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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: LA LINEA DI CONFINE TRA FINZIONE E REALTà
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Dark, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kikigustav galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/01/2010 12:25:57 (ultimo inserimento: 01/02/10)

Una ragazza che ha dei sogni strani, che si riveleranno...
 
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L'INIZO
- Capitolo 1° -

Una stanza bianca ed immacolata, senza finestre e porte, illuminata da una luce che non so da dove viene. C'è una temperatura tiepida. Il pavimento di marmo bianco, stranamente, è caldo, come se fosse vivo. E sento i battiti del mio cuore che impazziscono, vanno velocissimi. Sembra un martello pneumatico. Non batteva così da tanto tempo.
Ho indosso il mio pigiama...ma perché proprio il pigiama? Con tutti i vestiti che ho!
Vedo un'ombra all'orizzonte, e comincio a camminare verso a quella cosa misteriosa.
Io: Hey...fermati! Non scappare! Non ti voglio far del male!
L'ombra si voltò verso di me, e prese forma e corpo...era diventata Gustav Schäfer.
Gustav: Non mi vuoi far del male?
Io: No...perchè?
Gustav: Guarda qui...
Abbassò la testa, e si vedevano delle ferite unite con dei punti di sutura.
Io: è quando ti avevano picchiato l'estate scorsa!
Gustav: Sì...
Io: Ma perchè me lo fai vedere?
Gustav: Perchè adesso ho paura di incotrare persone nuove...ho paura che mi facciano tutti del male.
Il biondo si sedette a terra, con lo sguardo rivolto verso il basso.
Gustav: Le persone non mi vogliono bene.
Io: Ma che dici!
Mi siedo vicino a lui, e mi abbraccia.
Gustav: Non so il motivo, ma te mi dai sicurezza.
Io: Te l'ho detto, non voglio farti del male.
Gustav: Le persone delle quali mi fido adesso sono poche...e delle volte mi credono troppo complessato dopo quella notte.
Io: Bè, è naturale che tu abbia paura dopo tutto quell che è successo...ma devi capire che la fiducia verso le altre persone è una cosa importante. Se te sei il primo a non dimostrarla, allora non può andare!
Gustav: Forse hai ragione...e ho anche paura di andare in giro da solo...anche con un bodyguard al seguito non cambia niente.
Io: è sempre il solito discorso! Prova a essere più fiducioso, e le persone intorno a te se ne accorgeranno.
Gustav: Credi davvero?
Io: Sì...
Gustav: Non sembri molto sicura...
Io: Ho il problema che sono brava ad aiutare gli altri, mentre io non riesco ad aiutarmi.
Gustav: Non ho capito bene...che vuoi dire?
Io: Che non riesco a fare qualcosa per me! Sono talmente ossessionata dal pensiero di far felici gli altri che non riesco a stare bene io!
Gustav: Ma così soffri ancora di più!
Io: Lo so...ma te lo giuro, è più forte di me.
Ci guardiamo intensamente negli occhi. I suoi occhi castano chiaro riescono a leggermi l'anima.
Gustav: Hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino, vero?
Io: Sì...
Gustav: Anche io, sai?
Io: Bene, allora siamo in due...
Ci guardiamo di nuovo dritti negli occhi, però più intensamente di prima. Le nostre facce si avvicinano sempre di più...
Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
Io: No, la sveglia no! -.-
Spengo la sveglia, e mi accovaccio sotto le coperte. Non voglio crederci che quello era solo un songo...era troppo reale! Sentivo tutte le sensazioni come se fossero vere, come se io in quel posto ci fossi veramente...invece si vede che era solo un bellissimo sogno. Si vede che il calore di quell'inusuale stanza era quello delle mie coperte. Mi alzo e, con passo lento, mi avvio verso la cucina, dove ci sono le mie sorelle che fanno colazione. Si chiamano Evelyn e Marika. Evelyn ha 20 anni, alta, capelli tinti biondi con occhi azzurri. Marika ha 23 anni, alta, capelli rossi tinti, occhi grigi. Erano molto simili tra di loro caratterialmente. Entrambe erano fiere e combattive, che ambivano al successo in ogni cosa e alla perfezione in ogni minimo gesto, anche quello più insulso. Si vestivano alla moda, senza trascurare ogni particolare, dai capelli fino alla punta dei piedi. Come dicevano in giro, erano perfette, le ragazze che tutti sognano e desiderano avere come ragazza.
Io invece sono l'esatto contrario. 17 anni, bassa, occhi verdi misti ad azzurro e grigio, capelli castani naturali. Mi fanno sentire sempre la pecora nera della familia. Non vesto alla moda come loro...a me piace vestire di nero, che è il mio colore preferito. Caratterialmente sono timida e silenziosa, che ascolta quello che le succede intorno e mai alla ricerca delle perfezione o della fama. Le mie sorelle non riescono a capire perché io sia così.
Marika: Buongiorno fallita, come va?
Io: Bene...
Marika: Strano che ti vada bene la vita...di solito la tua è una merda totale.
Non posso manco riponderle...una sola parola sbagliata e mi cacciano di casa.
