SNOWFLAKES FALL DOWN LIKE TEARS
- Capitolo 1° -
-Non ne posso più di te! Non ti sopporto più! Ogni volta scuse, ogni volta cerchi di scappare! Dimmelo e basta se vuoi che me ne vada!-
-Non è come credi...-
-Non sviare il discorso! Parlami se sei un uomo e non un vigliacco qualsiasi!- lo stava solo punzecchiando, anche se sapeva che non sarebbe servito a niente.
-Take-chan, io non voglio perderti- rispose abbracciandolo.
-E allora perché mi tradisci? Perché non mi dici "ti amo" e me lo dimostri? Perché vai a letto con altri se non vuoi perdermi?- le lacrime incominciarono a scorrergli lungo le gote arrossate mentre si scioglieva dall'abbraccio per guardarlo negli occhi.
-Tu per me sei la cosa più importante.
Tu non sei come gli altri:
tu sei quello con cui voglio trascorrere il resto della mia vita.
Tu non sei quello con cui scopare quando voglio togliermi lo sfizio.
Tu sei quello con cui voglio fare l'amore.
Con te mi voglio addormentare ogni sera e con te voglio risvegliarmi al mattino-
lo prese in contropiede. Takeshi si sarebbe aspettato di tutto, ma non questo. Le lacrime divennero ancora più copiose.
-E allora perché mi hai fatto soffrire così?-
-Ogni uomo con cui sono stato l'ho visto solo una volta, perché io amo solo te!-
-Pensi che valga come scusa? Pensi che ci creda? E se anche fosse vero, cosa pensi che m'importi? Tu mi hai tradito! Tradito la mia fiducia! Tradito il mio amore!-
-Takeshi...- lo afferrò per i fianchi e lo baciò.
-Che fai?- chiese staccandosi sconcertato.
-Credevo tu lo volessi-
-Certo che lo voglio! Ma non adesso! Non in questo momento! Non è per niente il momento!-
-Ma...-
-Senti, piantala di prendermi in giro. Da quando ci siamo incontrati non hai fatto altro! Ma ora basta! Levati dalla testa qualsiasi cosa che mi riguardi! Togliti qualsiasi ricordo hai di noi due! Non voglio più vederti né sentirti- si allontanò a grandi passi, stringendo i pugni e trattenendo a stento le lacrime. Hiroshi non lo seguì. Lo lasciò andare. Incapace di seguirlo, di trattenerlo con qualsiasi altra frase. Era sempre così. Non riusciva a tenere vicino a sé le persone che per lui contavano davvero. Abbandonò anche lui quel parco maledetto e non vi mise più piede. Il cielo era più scuro di una normale sera invernale. Lenti, candidi fiocchi di neve incominciarono a scendere, tristi, freddi come se anche la natura volesse partecipare a quel lutto.
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