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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TIMELESS
Genere: Sentimentale, Romantico, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: rosychan91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/02/2010 22:51:41 (ultimo inserimento: 30/09/10)

Per quanto complicata, la vita di Kim non aveva nulla di speciale... almeno finché non conobbe Damon Keats!
 
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- Capitolo 1° -

Salve a tutti, sono RosyChan91 e questa è la terza fanfic che pubblico su Manga.It! Spero che sia di vostro gradimento e che commentiate in molti. Naturalmente sono aperta a qualsiasi critica e suggerimento, ma non voglio dilungarmi troppo.
Vi lascio a quella che, spero, sia una buona lettura!^^
*RoSy*

******************************************************************

Prologue


I suoi occhi neri si assottigliarono leggermente, mentre camminava a passo lento verso di me.
Io non riuscivo a muovermi, ero terrorizzata a tal punto da non sentire nemmeno più le gambe.
Come potevo essere finita in una situazione del genere? Io che mi ero sempre guardata bene da qualsiasi cosa potesse nuocere alla mia incolumità, io che come prima regola avevo quella di non pensare a nessun altro al di fuori di me stessa?
Mi scese una lacrima, che mi percorse la guancia fino ad infrangersi con l'angolo delle mie labbra. Ormai per me non c'era più speranza, solo una cosa mi sollevava: sapere che lui era salvo.



