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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: L\'ORIGINE DELLE 4 PERLE
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Autore: veronicasmith galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/11/2009 18:34:20

è tratto da 1 manga che sto creando io stessa, qst è la prima parte
 
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L\'ORIGINE DELLE 4 PERLE
- Capitolo 1° -

L’ORIGINE DELLE 4 PERLE

Stava calando il tramonto sulle calme onde dell’oceano, i gabbiani volavano in cielo e le onde si schiantavano sugli scogli, al largo cantava spensierata la principessa Luchia, il suo canto malinconico riempiva l’aria di note melodiosamente dolci, era un canto lento che ricordava le allegre giornate sulla terraferma … ma erano passati gli anni ed era tornata la pace nel mare e sulla terra, non c’era più alcun bisogno di preoccuparsi, la principessa si rituffò nelle acque scure diretta verso il suo palazzo rosa dalle sue suddite che l’attendevano con ansia. Stava attraversando il pacifico ed era quasi arrivata a destinazione quando qualcosa di luminoso attirò la sua attenzione, la sirena si voltò nella direzione di quel misterioso luccichio che sembrava provenire da sotto la sabbia, tra le alghe stava sepolta una piccola chiave d’oro a forma di cavalluccio marino con gli occhi di rubino “Ma questa me la ricordo” pensò la principessa con sorpresa “Questa è la chiave degli abissi che Gaito ha lasciato cadere prima di sparire con Sara, cosa ci fa qui?” e la prese in mano “Ma cos’è quello!” ed accennò ad un misterioso scrigno apparso all’improvviso vicino a lei, “Forse questa chiave può aprirlo!” disse la sirenetta ed infilò la chiave nella piccola serratura che s’aprì di scatto, all’improvviso si scagionò un’esplosione di luce che si propagò per tutti gli Oceani … . Le principesse erano sparite e di loro restavano solo le loro 7 perle chiuse all’interno dello scrigno dorato, i palazzi erano scomparsi . Dal mare scaturì un fascio di luce che illuminò il cielo nero, la luce era intensissima, quasi come un esplosione, tutta la superficie terrestre si ricoprì d’oro …
Gli oceani esplosero in un boato ….. Poi il silenzio ….. E venne a piovere. In una stanza un ragazzo dormiva, Bill non s’era accorto di quello che stava succedendo, era solo nel suo letto, tormentato da sogni inspiegabili … come quello, perché tutta quella luce? Cosa stava succedendo? Si svegliò all’improvviso col respiro corto e gli occhi chiusi, “Che ore sono?” mugolò assonnato, i suoi occhi misero a fuoco una radiosveglia Taksun che segnava le sei e mezza. Sei e mezza, di solito Tom s’alzava a quell’ora e non lui, e allora cos’era stato a farlo svegliare, lui, che dormiva sempre sogni tranquilli, sognava barche, case, concerti. Sentiva il bisogno di fare qualcosa, quella stanza lo soffocava pesantemente, “Devo prendere una boccata d’aria” pensò scendendo dal letto, i suoi soffici piedi toccarono il pavimento freddo, fuori, in strada, c’era un silenzio tombale, ma Bill non se ne curò ed uscì dalla stanza ed attraversò il pavimento buio. Dal fondo proveniva un leggero vento, il cielo era plumbeo, avanzando sempre di più scorse una finestra aperta, il vento scuoteva le piccole tendine. “Come pensavo …” pensò il ragazzo sconsolato, fuori pioveva a dirotto, l’oceano era una linea indistinta all’orizzonte mentre i palazzi apparivano come ombre minacciose all’orizzonte. “Piove” disse una voce alle sue spalle, il biondo si voltò allarmato ma si rilassò subito quando scoprì che a parlare era stato suo fratello Tom. Era da qualche giorno che Tom e lui non si parlavano, e nella famiglia Kaulitz-Trumper c’erano delle tensioni dovute soprattutto al comportamento dei gemelli. “Ah … ciao Tom” salutò Bill con voce del tutto priva di sorpresa “Chi pensavi che fossi?” chiese il gemello don voce sommessa “Nessuno Tom” disse Bill chinando il capo e girandosi per andarsene “Fermo lì! Tu ora mi spieghi