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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: LA FINE DI UN'ERA
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Shounen Ai
Autore: ariar galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/10/2009 21:50:32

Gli dei...esseri superiori dotati di capacità che trascendono la conoscenza umana oppure individui superbi dediti soltanto al proprio benessere?
 
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OLTRE LE PORTE DIVINE
- Capitolo 1° -


Il sussurro del vento era l'unico rumore udibile in quel luogo dominato dalla quiete e dal silenzio. Di tale condizione si beava una placida figura addormentata sopra un rigoglioso prato, colmo di variopinti fiori dall'inebriante profumo. L'uomo disteso per terra ignorava da quanto tempo si trovava in quella posizione o, per essere maggiormente esatti, non gliene importava. Il suo unico desiderio, in quel momento, era di godere appieno quel clima di pace tanto agognato. Un sospiro di soddisfazione sfuggì alle sue labbra nell'avvertire il leggero tocco dei raggi del sole sul suo viso, che lo accarezzavano dolcemente, oltre a infondergli un piacevole calore...che stava diventando maggiormente intenso...sempre di più, finché...
"Guuuuuaaaahhh!"
...l'uomo pacificamente sdraiato non scattò in piedi in preda al dolore.
Saltellando sul verde prato, incurante dei poveri fiori privati della vita, l'uomo alzò lo sguardo, rompendo in mille improperi in direzione di un'ignota figura "Maledetto idiota, fai più attenzione nel portare in giro quel tuo carro infernale!"
"Mostra un po' di rispetto a un dio, stupido verme. E poi chi ti dice che io non l'abbia fatto apposta?"
La piccola macchiolina scura che si poteva ora scorgere al centro della fronte del giovane interpellato risultava assolutamente invisibile di fronte alla tetra espressione impressa sul volto dell'individuo, la quale contrastava visibilmente con il sorriso disegnato sulle labbra dell'altro. Questi appariva del tutto incurante dell'atteggiamento ostile del compagno, anzi...ne sembrava assolutamente divertito.
"Zoro, Zoro..." mormorò scotendo la testa "non dovresti arrabbiarti così tanto...ti verranno le rughe in questo modo..."
La stizza impressa sul viso del giovane aumentò in misura notevole in seguito a quelle parole "Pagherai a caro prezzo queste parole, scudiere dei miei stivali" sibilò, estraendo al contempo una lunga spada e mettendosi in posizione d'attacco.
"Come mi hai chiamato, armaiolo da quattro soldi?!"
Un fragoroso frastuonò riecheggiò per tutta la valle, seguito da una violentissima scossa, a tal punto forte da causare varie crepe alle case degli abitanti della zona. Da lontano si potevano scorgere alte fiamme, visione che avrebbe provocato terrore in ogni persona che avesse assistito alla scena. O almeno in una...
"AGH! Aiuto! La fine del mondo! La fine del mondo!"
"Nma, calmati Usop, non vi è alcuna ragione di aver paura"
Un paio d'occhi comparirono improvvisamente dietro una panca di legno rovesciatasi in seguito alla scossa. A poco a poco assieme agli occhi cominciarono ad essere visibili un naso, particolarmente lungo, e una bocca carnosa, contratta in una smorfia di pura paura "C-come fa ad esserne tanto sicuro, signor Iceburg?"
L'interpellato si fermò, poggiando per terra un grosso sacco dall'apparenza molto pesante. Si passò una mano sulla fronte, sciogliendo allo stesso tempo la bianca bandana che portava sulla testa, lasciando così liberi lunghi e lucidi capelli, di un particolare color viola
"Dopo tutti questi anni ancora non riesci a collegare queste manifestazioni alle consuete lotte fra Ares e Apollo?"
Usop sbatté ripetutamente le palpebre, con fare incredulo "Ma porca miseria!" sbottò il ragazzo, uscendo dal proprio nascondiglio "ancora loro?! Ma non è possibile che ogni volta si comportino in questo modo! Guardi quanti danni hanno provocato alle case!"
