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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: I FIGLI DELLA NOTTE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: icequenn galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/02/2010 20:56:13 (ultimo inserimento: 20/02/10)


 
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COSI VICINI...MA ANCHE COSì LONTANI
- Capitolo 1° -

Ethan Marrow correva per le strade di Londra,per la precisione cercava di passare in osservato,correndo per i vicoli più bui e isolati.
C’era la Luna piena quella notte,e con essa c’era anche una fastidiosissima pioggerellina.
Ethan guardò un’altra volta la Luna,chiedendosi perché non riusciva a trasformarsi completamente.
La sua trasformazione in Licantropo si era fermata nello stesso momento in cui il suo inseguitore l’aveva colpito con un pugnale ricoperta di una sostanza verde.
E ora era sul filo di due mondi. Quello umano e quello animale della sua natura.
Le orecchie erano più appuntite e ricoperte di corti peli marroncini. I denti erano più lunghi e affilati. Sulle braccia c’era una folta peluria,le unghie si erano allungate, gli occhi erano come le braci,ma non riusciva a completare la sua trasformazione.
Tutta colpa di quella pazza che lo inseguiva. Che lo braccava come un animale da mesi,ormai.
E lui,Ethan,sapeva cosa voleva da lui. Voleva una semplice informazione,che lui non doveva dargli a tutti i costi.
Usci dal vicolo,trovandosi difronte un folto gruppo di giovani,che uscivano da un locale. Ridevano e scherzavano tra loro,ignari che un Licantropo stava passando in mezzo a loro,spingendoli,senza fermarsi alle loro proteste.
Veloce,solo come lui poteva essere,si lanciò in un altro vicolo buio.
-Itala soul-
Un fascio di luce verde scuro lo colpi in pieno alla schiena,facendolo cadere in ginocchio. Respirava affannosamente,cercando di prendere aria nei polmoni,la quale non riusciva a raggiungerli.
Dei passi dietro di lui,lo fecero sussultare. Alla fine l’aveva raggiunto,non poteva fare niente ormai.
Sapeva benissimo che se avesse parlato e la figura misteriosa lo lasciava vivo,ci avrebbe pensato qualcun altro a farlo fuori. Sarebbe morto anche se non avesse parlato.
Ethan riusciva a vedere solo le scarpe del suo inseguitore e l’orlo del lungo mantello blu notte.
-Mi hai fatto correre per mezza Londra-,disse una voce femminile.
L’unico pensiero che percorse la mente di Ethan fu,che non aveva mai sentito voce più belle e melodiosa. Sembrava quasi che ogni parola della donna fosse cantata.
Si senti sollevare di peso,ritrovandosi in posizione eretta,a qualche cm da terra,con i piedi a penzoloni. Guardava la donna,di cui del viso,celato dal cappuccio,si vedeva solo la parte inferiore,dove spiccava una piccola bocca rossa come il sangue. Dal cappuccio uscivano ribelli lunghe ciocche di capelli neri,boccolosi. Non lo stava nemmeno sfiorando con un dito. Usava la Telecinesi per tenerlo in quella posizione.
-Allora,ora mi dici quello per cui mi hai fatta fare tutta sta fatica?-
Ethan scosse il capo. Doveva resistere. Sarebbe morto portandosi dietro quell’informazione.
-Non me la vuoi dire?-,chiese lei con tono fintamente innocente,-Beh…allora sarò costretto a usare il Legilimens!-
Ethan sgrano gli occhi. Non aveva pensato a quello. Si diede mentalmente dello sciocco,ma ormai era troppo tardi. Lei aveva visto. Lei sapeva.
La piccola bocca si apri in un ghignò,che fece tramare Ethan.
-E un vero peccato che debba ucciderti-,disse lei accarezzandogli una guancia,passandoci solo le punta delle dita,-Ma potresti riconoscermi-
-No,io non ho visto il tuo volto-,disse lui,sperando di riuscire a convincerla a lasciarlo andare.
Aveva già un piano,sarebbe scappato lontano,nessuno lo avrebbe mai trovato.
-Non ne posso essere sicura-,disse lei prendendo lo stesso pugnale di prima,con la stessa sostanza verde sulla lama,che brillo quando la Luna,colpi la lama con la sua luce.
Un movimento fulmineo e elegante. La lama affondo nel collo del Licantropo che cadde a terra,privo di vita. Man mano la pozza di sangue si stava aprendo sotto il suo corpo.
Ma ormai lei era scomparsa,senza lasciare traccia de suo passaggio.