I nostri genitori non ci sono più. Sono morti in un incidente stradale, una sera mentre stavano tornando a casa dopo una festa di lavoro. Un cretino gli ha tagliato la strada e sono andati a sbattere violentemente contro il guard rail. I medici ci dissero che morirono sul colpo. Tutto questo successe 2 anni fa, quando le mie sorelle erano già maggiorenni e mi hanno affidata a loro, che io manco volevo. Desideravo ardentemente essere affidata ai miei nonni, ma purtroppo hanno un problema economico, e mantenermi sarebbe stato impossibile. Così sono costretta a convivere con loro, che mi insultano e offendono dal mattino alla sera.
Evelyn: Mari, ti ricordi che oggi abbiamo l'audizione?
Marika: Certo!
Evelyn: Se non lo sai, emo di merda, oggi abbiamo un'adizione per diventare le modelle ufficiali di Dolce & Gabbana...ma naturalmente è solo per noi die, perché a te sicuramente non ti prenderanno manco se fossi l'ultima ragazza su questa terra.
Io: Vi ho chiesto qualcosa? Non mi è sembrato...
Mangio velocemente i miei tre biscotti mattutini e mi dileguo in camera mia a vestirmi per andare a scuola.
Ecco qui che che mi guardo attorno come ogni mattina. Le uniche facce amiche che ci sono in casa sono quelle dei miei poster dei Tokio Hotel. Questo è un altro motivo di frecciatine da parte delle mie sorelle.
Finisco di vestirmi e vado verso uno dei tanti poster di Gustav, che ha lo sfondo verde ed è piegato verso la macchian fotografica.
Io: Mi spieghi perché faccio questi sogni? Ormai è un mese che vado avanti...non ne posso più.
Silezio totale. Cosa voglio, che un poster mi rispondi? Sono proprio impazzita...
Marika si affaccia alla porta.
Marika: Allora? Muovi il culo e vai a scuola invece di stare lì a parlare come tuo solito con un poster dei Frocio Motel.
Io: Ok, vado...
Metto il cappotto (anch'esso nero), e vado fuori di casa. Il gelo mi punge il viso e le mani, che subito chiudo a pungo con la speranza che diventino un pochino più calde. è il solito freddo di dicembre. Come ogni mattina, la strada è piena di cartaccie e vetri di bottiglia, colpa degli ubriachi che gettano le bottiglie a terra. I netturbini, con aria triste, fanno il loro lavoro silenziosamente. L'unico rumore che si sente è solo quello delle auto sulla strada principale, ed è lì che mi sto avviando, per andare a prendere l'autobus che mi porterà a scuola.
Dopo 5 minuti arrivo alla fermata e mi isolo da tutto e tutti mettendomi le cuffie dell'iPod alle orecchie. Metto su "Scream". Quanto mi piacerebbe urlare al mondo quanto sto male.
Arriva il bus e salgo. Come ogni mattina, tutti mi guardano. Che c'è? Non avete mai visto qualcuno che si veste completamente di nero? Sono così strana per questo mondo? Trovo un posto libero e mi siedo. Metto la tracolla sulle ginocchia e comincio a guardare fuori dal finestrino. La mi mente vola lontana, in un posto mai visto ma che mi sembra di esserci sempre stata. Mi sento libera in quel posto. Mi sento me stessa.
Una frenata brusca mi fa risvegliare dalla mia fantasia, e mi rendo conto che sono ancora nella solita grigia, triste Berlino. Mi preparo anche a scendere, la prossima è la mia fermata.
Scendo e vado verso i cancelli della Aberfottill Sike auf Milt Gymnasium. è un edificio vecchio, che assomiglia più a un museo che a una scuola. Ha una fama molto grande...non a casa ci hanno studiato anche le mie sorelle, che all'epoca erano le migliori della scuola. Non a caso, avevano vinto tutti i concorsi che la scuola aveva organizzato, più i tornei nazionali su ogni materia esistente sulla faccia della terra. I professori si ricordano ancora di loro, e a volte mi paragonano a loro due. Non sono brava come loro, anche se ho la media del 4 e mezzo. Loro avevano 1 in tutte le materie. Se prendevano 2 e mezzo cominciavano a piangere come se fosse morto qualcuno, e rimanevano con il broncio tutto il giorno. Oltre ad essere perfette, sono state anche le alunne migliori e le cocche dei professori. Quando arrivai io tutti gli insegnanti si aspettavano molto da me, ma volevo far capire che ero diversa da loro. E oggi, che sono in quarta, questa differenza la vedono ancora.
L'unico professore che non ho deluso è quello di tedesco, perché è arrivato quest'anno e non sapeva nulla di questa storia. Si chiama Hans Frikrich, è l'unico prof. con il quale ho instaurato un rapporto d'amicizia. Ha capito subito che io qui non mi trovo bene, e così ha deciso di mandarmi a lavorare alla Universal Music Germania. Non è una cosa facile. è dagli inizi di settembre che sto facendo prove su prove, test su test...e tutto questo per diventare un'iterprete. Frikrich crede molto in me, e stiamo lavorando come dei matti entrambi su questo lavoro.
Alla prima ora devo andare nel suo studio, ha alcune cose da dirmi riguardo il lavoro alla Universal...


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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
picia92 27/01/10 12:56
Davvero Bella kiki!! mi è èiaciuta molto, spero che almeno avrai un'amica in questa storia....kuss! :**
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