L'individuo più anziano sospirò "Davvero ti aspetteresti una qualche considerazione da parte loro? Le divinità hanno sempre agito senza curarsi della plebe umana, perché ora dovrebbero cambiare atteggiamento?"
Le parole pronunciate dal compagno smorzarono in un attimo la collera del giovane moro. Abbassando desolato lo sguardo, si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato
"A volte" ricominciò l'uomo dai capelli viola, ricatturando l'attenzione dell'amico "mi chiedo se veramene gli dei dell'Olimpo siano a conoscenzad della nostra esistenza..."

"Ehi! Fa' attenzione!"
"Scusami! Ho una consegna urgente!"
"Sempre di corsa, eh, Kaku?"
Due pozze nocciola si mossero verso l'alto, andando a specchiarsi in un paio di gemelle color chinotto. A quella vista il possessore delle prime mostrò un solare sorriso
"Buongiorno, Nami! Ti stai recando anche tu dal sommo Zeus?"
"Si" rispose la giovane, volando un poco più basso per essere meglio udita dal suo interlocutore "vuole interrogarmi riguardo all'amore scoppiato fra due mortali"
"Cosa avrebbero di speciale, questi due esseri umani?" chiese curioso il maschio, seguitando a correre
"Beh, lui è un vecchio possidente di anni settantadue, mentre lei è una bellissima fanciulla appena uscita dall'adolescenza"
Il castano ridacchiò "E scommetto che tu non sai nulla riguardo all'inusuale passione scoppiata fra i due..."
Un sorrissetto furbo si delineò sulle labbra della donna "Oh, nulla, se escludi un'esplicita richiesta da parte del vecchiaccio dietro il modico compenso di un'irrisoria cifra"
"Sei veramente terribile" rise il giovane.
Seguitando a chiacchierare i due ragazzi giunsero innanzi ad una monumentale porta d'argento, che si spalancò immediatamente al loro passaggio. Seppure i due giovani fossero ormai avvezzi a quell'ambiente, non poterono reprimere quel senso di stupore e di meraviglia che ogni volta provavano nel varcare la soglia del palazzo del padre di tutti gli dei: la sala adorna di monumentali statue bronzee sembrava estendersi all'infinito, tanto che poche persone erano state in grado di visitare il maestoso giardino che chiudeva il lato sud dell'ampia stanza; vasi dorati, specchi di cristallo e tappeti pregiati fornivano ancora più lustro alla sala, al cui centro si ergeva un'altissima scala a chiocciola d'argento e adorna di pietre preziose.
La lunghezza considerevole di essa non rappresentava certo un problema per i due arrivati, grazie alla facoltà di volare concessa all'una e alla straordinaria velocità che contraddistingueva l'altro. Per mezzo di queste abilità, i due compirono in pochi secondi l'ampia salita, per ritrovarsi di fronte al soggetto delle loro ricerche
"Ohi! Ragazz...hic!...i! Ben arrivati...gradite qualcosa da bere?"
Gli ingegni umani, essendo stato proibito agli uomini di vedere con i propri occhi il sommo Zeus, si erano prodigati in ogni tipo di arte per tentare di offrire un'immagine gloriosa e imponente di colui che era considerato la più potente divinità dell'Olimpo. Molte delle varie rappresentazioni non si erano rivelate assai differenti dal modello originale: un fisico possente, di bella presenza, lunghi capelli, i temutissimi fulmini sempre vicini alla sua persona...L'unico elemento mancate in queste rappresentazioni era un bicchiere di cristallo e una gigantesca botte in grado di riempirsi ogni qual volta veniva svuotata. Il che accadeva anche più volte in un solo giorno...