Harry James Potter era cresciuto. Non era più il ragazzino di sedici anni che aveva ucciso Voldemort. Ora era il giovane uomo di 22 anni. Che era diventato Auror,per cercare di rimettere ordine nel mondo in cui viveva.
Quel giorno,quando era entrato al Quartier Generale degli Auror,si era visto comparire davanti Samuel LeBlanc,il Capo degli Auror,che gli aveva detto di recarsi sul luogo di un omicidio,con la sua squadra.
E ora eccolo li al volante della sua Peugeot,con accanto Draco Malfoy. Quello che un tempo era il suo peggior nemico,a scuola. E che ora vive sotto il suo stesso tetto in modo “pacifico”.
Dietro c’era Ron,che si fumava la sua sigaretta Marlboro light. Imprecando perché sempre a loro davano degli incarichi da matricole.
E loro non era matricole,ma nemmeno veterani. Diciamo che erano una via di mezzo.
Arrivati sul luogo del delitto,trovarono anche la squadra di Sirius,che era composta da sua moglie Demetra,Remus e Dora.
-Ah ragazzi siete arrivati-,disse Demetra sorridendo a i tre,-Hermione non è ancora tornata?-,chiese a nessuno in particolare.
Da Draco ricevette un ringhio come risposta,visto che Hermione era partita da sei mesi,per una missione della massima segretezza e ancora non era tornata.
Harry tirò dritto e andò verso il corpo del giovane Licantropo. L’unico che si degno a rispondere fu Ron
-Il Capo ha detto che tornerà entro la fine di questa settimana. Che il suo compito è finito-
Demetra sorrise contenta,-Perfetto…allora siete tutti invitati a pranzo da noi,questa domenica-
Sirius che non era molto lontano e aveva sentito,alzo lo sguardo e lo punto sulla moglie,-Devono venire anche le mie cugine?-,chiese
-Certo!-,disse Demetra ispezionando con alcuni semplici incantesimi i muri del vicolo,per vedere se c’era qualche indizio,cancellato,ma che lasciava lo stesso una qualche traccia magica.
Sirius sbuffo e si avvicinò a Remus,-Vieni anche tu!-
Non era una richiesta,era un ordine quasi. Remus ridacchio,per poi guardare sua moglie. Ogni giorno si chiedeva,come aveva fatto ad essere così cieco e così stupido da respingere Dora.
Ma ringraziava anche di essersi dato una svegliata,Dora gli aveva donato i cinque anni e mezzo più belli della sua vita. Gli aveva anche dato Teddy,quella piccola peste.
E doveva ringraziare solo una persona,che in quel momento non era con loro.
Guardo verso Harry e i ragazzi.
Draco e Harry come al solito bisticciavano,quella volta il litigio riguardava la procedura da seguire nelle indagini,Ron ridacchiava,ormai abituato a quelle scenette.
Ma li mancava qualcuno. Una piccola figura che cercava di calmare le due persone a cui teneva di più. Si decisamente mancava Lei.
Sospirò guardando il cielo chiaro. Chiedendosi dove fosse in quel momento,se pensava a loro qualche volta,come loro pensavano sempre a lei.
Perché lui lo sapeva. Anche se Harry e gli altri lo negavano,sapeva che i loro pensieri erano sempre rivolti a quella piccola ragazza che era entrata nella loro vite come un tornado,scombussolandola,per poi andarsene senza dire niente a nessuno.
-Ehi Moony!-
Remus sbatte le palpebre un paio di volte,poi guardò Sirius,-Eh?-
-Non mi ascoltavi come al solito!-,disse quello facendo l’offeso,-Dai Sir!-,disse Remus ridendo
-No,ora arrangiati!-,disse voltandosi e andando verso Harry,Remus sbuffo e segui il suo amico.
-…Quello che sto dicendo è semplice,Draco. Come mai,non è riuscito a completare la trasformazione?-,stava dicendo Harry,indicando il corpo a terra
