LOVE FOR A CLUB - Capitolo 1° -
"Nanaji Himeru, è il mio nome, ma tutti mi chiamano Hime, ossia "Principessa". Nella mia scuola, sono la presidentessa del Club più conosciuto, e più rispettato, è per questo che quel nomignolo è steto dedicato proprio a me. Il mio Club, infatti, è tutto dedicato ad Amori non ricambiati, e consigli utili al riguardo. Ultimamente abbiamo avuto tantissimi clienti interessanti, e per questo il Club è diventato famoso. Me li sono guardagnati con sudore, quei clienti, e ora gioisco! Sto mentendo. In realtà: Sono una ragazza normale e spesso tutti mi chiamano per cognome. Sono quella delle pulizie dell'aula del Club, perché mi servivono alcuni soldi e avevo del tempo libero. Il Pink Strawberry Club è dedicato solo ai maschi più belli della scuola, e lo può frequentare soltanto una ragazza: La più carina dell'istituto, ossia Maguro Nami. E' diventata piuttosto popolare tra i maschi in questa scuola, negli ultimi tempi, per i suoi bei capelli soffici e il suo faccino dai lineamenti delicati. In realtà a me non sta affatto simpatica, perché trovo il suo comportamente da dolcettina, assai nauseante e parecchio falso. In più, la sua risata è da oca, e l'ho vista guardarsi allo specchio, passando più fondotinta sul viso, per nascondere quell' ENORME brufolo. Ora che finalmente sono riuscita ad entrare (addirittura) Nel giornalino scolastico, non vedo l'ora di parlarvi di loro. "
< Ci siamo! finalmente hai fatto un mini-articolo come si deve Nanaji! > E' il presidente del Club giornalistico, che parla. Un Professore molto carino, ma non socievole per niente, parecchio formale e Freddo. Non il tipo per Nanaji, comunque. Gli sorride soltanto, per non sembrare troppo sfacciata. Finalmente è riuscita a trovare un articolo adatto a lui. < Come presentazione di te stessa è perfetto. Ci sono ancora dei punti da aggiustare, nella tua scrittura, ma sei brava lo stesso. Continua a migliorare e ti porto al grado di Giornalista professionista. > La informa Remoro Daikichi, sempre il presidente. Finalmente ha finito di parlare con lui, Nanaji. Odia sentire le sue lamentele continuamente, ma quando lei fa un buon lavoro, lui l'ammette e diventa davvero un uomo dolce. Nanaji è al primo anno, castana con occhi blu, grandi, poiché sua madre è mezza Giapponese e mezza Occidentale. Sarebbe stupenda, per i maschi della sua età, se si truccasse e mettesse le gonne cortissime. Ma lei si rifiuta totalmente di diventare più grande, prima che possa permetterglielo il tempo. Ha quindici anni, e quindici anni siano (In Giappone, la scuola media dura quattro anni e quindi anche il liceo) . Cammina lentamente per il corridoio della scuola privata Osaka Istitute, divisa in due, tra maschi e femmine, che si possono vedere e avere relazioni amorose solo durante la ricreazione. E' una passeggiata, quella che fa Nanaji, cercando di saltare più minuti possibili, dell'ora di Kansai ( Seconda lingua obbligatoria in Giappone, parlato nel sud dell'isola e alcuni villaggi del nord ). Nota, infine, delle gambe lunghe che camminano e due spalle che vanno avanti ed indietro. Solo adesso riesce a vedere la penna che gli casca dalla tasca. < Scusami... ti è caduta la penna. > Dice, raccogliendola. Quando l'uomo si gira, risulta essere un professore. In realtà è anche il Presidente del Pink Strawberry. Nanaji fa un salto dall'imbarazzo: Prima di tutto, perché ha dato del tu a un professore, Secondo perché è il professore di Kansai e Terzo perché è il suo capo. < Grazie Himeru. > Quarto: Perché è l'unico che la chiama così liberamente per nome. Lei gli sorride