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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: RIFLEXION, RICORDI DI UNA SOGNATRICE
Genere: Sentimentale, Commedia, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: bakakitsune galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/11/2009 20:34:09

una sedicenne con compagnie sbagliate cambierà?
 
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RIFLEXION
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti, eccomi tornata!!!!Questa storia la dedico a Tabata, che su msn non la riceve XD Tvb stela, sorridi ela vita ti sorriderà!!!!!!!!

ok, sorry x la "Papera" iniziale XD ecco la storia integra XD

Ricordi di una sognatrice

Non so nemmeno il perché, ma mi ritrovo qua a scrivere una breve parte della mia vita. Questa vita che ha voltato pagina in soli tre mesi. In appena tre mesi si sono distrutte le mie speranze… tutte le mie speranze…l’ultima volta che ho scritto, se non sbaglio verso la fine di agosto, ero felice, avevo una vita piena, una compagnia, un ragazzo, divertimento tutti i giorni, che volevo di più? Certo, la mia famiglia non era delle migliori, mia madre e mio padre tardavano dal lavoro ogni sera, ho anche un fratello più grande, ma ormai lui è indipendente, ha una casa e un lavoro e spesso non lo vedo per mesi. A casa ci stavo poco o niente, giusto qualche ora il giorno e a volte la notte per dormire. La scuola, chi l’aveva frequentata più? Dopo i prime cinque o sei mesi mi ero staccata dalla classe, e non andavo più, quindi i professori erano costretti a bocciarmi, visto che non frequentavo le lezioni come gli altri. Non mi interessava molto, anzi era diventata una specie di ostacolo per me, e i miei ormai erano disperati. Me lo ricordo benissimo…Ero appena uscita da un locale, era circa mezzanotte, i miei non sapevano nemmeno dov’ero. Ero tornata a casa, e i miei genitori erano in piedi, ad aspettarmi. Litigammo, per due ore buone volarono insinuazioni e infamie che mai erano uscite dalla mia bocca, mai…Li accusai di essere dei genitori inutili, assenti nei miei riguardi, li accusai di avermi fatto per errore, li accusai di voler più bene a mio fratello che a me, li accusai di tutto ciò che mi portavo dietro da circa sedici anni di vita. Loro ribatterono che come figlia non valevo niente, che non davo loro un briciolo di soddisfazione, che loro non sapevano come comportarsi con me…Ora li capisco…Bhè, in questi tre mesi ho capito molte cose. Prima fra tutte, che mi sbagliavo, che sono stata una sciocca, nonché una grossa delusione e un grande peso per la mia famiglia, ma soprattutto per me stessa. La seconda cosa che ho imparato, è che bisogna dare poca fiducia agli altri, e sapersi rialzare con le proprie forze, e la terza cosa che ho imparato, è che ci vuole poco a macchiare la propria reputazione, e molto più tempo per ritornare a essere “puri”.

Delusione, perché pensavo solo a vivere alla giornata, piena di sogni e speranze totalmente inutili e prive di fondamenta.

Delusione, perché ho dato fiducia a troppe, molte persone che non se la meritavano e che mi hanno deluso profondamente.

Delusione perché mi sono serviti un paio di mesi per mettere tutto a posto, anche se avrebbe sempre dovuto essere così la mia vita…

