Fanfic dedicata a elle e a tutte le sue amanti u.u divertitevi a riconoscervi nella protagonista!
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 17/11/2009 02:04:36 - Ultimo inserimento 05/01/2010
ABCABCABCABC
NOZIONI DI SURREALTà IMPROVVISA NELLA VITA QUOTIDIANA
Sei il colore che non ho, e che vorrei essere io Ma se ti rende libera, ti regalo il mio
Prologo:
o3/o4/2o04
«Yagami kun!»
Il giovane si voltò.
«Grazie per oggi».
Yagami Light sorrise. «Di niente. Grazie a te».
Laltro si avviò verso un macchinone nero, che destò i sussurri e gli sguardi sconvolti di parecchi dei capannelli di neodiplomati.
«Be, ci vediamo al campus» Disse il moro, montando nella limousine, la portiera apertagli da un anziano signore vestito allinglese.
«Si» Rispose il giovane dal caschetto castano.
Lo sportello si richiuse, il finestrino abbassato. Lauto ingranò.
Il ragazzo allinterno dellauto si girò, lo sguardo curioso. Fece un cenno con la mano alluomo alla guida, per fargli spegnere il motore.
La ragazza giunse trafelata davanti al finestrino abbassato. I capelli bruni le svolazzavano liberi dietro la schiena, vestiti non abbastanza eleganti per quelloccasione, non troppo casual per essere inappropriati.
Il ragazzo nellauto la fissava scioccato, come a guardare una creatura aliena.
Lei evidentemente riuscì ad ignorare quello sguardo penetrante e turbato.
«Eh Ho gradito molto il tuo discorso, Ryuga kun» Sorrise.
Lui la guardava. In silenzio.
I suoi occhi neri erano profondi e bui come il cuore di un assassino, ma magnetici e la attrassero a sé come Narciso le ninfe.
«Grazie» Rispose, dopo quella pausa infinita. Dopo aver capito di poter sondare lo sguardo di lei, dopo aver scorto in lei la verità e quel limpido desiderio.
Lei continuò a sorridere, ma non sapeva più cosa dire. Gli occhi di Narciso non lavevano ancora liberata.
Allora Narciso parlò ancora. «Cosa desideri?» Chiese. Ma senza fretta, senza stizza nella voce graffiata e da poco adulta.
Lei si scosse. Sbatté per una volta gli occhi castani.
Poi si inchinò. «Shirakawa Reila. Perdonami, non mi sono presentata» Disse, senza alzare lo sguardo.
«Piacere di conoscerti Shirakawa chan» Rispose lui. «Sai già il mio nome».
Lei si rialzò e annuì appena. Poi guardò il suo pollice destro, giocare col labbro inferiore, da destra a sinistra: Ryuga stava pensando.
Lei arrossì, infine, poiché Narciso non le scostava quello sguardo di dosso.
Entrambi parvero sussultare quando, passato un minuto, dai sedili anteriori provenne una tosse sommessa.
Allora Ryuga riportò la mano destra davanti alle gambe, piegate davanti al petto, i piedi scalzi sul sedile.
«Desideri che ti offra un passaggio?» Chiese, forse più sottovoce.
Lei aprì la bocca. In maniera abbastanza stupida.
Poi annuì, poi scosse la testa.
«Ti ringrazio infinitamente, Ruyga kun, ma davvero non posso accettare. È una macchina troppo bella per me, e poi stare al tuo fianco » Non terminò la frase, troppe sciocchezze in così pochi secondi.
Ryuga la guardò e le sue labbra si incresparono.
«Ti prego, insisto» Disse, le labbra curve, scorrendo a sedere verso destra. Luomo Inglese scese dalla parte anteriore dellauto e giunse ad aprire la portiera sinistra alla sconvolta fanciulla. La ragazza non portava con sé alcuna borsa e non ebbe problemi a salire sullauto con la grazia che non sperava di possedere, facendo scivolare elegantemente sulle sue cosce le pieghe della minigonna rossa che indossava.
Ryuga osservava con lattenzione di un investigatore ogni suo gesto e movimento, ogni espressione. Ma lei non si sentiva sotto pressione.
Linterno dellauto non lasciava niente a desiderare e lautista guidava con impeccabile eleganza.
Il ragazzo continuò a fissarla.
«Dove dobbiamo andare, signorina?» Chiese luomo al volante dopo qualche minuto di silenzio, perfettamente calato nella parte di tassista.
«Ehm Io Potete lasciarmi anche al parco di Shinjuku » Disse incerta, la voce limpida.
«È lì che abiti?» Chiese Ryuga.
Lei lo guardò. «No, non proprio. Però non voglio farvi fare altra strada »
«Non cè problema, signorina. Mi indichi pure la strada, non è assolutamente un impegno per noi».
«Ha ragione Watari. Non abbiamo alcuna fretta» Aggiunse Ryuga.
Shirakawa sorrise: «Arigatoo gozaimasu. Allora...»
Ryuga continuava a fissarla.
«Come hai passato lesame?» Chiese infine. Tanto per parlare, forse.