"Allora, ragazzi! Forza...hic!...non siate timidi"
I due interpellati si mossero in direzione del sommo creatore, l'una con atteggiamento esasperato e in procinto di avere un fortissimo mal di testa, l'altro deliziosamente divertito dallo spettacolo che gli si presentava davanti.
Scotendo lentamente la testa, la rossa non poté evitare di mormorare "Certe volte mi domando come sia possibile che l'Olimpo sia ancora in piedi con un capo del genere"
"E' la stessa domanda che io mi pongo da non so più quanti anni, mia cara"
I due giovani si voltarono di scatto, in direzione di quella nuova voce. Davanti a loro era comparso un esile uomo di altezza media, moro, i lunghi capelli raccolti in una coda, vestito con una toga nera e reggente una coppa ramata, contenente uno strano liquido color senape.
La donna si lasciò sfuggire un sonoro sospiro, ponendosi nel mentre una mano sul cuore "Sua eccellenza Era, possibile che non debba provocare il benché minimo rumore quando si muove?"
Il moro sorrise, poggiando l'unica mano libera sulla testa della ragazza "Perdonami Eros, non era mia intenzione spaventarvi. Avete un appuntamento con Zeus, non è vero?"
Gli interpellati annuirono. "Bene" mormorò il membro più anziano del trio appena formatosi "allora sono arrivato giusto in tempo"
Kaku posizionò lo sguardo sullo strano liquido contenuto nella coppa, fissandolo curioso "Chiedo scusa, mio sommo Era, ma potrei conoscere il nome della bevanda di un così insolito colore?"
Le labbra dell'uomo dai lunghi capelli corvini si curvarono in un lieve sorriso "Diciamo che questo intruglio è l'elemento necessario affinché il vostro colloquio con il grande capo possa concretizzarsi"
Le parole del moro lasciarono assai perplessi i due giovani ragazzi e sicuramente la situazione non divenne per loro più chiara nel momento in cui Era si avvicino di soppiatto alla figura seduta, o meglio quasi sdraiata, sull'imponente trono intarsiato di smeraldi. L'eccelsa divinità non dovette essersi accorta della vicinanza di un'altra persona, a giudicare dall'espressione basita che mostrò nel momento in cui il moro lo prese improvvisamente alle spalle...O forse l'espressione sul suo volto era da attribuire a quella strana sostanza che ora l'uomo dalla lunga coda stava forzando nella gola del signore dei fulmini.
In un primo tempo i due neo-arrivati temettero che il capo degli dei fosse stato preda di un avvelenamento, a causa del colorito marrognolo e poi giallino che il viso aveva assunto. Poi il dio vomitò. E l'unica certezza per i due fu che quel giorno entrambi avrebbero saltato il pranzo.
Dopo aver esaurito tutto quello che il suo corpo aveva assimilato nei precedenti tre mesi, il padre di tutti gli dei riuscì nuovamente a proferire parola "Ben! Coff coff! Ma ti sembra...ugh!...il modo di trattare il tuo amato consorte? Miseriaccia, che saporaccio!"
La mano del moro continuò a somministrare carezze lungo la schiena del compagno, nel tentativo di offrire un piccolo sollievo alla grande divinità "Perdonami, Zeus. Ma era l'unico rimedio per renderti sufficientemente sobrio per sostenere un discorso con i nostri due ragazzi"
"Smettila di utilizzare tutte queste formalità, Ben! Chiamami semplicemente Shanks, che necessità hai di utilizzare il mio titolo divino? E poi con chi dovrei parla...?" I suoi occhi individuarono i due nuovi soggetti prima che il discorso fosse terminato "Nami! Kaku!" esclamò allargando le braccia e dirigendosi verso i due "come mi fa piacere vedervi! Venite, venite, accomodatevi pure, non fate caso al disordine..."
"Detto dalla divinità che dovrebbe garantire l'ordine sulla terra non è molto rassicurante, eh ragazzi?"
