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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: MEMORIES.
Genere: Romantico, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: rain92 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/10/2009 16:18:04

Su uno sfondo che preannuncia l’inizio di una nuova guerra, Winry, Ed, Al, Roy, Riza e tutti i vecchi personaggi tornano uniti ancora una volta.
 
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LE MEMORIE DI EDWARD.
- Capitolo 1° -

1. Le memorie di Edward.

Il buio che ti avvolge. La paura che ti blocca. La voce che scompare. Poi…un urlo: forte, violento ti scuote. Una luce bianca e poi lui, con quel suo occhio crudele e bugiardo. Lui che ti ha portato via tuo fratello, una parte del tuo corpo e ora anche loro. Anche lei. Vorresti poterti sfogare, urlargli contro tutto il tuo dolore e il tuo rancore, ma non lo farai. Non ti opporrai al suo volere, non di nuovo. Gia una volta c’hai provato, e il risultato lo conosci bene: un’infanzia bruscamente interrotta, un’adolescenza mai vissuta…
Una vita spezzata fatta di dolore e rimorsi.
Ma è colpa tua. Tu hai voluto violare la più grande e pericolosa legge. Tu hai infranto il più proibito dei tabù. Tu hai tentato una Trasmutazione Umana. E hai coinvolto anche tuo fratello, il tuo fratellino, quello a cui la mamma ti ripeteva sempre di dare amore. Quello che dovevi proteggere.
Ma non hai coinvolto solo lui. No. Non ti sei limitato a questo. La tua decisione ha dettato non solo la tua strada, ma anche quella di chi ti amava. E di chi ti ama tutt’ora.
È stato per questo che hai pagato!
Non per aver tentato di riportare in vita tua madre, ma per aver avuto la sfrontatezza di decidere la strada di altre persone. Si, è per questo che hai pagato…e con te hanno pagato anche loro. Soprattutto, hai fatto pagare lei. L’unica che tu abbia mai amato.

********************************************************************

Si svegliò di colpo tutto sudato e ancora ansante. Nella sua mente, l’immagine del Portale non era ancora scomparsa.
- Ancora…ancora lo vedo nei miei sogni. Ma perché?- mille domande affollavano la sua mente, ma lui non vi trovava risposta. Si guardò intorno ricordandosi dove si trovava: dentro al bunker. Ah, vero, c’era stato un attacco aereo e lui s’era rifugiato lì insieme agli altri, aspettando che l’allarme finisse: doveva essersi addormentato nell’attesa. Si passò una mano sugli occhi stanchi e provati: negli ultimi giorni non aveva chiuso occhio! Ogni volta che provava ad addormentarsi, l’immagine di quell’occhio di pietra lo perseguitava. E lui non né capiva il motivo.
È che diamine! Il Portale lo avevano chiuso lui e suo fratello 12 anni prima, subito dopo la fine dell’invasione ad Amestris, quindi per quale assurdo motivo continuava a fare quel sogno? Senza contare che aveva anche un brutto presentimento. Una scarica elettrica gli attraversò la schiena e lui trasalì.
E se non fosse tutto finito? E se il Portale non fosse stato chiuso quel giorno? E se quei sogni fossero un avvertimento?
Domande. Domande. E domande.
Ma risposte? Zero.
Era stufo. Era stanco. Non vedeva Al da almeno 2 mesi; da quando, poco tempo prima, si era sposato. Era davvero felice per il suo fratellino, ma non era riuscito a non provare una punta d’invidia davanti ad Al e a sua moglie che si baciavano teneramente. Lui, al contrario del fratello, non riusciva ad innamorarsi. E sinceramente parlando, non aveva nemmeno provato a conoscere gente nuova. Lui odiava quel mondo con tutto se stesso, ma purtroppo, per una sua scelta oltretutto, era costretto a viverci. Alphonse aveva provato più volte a combinargli appuntamenti romantici, ma dopo che Edward era esploso e gli aveva gridato di non intromettersi nella sua vita, aveva rinunciato. E alla fine, meglio così aveva pensato. Sapeva benissimo perché suo fratello stesse così male da quel giorno. Sapeva benissimo chi suo fratello voleva avere vicino per tutta la vita.