cosa sta succedendo” disse Tom in tono autoritario “Di cosa? Cosa c’è?” chiese Bill esausto “Ascoltami bene … non dormi la notte, sei sempre fuori e non mi dici mai dove vai, litighi con mamma di continuo … mi dici cos’hai?” insistette Tom con le mani sui fianchi e guardando il gemello in tralice “Non c’è niente che non va Tom, dovresti capirlo” disse Bill “No, c’è qualcosa solo che tu non me lo vuoi dire” disse Tom “E ora dove vai?” aggiunse vedendo che il fratello si allontanava “ In camera mia” fu la risposta “Ecco, vedi? Finisce sempre così, tu te ne vai e non si conclude mai niente, ci scommetto che se io non venivo tu te ne uscivi a combinare qualcosa di strano” incalzò Tom col tono di voce sempre più carico di rabbia “A proposito, che ci facevi qui?” chiese Bill a sua volta “Non sono affari tuoi” rispose Tom arrossendo “Ecco vedi? Stessa cosa!” disse Bill con disprezzo “Io sto pensando seriamente di tornare in Germania, là portai combinare tutte le tue stranezze che vuoi, ma qui no, qui non ti conosce nessuno e vedi di non dare troppo dell’occhio mi raccomando” disse Tom prima che Bill chiudesse la porta della stanza lasciandolo solo nel corridoio buio.
“Tom ha ragione, mi sto comportando in maniera strana ultimamente” pensò Bill rimanendo nella penombra della camera illuminata fiocamente dalla luce grigia del cielo. “Ah, vedo che ti sei pentito!” disse una voce dentro alla sua testa, Bill provò un profondo senso di rimorso ma ben presto s’accorse che quella voce non apparteneva alla sua coscienza ma bensì a Tom, suo fratello e lui erano in grado di comunicare mentalmente senza che nessuno li ascoltasse, era divertente ma nello stesso tempo fastidioso ascoltare i pensieri dell’altro. “Tom! Ti ho detto un sacco di volte che non devi intrometterti!” disse Bill mentalmente non appena si rese conto dell’intrusione “Non c’è bisogno che tu lo dica a tè stesso che sei scemo, lo sai benissimo che mi nascondi qualcosa” disse Tom “Non sono affari tuoi, sei insopportabili” disse Bill, stava per controbattere quando dalla cucina provenne una voce “Tom!Bill! Mi venite ad aiutare per piacere?” chiese la voce di Simone, la madre dei gemelli, finalmente, Bill s’alzò di malavoglia e raggiunse Tom e la madre in cucina “Stamattina ci saranno degli ospiti, ho bisogno di del pesce e delle verdure, Tom … mi puoi aiutare in cucina tu” “Io esco a … prendere il pesce” disse Bill che si era già infilato la polo nera col cappuccio, la sua preferita, aprì la porta ed uscì “Bill, tu … ma sei sicuro?” chiese la madre ma la porta si era già chiusa “Vorrei sapere come mai tuo fratello si comporta così” sospirò la donna “Anche io … non sai quanto” disse Tom pensieroso. Fuori pioveva meno di prima, c’era molta nebbia e i palazzi parevano grandi mostri neri il cui colore si stagliava nel cielo. Bill camminava velocemente col capo basso “Se potessi spiegarlo a tutti, nessuno mi capirebbe, a dire il vero nemmeno io so cosa mi succede” pensò “E allora perché mi comporto così?” domandò ad alta voce, “Oh Dio ti prego, non sono religioso ma ora più che mai voglio che tu mi aiuti, non so cosa mi succede”, pestò una pozza d’acqua, si stava dirigendo verso il porto, “Tom ha ragione, dovrei scrivere canzoni, ma perché non lo faccio? Cosa penserebbero le fans vedendomi così? Non sembro più io …” un’altra pozza, “Se almeno potessi …” d’un tratto i suoi pensieri si interruppero come s’interruppe anche il pezzo di strada che stava percorrendo, d’un tratto udì il vuoto sotto di sé, cadeva in basso, cadeva … udì un’esplosione mentre l’acqua impetuosa l’avvolgeva fin alla testa, scendeva rapidamente verso il basso come se l‘acqua lo stesse spingendo da sè. Si sentiva bene però, una sensazione mai provata prima, come leggerezza, il suo corpo cadeva verso il basso fluidamente, i capelli erano leggeri, la luce stava sparendo, si sentì d’un tratto assonnato, sembrava di farsi cullare, chiuse gli occhi rovesciando la testa … e l’acqua scivolò nei polmoni.
