascicò Malfoy fissandoli malevolo mentre Tiger e Goyle lo affiancavano scrocchiando le dita delle mani. Aveva avuto l’impressione che Potter lo avesse fissato costantemente durante tutto il banchetto di inizio anno, ma alla fine aveva pensato di esserselo solo immaginato quando aveva visto i tre rosso-oro uscire dalla Sala Grande subito dopo la cena.
-Devo parlarti.- disse laconico Harry.
Malfoy sbuffò una mezza risata, -Non credo proprio, Sfregiato.- lo liquidò con aria di sufficienza -Occupatevi di loro.- ordinò poi a Tiger e Goyle voltando le spalle ai tre Grifondoro per entrare nella sala comune di Serpeverde.
Malfoy sentì il fruscio di un incantesimo e si ritrovò schiacciato contro una parete da Harry, con un braccio premuto sulla gola e la punta della bacchetta sulla tempia. Con la coda dell’occhio vide che Tiger e Goyle erano stati legati e imbavagliati e ora si agitavano a terra come due grossi vermoni mentre Ron e Hermione li tenevano sotto tiro.
-Forse non mi sono spiegato.- ringhiò Harry in tono basso e controllato -Io parlo, tu ascolti ed esegui in silenzio.-
-Fottiti, Potter!- ribatté Malfoy convinto che la furia che percepiva da Potter fosse solo un bluff -Chi cazzo ti credi di…-, ma non riuscì a terminare la frese perché Harry gli sferrò un pugno in faccia, facendogli sbattere la nuca contro la dura pietra del muro alle sue spalle.
Harry gli afferrò saldamente i capelli per tenergli bloccata la testa e avvicinò la bocca al suo orecchio, -Ti avevo detto di stare zitto, Malfoy.- sibilò velenoso -Ora ascoltami: sappiamo entrambi che tuo padre è un Mangiamorte e che Voldemort l’ha già fatto evadere da Azkaban. Voglio che tu gli scriva e che mi procuri un incontro con Voldemort in persona.- spiegò, poi si spostò in modo da poterlo fissare negli occhi e si dissetò del terrore e della confusione che traspariva da quelli di Malfoy -Ti concedo ventiquattro ore per farmi sapere data, ora e luogo dell’incontro. Vedi di non deludermi, Malfoy, perché, credimi, tu non vuoi scoprire cosa ti succederà se lo farai.-
Malfoy sgranò gli occhi impietrito dalla paura, incapace di riconoscere il suo rivale di sempre. Harry lo lasciò andare e si voltò per uscire dai sotterranei seguito da Ron e Hermione senza degnarlo di una seconda occhiata.

* * *


Un gufo nero bussò alla finestra del suo dormitorio, Hermione andò ad aprirgli e il volatile lasciò cadere il messaggio sul suo letto volando di nuovo via attraverso la finestra.
Malfoy aveva rispettato il termine delle ventiquattro ore.
Stanotte alle due in punto davanti all’ingresso della Sala Comune di Serpeverde, una passaporta ti condurrà a destinazione.

Harry passò il messaggio a Hermione e iniziò a riporre le sue cose nel suo baule.

* * *


-Pensavi che ti avremmo lasciato andare da solo?- gli domandò Hermione. Era quasi l’una e mezzo e Harry era sceso dal suo dormitorio per recarsi all’appuntamento con Malfoy. Ron e Hermione, seduti l’uno accanto all’altra su uno dei divanetti della Sala Comune, lo guardavano determinati.
-Non posso permettervi di correre un rischio simile.- mormorò Harry -Non c’è nessuna garanzia che mi creda o anche solo che mi ascolti. Potrebbe anche uccidermi subito.-
-Non ti stiamo chiedendo il permesso.- disse Ron alzandosi.
-Noi veniamo con te anche questa volta.- aggiunse Hermione trasfigurando i loro mantelli in modo che fossero completamente neri senza più lo stemma di Grifondoro.
Harry li guardò con gratitudine e annuì in segno di accettazione, -C’è ancora una cosa che devo fare prima di andare.-
Hermione prese Ron per mano, -Ti aspettiamo dalle scale del secondo piano.- rispose.

