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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Tokyo Mew Mew
Titolo Fanfic: LA SCELTA
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: sog galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/10/2009 20:10:26

Fino a che punto si deve arrivare per amore? Un uomo innamorato, costretto a una drammatica scelta, decide di crederci oltre ogni limite. RyanxStraw..
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Tutte le storie sono uniche come le persone che le raccontano, e le migliori sono quelle con un finale a sorpresa. Così almeno Ryan Shirogane ricordava di aver sentito dire da suo padre quando era bambino. Rammentava anche il modo in cui il papà si sedeva sul suo letto, un sorriso sul volto, mentre lui lo pregava di raccontargli una storia. <<Che genere di storia vuoi?>> chiedeva. <<La più bella>>, rispondeva ogni volta Ryan. Di solito l'uomo restava in silenzio a riflettere per qualche istante, poi gli occhi gli si illuminavano. Allora cingeva il figlio con un braccio e, con voce perfettamente modulata, si lanciava in un racconto che spesso teneva sveglio Ryan a lungo anche dopo che nella stanza era stata spenta la luce. Avventure, pericoli, viaggi entusiasmanti avvenivano nella cittadina costiera di Beaufort, nel North Carolina, dove lui era cresciuto e dove abitava ancora. Stranamente, in tutte le storie c'erano degli orsi. Grizzly, orsi bruni, kodiak... suo padre non andava troppo per il sottile quando si trattava dell'habitat naturale di un orso. Si concentrava su raccapriccianti scene di caccia attraverso i bassopiani sabbiosi, provocando a Ryan terribili incubi su orsi polari impazziti negli Shackleford Banks, che lo avevano perseguitato anche quando andava già alle medie.Ma per quanto una storia lo spaventasse, non poteva fare a meno di domandare:<<E poi che cosa è successo?>> Per Ryan, quei giorni erano come innocenti vestigia di un'altra epoca. Adesso aveva quarantatrè anni e, mentre lasciava la macchina nel parcheggio del Carteret Geneal Hospital, dove sua moglie aveva lavorato per dieci anni, ripensava alla domanda che rivolgeva sempre al padre. Sceso dall'auto, prese i fiori che aveva comperato. L'ultima volta che lui e sua moglie avevano parlato c'era stato un litigio, e ora desiderava intensamente rimangiarsi le parole dette e chiedere scusa. Non si illudeva che i fiori bastassero a risolvere le cose tra loro, ma non sapeva cos'altro fare. Ovviamente si sentiva in colpa per l'accaduto, ma gli amici sposati gli avevano assicurato che il rimorso era il fondamento di ogni buon matrimonio. Significava che la coscienza funzionava, che i valori erano tenuti in gran conto e che in genere si cercava di evitare situazioni che avrebbero causato sensi di colpa. I suoi amici a volte ammettevano i propri insuccessi rispetto alle intenzioni, e Ryan era convinto che lo stesso valesse per qualsiasi coppia che aveva conosciuto. Immaginava che gli altri lo dicessero per farlo sentire meglio, per dimostrargli che nessuno era perfetto, che non doveva essere tanto duro con se stesso. <<Tutti commettono errori>>, affermavano, e sebbene lui annuisse come se ci credesse, sapeva che non avrebbero mai capito veramente quello che stava passando. Non potevano. Dopo tutto, le mogli dei suoi amici dormivano ancora con loro tutte le notti; nessuno di loro era rimasto separato per tre mesi, nessuno di loro si chiedeva se il proprio matrimonio sarebbe mai tornato a essere quello di un tempo. Mentre attraversava il parcheggio, il suo pensiero andò alle sue figlie, al lavoro, alla moglie. Al momento neanche uno di quegli ambiti gli dava consolazione. Aveva la sensazione di aver fallito in ogni campo della sua esistenza. Ultimamente la felicità gli appariva remota e irrangiungibile come un viaggio nello spazio. Non era stato sempre così. Ricordava di essere stato felice per un lungo periodo. Ma le cose cambiano, le persone cambiano. Il cambiamento era una delle ineluttabili leggi della natura, che chiedevano il dazio ai mortali. Si commettono errori, si creano rimpianti, tutto quello che rimane sono ripercussioni che a volte rendono laboriosissimo anche un semplice gesto come alzarsi dal letto. Assorto nelle sue riflessioni, si avvicinò all'ingresso dell'ospedale. Si immaginò bambino, mentre ascoltava le storie del padre. Gli venne da pensare che la sua vita era stata la storia migliore di tutte, quella che avrebbe dovuto avere un lieto fine. E improvvisamente fu investito dalla familiare ondata di ricordi e rimpianti. Soltanto in un secondo momento, dopo essersi lasciato sopraffare dai ricordi, si sarebbe concesso di domandarsi che cosa sarebbe successo poi.
 
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