Poco dopo l’ennesimo litigio da parte dei miei, me ne andai di casa, precisamente dal mio ragazzo. Ovviamente ci rimasi per poco tempo, diciamo tre giorni, per poi ritornare a casa, visto che i miei erano ancora più preoccupati. La situazione però non migliorava, litigavamo tutti i giorni… Non ce la facevo più ad andare avanti in quel modo, e per distrarmi restavo fuori casa tutto il giorno e tutta la notte, e fu proprio una notte che cambiò la mia vita di allora. Eravamo usciti in gruppo, io e la mia compagnia, per andare in una discoteca che avrebbe aperto proprio quella sera. Di solito non bevevo molti drink, giusto qualcuno tanto per non annoiarmi, ma quella sera, forse per il troppo stress, forse per colpa dei miei, anche se in fondo era colpa mia, bevvi molti più bicchieri dei soliti che accumulavo al bancone. E di quella sera ho un vuoto…
Ricordo solo la pista, la musica, le luci, e poi nulla.
Per farla breve, mi risvegliai la mattina dopo nel letto di un nostro amico della compagnia, il fidanzato della mia migliore amica per intenderci. Il brutto era che ero abbracciata a lui. Io ero sveglia, ma ancora incapace di muovermi, a causa della sbronza, lui dormiva. Con molta fatica mi tirai su, mi diedi una sistemata e cercai di svegliarmi. Andai in bagno, dove vomitai tutto e bevvi quanta più acqua potessi bere. Mi sedetti poi sul divano nella sala e rimasi lì, mentre con un barlume di lucidità ricostruivo la sera precedente…niente da fare, non mi ricordavo nulla… Quando mi sentii meglio, lascia un biglietto in cui ringraziavo il ragazzo e me ne andai. Tornai a casa, i miei erano già al lavoro, visto che erano le dieci e mezzo, e io riuscii a riposare. Verso sera, la mia migliore amica mi chiamò al cellulare. Mi sbraitò ogni possibile insulto perché secondo lei ci avevo provato con il suo ragazzo. Le risposi che non mi ricordavo nulla della sera precedente, ma peggiorai le cose. Morale della favola?Lei era la leader, e il gruppo non mi parlava più…Mi allontanarono, e per cosa? Per un equivoco? Solo ora mi rendo conto di quanto sia sconfinata la mia idiozia! Speravo però che almeno lui, il mio ragazzo mi capisse, mi difendesse, e invece mi voltò le spalle anche lui. Ero rimasta sola…
Ripensai a tutte le volte in cui mi aveva detto che mi amava, che mi voleva bene, che mi avrebbe aiutato, protetto e sostenuto. Evidentemente erano solo bugie…Evidentemente ero solo un giocattolo. Che ingenua sono stata, mi ha raggirata con una facilità disarmante…

“Un po’ alla volta, si cresce, si conosce il mondo, si impara a percorrere una propria via. Non sempre scegliamo noi la nostra strada, non sempre si ha una scelta, e spesso non comprendiamo neanche lontanamente quanto siamo fortunati noi che possiamo decidere il nostro cammino.
Coloro che hanno una scelta dovrebbero saperla sfruttare al meglio, utilizzarla per essere felici, per quanto possano, ma molti non se ne interessano quasi.”


Non sono qui per accusare, poiché nessuno è perfetto, poiché io stessa ho commesso molti errori, ripromettendomi di non crearne ulteriori e più gravi. Odio il peso delle mie azioni, ma non posso farci nulla, non posso cambiare le cose, per quanto io lo desideri. Un antico proverbio diceva che sono tre le cose che più riescono difficili nella vita:

Ritrarre il sasso una volta scagliato

Chiedere Scusa dopo aver sbagliato

Amare senza opinioni

Sono d’accordo… 3 semplici regole che condizionano la nostra vita, solo 3… Così poche da sembrare insignificanti, eppure sono loro che fanno la differenza… Ci sono persone che hanno sperimentato questo detto, più e più volte, e sempre più volte hanno capito che nella vita è meglio essere sinceri con se stessi e con gli altri, e fra questi, ora ci sono anche io. So che detto da me fa ridere, ma si può cambiare, si può se lo si vuole, e io sono cambiata.