"Ben, tesoro, la mia benevolenza nei tuoi confronti è poca, considerato l'orribile intruglio che mi hai costretto a bere, quindi cerca di non perderla del tutto"
Da un semplice battito di mani del signore dell'Olimpo, due piccole nuvole si manifestarono davanti ai nuovi arrivati, offrendo loro un comodo posto su cui sedersi.
La fronte del moro si corrugò "E io dove dovrei mettermi?"
"Qui, tesoruccio" esclamò il rosso estasiato, mentre il moro cercava mentalmente di rammentare come fosse nata la sua attrazione nei confronti di un soggetto tanto insensato.
"Ze...Shanks, ti ringrazio per l'offerta, ma dubito che sedermi sulle tue ginocchia rappresenti la soluzione più ottimale"
"Perché no?" piagnucolò l'uomo "Non ti toccherò nemmeno con un dito, farò il bravo"
"Shanks: quante volte sei stato in grado di mantenere una promessa?" Un pesate silenzio calò nella sala
"Ehm..." mormorò il padre dei fulmini "nessuna?"
"E allora comprenderai perché preferisca stare in piedi"
L'unica donna del gruppo osservò per alcuni secondi la scenetta senza fiatare...Avrebbe di gran lunga preferito non intervenire, poiché in questo modo sarebbe riuscita a rimandare la sicura ramanzina che Zeus aveva in serbo per lei. Ma la vista del padrone dei fulmini con le lacrime agli occhi, pronto a ripetere la sua toccante scenetta dal titolo "L'amante tradito e infelice, che necessiterà di minimo tre ore di particolare attività fisica per perdonare l'amante", la persuase a comportarsi in maniera differente "Ehm, domando scusa...ma io avrei una certa urgenza di raggiungere la terra e Kaku deve consegnarvi un pacco, sommità. Quindi se potesse farci la cortesia di prestarci attenzione..."
"Oh! Certo, certo, perdonatemi bimbi! Visto, Ben? Se tu ti comportassi da ubbidiente schiavetto del sesso, io non perderei tanto tempo!"
Il moro si passò una mano fra i capelli, mormorando un "Mea culpa" con un tono evidentemente ironico
"Penseremo alla tua punizione dopo, in camera da letto" dichiarò, provocando un lieve rossore sulle guance di Nami e una risatina divertita da parte di Kaku "allora, ragazzo mio, che pacco devi consegnarci oggi?"
Il giovane si riscosse dal suo diverimento, estraendo l'oggetto in questione "E' la merce che mi avevate commissionato di trovare una settimana fa, mio signore. Confesso che emana un odore alquanto particolare..."
Nell'udire la parola "odore" le pupille di Shanks si illuminarono: senza neanche offrire a Kaku la possibilità di capire come fosse stato possibile, il padre di tutte le divinità si trovò fra le mani una lunga ampolla di vetro, dalla forma molto elegante.
L''uomo dai lunghi capelli corvini si avvicinò all'oggetto misterioso con un senso di curiosità e terrore, trattandosi di una scelta del suo particolare compagno "Che cos'è?" chiese, indagando con lo sguardo il contenitore "Non sarà un'altra pozione in grado di provocare allucinazioni? In caso affermativo, considerami pure estraneo ad ogni utilizzo di essa. Ho potuto constatare i suoi effetti devastanti fin troppo bene, l'ultima volta. Ricordo ancora il momento in cui scambiasti Bacco per un otre piena di vino...ma il clou arrivò nell'istante in cui cercasti di "berlo" per mezzo di una particolare parte anatomica..."
Brividi freddi corsero lungo la sua schiena, e non solo la sua...Difatti Kaku non trovò nulla di ridicolo stavolta. Da parte sua il rosso rivolse una linguaccia al suo consorte "Beh, di certo LUI avrebbe vissuto una piacevolissima esperienza...in ogni caso..." continuò, avvicinandosi con fare sensuale al moro "in questa ampolla, mio dolce tesoro, è contenuto un particolare olio, assai utile sotto le lenzuola..."