Chapter 1

Jackson era come al solito in ritardo. Ogni volta per vestirsi ci metteva un'eternità ed io, di conseguenza, arrivavo sempre tardi per aspettare lui.
Non era affatto giusto che, soltanto perché ora avevo la patente, dovessi accompagnare ogni mattina mio fratello a scuola. D'accordo, l'edificio era lo stesso, ma dopo che io avevo passato quattro anni della mia vita in metropolitana, non capivo per quale motivo a lui fosse andata così di lusso da avere già il posto in macchina prenotato.
“Sono pronto”.
Jackson uscì dalla sua stanza fresco come una rosa, sorridendomi. Sapeva benissimo che era in ritardo, ma, proprio per questo, sapeva che non avevo tempo per picchiarlo e quindi la scampava sempre.
“Un giorno di questi ti lascerò a piedi”. Lo minacciai, pigiando il pulsante dell'ascensore per andare nel garage.
“Andiamo Kim, sto migliorando. Oggi ho guadagnato due minuti rispetto a ieri”.
Guardai l'orologio ed annuii. Poi mi voltai verso di lui e sorrisi falsamente.
“Peccato che ti manchino ancora ventitré minuti per essere perfettamente in orario”.
Jack si mise a ridere. Detestavo la sua facile ilarità, per lui era tutto un gioco. D'altronde lo comprendevo anche, non aveva alcuna responsabilità sulle sue spalle. Per lui esistevano solo la scuola, gli amici e lo sport, esattamente come per ogni ragazzo di sedici anni.
Per me invece era diverso. Da quando i nostri genitori partirono per esplorare i meandri della foresta Amazzonica sei mesi fa, sapevo che mi sarei dovuta prendere io cura di Jackson.
Anche se i nostri genitori ci spedivano continuamente soldi e ci scrivevano lettere dove ci raccontavano che splendide scoperte stessero facendo, non era come averli a casa e, sebbene mio fratello non la vedesse come me, io ero convinta che ci avessero in qualche modo abbandonato.
“Ieri notte, papà mi ha inviato un'e-mail”. Esclamò Jack, mentre salivamo in macchina. Tirò fuori dalla tasca della giacca il suo cellulare e puntò lo schermo verso di me.
“Dice di aver trovato una specie di serpente rarissimo, forse è anche l'unico esemplare sulla faccia della Terra”.
Sul display apparve una foto, ma io non la guardai. Misi in moto e partii.
“Ha uno di quei nomi in latino, difficilissimi. Deve essere pericoloso”.
“Affascinante”. Commentai distrattamente, immettendomi nella strada principale.
Non appena svoltai l'angolo, mi ritrovai a fermarmi in coda al semaforo che, naturalmente, era rosso.
“Ecco, lo sapevo”. Esclamai esasperata. “Appena ritardi di qualche minuto, si crea il traffico. È per questo che vorrei uscire prima la mattina”.
Jack sembrò non ascoltarmi e continuò a giocherellare col suo cellulare, guardando le foto e rileggendo le e-mail dei nostri genitori.
“Oggi vedi di non attaccare briga con nessuno, ok?” Mi raccomandai, mentre riuscii finalmente a superare l'incrocio. “Sono stufa di ricevere telefonate dalla scuola per la tua condotta orribile”.
Mi voltai di nuovo verso di lui, ma lo trovai ancora intento a esplorare il cellulare. Non mi stava proprio sentendo.
In uno scatto di rabbia serrai la mascella, gli presi il telefono dalle mani e lo buttai sui sedili posteriori.
“Mi vuoi ascoltare mentre parlo, cazzo?”
“Ehi, ma sei scema?” Sbottò lui. “Sai quanto costa quel cellulare? Me lo ha spedito papà la scorsa settimana, è uno degli ultimi usciti”.
Ridacchiai divertita. “E sai quanto me ne frega? Un bel niente”.
Mi venne improvvisamente un'idea. Con il braccio mi prolungai dietro e cercai il telefonino. Appena lo trovai lo portai all'altezza del volante e, mentre tentavo di mantenermi in corsia, gli tolsi la mascherina e la batteria.
“Ehi, ferma!” Mi urlò Jackson, cercando di riprendersi il suo telefono, ma io lo scansavo col gomito.
Ero ormai in procinto di togliere anche la scheda telefonica, quando, guardando la strada, mi accorsi che c'era un ragazzo fermo in piedi sull'asfalto.
Di colpo sterzai per non prenderlo e finii sul marciapiede. Lo specchietto di destra si infranse contro un palo della luce e per poco un signore non veniva messo sotto, ma per fortuna sembrava che non fosse accaduto nulla di grave.
“Jack, stai bene? Sei ferito? Ti fa male da qualche parte?”
Mio fratello si slacciò la cintura di sicurezza e si grattò la testa, era ancora evidentemente un po' intontito dall'accaduto, ma era tutto intero.
“Signorina, è tutto a posto?”
Annuii ad un signore preoccupato che si accostò al mio finestrino. Poco dopo scesi dalla macchina.
“Ma che ti è preso?” Jack scese pochi secondi dopo di me, visto che si era messo a cercare per tutta la macchina i pezzi del suo cellulare. “Prima mi smonti il telefono e poi sbandi senza motivo?”
Io aggrottai la fronte. “Ma che senza motivo?” Lo ripresi. “Non hai visto che c'era un ragazzo in mezzo alla strada?”
Appena mi resi conto di ciò che stavo dicendo, mi voltai verso la corsia su cui prima stavo guidando, ma non vidi nessuno.
“Un ragazzo?” Mi fece eco mio fratello. “Guarda che io non ho visto proprio nessuno”.
Rimasi qualche istante senza parole. Possibile che mi fossi sbagliata? Eppure ero certa che ci fosse qualcuno in mezzo alla strada, lo avevo visto per pochi nanosecondi, ma lo avevo visto.
“Il ragazzo ha ragione”. Si intromise poi il signore che poco prima si era preoccupato della mia salute. “Io stavo attraversando, quando lei ha sbandato con la macchina, e davanti a me non c'era nessuno”.
Guardai l'uomo con sguardo interrogativo, anche perché ancora dovevo capire che cosa c'entrasse lui in tutta questa faccenda, poi mi voltai verso Jack che scuoteva ripetutamente la testa come per dirmi indirettamente che mi considerava una pazza.
Ma non ero pazza! Avevo visto davvero qualcuno in mezzo alla strada, non ero così stupida da sbandare senza motivo.
“Forse è meglio chiamare un'ambulanza”. Consigliò l'uomo, prendendo il suo cellulare dalla tasca. Io scrollai le spalle e cominciai ad alzare un po' la voce.
“Qui stiamo tutti bene”. Lo informai. “Mi faccia perciò il favore di andarsene, così possiamo tutti tornare alle nostre vite di sempre”.
Il signore mi guardò prima esterrefatto, poi un po' arrabbiato. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si trattenne, forse pensò che, qualsiasi cosa avesse detto, non mi avrebbe fatto né caldo né freddo. E se ne andò.
“Tu non sei normale”. Fu il primo commento di Jackson non appena risalimmo in macchina e misi in moto. Io non risposi e proseguii in silenzio fino alla scuola.