L’allarme terminò riscuotendolo dai suoi pensieri. Si alzò piano e una foto gli cadde dalla tasca della giacca, ma lui non se ne accorse. Uscì dal bunker per tornare al suo appartamento senza rendersi conto di quello che avveniva davanti e dietro hai suoi occhi.
Quando Edward fu uscito, una mano raccolse la foto che gli era caduta e sorrise enigmaticamente vedendo cosa essa rappresentava: un gruppo di amici che tutti insieme sorridevano, incoscienti di quello che li attendeva di li a poco. In mezzo, due ragazzi biondi e una donna dall’aria dura sorridevano tranquillamente mentre, alle loro spalle, un omaccione mostrava i muscoli, un uomo fumava, un altro mangiava un panino, un terzo teneva in mano una scacchiera e un altro ancora giocava con un cagnolino. Ai lati un uomo che teneva mano una marea di foto, davanti a lui un’armatura ne teneva in mano altrettante e una ragazza sorreggeva tre pesanti libri; dall’altra parte un ragazzo biondo pregava inginocchiato una ragazza con i capelli corti. E a coronare il tutto un ragazzo moro che sorrideva malizioso e una ragazza bionda che teneva in mano un 9 millimetri con fare disperato. ( Avete capito chi sono, vero?)
Dietro alla foto, una parola: Memories!
“ Guarda, guarda…e così è questo che ti manca tanto, bimbetto d’acciaio? Chissà, forse posso aiutarti…” sorrise maliziosamente e poi si allontanò con passo calmo ma deciso.

Una volta tornato nella libreria nella quale lavorava, Ed si tolse la giacca e l’appoggiò ad una sedia; in quel periodo non c’era molto da fare, e quindi decise di guardare ancora una volta quella foto a lui tanto cara. La cercò nella tasca della giacca, ma non trovandola ebbe paura d’averla persa.
“ Oddio…dove l’ho messa? Non posso averla persa!” gridò disperato correndo su e giù per la libreria. “ Ok, ricapitoliamo…” si mise a misurare a grandi passi la stanza, mentre pensava a dove avesse potuto perdere la foto. Almeno fino a quando una risata lo distolse dai suoi pensieri.
“ Chi sei? Come sei entrata?” chiese sospettoso. La voce rise di nuovo.
“ Incredibile! Ora che non ti è permesso usare l’Alchimia hai paura di tutto. Non credevo che avrei ma potuto vederti in questi panni.” Constatò divertita.
“ Ora basta. Dimmi chi sei e come mai sai tutte queste cose!” si arrabbiò Ed. “ Ti conviene fare come ti ho detto, altrimenti io…”
“ Cosa farai? Hai forse intenzione di uccidermi? Con quella poi?!” disse vedendo che il ragazzo prendeva una pistola. “ Io non posso morire così facilmente. Almeno non ora che ho i miei poteri…anche se solo temporaneamente.” Pensò ad alta voce.
Poteri.
Non posso morire così facilmente.