Ben inarcò un sopracciglio "Oh? E in che modo?"
Shanks sghignazzò, lieto di aver suscitato la curiosità del compagno "Vedi questo olio agisce direttamente sui nervi del corpo umano, intensificando il piacere che si raggiunge nel momento..."
"Bene! Direi che per me è arrivato il momento di andare! Non ho intenzione di assistere ad un'altra lezione di educazione sessuale!" dichiarò Kaku, omettendo l'ultima parte della frase, ovviamente
"Ti accompagno!"
"Eh, no, mio piccolo angioletto..." esclamò la somma divinità staccandosi subito dal compagno "tu rimani! Dobbiamo fare un bel discorsetto, io e te e...ma che succede?!"
Gli oggetti presenti all'interno della stanza cominciarono ad oscillare pericolosamente, mentre gli stessi individui dovettero appoggiarsi l'uno all'altro per evitare di cadere
"Un'altra scossa, stavolta più violenta di quella di prima" dichiarò Kaku aggrappato ad Eros, la quale, grazie alla sua capacità di volare, godeva di maggiori possibilità di mantenere l'equilibrio "Ancora Eros e Apollo?!" tuonò incredulo il rosso "ora basta! Mi sentiranno! Passino le loro conseute dispute, ma che esse aumentino di numero no, sono già abbastanza sfiancanti quelle..."
"Dubito si tratti di loro" spiegò Ben, depositando nuovamente a terra il compagno che gli era saltato al collo alla primo sentore dell'oscillamento "Adesso sono le nove di sera, quindi Apollo dovrebbe trovarsi in un'altro emisfero rispetto a quello in cui generalmente ama risiedere Ares..."
"E allora chi diavolo è stato a provocare....?" Il discorso del signore di fulmini cessò. L'immagine di un tritone e di un sorriso accattivante si formarono nella sua mente, andando a scalfire il lieto umore che l'aveva accompagnato per tutta la giornata "Smoker..."
Kaku spalancò gli occhi sorpresi "Il potente Poseidone? Ma pensavo avesse risolto quel problema..."
"Evidentemente no" sospirò Shanks. Se esisteva una persona con la quale il padre di tutte le divinità preferiva evitare di discutere era suo fratello Poseidone, il temibile signore dei mari...oltre ad essere un individuo assai poco paziente e piuttosto violento...In genere le sue sfuriate non causavano danni agli esseri umani e questo era un sollievo, considerata la facilità con cui il dio tendeva a perdere la pazienza. Purtroppo di lieta sorte affine non poteva vantarsi l'Olimpo che, nonostante fosse dislocato all'estremo opposto del regno di Poseidone, finiva sempre per risentire, in qualche modo, dei suoi colpi
"Chissà cosa gli sarà successo?" meditò ad alta voce la ragazza, esternando il pensiero dei presenti
"Occorerebbe che qualcuno andasse a domandarglielo..." mormorò Shakns "Nami, per favore, visto che devi comunque recarti sulla terra, vedi di riuscire a trovare qualche secondo per incontrare mio fratello"
Eros gli fece l'occhiolino "Tranquillo, capo. Vado e torno" E ancor prima di terminare la frase, distese le sue lunghe e candide ali, volando in direzione della scala, seguita a ruota dal compagno più giovane.
Dopo aver salutato i due ragazzi, Shanks rivolse all'unico uomo rimasto nella sala un'occhiata maliziosa
"Bene, bene...dove eravamo rimasti, con la spiegazione dell'olio?"
Un leggero sorriso si delineò sulle labbra del moro, mentre le braccia di questi cingevano l'esile corpo del rosso, attirandolo maggiormente vicino alla sua persona
"Shanks?"
"Hm?"
"Ti rendi conto che Nami è riuscita a scapparti anche stavolta, vero?"
"Porc!"


Continua...



 
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