Lei lo guardò corrucciata. Faccia da Ecco, era questa la domanda che preferivo evitare. Lui rimase stupito.
Lei sospirò brevemente, sorridendo però. «Io non amo studiare. Ho sbagliato qualcosa in matematica e fisica Ho preso voti molto alti in letteratura e» Ma lui la interruppe:
«Storia e filosofia» Concluse.
Reila lo guardò stupita. Lui alzò le spalle. «È evidente che preferisci le materie letterarie» Si giustificò.
Lei aggrottò le sopracciglia. «Non è che le preferisca! Proprio non sono capace in matematica!».
Aveva alzato un po la voce, forse senza rendersene conto.
Lo sguardo di Ryuga era ancora più sporgente di prima.
Lei abbassò gli occhi. «Scusami, Ryuga kun». Lui non parlava, senza scostare però lo sguardo dal viso di lei.
Lauto si fermò.
«Siamo arrivati» Comunicò lautista, che si chiamava evidentemente Watari, alle retrovie.
Reila si sporse verso la portiera, ma vide Ryuga uscire dallaltra parte e si immobilizzò, finché non se lo vide apparire di fronte a sé, la portiera aperta.
«Ti ringrazio» Sussurrò, lo sguardo fisso su di lui. Allora non è offeso, pensò.
Lui le fece un cenno con la testa. Allora non è offesa, pensò.
La ragazza uscì e Ryuga richiuse lo sportello.
«Arigatoo gozaimashta per il passaggio, Watari san e Ryuga kun» Fece un piccolo inchino.
Lui le porse un pezzo di carta con dei numeri scritti sopra, la calligrafia sporca.
«Questo è il numero di un mio telefono, nel caso ci volessimo rincontrare» Nel caso in cui tu volessi uscire con me.
Lei afferrò il foglietto con la mano tremante.
«Oh Certo! Arigatoo» Lo mise nella tasca della minigonna.
«A presto, allora Ryuga kun»
«Sentiamoci» Disse lui. Hayaku, pensarono entrambi.
«Buona giornata Reila chan» Osò lui sottovoce, salendo in macchina, ma lei lo udì e ne rimase sorpresa.
E, ringraziandolo ancora mentalmente, salì le scale del condominio, tenendo stretta la mano sulla tasca della minigonna, i capelli che ondeggiavano suadenti alle sue spalle.
È così che me lo ricordo, che penso a lui. Luomo che non aveva un nome, che non aveva una vera vita, non avrebbe avuto un futuro, non aveva una famiglia. Ma che si era disegnato addosso tante di quelle facce che ormai nemmeno lui ne sapeva il nome, che si era costruito unesistenza rispettosa, che aveva creato il proprio futuro Ma che era ancora solo.
E io volevo distruggere per sempre quella solitudine che lo consumava da dentro le viscere.
La fanciulla era sdraiata a pancia in giù sul letto ad una piazza e mezzo della propria stanza, stretta e densa di suppellettili, fra cui librerie straboccanti e una scrivania affollata da chili di fogli ed un computer portatile. Uno stereo seppellito da una montagna di vestiti urlava versi di rabbia e ribellione, note di jrock a tutto volume che graffiavano sgraziate le piccole pareti della stanza.
Reila teneva in mano il foglietto come fosse stato doro, rigirandoselo, tastando con cura tutta la superficie della carta, tentando quasi di percepire le impronte digitali lasciate da Hideki.
Erano passati due soli giorni dalla cerimonia e già sembrava che il suo cuore si corrodesse di angoscia.
«Due giorni Mi ha dimenticata per sempre » Mormorava al foglietto con aria mesta, senza sovrastare minimamente il volume del rock sfrenato.
«Nemmeno unapparizione fatiscente nella sua mente immensa, neanche il barlume di un viso o una voce interessante Nemmeno- Ma si interruppe. La tasca, o meglio il cellulare, le vibrava.
Il suo cuore perse angoscia e pulsazioni e la fanciulla sbiancò. Allungò una mano ad abbassare il volume (tastando sotto la montagna di vestiti), con laltra si appostò alla tasca dei pantaloni.
Trasse il telefonino nero con mano tremante.
«Numero sconosciuto» Mormorò sospirando. Il suo numero laveva memorizzato da un pezzo.
Aprì lo sportello e avvicinò il telefono allorecchio.
«Moshimoshi?»
Per poco non si rovesciò per terra.
«Sono Ryuga Hideki. Shirakawa chan?»
Riconobbe subito la sua voce rauca e pacata, anche se ora sembrava leggermente impacciata.
La ragazza ricominciò a respirare. «H-hai! Sono io!»
Silenzio.
«Ciao» Aggiunse Reila, preoccupandosi del silenzio
«Ciao» Rispose lui.
Rimasero altri secondi in silenzio. Ma stavolta Reila capì e stette zitta, cercando di sentire il suo respiro nella cornetta, immaginandosi nella sua stessa stanza, senza nessun divario fisico o sociale o umano a separarli
«Scusa se ho chiamato con un altro telefono e non col numero che ti diedi» Disse affranto lui alla fine. «Ma mi trovo in una situazione in cui non posso usare il mio cellulare».