solamente, perché, in fondo, non è un cattivo uomo, anche se è uno di quei professori che si lasciano corteggiare dalle ragazzine, anche della sua età, per esempio. <Ora schizza in classe! > Le urla, scherzoso e divertito. Lei fa come dice lui, ridacchiando. Scopre, poco dopo, che il Sensei ( Docente ) era solo andato in bagno un momento. < Ma dove caspita eri finita, Hime? > Le chiede Kaede Jennichiro, il suo migliore amico da sempre, e quello rimarrà per l'eternità. Gli batte il cinque, sorridente. < Niente, una scocciatura. Sono dovuta entrare anche nel Club Giornalistico. > Dice, sedendosi accanto a lui, nel banco non troppo lontano, in modo che si possano dire le soluzioni, quando il professore chiede qualcosa. < Mi hanno finalmente accettato l'articolo! > Gli sussurra, allegra. Jennichiro le sorride. < Brava Hime! > Dandole una carezza sui capelli. In quel momento, il professore accede, sorridente. Guarda Jennichiro e Nanaji allegramente. < Voi due siete davvero inseparabili! C'è qualcosa sotto, eh, Himeru? > Mormora, ridacchiando. Kaede incrocia le braccia al petto. < E se fosse? > Dice, mettendo il becco, e arrossendo lievemente. Himeru è sorpresa, sicuramente, dal suo comportamento. < Ma no! ma quale "E se fosse?", Kaede! > Ridacchiando timidamente. Il professore sembra divertito, comunque, dal comportamento buffo dei due. < Beh, su! Tornate a lavorare. > Dice, assegnando degli esercizzi da fare in classe, in modo che non si dimentichino per qual motivo sono lì. Dopo: Himeru e Kaede camminano, come al solito, verso casa insieme. < Ma che ti prende, Kaede? > Dice, scocciata. < "E se fosse?" ti pare una frase da dire davanti ad un professore? Specie al Sensei Chitose Omori, poi. Quello mi detesta! > Dice, tirando i capelli all'amico. <Ahi, Ahi! Ho capito, basta! E' solo che mi dava fastidio, il fatto che se la prendesse troppo famigliarmente nei tuoi confronti. Ti chiama persino per nome. > Dice, arrossato sulle guance. < Altro che "Mi detesta" > Dice, infine. < Oh, dai, Kaede! Non sarai mica geloso? > Ridacchiando, Nanaji lo abbraccia. < Per me non esiste altro uomo oltre al mio migliore amico Kaede Jennichiro, ok? Va bene così? > mormora, ridendo . < Uffa, Hime! Mi prendi sempre in girooo! Mi tratti come un bambino! > Urla, ma in fondo ride anche lui. < No! Tu sei un cagnolino! > Risponde Nanaji, ridacchiando. < Bau! > E ridono insieme, come sempre. Non molto lontano da casa Nanaji, sta camminando il Sensei Chitose Omori. Poco dopo arriva anche Himeru, sola, poiché casa di Kaede precede la sua di un poco. < Sensei?> Si domanda, avvicinandosi più a lui. < Sensei? > ripete, alzando la voce, e afferrandogli una spalla. < Oh, Himeru! > Si gira, e le sorride dolcemente. < Cosa vuole, qui, esattamente, Sensei? > Lo guarda, seria come mai. < Ti cercavo. > Le risponde. Lei incrocia le braccia al petto. < Ti devo accompagnare al Club. Stavo nei paraggi e sono venuto a prenderti. > sono le sue ultime parole prima di concederle di dire qualcosa: < Benissimo. Andiamo pure. > gli risponde, sospirando. Due figura camminano nelle cinque del pomeriggio. < Dimmi, Himeru--> Viene interrotto. < ... Sono Nanaji. > Gli dice, severa. < Dimmi, Nanaji, a te Jennichiro piace, non è così? > Chiede, anche se non si aspetta affatto una risposta da lei, anzi, crede proprio in un bell'insulto. < In realtà sì. > Gli risponde lei, sospirando. < Ma non in quel senso, credo. Per me Jennichiro è il più bello, più simpatico, più affascinante uomo di tutta la mia vita. Però... Standogli vicino non provo niente. > Gli racconda. Chitose rimane di stucco a sentire proprio lei, Himeru Nanaji, quella ragazza chiusa in se stessa, che non parla mai con nessuno della sua vita privata, parlare così apertamente con il suo professore di Kansai. < Passiamo a lei, Omori-Sensei. Quale delle trecentocinquantamila studentesse, le piace veramente?