LEI
- Capitolo 1° -
Come aveva potuto?
Dopo tutto quello che c’era stato tra noi…Ci eravamo nutriti degli stessi sogni e avevamo vissuto tutto insieme, giorno dopo giorno, finendo per diventare una cosa sola. Il solo ricordo del suo sguardo, cosi lontano ormai, innescava in me pensieri che buttavano la mia anima nell’agonia più cupa. Per sfogarmi mi rotolavo nel letto, soffocando i singhiozzi che non riuscivo proprio a reprimere, nonostante fossi sfinita.
Non mi alzavo ne mangiavo da ben tre giorni, ovvero dal momento del nostro addio. E che razza di addio poi: era stato freddo e distaccato, come se fossimo stati solo due sconosciuti che si erano incontrati per caso durante un lungo viaggio in treno, e fossero stati costretti a dividere la stessa cabina.
“E’ meglio che la chiudiamo qui”
“Cosa…?”
“Hai capito bene Sakura. Mi dispiace ma è cosi”
“Ma…Sasuke perché?”
“Perché non ti amo”
Bum. Sono sicura di aver sentito il battito del mio cuore fermarsi in quel momento. Non sentivo niente intorno a me, solo il respiro lento che usciva dalla sua bocca mentre pronuncia quelle parole sarcastiche.
FLASHBACK
“Era una sera d’inverno come tante, cupa e piovigginosa, ed io ero rientrata a casa alla solita ora con i vestiti completamente zuppi perché aveva dimenticato l’ombrello. Mi stavo giusto dirigendo verso il bagno per mettermi qualcosa di asciutto quando…Sentii delle voci. Voci attenuate, ma non abbastanza da ingannare il mio orecchio allenato, che mi permise di riconoscere subito il luogo da cui provenivano.
“E’ la camera da letto, ne sono sicura” mi dissi, con il cuore in gola. Avevo immediatamente pensato ai ladri. E chi altro poteva essere, sennò?
Cosi, con un po’ di spavalderia mista a paura, mi ero incamminata su per le scale, facendo ben attenzione a non fare il minimo rumore. Volevo sorprenderli in flagrante…ma non sapevo che sarebbero stati loro a sorprendere me.
Arrivata sul pianerottolo, mi ero accostata alla porta, mettendo istintivamente una mano sulla maniglia.
Chiudendo gli occhi per concentrarmi e rilassare i muscoli, sentii ancora più limpidamente le voci iniziali.
“Ricorda tutti gli insegnamenti ninja” mi ripetevo, asciugandomi il sudore e appoggiando l’altra mano sulla mia arma preferita, un piccolo coltello affilato e letale, che tenevo sempre attaccato con una custodia alla coscia destra.
“Silenziosa, rapida e mortale” mi dissi, pronta a fare la mia entrata trionfale. Speravo in cuor mio che, per lo spavento, fossero scappati dalla finestra: non me la sentivo proprio quella sera di affrontare uno scontro corpo a corpo. E invece…Svelta, girai la maniglia, facendo irruzione nella piccola stanza buia. I rumori cessarono subito e per alcuni secondi mi ritrovai nel silenzio totale…Finché non mi accorsi della vera realtà delle cose, urlando per il dolore, più che per la sorpresa.
Non era stata un’arma a colpirmi, ne un pugno o un calcio, ma una disgustosa visione: quella di Sasuke e Ino nella stesso letto, colti nell’inequivocabile atto carnale. Non c’era niente da fraintendere, niente da spiegare, ero tutto cosi tristemente evidente.
I due amanti, al mio grido, si girarono di scatto verso di me, spaventati e confusi. Gli occhi di Sasuke luccicavano alla debole luce dei lampioni che penetrava dalla finestra, apparendo completamente inespressivi; quelli di Ino invece erano solo pieni di imbarazzo…
E dopo, il vuoto totale.
Credo di essere svenuta, perchè mi ritrovai distesa sulla poltrona del salotto, con in bocca un disgustoso sapore di bile. Alla mia destra c’era lui, impassibile, con in mano una tazza fumante.
<< Come va? >> provò a chiedere incerto.
“Come va? È tutto quello che sa chiedere?” tentai di dirgli, ma le parole non uscirono dalla mia bocca come avevo sperato.
<< Bevi >> mi disse, vedendo che non parlavo << Lo shock provoca la disidratazione >>
“Ingoiatela tu quella roba” pensai ancora, voltandomi “vorrei che lo shock mi avesse provocato un infarto, altro che disidratazione”. La rabbia iniziava a crescere dentro di me in risposta a tutta quella frustrazione psicologica: come avrei voluto affondare le mie unghie nella faccia di Ino e graffiarla tutta, solo per avere la soddisfazione di vedere il suo sangue sulle mie mani. Sentivo i muscoli irrigidirsi, come se mi stessi preparando davvero a sfregiarla per sempre. Chissà dove era andata.
<< Sakura?>> la voce di Sasuke mi riportò alla realtà << Ascolta…>>
Mi girai lentamente, aggrottando la fronte.
<<…So che per te è stato orrendo quello che hai visto>> chiuse gli occhi.
“Orrendo è dir poco” feci una smorfia.
<< E sono consapevole di essere nel torto. Quindi odiami pure, ma ascolta quello che ho da dire ora >>
“Avanti parla”
Dopo una lunga pausa, aggiunse << E’ meglio che la chiudiamo qui >>
Fu come se avessi ricevuto uno schiaffo mentale <<Cosa…?>> sillabai incerta.
<<Hai capito bene Sakura. Mi dispiace ma è cosi >> aveva aggiunto, voltando la faccia da un'altra parte.
<<Ma…Sasuke perché?>>
Furono i dieci secondi più lunghi della mia vita, quelli che usò per rispondermi.
<<Perché non ti amo>> disse infine, guardando il pavimento…”
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SasuSaku sempre!