Fu come una scossa elettrica che il mondo gli si riaffacciò, gli sembrava di aver dormito per ore, stava bene ma si sentiva appesantito, vide il viso di un ragazzino, mise a fuoco gli occhi marroni e dei capelli biondo scuro, simili ai suoi solo un po’ più scuri. “Stai bene?” gli chiese, aveva un accento strana, doveva essere americano. “Cosa è successo?” chiese Bill ,assaggiandosi la testa “Sei quasi annegato, meno male che sono passato e ti ho visto, saresti morto dal gran che eri in fondo” disse il ragazzo fissandolo seriamente “Grazie” disse Bill “Dove abiti?” “Sulla St. Francis Street” disse l’altro “Ti accompagno se vuoi?” d’offrì il biondo “No grazie, faccio da solo” disse Bill che si sentiva imbarazzato “Ok, come preferisci” disse il ragazzo, s’alzò e se ne andò via. Bill decise d’incamminarsi verso casa, ma perché era caduto in acqua? Doveva essersi perso nella nebbia a tal punto di non riuscire a vedere il mare?
Suonò alla porta di casa, s’udirono dei passi e degli schiamazzi, una voce rotta dal pianto, la porta d’aprì e una zazzera di capelli bondi gli piombò addosso “OH BILL, MA COSA HAI FATTO? DOVE SEI STATO, TI ABBIAMO CERCATO OVUNQUE, MA DOV’ER?” urlò sua madre “Ma - ma …. Lasciami!” boccheggiò Bill “PEZZO D’IDIOTA MA DOV’ERI FINITO? GORDON ERA ANDATO A CHIAMARE LA POLIZIA!” urlò la voce irata di Tom apparendo dietro a sua madre, aveva un’aria furibonda, mai visto così arrabbiato “Scusatemi … non volevo” disse Bill con voce flebile, suonò il telefono, la madre annunciò disperata che il figlio era tornato, “Si … stai calmo. È qui … si sta bene, credo …. Ti aspetto, ciao” “Oh buon Dio, Gordon è andato su tutte le furie” “Non bastavano le tue stranezze eh? Ora che avevi in mente eh? Di restarci?” disse Tom in tono carico di disprezzo “Oh Tom non dire fesserie, tuo fratello sta bene è questo l’importante, Oh … ecco papà” la porta s’aprì ed apparve il patrigno furibondo, appena vide Bill esplose “MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO? MI E’ PRESO UN INFARTO LO SAI? SIAMO STATI IN GIRO PER NTRE ORE A CERCARTI DOV’ERI, SI PUO’ SAPERE?” e prese a scuotere Bill che pareva di gesso “Non essere così rude, si può essere perso …” disse Simone cercando di calmarlo “Non è solo quello, è tutto, tuo figlio si sta comportando come un irresponsabile! Non cè giorno che non sia lunatico. E credo che …” ma d’un tratto il campanello suonò “Sono gli ospiti, abbiamo ritardato la visita per via della tua scomparsa” disse Tom rabbuiandosi, Simone andò ad aprire la porta, “Ah, benvenuti signori Listing, che sorpresa, scusateci per l’inconveniente” si udirono delle voci poi un uomo vestito in tuta da ginnastica fece capolino dalla porta d’ingresso, aveva un’aria curiosa, al suo seguito una donna di bassa statura che vestiva anch’essa in tuta, l’ultimo era un ragazzino della stessa età dei gemelli, un po’ più basso. Era simile alla madre ed aveva anche gli stessi occhi verdi e i capelli lunghi del padre, sembrava a disagio “Bill, Tom … questi sono Gerard e Gertrude Listing e lui è il loro figlioletto Georg” disse Simone sforzandosi di sorridere “Ciao …” disse Bill a capo chino, “Ciao” disse Georg, sembrava spaesato. “Loro sono Bill e Tom … e lui è il mio nuovo marito, ragazzi, loro sono di Bonn” disse Simone vedendo il silenzio “Venite, il pranzo è pronto, si è un po’ raffreddato ma è ancora buono” disse Gordon visibilmente imbarazzato, si