Sapevo di non essere mai stata una ragazza dal carattere molto trattabile, anzi ero spesso nervosa e isterica, ma non pazza.
Appena parcheggiai davanti all'edificio scolastico, in ritardo come non mai, già mi immaginavo i rimproveri della professoressa Bekins sulla disciplina, il senso del dovere e bla bla bla.
Sinceramente ne avevo già avute abbastanza per tutta la giornata.
Jack se ne andò nella sua classe senza salutarmi, come faceva di solito, mentre io scesi in palestra. Alla prima ora avevo ginnastica.
“Ehi, ce l'hai fatta”. Elize entrò nello spogliatoio mentre mi stavo cambiando e mi aspettò dietro la porta. “Jack ha di nuovo fatto tardi?”
Sbuffai. “Sì, ma ho scoperto che ci sono altri idioti oltre a lui nel mio quartiere”. Precisai. “Un pazzo stamattina mi è spuntato in mezzo alla strada, io per evitarlo sono finita sul marciapiede, per poco non mettevo sotto un signore”.
Vidi Elize portarsi una mano davanti alla bocca. “Oh mio Dio, ti sei fatta male?”
Scossi la testa. “Per fortuna non ci sono state conseguenze, devo solo cambiare lo specchietto destro, che si è rotto”.
“E il ragazzo per strada? Si sarà spaventato”.
Mi strinsi nelle spalle ed uscii dallo spogliatoio. “A dire il vero non so che fine abbia fatto. Quando sono scesa dalla macchina non c'era più”.
Vidi Elize avere la mia stessa reazione di sorpresa di quando, voltandomi verso la strada, realizzai che il ragazzo misterioso era scomparso.
“Kim, questa mattina ti davamo per dispersa”. Regina mi venne incontro e mi abbracciò. Si vedeva lontano un miglio che il suo non era un abbraccio di affetto, ma di semplice circostanza, in fondo era sempre stato così tra noi due, in dalle elementari.
Ci piacevano le stesse cose, desideravamo primeggiare in tutto, e per questo finivamo sempre in competizione. Al liceo però era avvenuta la svolta.
Io mi ero messa con Nathan Tyler, il capitano della squadra di football, e Regina non poteva perdonarmelo, così lei si mise con uno dei difensori, Chase Morgan, che, seppure non il più popolare, era di certo uno dei più carini della squadra.
Da questo avvenimento conseguì una tregua della nostra continua gara a chi fosse la migliore. Cominciammo anche a fare uscite di coppia e, sebbene non parlassimo molto, il nostro rapporto divenne un po' più civile.
Certo, continuavo sempre a guardarmi bene le spalle. D'altronde non mi avrebbe sorpreso una sua bella pugnalata alla schiena da un momento all'altro.
“C'è una buona notizia, oggi”. Continuò Regina, tralasciando da subito il discorso sul mio ritardo. “Abbiamo un nuovo compagno di classe, Damon Keats, dicono che discenda da una famiglia nobile”.
Vidi Elize alzare gli occhi al cielo e non era mai un buon segno.
“E allora?” Chiesi io, non vedendoci nulla di straordinario. Il nostro era uno dei licei privati più rinomati della città, era normale che spesso dei figli di papà con poca voglia di studiare venissero mandati qui a finire gli studi. Più o meno ne arrivava uno ogni settimana.
“Fidati Kim,” Mi spiegò Regina con entusiasmo. “Appena lo vedrai capirai a cosa mi riferisco”.
Entrai in palestra e per prima cosa dovetti sorbirmi una ramanzina dalla Bekins.
“Come capitano delle cheerleader dovrebbe dare l'esempio, signorina Atwood”. Mi ripeteva in continuazione. Secondo me, non conosceva altre espressioni di rimprovero, altrimenti perché ripetere costantemente sempre le stesse, identiche parole?
Sentii ridacchiare dietro di me, non mi voltai, ma ero certa che si trattasse di Regina, la sua risata stridula era inconfondibile.
Si divertiva a vedermi umiliata, d'altronde erano tre anni che tentava di spodestare il mio ruolo di capitano delle cheerleader e non ci riusciva, in qualche modo doveva pur trovare un'amara consolazione.
“Forza ragazzi, ricominciamo la lezione”.
Mi disposi nel campo da pallavolo nel mio ruolo di battitrice e mi guardai intorno. Non vidi nessun volto nuovo e tanto meno così risaltante da giustificare la reazione di Regina. Scossi la testa, forse era uno dei suoi soliti scherzi per farmi risultare un'imbecille.
Alzai la palla e la colpii con una schiacciata, mandandola dall'altra parte del campo. Regina la prese in ricezione e la passò all’alzatrice che preparò a palla per la schiacciata.
D'un tratto mi bloccai. Non seguii più l'azione della squadra avversaria, i miei occhi si erano focalizzati solo su di lui.
Stava uscendo dallo spogliatoio maschile con dei pantaloni neri lunghi e una maglietta a mezze maniche bianca. Con passo lento, ma che aveva un non so che di regale, percorse il bordo del campo ed andò dalla Bekins.
Il mio sguardo lo seguì quasi come se non avesse voluto più lasciarlo. Aveva il volto più bello che avessi mai visto, contornato da dei capelli neri con degli strani riflessi blu, probabilmente li aveva tinti.
Sorrideva leggermente alla professoressa, mentre le porgeva dei fogli e parlava separando a mala pena le labbra, con voce così bassa che non riuscii nemmeno a percepirla.
“Kim, la palla!”
Mi voltai di scatto e mi parai il volto con il braccio. Senza accorgermene scaraventai il pallone fuori dal campo e si diresse proprio verso la professoressa.
L'avrebbe sicuramente presa se il nuovo ragazzo, con dei riflessi incredibili, non avesse fermato il pallone con le mani. Rimanemmo tutti a bocca aperta, compresa la Bekins.
Lui sorrise e si voltò verso di me. Aveva gli occhi leggermente allungati e di un colore difficile da decifrare, forse per le luci al neon della palestra.
Mi si avvicinò, col suo passo lento, e mi porse la palla.
“Conviene che tu stia più attenta”. Mi disse con voce posata. “È già la seconda volta oggi che rischi di far male a qualcuno”.
Aggrottai leggermente le sopracciglia ed abbassai lo sguardo sulla palla che ora avevo tra le mani.
La seconda volta? Si riferiva all'incidente di quella mattina? Ma come faceva a saperlo?
Poi, d'un tratto, un flash.
Il ragazzo in mezzo alla strada, focalizzai la sua figura. Era fermo, di fronte la mia macchina, e sorrideva.
Un sorriso a mala pena percepibile, ma difficile da confondere. Era lo stesso che mi aveva rivolto poco prima il nuovo studente, non c'erano dubbi.
Il ragazzo misterioso che quella mattina mi era improvvisamente apparso davanti alla macchina, facendomi sbandare, era Damon Keats.