-Ho capito quello che mi stai dicendo,Sfregiato!-,disse Draco alzandosi e mettendosi in posizione eretta,-Ma guarda-,e indicò la ferita che aveva al fianco,-La vedi la ferita? Guarda c’è una strana sostanza verde. Voglio esaminarla,quindi è meglio se nessuno tocchi il corpo direttamente-,disse prendendo dalla sua cintura il necessario per prelevare un campione di quella sostanza.
-Rem,tu cosa dici?-,chiese Ron,guardando il Licantropo,in quel momento era quello che ne poteva sapere di più di tutti.
-Sinceramente non lo so Ron-,disse l’uomo guardando il corpo,-Ci sono già stati casi di questo tipo,che un Licantropo non è riuscito a trasformarsi,ma era dovuto a uno sciock forte. Non ha questo…-
Dora si unì al gruppo,-Stanno arrivando a prendere il corpo. Lo porteranno all’obitorio nei piani bassi del Ministero-,annunciò,-Avete finito,qui?-
Tutti annuirono,-Bene allora andare,rimango io qui ad aspettare che vengano a prelevarlo-,disse sorridendo
Draco diede un’ultima occhiata a quel vicolo,prima di salire in macchina.
-Allora?-,chiese LeBlanc,una volta che furono seduti nel suo ufficio.
Samuel LeBlanc,era un uomo sulla cinquantina. Che di cose nella sua vita ne aveva viste.
Non era molto alto ed era corpulento. I capelli erano corti e neri,con qualche capello grigio qua e la. Il viso era segnato da cicatrici di vecchie battaglie. Gli occhi erano di un azzurro chiaro,che appena incrociavi il suo sguardo,non potevi non portargli rispetto. Perché si vedeva che lui aveva vissuto sulla sua pelle le due Guerre Magiche.
Era diventato Capo degli Auror cinque anni prima,lo stesso giorno in cui i veterani arruolavano nella loro squadra i novellini appena usciti dall’Accademia. E lui quel giorno aveva formato quella squadra che ora gli stava davanti,a cui mancavano due componenti. Uno che era in missione e l’altro che non aveva mai visto.
E ogni giorno si domandava cosa si era fumato per mettere assieme Potter e Malfoy nella stessa squadra. Ricevevano più richiami loro due in un mese che tutto i dipartimento in un anno.
Per non parlare delle lamentele da parte del Ministro,Banner. Che era salito in carica due anni prima.
-Il morto non aveva documenti-,iniziò Ron,-Sappiamo che era un Licantropo,perché era in procinto di trasformarsi,infatti era già iniziato il processo,ma non la portato a termine…-,e qui parlò Draco,-Su una ferita al fianco,ho trovato una strana sostanza verde. Che ho poi ritrovato sulla ferita al collo,che gli è stata fatale…comunque né ho preso un campione. Lo porto a casa e lo analizzo,poi ti faccio sapere-
LeBlanc annui,-Non c’erano segni di lotta. Il ragazzo non ha opposto resistenza,mentre l’aggressore gli tagliava la gola-,aggiunse Harry,mentre guardava fuori dalla finestra,lo sguardo perso nel vuoto,come accadeva spesso.
LeBlanc si era sempre domandato,cosa avesse spento la luce nei suoi occhi. Quella luce che si accedeva solo poche volte quando qualcuno o qualcosa suscitava in lui una reazione.
Sembravano come spenti,privi di vita o di emozione. Quegli stessi occhi,che erano lo specchio delle sue emozioni,quando era più giovane. Lui se lo ricordava bene sei anni prima,durante la battaglia contro i Mangiamorte li al Ministero.
L’aveva vista quella luce nei suoi occhi,che quando parlava con strafottenza a Voldemort,si vedeva il fuoco ardere. Una fiamma viva.
-Bene ragazzi andate pure-,disse Samuel,congedandoli.
I tre ragazzi si alzarono,-A domani-,dissero per poi uscire e lasciare da solo LeBlanc.

