CAPITOLO 1 - Capitolo 1° -
In casa Roronoa lo spadaccino sonnecchiava sul divano a tre posti color avorio, accanto a lui stava la Wado Ichimonji, la spada regalatogli dalla sua amica di infanzia: Kuina; nel frattempo, in cucina, la moglie stava preparando la cena, un aroma di carne e spezie inondava l’intera casa; ad un certo punto il telefono cominciò a squillare. Lo spadaccino svegliato dal rumore impugnò la spada per difendersi e quando capì che il rumore proveniva dall’apparecchi telefonico cominciò a bofonchiare irritato -Nami rispondi tu?- -Non vedi che sto cucinando per te?! Rispondi tu!- fu la risposta schietta della ragazza -Va bene amore- Zoro sollevò il ricevitore -Salve casa Roronoa, chi parla?- Dall’altro capo della cornetta una voce sensuale e suadente rispose –Ciao sono io…- -Buonasera dottore- disse lo spadaccino, ma i suoi pensieri furono ben altri “Oddio, proprio adesso doveva chiamarmi Nico Robin!” -amore mio- riprese l’archeologa. Zoro continuò la sua sceneggiata –Si, mi dica- -Non resistevo più… pensavo a te- -Bene, direi che è importante- -Quando verrai?- -Non saprei… dipende.- Nico Robin lo ammonì –Non parlare se li c’è lei, lascia parlare me, di sì o no...- -Certo- acconsentì lui. -Ma vieni appena puoi, anche tardi se tu vuoi, intanto non dormirei, quanto mi manchi lo sai.- Lo spadaccino sgranò gli occhi all’udire di quelle parole; lei continuò a sedurlo –Mi ami o no?- -Ci può giurare dottore.- -Io di più!- -No, penso di no...- -Ma lei adesso dov’è? Vicino a te?- -Non molto, ma potrebbe sentirci, non voglio farla preoccupare...- e si voltò per osservare la moglie che si stava dilettando in una ricetta consigliatole da Sanji. -Ho sciolto tutti i capelli giù, e ho il profumo che mi hai dato tu...- Zoro cominciò ad avere delle vampate di calore e si infilò un dito nel collo della maglietta per allargarlo e far passare l’aria; “Quella donna sta flirtando con me al telefono” pensò. -Vieni almeno per un po’… non ho sonno non mi sveglierai, di’ quello che vuoi però stasera non dirmi no!- -Va bene dottore, sarò da lei in un attimo!!- -Adesso chiudo non vorrei far insospettire lei… amore io sono qui, e potrei anche morire...- -Non si preoccupi, adesso arrivo!- e poi riattaccò. Zoro rimase qualche minuto a fissare il telefono sconvolto dalla conversazione con Nico Robin, certo erano amanti da tempo ormai ma lei non aveva mai chiamato quando in casa c’era Nami; scosse la testa per riprendersi e si avviò verso la cucina. Arrivò di soppiatto dietro la moglie e le cinse i fianchi con le braccia poi le sussurrò all’orecchio -Io vado da Chopper perché mi deve parlare e starò fuori anche a cena.- -Va bene allora io esco con Rufy e Sanji.- -Ci vediamo, ti amo.- e le diede un bacio.