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (3 voti, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
Rif.Capitolo: 3
strawberry91 - Voto:
15/02/10 14:34
bellissimo amole **
anke me ha aggiornato XD
tvb
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Rif.Capitolo: 2
strawberry91 - Voto:
03/02/10 13:55
ahhh, beata te che aggiorni a flash XD ah si? scs nn me lo ricordavo, vabbè è servito per avvisarti XD
Cmq, bellissimo capitolo anke qst, la storia mi sta piacendo davvero un sacco ^^ spero di leggere presto il seguito amore!
tvtttttttttttttttb

Sabry
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Rif.Capitolo: 1
rosychan91
02/02/10 21:41
Sì ke stavo lggendo il seguito d Dark and Light, ma nn sapevo avessi aggiornato! Vado subitooo!!!
Un bacione tesoro!
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Rif.Capitolo: 1
strawberry91 - Voto:
02/02/10 19:00
** amore bellissima! mi piace mi piace ^^ nn vedo l'ora di leggere il seguito e poi sto Damon già mi piace XD chissà xk ahaah!
Approposito, ma lo stai leggendo il seguito di dark and light? -Dark and light bloody world- nn ricordo se sapevi che lo sto scrivendo XD per ora ho pubblicato sette cap, aggiornato qualche gg fa ^^
Cmq davvero stupenda ff ^^ aggiorna presto! tvtttttttttttttttb
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Rif.Capitolo: 1
anna-brooke
01/02/10 23:40
Molto bello devo dire la verità,scrivi anche bn complimenti..spero che aggiornerai al più presto sn davvero curiosa..
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