* * *


Il muro di pietra scivolò di lato rivelando loro la Sala Comune di Serpeverde, completamente deserta a quell’ora.
Malfoy li aspettava in piedi di fronte ad un caminetto dalle sculture elaborate, -La passaporta si attiverà fra meno di un minuto.- gli comunicò porgendogli un calice d’argento.
Harry, Ron e Hermione lo afferrarono.
Malfoy aveva ricevuto l’ordine di scortare i tre Grifondoro fino al cospetto del Signore Oscuro, quindi si mise a controllare l’orologio. Lanciò uno sguardo di sfuggita al sacco nero che Potter teneva in mano, ma non osò fare domande sul suo contenuto. -Tre… due… uno.- annunciò e la passaporta si attivò con il tipico strappo all’ombelico.

* * *


-Mi è stato riferito che volevi incontrarmi.- ghignò beffardo Voldemort all’indirizzo di Harry.
Harry, Ron e Hermione erano stati guidati da Malfoy fino ad un ampio salone con Voldemort in piedi al centro e i Mangiamorte disposti lungo le pareti, il biondo si era subito unito a loro, mentre loro tre erano avanzati fino a pochi metri da Voldemort, con Harry al centro fra Ron e Hermione, che stavano di un passo subito più indietro.
Harry lanciò il sacco nero ai piedi di Voldemort, -Dobbiamo parlare.- proferì sicuro.
Voldemort guardò il sacco incuriosito, poi con un gesto elegante della bacchetta fece sciogliere il nodo con cui era legato e fluttuare il suo contenuto a mezz’aria. -Direi che posso concederti qualche minuto.- gli rispose guardando compiaciuto la testa mozzata di Albus Silente, la bocca spalancata in un urlo ormai muto e il sangue ancora gocciolante dal collo. -Seguimi.- aggiunse guidandolo fuori dal salone tra i mormorii increduli dei Mangiamorte.
Voldemort lasciò che Ron e Hermione li seguissero fino alle sue stanze, ma poi ordinò loro di aspettare nell’anticamera mentre lui e Harry discutevano nella stanza accanto. Harry li vide accomodarsi in silenzio in uno dei divanetti, lieto in cuor suo che non fossero dovuti rimanere da soli nel salone con i Mangiamorte, poi seguì Voldemort nella camera con il cuore che minacciava di esplodergli fuori dal petto.
-Ti ascolto.- disse Voldemort sedendosi su una poltrona di broccato verde molto scuro, indicando a Harry con la mano di fare altrettanto.
Harry infilò la mano in tasca e tirò fuori la bottiglietta contenente il ricordo di sua madre, sibilò al serpente alcune parole e quando questo si spostò attorno al suo polso si sedette sulla poltrona davanti a quella di Voldemort. -Vorrei che tu guardassi questo.- disse poggiando la boccetta sul basso tavolinetto che li divideva.
Voldemort notò che Harry sembrava incredibilmente nervoso, adesso; prese in mano l’ampolla e la osservò per alcuni istanti, poi fece lievitare il suo pensatoio da uno dei cassetti della scrivania fino al tavolino e vi rovesciò dentro il ricordo. Lanciò una breve occhiata a Harry per capire se avesse intenzione o meno di entrare con lui nel pensatoio, ma quando vide il suo sguardo fisso sul fuoco del camino comprese che avrebbe fatto quella cosa da solo. Curioso, pensò Voldemort immergendosi, che l’espressione di Harry gli fosse sembrata quasi triste e preoccupata.

* * *


-Hai corso un notevole rischio a venirmi a cercare.- disse Voldemort cercando di rompere il silenzio fra lui ed Harry. Era uscito dal pensatoio da quasi un minuto, ormai, ma quelle erano le prime parole che riusciva a pronunciare, troppo toccato dalle verità che aveva appreso.
-Era un rischio che dovevo correre.- rispose Harry arrischiandosi a guardarlo negli occhi, non li trovò arrabbiati, solo pensierosi.
Voldemort esitò per un istante, -Non ho dubbi sulla veridicità delle parole di tua madre.- chiarì -Ma quello che mi chiedo, Harry, è: tu cosa desideri?-
Harry ci mise un attimo a riscuotersi, troppo preda delle emozioni che stava provando. Infilò nuovamente la mano in tasca ed estrasse un piccolo oggettino a croce avvolto da un fazzoletto, rimosse il tessuto e lo gettò nel fuoco del camino, poi poggiò l’oggetto sul tavolino e lo riportò alle sue dimensioni originali. -Ti ho portato la prima testa.- disse osservando il padre guardare con bramosia la spada di Grifondoro ancora sporca del sangue di Silente -Ora voglio che ci prendiamo tutte le altre.-
Voldemort sollevò nuovamente lo sguardo su di lui, vittorioso. -Ben tornato a casa, figlio mio.-



 
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