Hermione Jane Granger,non era mai stata così felice di essere a casa sua,in mezzo al casino che il suo fidanzato e il suo migliore amico lasciavano per la casa,quando erano soli.
Dopo mesi di lontananza,non vedeva l’ora di rivederli.
-Potter dove hai messo la birra?-
Sorrise,mentre saliva le scale che portavano al primo piano,dove era situata una grande cucina,un soggiorno,un bagno e una camera degli ospiti.
-L’hai finita ieri sera-,fu la risposta
-Ma che cazzo dici?-,Hermione entrò in cucina e vide un ragazzo con la testa nel frigorifero,che bestemmiava contro Potter e la sua discendenza.
-Ho comprato dodici bottiglie ieri pomeriggio-,disse il biondissimo e bellissimo,Draco,-Non è che tu e quel mentecatto di Weasley ve le siete scolate tutte?-
-Fottiti-
-Ah! Che bello essere a casa!-,disse la riccia ridacchiando.
Draco sentendo la voce di Hermione si volto di scatto,lasciando perdere la sua ricerca delle birre. All’inizio era contento,poi la rabbia,prese il posto della contentezza,-Tu!-,disse avvicinandosi a lei con fare minaccioso,-Non andrai mai più in missione per così tanto tempo-
La superava in altezza,guardandola dall’alto della sua persona.
-Dai Malfoy erano solo sei mesi-,disse lei con fare innocente,-Sei mesi in bianco-,abbaio lui
Dal soggiorno si senti la voce annoiata di Harry,-Ancora con sta storia,Malfoy-
-Fanculo,Harry-,disse il biondo
Hermione lo prese per il colletto della camicia e lo tirò alla sua altezza visiva,-Baciami e sta zitto,Malfoy-
Lui ghignò e l’accontento,prendendola per la vita e alzandola,per essere facilitato.
Quando si separarono avevano tutti e due il fiatone,lui appoggio la fronte su quella di lei,-Mi sei mancata!-
Lei sorrise,-Anche tu-,poi si separò dal suo abbraccio,anche se in realtà voleva rimanere li,-Vai di sopra,io saluto Harry e ti raggiungo-
Draco le lanciò un’occhiata languida,poi spari senza dire una parola.
Hermione si voltò verso la porta che portava in soggiorno,sospirando. Con passo deciso entrò e guardò il suo migliore amico,guardare una partita di calcio,con una birra in mano,mentre con quella libera accarezzava Macchia,che ormai era cresciuta.
Si avvicinò e lo abbraccio da dietro,circondandogli il collo con le braccia,per poi posare un bacio sulla guancia del moro,che sorrise
-Ciao Herm-
-Ciao-,rispose lei
-E andato tutto bene?-,chiese lui voltandosi di poco,-Si,tutto a posto. Ora per un bel po’ non mi muovo da qui-
Harry ghignò,-Penso che anche se volessi,Draco non ti farebbe uscire di casa-
Hermione rise,-Hai ragione-
Rimasero in silenzio,beandosi di quell’abbraccio. Perché il silenzio tra loro aveva molti più significati delle parole.
Hermione andò con lo sguardo su una foto in particolare.
Quella che ritraeva Bella seduta sotto un albero a Hogwarts,abbracciata a Harry,mentre sorridevano verso chi scattava la foto.
Era l’unica foto che era rimasta di Bella. Le altre,Harry le aveva bruciate tutte dopo che lei se n’era andata.
Le uniche cose che testimoniavano la sua esistenza erano quella foto,un po’ rovinata e Macchia,il dalmata femmina che aveva regalato,Hermione,a Bella per il suo diciassettesimo compleanno.
Basta,poi il resto era sparito o distrutto. Lei se n’era andata senza lasciare traccia di se.
-Vai o Malfoy viene qui e mi prende a botte perché ti trattengo-,disse Harry,all’improvviso
-Ok-,gli diede un altro bacio,poi sciolse l’abbraccio,e se né andò al piano di sopra.
Harry aspetto di sentire la porta chiudersi,poi si alzo e andò alla finestra,che dava sulla strada affollata,anche a quell’ora.
E guardò verso l’alto. Guardo le stelle,che erano molto più luminose quella sera,sorrise,ricordandosi di quando,al suo settimo anno,saliva con Bella su alla Torre di Astronomia,dove facevano l’amore,e dopo avvolti in una coperta guardavano le stelle.
Quei momenti non sarebbero più tornati e lui lo sapeva,ma non poteva fare a meno di sperare che lei un giorno tornasse da lui. Perché anche se diceva a tutti,che Bella ormai era un capitolo chiuso della sua vita,sapeva che per il suo cuore non era così,perché il suo solo ricordo gli faceva battere il cuore a mille.
In quello stesso momento,ma da tutt’altra parte. Una ragazza di circa 19 anni,apriva la finestra che dava sul piccolo balcone.
Aveva un viso a cuore,dai lineamenti da eterna bambina,circondato da una cascata di boccoli neri. Gli occhi erano grandi e completamente bianchi,circondati da lunghe e folte ciglia,nere. Non molto alta e magrolina. Indossava una top nero e dei jeans a vita bassa,con degli stivaletti dal tacco micidiale.
Sulla schiena nuda spiccavano dei disegni di rune antiche,di un azzurro accesso.
Anche lei guardava le stelle,pensando come a Harry,a quei giorni che non sarebbero mai più tornati. Una lacrime rossa le scese sulla guancia e cadde a terra.

Presto i Figli della Notte risorgeranno.
E per la Speranza non ci sarà via di scampo.
La morte se lo prenderà,e avrà le sembianze della persona che ama…

 
Continua nel capitolo:


 
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