spostarono in cucina “Ragazzi … non vi dite nulla? Come mai?” chiese Gertrude sorridendo “Mamma … non …” borbottò Georg “Non preoccupatevi, è solo timido adesso, ma è un gran chiacchierone. Suona il basso ed è un fenomeno” disse la mamma di Georg “Davvero … wow, i miei figli pure loro suonano, nel nostro paese organizziamo spesso spettacoli dove loro suonano.” disse Simone sorridendo “Ah bene” disse Gerard contento, il pranzo proseguì silenzioso, nessuno fiatava , “Dove sei stato?” chiese d’un tratto Tom mentalmente e Bill che si strozzò con una patata “Waaaaaaa … ma dico sei matto? Non … sono affari tuoi, ho solo fatto un giro” disse Bill “Sese come no … un bel giro durato tre ore, tanto che per ammazzare il tempo siamo quasi andati in commissariato” disse Tom con risentimento “Il contatto mentale s’è interrotto ad un certo punto, qualcosa stavi facendo! Non mentirmi, sono il tuo fratello gemello, ricorda, quello che sai tu lo devo sapere anche io, che tu voglia o no” disse Tom riprendendo a mangiare, “Ragazzi che mangiata … buona la pasta Simone, dovresti invitarci spesso” disse Gerard stiracchiandosi “Ragazzi, fate vedere a Georg la camera vostra” disse Simone vedendo che i suoi due figli non muovevano un dito per dimostrarsi ospitali, i due s’alzarono di malavoglia, “Bill, ma cos’hai fatto ai tuoi capelli? Sn bagnati … ma allora ti sei bagnato molto” disse Simone alzandosi per toccare i capelli del figlio “La pioggia …” disse Bill scostandosi “Sei sporco di sabbia nelle maniche … vai a farti una doccia” “Mamma ma è mai possibile che non tieni mai la bocca chiusa? C’è una nebbia incredibile, probabilmente mi sono perso” disse Bill cominciando ad alterarsi “Bill smettila!” s’intromise Tom “Ragazzi per favore, abbiamo ospiti non diamo spettacolo!” disse Simone in tono di supplica, i gemelli e Georg si chiusero la porta alle spalle e rimasero seduti sul letto di Tom a fissare il pavimento. “Di dove sei?” chiese Tom per rompere il ghiaccio “Bonn ma sono qui perché mio padre è il proprietario di una ditta di biscotti, e spesso ci spostiamo” disse Georg fissando i suoi piedi “Ah, noi siamo qui per le vacanze” disse Tom “Quanti anni hai?” chiese Bill “Diciotto e voi?” “Sedici” risposero i gemelli all’unisono “Come mai sei tutto bagnato?” chiese Georg alzando lo sguardo su Bill che arrossì violentemente “Mio fratello adora inscenare … è un grande attore, oggi ha deciso di correre sotto la pioggia ma visto che l’acqua non era abbastanza si è tuffato in mare!” disse Tom con sarcasmo, a Georg sfuggì un risolino che poi si tramutò in una risatina nervosa, a poco a poco anche gli altri due ridacchiarono fino a che tutti e tre non si ritrovarono a rotolarsi per terra. Quando si furono ricomposti Tom chiese “A te chi ti ha insegnato a suonare il basso … giusto?” “Da solo, avevo voglia e ho imparato … ‘te?” “Il mio patrigno, ha una scuola di musica ed ha voluto insegnarmi a suonare la chitarra” disse Tom, Georg annuì, poi si volse a Bill “Tu?” “Io canto, da sempre” “Che modesto” fece Tom rassegnato. “Se vi va potremmo suonare insieme un giorno” disse Georg “Si, buona idea” acconsentì Bill sorridendo, d’un tratto Tom esclamò “Ehi … ma chi è quello?” e tutti corsero alla finestra “Ehi, ma quello è il tipo che ho visto stamattina!” “Lo conosci?” disse sorpreso Tom “L’ho solo incontrato …” “E che ti ha detto?” “Niente!”, il tipo biondo stava camminando sul