> Ironica. Lui si mette a ridere di Gusto. < In realtà: Nessuna. Assolutamente. Però le lascio sognare. Perché sognare è la cosa che piace più alle ragazze. > dice lui, confermando con un frequente annuire di testa. Nanaji sospira. < E' questo che voi uomini non capite delle ragazze. > Gli dice. < Le ragazze stanno con i piedi per terra, ma qualche volta si concedono di vedere la realtà con occhi diversi. Tutto qui. > Lui rimane ancora più sorpreso di prima, e quando sta per dire qualcosa, viene interrotto dalla mano della ragazza. < Quando voi pensate di aver ferito na donna, in realtà l'avete aiutata soltanto a vendicarsi, a rialzarsi. > Questo è assolutamente vero, per quel che pensa lei. <Himeru...> Non riesce a completare. < .. E' Nanaji! > Lo corregge di nuovo. < Nanaji! Voglio camminare con te ogni giorno, verso il Club, da ora in poi. > La informa, sorridente. < Come vuole. > gli dice, facendo un cenno con la mano, come per salutarlo. < Separiamoci qui Omori-Sensei. Le allieve potrebbero pensare male. > Dice, andando verso gli spogliatoi per andare a cambiarsi in vestiti adatti al suo posto di lavoro: Donna delle pulizie dell'aula. Lui non fa altro che Guardarla sparire verso gli spogliatoi, sorridente. < Chitose-Kun!> Urla una ragazza, dalla voce d'oca, e dalla gonna cortissima. < Sei in ritardo! Volevo un consiglio da te!> mormora la ragazza, toccandosi i capelli. Nanaji osserva da lontano, scuotendo la testa, quasi delusa dal comportamento idiota e da sgualdrina, con cui si rivolgono quelle ragazze. Eppure, ci sono donne che lottano per confermare il contrario. Ma come potrebbero? Stanno dicendo una bugia allora! Osserva anche Omori, gonfiando una guancia. Il suo comportamento è completamente cambiato, da quando si sono separati in cortile. Gli sorride, nonostante il fatto che lui non possa vederla. Gli sorride perché prova pena per gli uomini come lui. poi torna a pulire i banchi. < Ehi, Nanaji! Qui c'è una macchia! Che schifo! Guarda che ti faccio licenziare, eh!> E' uno dei ragazzi del Club, che le fanno i soliti dispetucci da niente. Lei, infatti, non si decompone, lasciandoli divertire pure come vogliono. < Arrivo. > Mormora, soltanto. Strofina lentamente la minuscola macchietta, per poi andare altrove. < Che ragazza strana. E racchia. > Dice, poi, quello, ridendo. Omori osserva il loro comportamento, parecchio scocciato. < Ehi, voi, vi stanno cercando di la. > Gli dice. < Io devo andare un attimo a parlare con Nanaji, sul lavoro. Perdonatemi ragazze. > Informa, sorridente. < Uffa, tante attenzioni per una ragazza così BRRRRUTTA! > Commenta una prima ragazza. < Ma no, quella è troppo brutta! Non se la filerà neanche. Hai visto?! Va in giro struccata!> Le risponde poi, la seconda. > Omori trascina Nanaji in una stanza. < Cos'è che esattamente mi vuole dire sul lavoro, Sensei?> Chiede, scocciatissima. < Sa, perché io devo tornare di la a pulire e a farmi fare i dispetti dai suoi allievi. > Cercando di andare via. Omori le afferra il polso. < Un taglio alle punte, un bel vestitino e un poco di trucco. et Voìlat > Commenta ora lui, guardandola meglio. < Scusi, cosa sta cercando di insinuare?!