Ed lasciò cadere a terra la pistola, sconvolto. Quelle parole potevano significare una sola cosa. Quella voce poteva appartenere ad una sola persona. Quella storia poteva avere una sola ragione: non era finita!
Lust…!” pronunciò piano mentre la donna usciva dal suo nascondiglio. E in effetti, quella era davvero Lust, la Lussuria. Nel suo solito vestito scollato e provocante, i lunghi capelli mossi e il tatuaggio dell’Uroboro sul petto.
“ Ma bravo bimbetto d’acciaio. Mi hai riconosciuta.” La sua voce era divertita mentre pronunciava queste parole e guardava negli occhi l’uomo davanti a se. “ Sorpreso?” aggiunse poi.
“Si. Effettivamente si.” Sembrava calmo, ma nel profondo nascondeva un terrore puro. “ Spiegami come fai ad essere qui. Dovresti essere morta, senza contare che gli Homunculus non possono trovarsi al di la del Portale e usare i loro poteri: qui l’Alchimia non funziona.”
Lust rise a quelle parole mentre i ricordi della sua ultima battaglia tornarono nella sua mente.
“ Gia, hai proprio ragione: dovrei essere morta! Ma come puoi ben vedere sono qui che parlo con te e, sono in possesso dei miei poteri. Com’è possibile chiedi tu? Mah, ad essere sinceri è piuttosto difficile da spiegare, tuttavia, dato che il motivo per il quale io sono qui sei tu, credo che una spiegazione te la devo.” Disse mentre il suo tono di voce s’intristiva un po’.
“ Come sarebbe a dire che sono io la ragione? Non capisco.” Sbottò Ed; lei sorrise piano sedendosi su una sedia li vicino.
“ Tu hai un desiderio ne cuore, Acciaio.” Le parole della donna lo colpirono dentro, e gli fecero male. Però non capiva, non capiva come lei potesse saperlo.
“ E tu come lo sai?” chiese piano senza guardarla negli occhi.
“ Siediti e lascia che ti racconti.” Gli fece cenno di sedersi. Lo guardò dritto negli occhi senza timore mentre in lui, invece, leggeva una vena di paura; sospirò piano e chiuse gli occhi estraendo dal suo vestito la foto che lui aveva perso e cercato con tanta energia. Gliela parò davanti agli occhi.
“ Dimmi: la riconosci?” chiese conoscendo gia la risposta. Ed gliela strappò di mano e voltò la testa per non incrociare i suoi occhi. “ Rispondi!” gli ordinò lei con voce calma; lui deglutì rumorosamente prima di annuire.
“ Si…questa…questa è la foto che mi ha dato Winry quel giorno…”
Quel giorno…
Lust sapeva bene cosa volesse dire quell’affermazione, sapeva che si riferiva a quando c’era stata l’invasione ad Amestris. Guardò l’uomo davanti a lei notando quanto fosse diverso da 12 anni prima. Il volto era cambiato così come il fisico, la muscolatura si era ben modellata, la voce con la quale parlava era diventata più adulta. Era addirittura cresciuto parecchio! Tutto in lui faceva capire che quello ormai non era più un bambino, era un uomo…ormai da molto tempo. Ma quello che forse colpì Lust più di tutto furono i suoi occhi: d’orati, selvatici, profondi! Erano occhi tristi pieni di sofferenza vissuta. Erano occhi privi di felicità, gia da troppo tempo lasciata libera di scomparire dalla vita di un bambino. Ma erano anche occhi in cui, in quel baratro profondo, si poteva ancora vedere una sottile linea di speranza; una speranza collegata ad un nome che entrambi conoscevano: Winry Rockbell!
Lust appoggiò una mano su quella di Ed e con l’altra gli prese la foto; la guardò e subito dopo un sorriso spuntò sulle sue labbra.
“ Sai, hai proprio degli amici incredibili. I migliori…” ma venne interrotta.
“ Non ho più quegli amici. Loro…loro non fanno più parte della mia vita.” Puntualizzò Ed serrando gli occhi, mentre tante immagini passate tornavano a fluire libere nella sua mente.
“ Sei uno sciocco!” disse sprezzante la donna alzandosi e dandogli la schiena. “ Guardati, non reagisci nemmeno alle provocazioni. Dimmi quand’è che sei diventato così! Dimmelo! Lei non ti vorrebbe vedere in queste condizioni, e nemmeno tuo fratello; ma ormai lui abita lontano da qui, e quindi non può sapere che ti tormenti di continuo… Lo sai, un tempo ti ammiravo.” Lui alzò lo sguardo stupito. “ Si, hai capito bene: ti ammiravo! Eri forte e quando ti ponevi un obbiettivo non smettevi mai di rincorrerlo. Eri testardo ma sempre pronto a scherzare e ridere, anche quando le cose si mettevano male. Hai sempre cercato di proteggere e salvare tutti, amici e nemici, anche a costo di rimetterci tu stesso. Per te non c’erano differenze allora…ma ora? Ora cosa pensi? Hai rinnegato quegli ideali che ti hanno portato a diventare un mito tra gli Alchimisti di Stato? Edward Elric, l’Alchimista d’Acciaio! Tutti conoscono il tuo nome…e tanti non l’hanno mai dimenticato.” Concluse chiudendo gli occhi. Lui si alzò in piedi e andò verso l’unica finestra presente in quel negozio.
“ L’Alchimista d’Acciaio!? Gia, era questo il nome con cui tutti mi conoscevano…” nella sua mente i ricordi fluivano sempre più nitidi. Gli sembrava quasi di aver dormito un lungo sonno, e di essersi svegliato solo in quel momento; ora tutto gli appariva chiaro, non c’erano più ombre sul suo passato. Ora era libero di ricordare ancora una volta tutto.
“ Allora, hai rinnegato tutto per davvero?” gli chiese nuovamente Lust distraendolo dai ricordi. Lui si voltò a guardarla negli occhi, e per la prima volta vide una donna, e non un Homunculus. Non sapeva ancora come fosse possibile che lei si trovasse li, ma in quel momento non gl’importava un granché. Forse…forse lei possedeva tutte le risposte che lui aveva cercato per anni senza risultati.
“ È ancora in movimento, vero? Non è ancora finita, giusto?” domandò Ed sviando la domanda posta da lei.
“ No, non è ancora finita. Ci sono ancora tante cose da mettere a posto…e tanti tasselli da incastrare. Ma come si può creare un puzzle completo se manca un pezzo? E comunque non hai risposto alla mia domanda.” Insistette lei. Ed sorrise piano e poi strinse il pugno d’acciaio.
“ No, non ho rinnegato ciò in cui credevo. Né ora né mai! Ma tu…tu come fai a essere qui? E perché sei venuta da me?” Lust non rispose a quella domanda, e lui capì che non era il caso di insistere: non gli avrebbe mai rivelato nulla! “ Tu hai le risposte che sto cercando?” chiese allora.
“ No, le risposte c’è le hai solo tu. Bimbetto, guarda che non occorre andare lontano per trovare le risposte giuste, molte volte esse sono dentro di noi, o semplicemente ci sono accanto. E la tua risposta, è sempre stata con te.” E gli porse la foto al contrario, in modo che lui notasse quella parola.
Memories!
Ed lesse e poi sorrise, mentre i ricordi un tempo dimenticati ora riaffiorarono.

 
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