Prima di entrare in casa di Robin si guardò attorno con aria circospetta per vedere se qualcuno lo guardava, dopodiché suonò il campanello. -Prego, entra.- l’archeologa lo stava aspettando. Quando arrivò nel salotto Zoro non trovò nessuno, ma vide due file di candele che formavano un percorso e decise di seguirle, arrivò nella camera da letto. Qui la luce era rossa e soffusa per creare un’atmosfera di passione, sul letto stava sdraiata Nico Robin completamente nuda e coperta da petali di rose: una visione paradisiaca “Sembra una dea” furono i pensieri di Zoro che aveva perso l’uso della ragione. -Sono qui per te e tu te ne stai li impalato?- sussurrò Nico Robin. Zoro quasi ipnotizzato si avvicinò al letto e prese a baciare appassionatamente l’amante, si staccò per un minuto per togliersi la maglietta; una mano lo fermò –Non qui andiamo a casa tua, so che tua moglie è uscita a cena e non tornerà fino alle 23:00- -Va bene, ogni tuo desiderio è un ordine!- E così fecero, Robin indossò un miniabito di pelle rossa che metteva in risalto le sue forme e poi presero una carrozza e si avviarono verso casa Roronoa. Quando furono di fronte alla porta, Zoro rapito da un gesto di irrefrenabile passione, prese l’amante e cominciò a baciarla, le mani di entrambi finirono ovunque e lui mandò lei con la schiena poggiata alla porta, che essendo aperta si spalancò, facendo ruzzolare i due sul pavimento. Zoro sollevò la testa dal viso di Robin e si guardò attorno; al tavolo erano seduti Nami, Rufy e Sanji, che li guardavano con aria divertita; nel frattempo Nico Robin si ricompose e andò verso Nami. -Cosa ti avevamo detto io e Sanji?!- disse la rossa. -Avevate ragione, è proprio tonto...- mormorò deluso Rufy. Sanji appoggiò una mano sulla spalla dell’amico –Su, non abbatterti- -E ora fuori i soldi della scommessa!!!- gridò Nami battendo le mani sul tavolo. Rufy le allungò un pacco di soldi -Ed ecco il denaro che ti dovevo Robin, hai fatto un ottimo lavoro- la rossa diede a sua volta del denaro all’archeologa. Zoro non capiva ciò che stava accadendo, allora si avvicinò al tavolo e domandò –Che sta succedendo qui?- -Oh, nulla tesoro!- fu la risposta di Nami. Sanji proseguì –Io e Nami abbiamo scommesso con Rufy che tu eri uno stupido marimo e tu l’hai dimostrato.- -Bada a come parli cuoco da strapazzo!!- -Calmati Zoro- fece Robin –Sanji ha ragione, loro mi hanno chiesto di sedurti e di farti venire qui quando c’erano tutti per poter vincere la scommessa con Rufy, il quale sosteneva che tu non eri così tonto- -Q-QUINDI T-TUTTI VOI E-ERAVATE D-D’ACCORDO!!- gridò furioso lo spadaccino. -Esatto!!- esclamarono i tre all’unisono, mentre Rufy stava piangendo per i soldi perduti. -ORA ME LA PAGHERETE!!- -State pronti ragazzi...- sussurrò la rossa. -Si!- le risposero gli altri. Zoro estrasse la spada dal fodero e la brandì verso gli amici seduti. -ORA!!- gridò Nami; e lei Sanji e Robin si alzarono e uscirono dalla finestra aperta, Zoro si lanciò al loro inseguimento; i quattro si ritrovarono nell’aranceto di Nami e presero a correre. Grazie al buio e agli alberi di mandarini Sanji, Nami e Nico Robin riuscirono a nascondersi e schernivano lo spadaccino –Non riuscirai a trovarci, ti perdi anche in casa!- -SMETTETELA! USCITE!- continuava a gridare lo spadaccino, e continuava a correre. In casa nel frattempo Rufy, si stava disperando per i soldi perduti a causa della scommessa, si alzò dalla sedia e si diresse al frigorifero, lo aprì e cominciò a trangugiare tutto ciò che trovava, quando l’ebbe svuotato ricominciò a piagnucolare –Nemmeno il cibo mi soddisfa, non starò diventando avido come Nami!!- Non l’avesse mai detto. La rossa, che si era nascosta sotto la finestra, sentendo quelle parole urlò infuriata come una iena –RUFY!!!!!!- -Chi mi ha chiamato?- si domandò Rufy noncurante di ciò che stava accadendo fuori, si avvicinò al tavolo, si sedette nuovamente e cominciò a mangiare tranquillamente gli avanzi della cena, mentre fuori tutti continuavano a correre all’impazzata.
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Alla prossima!!! ^^