> Arrabbiata. < Che potresti diventare bellissima. Con un tocco qua e la... > Viene nuovamente interrotto dalla sua mano. < Mi lasci. Diventare bellissima non è nei miei piani. Voglio rimanere Racchia, ok? > Abbassando lo sgardo leggermente. < Non ho detto che sei racchia. Ho detto che potresti diventare bellissima. > Le risponde lui. < Solo per questa volta. Poi ti farò tornare come prima. > Fa una faccia da cagnolino che lei non riesce a rifiutare. < Va bene. Però, dopo il lavoro. > Gli risponde, sospirando. Torna, infine, di là, a pulire. Omori la osserva, divertito. Proprio una strana ragazza, per quel che pensa lui. < Omori-kun! Cosa guardi?> Chiede una sua allieva. Lui le sorride. < Non trovare che Nanaji sia proprio carina?> Chiede, purtroppo ad alta voce. Le ragazzine lo fissano male. < Ma che schifo! > Urlano, tirando fuori la lingua. < Ok, Ok... Non facciamo drammi, ora! > Ridacchiando, Omori. Attende la fine del lavoro con impazienza. Appena finito il Club, Omori si mette davanti al cancello della scuola, attendento l'arrivo di Nanaji. E' vestita completamente diversa, Himeru, sorridente, e fischiettante. la borsa che porta alla spalla sinistra è grandissima, ma bella e costosa. porta una gonna con sotto i PantaCollant neri. Sopra, ha na magliettina con la scritta " I LOVE JAPANESE BOYZ" In enorme. I capelli sono sciolti alle spalle, castani, mossi. Quando nota il Sensei non tanto lontano, gli sorride. < Ah, già! Mi voleva trasformare. > Ridacchiando. < Oh, sì. > Mormora lui, prendendole la mano, e trascinandola in macchina. < Allora? Dov'è esattamente che mi trasformerà, Omori-Sensei...?> Chiede, ancora sorridente, divertita da quella sensazione. <Perché non mi chiami Chitose, e basta? Come tutte le altre, in fondo. > Le Consiglia, mentre stanno in macchina. Guarda la strada, ma parla proprio a lei. < No grazie. Se chiamarla per nome mi farà diventare come tutte le altre, allora preferisco chiamarla Omori. > Commenta lei, annuendo alle sue parole. La guarda imporvvisamente, cosa che la fa saltare all'indietro dallo spavendo. < Tu non sei affatto come le altre, Himeru...> Lo interrompe. < ... E' Nanaji. > Lo corregge per la milionesima volta. < E io ti chamo Himeru. > Ribatte lui, sorridente. Lei non dice altro al riguardo. < Comunque... Cos'è questa storia che non sono come le altre? So di non essere per niente carina e in più anche poco popolare. Ma sono sempre una ragazza, sa? > Fa una smorfia strana, distogliendo lo sguardo. Lui parcheggia lentamente. < Secondo me sei bellissima. Anche così, senza niente addosso. > Queste parole la fanno arrossire. < Smetta di farneticare e usciamo da qui. > Commenta, imbarazzata. Usciti dalla macchina, Lui entra in un negozio qualsiasi, aspettandosi che lei lo segua. E così lei fa. Affretta il passo e lo raggiunge in un attimo < Chitose! Amore mio!> Sorridente, una ragazza stupenda fissa con occhi dolci il professore. < Ah, ecco, ti pareva... > Sussurra Himeru, un poco scocciata. < Ciao, Asami. Mi servono un paio di vestiti. So che tu me li puoi procurare. > Le racconta lui. < E anche un taglio alle punte e un trucco come si deve. > Le dice, non tralasciando niente. < Ma come, Chitose? Non sapevo che ti truccassi! > Asami sembra davvero sorpresa. Lui si mette a ridere. < Ma no! E' per questa ragazza qui. > Risponde Omori, afferrando polso a Himeru, e mostrandola ad Asami. < Oh, cielo! Ci sta del lavoro da fare...> Insinua la donna, prendendo la spalla a Nanaji, e portandola di la. Chitose aspetta tranquillamente seduto ad una comodissima poltroncina di cuoio, Sorridente come non è mai stato. Poco più di un'ora dopo, esce Asami dalla stanza. < Bene, lei è pronta. > Gli dice Asami, sorridente. < E' quasi alla mia altezza! E' diventata bellissima!