«Oh, non cè problema, davvero!» Disse Reila, ringraziando tutti gli dei esistenti che lavesse chiamata nonostante questo. Ora che aveva udito finalmente la sua voce dopo tutto quel tempo, si sentiva allimprovviso sazia.
Lo sentì inspirare.
«Mi chiedevo, Shirakawa chan Se desiderassi » Tossicchiò. Reila sorrise.
«Disputare con me una partita di tennis» Concluse il ragazzo.
La ragazza ammutolì.
«Oh, Ryuga-kun Io temo di non saper giocare a tennis! E poi » Non concluse la frase, mordendosi il labbro inferiore.
Il giovane rimase in silenzio apprensivo.
«Ma questo non consisterebbe un vero e proprio problema, perché possiedo più di un campo da gioco e il tennis non è quindi lunica disciplina nella quale possiamo destreggiarci» Disse.
Reila rimase molto stupita del suo modo di parlare. Usava parole adeguate, sempre corrette e la sua grammatica era spiccata ed esemplare, diplomatica quasi. Il suo sguardo si addolcì inconsciamente.
Ma la colpì terribilmente anche il fatto che aveva lasciato ad intendere già per la seconda volta quanto fosse ricco, come se fosse una cosa normale e piatta
«Be Credo proprio che in questo caso, se fra i tuoi possedimenti esiste anche un tavolo da ping pong o una zona scacchi, io non possa assolutamente rifiutare» Rispose la ragazza, tentando di mostrarsi abile con la lingua tanto quanto lui.
Lo sentì sorridere aldilà del telefono. «Allora abbiamo un appuntamento davanti ad una scacchiera per domani? Alle quattro? Hai impegni per quel giorno e ora?» Chiese, mentre la sua voce tremava sempre più chiaramente.
Reila rabbrividì.
«Ci penserà Watari a portarti da me, verrà a prenderti sotto casa con la stessa auto utilizzata la scorsa volta. Va bene?» Proseguì il ragazzo.
«Oh, si, ti ringrazio Va bene Io non ho mai impegni » Mormorò Reila.
«Sul serio? Al contrario, pensavo che una ragazza così » Ci fu un secondo di silenzio, in cui Reila si occupò di arrossire. « Così carismatica attraesse a sé molti impegni, sia sociali che non». Concluse Ryuga con neutralità.
Reila ridacchiò. «Si, certo! In ogni caso, ho tagliato un po i ponti con tutto ciò che mi legava a... » Sincupì.
« Al Passato. E quindi adesso» Cercò di tornare leggera. «Sono una fanciulla libera!» Concluse allegra.
Rimase dispiaciuta nel sentirlo tacere. Pensò che poteva almeno ridacchiare per educazione.
Ma si stupì di nuovo. «Non cè alcun bisogno di fingere così, Shirakawa chan. Spero che quando ci incontreremo domani, non riterrai opportuno usare quel travestimento anche con me».
Reila rimase di stucco.
Poi ribatté, infiammata: «Non è certo una facciata che mi sono costruita per desiderio personale di sfottere gli altri! Almeno io non vado in giro con un nome falso!»
Attese tesa la sua reazione, ma non sentì altro che il muoversi di qualcosa aldilà della cornetta. Anche lui era rimasto sorpreso.
Reila sorrise vittoriosa. Poi lo precedette:
«Anche io spero che il nostro incontro sia utile ai nostri veri scopi», concluse la fanciulla, usando appositamente una frase un po ambigua. Stavolta lo udì sorridere.
«Oh, certo, Shirakawa chan. Allora devo solo attendere con ansia il tuo arrivo».
«Buona giornata, Ryuga kun» Disse lei.
«Altrettanto, Shirakawa chan». La chiamata si spense.
UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU** stupenda! quando Reila ha detto che preferiva stare con Yagami mi stava per venire un infarto xDxD continua!!!!! non vedo l'ora** baci achi^^ PS: ok grazie mille
...*me morta dalla troppa commozione..*.............*risorge* Rieccomiiii!!! Non so proprio che dire oltre che è stupenda fantastica, meravigliosa bellissima..** continua^^ baci achi^^ PS: lo sono pazza xDxD Ho scritto una nuova ff su full metal alchemist se vuoi puoi andarla a leggere? grazie ciaoo^^
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08/12/09 23:29 Erisu -Autore- Achi [...*me morta dalla troppa...]
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! che bello si sono baciati!!!! Bellissima!! sono rimasta attaccata allo schermo del computer per almeno 2 o 3 minuti la mia faccia--> *o* bellissimaaa!!! continua please^^ baci achi^^
Bella bella bella bella bella bella!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! *w* Sta ragazza è moolto misteriosa o sn io che non capisco una ciuppa..=.= vbb continua ok?^^ non vedo l'ora!! >.<
stupenda! quando Reila ha detto che preferiva stare con Yagami mi stava per venire un infarto xDxD continua!!!!! non vedo l'ora**
baci achi^^
PS: ok grazie mille