- Capitolo 1° -
Ho ritrovato questa filastrocca in un mio vecchio quaderno di quanta elementare. Eravamo andati a vedere una recita a Palermo, e al ritorno la maestra ci aveva detto di fare un cartellone. Io avevo avuto l’idea della poesia. Il cartellone probabilmente è andato perduto, ma io ho conservato il testo. STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNO’ A VOLARE
Lo stormo di gabbiani volteggiava sul mare da molti giorni alla ricerca di qualcosa da mangiare. Il gabbiano di vedetta, contro il vento, gridò a gran voce: “Banco d’aringhe a sinistra, vicino la foce!” Una giovane gabbiana dalle ali d’argento, di nome Kengah si tuffò e un’aringa catturò. Quando alla superficie tornò l’aveva colpita il petrolio, la peste nera degli umani, e tutti i gabbiani erano volati via. A fatica il volo spiccò e sul terrazzo del gatto Zorba si posò. Il gatto la volle aiutare. Prima di spirare lei dal gatto si fece giurare che l’uovo non avrebbe mangiato, che il piccolo avrebbe curato e che a volare gli avrebbe insegnato. Il gatto in cerca di aiuto andò e i suoi amici chiamò; insieme a loro una soluzione trovò. L’enciclopedia, il libro del sapere, andarono a consultare per cercare il rimedio adatto ad aiutare il gatto. Tornando a casa però, ahime si accorsero che la gabbiana era morta. I gatti con tristezza l’hanno sepolta. La gabbianella un uovo aveva deposto e il gatto Zorba, come promesso, l’uovo covò e dopo la nascita il pulcino curò. La piccola gabbiana Fortunata si chiamò e al grosso gatto tanto affeto dimostrò. Fortunata cresceva ma non voleva volare perché un gatto, diceva, voleva diventare. Intanto grande diventava ma a volare non provava perché il coraggio le mancava. Il grosso gatto la convinse a tentare anche se i suoi amici non voleva lasciare. La gabbianella a volare provò e dopo tanto provare finalmente il volo dal campanile della chiesa anche lei riuscì a spiccare.
Beh, non è granchè, ma considerate che quando l’ho scritta avevo appena nove anni… Fatemi sapere cosa ne pensate.
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