> Lo informa, toccandosi una guancia. < Esci fuori, Nanaji! Forza! > Urla, per farsi sentire. Da dietro una porta, una vocina timida si mette a parlare. < Ma mi vergogno! > E' Himeru. Asami avanza scocciata verso la porta, e la apre. Si può scorgere, ora, una bellissima ragazza qindicenne come si deve. < Stupenda! > Omori si alza dalla poltrona di scatto, e cammina velocemente verso Himeru, quasi la volesse mangiare. < Non mi guardi, Omori-Senseiii!> Nascondendosi il volto con le mani. Lui le afferra le mani con le sue, più grandi. < Ma se sei bellissima! Corriamo al Club! > Le dice, tutto elettrizzato. < Ma è finito.... > Lo informa. < Oggi c'è una riunione. > Le dice lui, portandola con la forza, in macchina. < Ma... Io non... > Cerca di dire qualcosa, una scusa che possa portarla via da lì. < Non mi scappi. andiamo, su! > E mette moto, verso la scuola. Lei non sa che fare. < Tranquilla. Sei davvero bella! > Dice lui, arricciando il naso. < Ma io... No! Non voglio! > Tutta nervosa. Lui se la ride. Non ha mai visto una ragazza tanto in vergogna, come Himeru. Lo trova strano, perché tutte le ragazze trovano che diventare belle è la cosa più fantastica della terra. Lei no. Lei addirittura si vergogna. Arrivati, lei scende velocemente dalla macchina, e cerca di scappare, ma immediatamente la sua spalla viene afferrata dal professore. < Non mi scappi.> Le dice, sorridente, trascinandola con la forza verso l'interno della scuola. < Waaaaaaaaah! > Lei scuote le braccia e le gambe, ma non riesce proprio a liberarsi dalla presa. Entrano nel club. < Ciao ragazzi! Oggi partecipa anche Himeru alla riunione. > Dice, verso i Senpai. < Ma come? Ma perché?> Tutti disgustati. < Su, Himeru, entra! Vieni, fatti vedere! > Ma lei si rifiuta di entrare. < Ma mi vergogno! > Ripete per la milionesima volta. < Aspettate ragazzi. Arrivo subito. > Mormora, uscendo dalla porta, e chiudendosela alle spalle. Giusto in modo da poter parlare con la ragazza senza farsi ascoltare. < Ehi, Himeru... > E le afferra il mento, alzandole tutto il viso. Lei arrossisce, cercando di liberarsi della presa. < Su, falli fuori... sennò ti diranno sempre quelle cose.> Le dice, decisissimo. Lei ci pensa per un poco, ma poi decide di farsi avanti. < Mi presenti, così entro in scena come si deve. > Gli chiede, finalmente riuscendo a togliersi dalla presa possente del Sensei. Lui rientra, contento, e guarda i tre senpai e la bellissima Nami. < Bene. Vi presento: Nanaji Himeru! > Puntando il dito alla porta. Lentamente, l'ingresso si spalanca, lasciando spazio ad una ragazza stupenda, vestita e truccata come si deve. < Waaaaaaaah! > I tre senpai si alzano dai loro posti, e rimangono inbambolati davanti a quella figura angelica, mentre Nami ci rimane malissimo, perché i ragazzi non le degnano di uno sguardo. < Ma cosa diavolo?! > Senpai Keiichi guarda Himeru più degli altri due. E' un ragazzo biondo, con orecchini e collane, forse il più carino senpai del Club. < Sei bellissima! > Urla, Keiichi-Senpai. < Ah, si? > Lei sembra scocciata da quei complimenti. < Assolutamente! Ti va di metterti con me? Ci scambiamo le mail? > Chiede lui, tutto agitato. Omori-Sensei non fa altro che sorride come un cretino. E' sicurissimo che lei gli dirà di sì. < No. Non mi metto con i pagliacci. > Dice lei, camminando verso l'esterno della stanza. Chitose sembra veramente sorpreso. Le va dietro. < Ehi! Himeru! > Ma lei continua a correre. < Fermati! > Finalmente riesce ad afferrarle il braccio. < Ma dove corri? > Chiede, cercando di voltarla verso di sé. < Lo sapevo che sarebbe stata una terribile