RICORDO - Capitolo 1° -
Come leggerete nella dedica introduttiva, questo testo che vi apprestate a leggere parlerà di quel legame affettivo speciale che si genera tra un individuo e il suo passato mediante il tramite di un qualsiasi oggetto, anche il più banale (da un pupazzo a una vecchia coperta, da una foto a un foglio sgualcito), che agli occhi degli altri apparirà normale, obsoleto, sciocco, ma che sull’anima di costui provocherà sempre un sussulto più o meno dolce e più o meno malinconico. Mi è stata ispirata da un evento tanto comune eppure tanto tragico come il cambio di stagione all’arrivo dei primi freddi.
Dedicata a coloro che si lamentano perché non voglio buttare via nulla e a sentimentaloni come me che vorrebbero conservare tutto in eterno.
Resta Non te ne andare mai Possa io sempre toccarti Stringerti
Ascoltarti Carillon a forma di pinguino Ormai Perduto Ma dalla melodia Indimenticata Nella mia mente
Macchina del tempo Che mi conduci là Quando la vita non era così complicata Ed ogni giorno era nuovo e non uguale agli altri
Sfera di cristallo Che mi fai sbirciare là Dove realmente mi bastava poco per essere felice Ed ero ancora un benedetto ignorante
Resisti A chi ti dice che sei vecchio Che sei inutile Che di te non me ne faccio più nulla
Non credergli
Sono un eterno bambino Perché ti tengo per me Sarò un eterno bambino Finché ti tengo con me
Smarrirò quel bambino Senza più te
E a chi ti vuol buttare E mi chiede un perché Tenace e capriccioso Risponderò non c’è
ANGOLO DELL’AUTORE Il ricordo è il tema centrale di questa “poesia”. La definizione come tale è, come ho detto nella precedente un po’ forzata: la mia è una lirica senza lirica, senza rima e senza ritmo, una prosa in versi (il finale di questa fa un po’ eccezione). Del resto a me non interessano troppo gli abbellimenti: ammetto di non essere un artista, e che questa poesia pressoché senza regole e stile sia l’unica che posso fare, ma se è il modo a me più congeniale con cui per il momento posso esprimere i miei pensieri e le mie sensazioni sarò fiero di usarla, ed invito chiunque non si ritenga “scrittore” o “poeta” di fare lo stesso. Esprimersi scrivendo non necessita abilità se non si teme il giudizio o se non si mira solo a far soldi. Ultimamente le mie creazioni sono tutte velate di una certa tristezza; significherà che sto attraversando un nuovo periodo di riflessioni e malinconia passeggera. Il che però mi ha permesso di scoprire che posso cimentarmi liberamente anche nella “poetica”: un altro pregiudizio vinto. Concludo con un invito: occhio al vostro passato. Non si sa mai quando inizierete a smarrire anche i ricordi più belli con l’avanzare degli anni, o quando vostra madre, riordinando la casa, butterà qualcosa a cui scoprirete di tenere più di quanto possiate immaginare. Per inciso, non è che ciò che è successo durante il cambio di stagione che ha ispirato questo mio piccolo scritto: ho avuto il tempo di salutare il mio ricordo, prima che si separasse da me per sempre. Che fortuna che i ricordi abbiano una doppia vita, una fuori, e una dentro.
Antonio
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Insomma, tanta retorica (anche contradditoria) per esprimere quello che provo leggendo questa poesia, che trovo molto malinconica e nostalgica, ma anche dolce e appassionata. Rinunciare a ciò che contiene la memoria vorrebbe quasi dire rinunciare alla memoria stessa
Ottimo lavoro Naru ^^