lungomare, aveva un’aria pensierosa “Chissà come si chiama …” disse Tom pensieroso “Chiediamolo” propose Georg “Non credo sia una buona idea” disse Bill “ … ‘ché?” chiese Tom “Non lo so ma … quel ragazzo mi da una strana sensazione, è come se lo conoscessi già, ha qualcosa di familiare. Ma non penso sia un tipo molto cordiale” disse Bill pensieroso “ Mmmh ….” fece Tom. “Sentite, stasera c’è un concerto alla Old Beach mi piacerebbe venirci con voi, ho dei biglietti, i miei non vengono così ho pensato di darli a voi” disse Georg “Grazie“, disse Tom sorridendo “Adesso devo andare, ci si vede stasera” disse Georg ed uscì. I gemelli rimasero a guardarlo, poi Bill uscì “Non pensare che abbia dimenticato il conto in sospeso” gli fece notare Tom “Rompipalle” borbottò Bill “Come?” “Non nulla …”.
La Old Beach era una vecchia spiaggia fatta di rottami di barche o navi che venivano depositate, quella sera si sarebbero tenute delle esibizioni musicali di alcuni gruppi. Georg e i gemelli s’incontrarono cinque minuti prima dell’inizio, “Che sorpresa, che bello che ci siete venuti” esclamò il ragazzo correndo loro incontro “Sei il nostro primo amico …” disse Tom “Oh … ecco che iniziano … i primi sono gli “OLD BEACH CITY” “ annunciò Georg leggendo un tagliandino. La rassegna dei gruppi fu lenta, erano tutti abbastanza bravi, ma al n.7 i ragazzi trattennero il fiato, si sarebbe trattato di una batterista americano diciassettenne di origini tedesche e molto bravo, “Ma quello è il tipo che abbiamo visto stamattina” esclamò Tom allibito non appena il biondo salì sul palco “Ma che strano, è un batterista” disse Bill emozionato “Sai cosa penso? Potremmo chiedergli di suonare con noi …. La batteria ci manca” disse Georg “Oh ma sei un genio, giusto potremmo chiederglielo” disse Tom, il ragazzo biondo iniziò a suonare … era un fenomeno in erba, un professionista nato! Quando finì l’assolo uno scroscio di applausi partì da pubblico. “Mai visto suonare così” disse Georg, “Vieni, raggiungiamolo” disse Tom tirandolo per mano e facendosi spazio tra la folla in cerca del batterista, quando lo trovò esclamò “Ehi!” il ragazzo si voltò e fissò Tom con raccapriccio “Ehi … tu” disse Tom piomba dogli davanti “Che vuoi?” chiese l’altro cupamente “No … dirti che sei stato bravo …” disse Tom “Grazie” disse l’altro senza sorridere “Ecco … ah … no …. cioè …. Prima di tutto come ti chiami?” chiese Tom imbarazzato “E a te che importa?” disse l’altro guardandolo in modo ostile “ Era una domanda” disse Tom offeso “Mi spieghi che vuoi?” sbottò il batterista “Viso che sai suonare davvero bene la batteria … noi siamo musicisti e allora volevamo chiederti se ti andava di unirti a noi” spiegò Georg “Non ci pensare nemmeno, io non mi unisco a degli infantili, addio!” e si allontanò. “Grazie per la disponibilità!” gli urlò dietro Bill “Avevi ragione sai, quello è davvero scorbutico” disse Tom “Ma perché s’atteggia così?” chiese Georg mentre uscivano dalla spiaggia “Non lo so” disse Tom “Beh, credo che ormai non ci sia quasi nulla da fare … io vado a casa, ci si vede domani” disse Georg e corse via “Io resto ad ascoltare i gruppi , vieni?” chiese Tom a Bill “No … io devo fare una cosa” disse “E cioè?” “Capire come mai quel tipo mi evita” rispose Bill incamminandosi nella direzione in cui era sparito il tipo “Ma lascialo perdere, sei scemo? Così ti caccerai nei guai!” disse Tom ma Bill era già corso