idea vestirmi così... > Dice, abbracciando Chitose. < Eh...? > Lui non sa se abbracciarla o se scostarla via. In fondo potrebbero vederli e... Chi se ne frega! L'abbraccia. < Sensei... Mi hanno trattato bene... così bene che quasi mi sembrava un sogno. Però non è perché sono Himeru Nanaji. Solo perché sono più carina. > dice, affondandosi nel petto del professore. < Mi dispiace. E' colpa mia. > Dice lui, accarezzandole i capelli. In quel momento lei si scosta. < Ma no, che dice, Sensei! Lei ha cercato di aiutarmi! > Urla, severa. < Insomma! Smettila di darmi del lei! > Lei rimane sorpresa, e sgrana gli occhi. < Ma... Lei è il mio professore di Kansai... io...> Distoglie lo sguardo, imbarazzata. < Sono Chitose. Chitose va benissimo. e dammi del tu, perfavore. > Le chiede, dolcemente. < Chitose. > Ripete lei, sorridendo. < Chitose. > Fa eco ancora. < Bene. > Anche lui sorride, facendole una carezza al viso. < Chitose e Himeru. > Mormora lei, mostrando i denti in un lungo sorriso. < Chitose. Mi sono innamorata di te. > Dice . Lui rimane di stucco, quasi fosse la prima volta che glielo dicessero in tutta la sua vita. Lei sembra decisa, stringendo i pugni. < Himeru... io... > Lei scuote le mani. < No, no! Lascia perdere! Io.. non ho detto niente, OK? Nulla di nulla! > E si gira, dandogli le spalle, e iniziando a camminare senza fermarsi, verso casa sua. Lui non cerca di fermarla, solo rimane fermo a fissare le sue spalle, sorpreso dalle parole della studentessa. < Sono a casa! > Dice, a bassa voce, verso chi è nelle vicinanze. < Ciao, Himeru! > è Kaede. < Ma come sei cocciata?! > La guarda attentamente dalla testa ai piedi. < Sei bellissima! > Le dice infine. < Grazie Kaede! > E l'abbraccia. < A proposito... che diavolo ci fai in casa mia ?> Chiede lei, alzando un soppracciglio. < Beh... volevo passare a salutarti. Però ora vado, che si è fatto tardi. > La informa, annuendo e uscendo dalla porta ancora aperta. < Ok, ciao! > Saluta. Quando Jennichiro è andato via, lei sale le scale per camera sua, senza andare a parlare ai suoi genitori, che sicuramente staranno discutendo su cose serie. Entrando in camera sua, nota dei fogli già pronti, e un pezzo di carta su cui è scritto " Tieni! Ti ho preparato la roba per la scrittura dell'articolo. Buon lavoro, Principessa; Kaede". Himeru sorride. < Grazie, Kaede. > Sussura, sedendosi ed iniziando il nuovo articolo. " Questo mese vorrei parlarvi di Keiichi Satomi. E' un ragazzo squallido, anche se veramente molto carino. Mi piace il suo bel faccino, e ha anche un bel culo, se è per questo. Però... Non è esattamente il massimo della simpatia. Voi ragazze le state dietro solo perché è gentile con voi, ma in realtà è una bestia che tratta male qualsiasi ragazza che sia racchia o antipatica. Non mi piace per niente. Lo rende veramente terrificante. Oggi, il due agosto, ho passato una giornata infernale. Ad un uomo gli è saltato fuori di trasformarmi in una principessa davvero, e così è stato. Sono diventata splendita, senza modestia, e mi trattavano tutti al contrario di sempre. Benissimo, sì. Mi trattavano con i guanti, davvero. Ma l'ho odiato. Non mi piacciono i cambiamenti improvvisi. Vi consiglio pienamente di restare quelli che siete, perché la bellezza e il cazzeggio al liceo vi procurerà solo dei malanni psicologici. Io sono innamorata di me stessa, è per questo che il mio amico Kaede mi adora. A me Kaede Jennichiro piace tantissimo. E' un vero e proprio amore. Ci conosciamo da quando siamo piccoli e so tutto di lui. Diventate suoi amici, perché Lui è la persona più socievole della terra, e non mi va che stia da solo solo perché è amico mio. E' anche un bellissimo ragazzo, quindi, belle fanciulle, andate all'attacco! ; Himeru Nanaji" < Nanaji! Stai davvero facendo un bellissimo lavoro, questi giorni. Hai trovato un ragazzo, per caso? > Chiede il presidente del Club Giornalistico. < N-no! > Balbetta, andandosene via, prima che possa dire altro. < Sarà pubblicato oggi, il giornalino, e sarà anche distribito ai professori, questo mese. > La informa il presidente, sorridente. Lei si blocca. < Che COOOOOOOOOSA?