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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: The Mortal Instrumenst saga
Titolo Fanfic: CICCIPUCCIA CON ME!
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: eletokietta92 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/03/2010 00:59:46

Alec litiga con un magnus arrabbiato... sarebbe una one shot, ma l'ho divisa perché abbastanza lunga
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

LA MIA MENTE MALATA HA PARTORITO QUESTA COSA.
Alec e Magnus appartengono alla signora (sempre sia lodata) Cassie Clare. Mordred è invece un personaggio mio.
Il fangtasia è un locale gestito da vampiri nella serie di Sookie Stackhouse della sig.ra Harris, dal quale ho solo preso in prestito il nome.
Presidente Miao, mi perdoni se non l'ho citata, ma non ritenevo opportuno che andasse a scassare ai 2 poveri ragazzi. Che poi parlando di Magnus, dire ragazzo è relativo.
Se avete qualcosa da farmi notare, io sono disponibile.




Alec schioccò le labbra. Si stava concedendo più alcool del dovuto. Tanto, al Fangtasia non guardavano se eri maggiorenne o no. Ti davano da bere comunque, bastava essere un Nephilim o un Nascosto.

Un Nascosto. Il cuore gli balzò in petto.

Magnus.
Il suo Magnus.
Le lacrime gli salirono agli occhi. Si erano lasciati da neanche dodici ore e già gli mancava.
Il suo sorriso porcellino, il suo ventre senza ombelico, i suoi capelli neri, i suoi occhi da gatto, i suoi artigli, i suoi glitter.
Quei fottutissimi, ma adorabili glitter.
Maryse impazziva sempre quando li vedeva. Erano loro a dare la conferma che il suo primogenito si vedeva con un Nascosto. Di sesso maschile. Aveva creduto che dopo la battaglia contro Valentine e l'alleanza fra i nascosti le cose sarebbero state più semplici. Ma il problema non stava lì. Magari i nascosti erano visti meglio dopo il marchio “ideato” da Clary. I gay restavano gay.
Non che fosse stato cacciato di casa. Anzi, Robert e Maryse avevano capito e accettato.
Ma gli shadowhunters di Idris l'avevano guardato come uno scherzo della natura, una piaga della loro società.
Solo i cacciatori degli istituti sembravano trattarlo come una persona normale.

Ma cosa importava ora?
Non avrebbe più sentito il sapore delle labbra di Magnus sulle sue. Non sarebbe più stato sbaciucchiato e mordicchiato sul collo. Non sarebbe stato più stretto fra le sue forti braccia.
Non avrebbe più avuto i suoi glitter addosso.

Tutta colpa delle feste di Magnus. Invitava sempre cani e porci a casa sua, e spesso alla chiamata rispondevano solo i secondi.
Ieri sera, aveva organizzato una festa per il fidanzamento ufficiale di Clary e Jace, chiamando a raccolta fate, elfi, vampiri, mannari, shadowhunters e qualche stregone.
Tutto era andato bene, l'orchestra sembrava perfino suonare canzoni decenti. Nessuno era ancora stato trasformato in un animale random, i vampiri non si erano scannati con i mannari e gli shadowhunters si stavano integrando bene.
In compenso, le due... creature... che preparavano le bibite avevano decisamente calcato la mano con l'alcool nei cocktail.
Magnus, che faceva tanto il figo perché aveva ott..settecento anni (cristo santo, peggio delle donne!) se n'era scolato almeno una ventina.
Alec, che per la maggior parte del tempo era rimasto in un angolino buio con lo stesso cocktail che Magnus gli aveva rifilato al suo arrivo, lo aveva osservato per tutta la festa.
Era stato il ventunesimo bicchiere a far “svalvolare” lo stregone.
Si aggirava urlando per la sala: “ALEC, ALEC, MIO AMORE, MIO TENERO CUORICINO SHADOWHUNTER, DOVE DIAMINE SEI?!?”
Alec, per tutta risposta, si era ancora più rannicchiato nel suo spazietto, cercando di diventare invisibile.
Quando gli occhi da gatto di Magnus, con le pupille dilatate dall'oscurità e dall'alcool, si erano posati sui suoi, capì che il suo tentativo era fallito miseramente.

Barcollante, con un'andatura somigliante a quella di Jack Sparrow, lo stregone, agghindato con una tunica colorata con gradazioni di rosso ed arancione, si era diretto spedito verso il moro.
Lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva stretto con foga.
“M-M-M-Magnus... C-che fai?”
“Ti tengo vicino al mio cuore, dolce amore mio.”
Alec tentò di divincolarsi.
“Ti prego... è pieno di gente! Sai che sono dannatamente timido!”
“E io non voglio che tu lo sia stasera. Perché solo Clary e Jace possono essere felici? Io voglio stare insieme a te... sono stufo di nascondermi, di non poterti baciare sulle labbra davanti a chicchessia, di non poter dormire insieme a te...”

All'ultima frase, Alec era diventato rosso mattone e aveva fissato il pavimento. Cosa ci poteva fare se l'uno non poteva passare la notte a casa dell'altro? E poi Alec non si sentiva pronto ad entrare così in... intimità... con Magnus. Lo stregone doveva avere un sacco di esperienza alle spalle. E lui era appena ai baci.

“Magnus, ti prego... ti supplico, non ce la faccio!”
Magnus, per tutta risposta, si avventò sulle labbra del moro. Ma Alec, contro le sue aspettative, morse con forza il suo labbro inferiore, fino a farlo sanguinare.
Il viso dello stregone si contorse in una smorfia di dolore. Non un dolore fisico. Un dolore psicologico. Il dolore del rifiuto da parte della persona che ami.
Lo lasciò andare.
“E' così allora... non sono così importante per te? Ok, ti ho già causato troppi problemi allora. Vattene. Non farti più vedere da me. Non chiamarmi in nessun modo. Mi hai già preso in giro abbastanza, non trovi? Dopo che ti sono corso dietro come una balia per mesi, solo per avere un po' di attenzione da parte tua. E tu ancora non mi consideri abbastanza degno di te. Mi sono rotto!”
Non gli lasciò il tempo di replicare. Mentre Alec tentava di afferrarlo per la tunica, lui era già alcuni metri più avanti (magia, poco ma sicuro).

Afferrò il primo stregone che gli capitò a tiro e gli infilò la lingua in bocca senza tanti complimenti.
Alec lo aveva fissato con le lacrime che rotolavano giù sulle sue guance bianche e morbide.
Avrebbe voluto urlargli che si sbagliava, che lo amava più di ogni altra cosa al mondo. Ma era bloccato. Aveva paura che Magnus non gli credesse.

 
Continua nel capitolo:


 
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