via. La luna era alta nel cielo, Bill correva sul lungomare illuminato dal bagliore bianco, c’era silenzio. “Dove sei?” sussurrò guardandosi intorno affannato, fu in quel momento che un movimento guizzante attirò la sua attenzione, qualcosa era venuto dal mare, un rumore, no una figura, lunga, l’aveva vista con la coda dell’occhio ma era sicurissimo che fosse un pesce grossissimo, fissò a lungo la superficie del mare ma non ne colse alcun segno, ma allora cos’aveva visto? Riprese a correre velocemente, ad un tratto riecco quel movimento dal mare, Bill s’avvicinò alla scogliera curioso, si aveva visto un pesce. S’avvicinò alla superficie dell’aqua da dove proveniva un bagliore arancione, vide una figura muoversi, non sembrava un pesce … era … era … “Ah, ma allora è una mania!” esclamò una vaoce, e per poco Bill non cadde in acqua “Tu?” esclamò Bill scoprendo che era stato il batterista a chiamarlo “Ti credevo mio fratello, ma perché sei così schivo?” chiese Bill guardandolo “Sono fatto così chiaro? tuo fratello ti cercava” disse “Posso almeno sapere il tuo nome?” sbottò Bill stizzito “Perché?” chiese l’altro “Per un nome non credo ci si arrabbi!” disse Bill “Gustav , va bene ora” disse il ragazzo scocciato “Mi spieghi perché i seguivi?” domandò Bill alzandosi “ Non sono affari tuoi … beh … immaginavo che ridotto così non saresti andato da chissà quale parte” si giustificò Gustav “Ti consiglio di tornartene a casa, stare qui fuori non è una bella idea” gli disse “E tu che ne sai?” sbottò Bill innervosito “E’ un’idea …” “Tienitela per te!” “Ciao!” “Ciao, e la prossima volta non disturbarti sai … so camminare” disse Bill allontanandosi. M a perché ancora una volta quel tipo, Gustav gli era venuto dietro? Perché si comportava sempre così anche se poi alla fine tentava di salvargli la vita? Come mai lui era così importante? Sbattè la porta quando si chiuse in casa e trovò Tom seduto davanti al camino, non alzò lo sguardo quando entrò. “Già finito?” borbottò sarcastico “Sta zitto …” gli rinfacciò il fratello “Allora?” “Allora cosa?” “Il tipo …. Chi è?” “Non lo so. So solo che si chiama Gustav” disse Bill “Ah …. Ha origini tedesche” disse Tom annuendo “Già … anche noi … e Georg” disse Bill poi si voltò “Cos’hai lì?” “Niente!” la mano di Tom fece un guizzo ma Bill fu più rapido e gliela tolse di mano, una perla blu scuro dai riflessi chiari “Cosa ci fai tu con quella?” chiese Bill “L’ho trovata nel camino, vado a letto” disse Tom imbarazzato. Anche Bill poco dopo andò a coricarsi, appena poggiò la testa sul cuscino gli occhi gli si chiusero automaticamente. Il sogno era peno di colori, risate e … acqua, ad un certo punto l’acqua s’illuminò di colpo, luci gialle e voci, poi un viso, femminile, sembrava una ragazza, aveva uno sguardo implorante, parlava ma aveva un tono di voce lontano e fioco “Chi sei?” urlò Bill “Aiutami … ti prego … solo tu puoi aiutarmi … dovete trovarla … aiuto … dovete unirvi … solo voi … presto … non c’è tempo … solo voi solo voi ….” poi tutto era diventato blu, come l’acqua che ora era più impetuosa ed avvolgeva Bill senza lasciarlo respirare, soffocava, le coperte erano come un sudario, le scostò dalla testa rimanendo ansante. M a cosa stava succedendo? Chi era quella gente, e perché quella ragazzina stava parlando a lui, era così supplichevole … ma chi doveva aiutare?



 
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