> Arrossisce, pensando che Chitose, in qualche modo, potrebbe leggerlo. 'Lo devo fermare!', pensa. Un'ora dopo, scopre che Chitose ha già letto il suo articolo. Dannazione. Corre verso di lui, che intanto sta già venendo verso la classe. < Ah, Nanaji, sei tu. Che c'è?> Chiede, pacato e serio come mai. Lei ci rimane quasi male, a quella formalità. < Chitose... > Lui la interrompe. < ... E' Omori, sono il tuo professore. > Lei si arrabbia. < Omori! > Urla, dandogli uno schiaffo, rientrando in classe. < Non riesco a capire... > Sussurra. Per tutta la lezione l'ha ignorata, e anche nei corridoi non la ferma per parlare. Nel Club, principalmente, la tiene più lontana possibile. < E che diavolo! > Urla lei, davanti a tutti, sbattendo la scopa per terra, attirando l'attenzione di tutta la stanza. < Nanaji, ma che diavolo ti prende? > Grida uno dei Senpai. < Zitto tu! Razza di robot! > Lo insulta, ora rivolgendo lo sguardo verso il professore. < Tu! Chitose, o Omori, come diavolo vuoi! > Fa una breve pausa. < Sarebbe stato meglio dirmi che non volevi più parlarmi, invece di ignorarmi tutto il tempo. > Ancora una pausa. < Ti odio a morte! Capito? Ti odio! Anzi, non ho capito bene neanche io! Ti amo. Ma ti odio. > Si mette a piangere, così, su due piedi. Chitose è rimasto di stucco. <Himeru...> Sussurra, per poi, di scatto, mettersi a correre verso di lei, e abbracciarla. < Scusami. Scusami. Perdonami. > Le sussurra, nascondendole il viso con le spalle. < Ma che diavolo...?! > Si chiede uno dei Senpai. Il sensei afferra una spalla a Himeru, e la trascina fuori da lì. < Non mi toccare! > Gli urla lei, lanciandosi via dalla presa. Lui sembra preoccupato. < Himeru! Io ti amo! > Le urla anche lui, con espressione triste. < Da morire! Ti ho assunto solo perché ero innamorato di te, e sono sempre stato innamorato di te. > Mormora lui, afferrandole le guance, in modo che lei possa guardarlo negli occhi. < Hai quindici anni, sì. Ma sei intelligente, e lavori sodo, e ami tutto quello che fai. E sono gelosissimo di come parli di Jennichiro. > Confessa, con aria ancora triste. < Jennichiro...? > Si chiede lei. Ma poi si ricorda che nell'articolo l'aveva accennato. < Ah... Ma Omori-Sensei! > lui le tappa la bocca con un dito. < Non ce la faccio più. Devo baciarti. Per forza. > Le dice, chiudendo gli occhi. Lei sorride, mettendosi in punta di piedi. < Mia principessa. > Ultimo sussurro, per poi scontrare le sue labbra contro quelle di Himeru. Un lungo bacio. Il giorno dopo, lo Strawbery decise di diventare un Club per consigli di tipo problematico da teenager, e non più amorosi. E Himeru ne è diventato capo insieme al Sensei. Tutti i Senpai la Stimavano, e anche Nami mirava a diventare così decisa come lei, un giorno. Nonostante per qualche giorno le ragazzine della sua età andavano in giro a farle i dispetti a causa di quello che hanno saputo sul sensei e lei, e che la preside li abbia convocati per il permesso di stare insieme, si può dire che , quella loro, fu una grossa, bella storia.
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