Dopo che la mia compagnia mi voltò le spalle, mi rinchiusi sempre più in me stessa, rimasi sempre o quasi a casa, e visto che, un po’ per noia, un po’ per vergogna forse, iniziai a risistemare casa. I miei genitori se ne accorsero, sbalordendosi non poco visto che in sedici anni di vita non avevo mai mosso un dito per pulire casa, e, ripensando a quello che avevo detto su di loro, decisero di parlarmi. Riuscii a parlare di quel periodo, tralasciando i fatti veri e propri e dando solo una versione generica della realtà, cioè che avevo combinato un “casino”. Non sapevano come comportarsi con me, e io non sapevo se dovevo o meno aspettarmi qualcosa. Preferii tornarmene in camera. Per molti giorni rimasi in camera mia a piangere, giorno e notte, senza voler vedere nessuno. E in quel lasso di tempo ebbi modo di riflettere. Dopo qualche giorno, non appena i miei se ne andavano da casa, io uscivo dalla mia stanza, ma poi ritornavo fra quelle quattro mura, forse perché avevo solo bisogno di stare da sola. E nella mia solitudine capii molte cose…Ero stata un burattino, si, proprio un burattino, e per colpa di quella mia debolezza ho perso ciò che contava davvero, ciò che mi avrebbe veramente aiutato nella vita, ovvero la stima e l’affetto della mia famiglia, la fiducia in me stessa e lo studio. Un anno di scuola, un anno della mia vita sprecato, buttato al vento. Mi sentii tremendamente in colpa. Molti bambini avrebbero fatto chissà cosa per poter studiare, e io che facevo? Me ne fregavo, pensavo a divertirmi risultando un oca, risultando una ragazza facile, cosa che non ero e che non ero mai stata. Rimanevo in quella stanza rovente, al buio. Stranamente non avevo voglia di uscire, io che ero sempre così vitale e allegra, scoppiavo sempre di energia, ma per tutta l’estate, la mattina la passavo a piangere, il pomeriggio pure. Ad un certo punto mi stufai.
“Ho sbagliato, capita a tutti no?” Quei pensieri erano più una scusa verso me stessa che altro. Non avevo scusanti che reggessero, e ora dovevo ricominciare daccapo.
Nei giorni seguenti uscivo dalla mia stanza, anche in presenza dei miei, guardando il mondo con degli occhi nuovi. I miei occhi notavano i molti miei errori, ma vedevano anche i possibili rimedi. E sempre in quei giorni notai semplicemente che i miei genitori chiamavano a casa per sentire se stavo bene e se era tutto a posto mentre lavoravano. Anche mio fratello. Devo molto alla mia famiglia. In quelle settimane mi erano vicini come non mai, e nei mesi successivi lo erano ancora di più. Tutta l’estate la passai con loro, anche se ero sola a casa, cercavano di esserci per quanto il loro lavoro glielo permettesse. Ero cambiata, ero un tantino più solare, e pronta per assumermi le mie responsabilità. In fondo non potevo scappare dalla realtà, l’unica soluzione era affrontarla. E io lo feci a testa alta. A settembre infatti ero ripetente, con dei compagni di classe nuovi e molto simpatici. Prendemmo subito confidenza, nonostante sapessero che io fossi una “poco di buono”, perché gli stessi professori li avevano avvertiti. Non mi sbilanciai più di tanto, anzi, rimasi fredda con i miei superiori, ma sempre disponibile e scherzosa con i miei compagni. Quell’anno di scuola fu il migliore della mia vita, perché con grande sorpresa seguivo le lezioni, studiavo, imparavo e stavo bene. Grazie a tutto questo, riuscii a superare l’anno e ad andare in terza superiore. Tutti erano sbigottiti dal mio cambiamento, primi fra tutti i miei professori, che durante l’anno continuavano a ripetermi che nella vita non avrei fatto nulla. Ora siamo in estate, sto scrivendo nella stessa camera in cui un anno fa piangevo a dirotto per degli errori solo miei, ma in fondo sarebbe stato meglio se quegli errori li avessi mai fatti. Ho degli amici veri di cui posso fidarmi, una famiglia ce mi vuole bene, un rendimento alto e una vita che finalmente può definirsi tale. Quasi ringrazio me stessa per aver bevuto troppo quella sera, se no a quest’ora sarei già una super alcolizzata e drogata, come successo alla mia oramai precedente compagnia. Anche il mio ex è finito così, un drogato che si spara sostanze direttamente in vena. Chissà come e chissà perché quell’errore, quel bicchiere in più fu l’inizio della mia vera vita.

Perché c’è rimedio a tutto, tranne che alla morte…

finitooooo!!!!!XD Dimmi che ne pensi, nè Tabby??XD
 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
bakakitsune 04/12/09 19:37
Ciao^^ inanzitutto, grazie per il commento positivo (mi ci voleva in una giornata del genereXD)Volevo preisare che nella storia non parlo di me stessa, ma mi sono "messa nei panni" di una ragazza che viene stravolta dalla gente che le sta attorno ^^ Tranquilla comunque, anche io ho sbagliato, tutti sbagliano, l'imporante è cercare di correggersi in tempo^^ Spero di far riflettere un bel po' di persone con questa storia, perchè sono un po' stufa delle persone ipocrite u.u in bocca al lupo, vivi la tua vita appieno^^!!!
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elfa-nihal - Voto: 30/11/09 21:29
bellissima,hai perfettamente ragione, non sono mai arrrîvata al tuo punto, ma ho gia sbagliato più di una volta la compagnia con cui girare, speriamo di non rifarlo ancora.
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