torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE KELLERS
Genere: Commedia, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: deathstar galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/09/2009 23:27:32

Vecchia storia-favoletta ripescata dall\'archivio della mia memoria...Il titolo e\' ignobile, lo so -.-
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
THE KELLER CONSORTS
- Capitolo 1° -

Il cielo di ottobre al crepuscolo aveva il colore delle arance e l’odore di pioggia.
A Ovest, dove già il manto più scuro della notte si era acciambellato in cielo come un gatto su un morbido cuscino, due enormi nuvoloni di zucchero filato nero si fronteggiavano con bassi ruggiti di tuono.
Nella piccola e amabile cittadina, di cui il nome non è importante, basti sapere solo che si trova in un punto imprecisato dell’America settentrionale, in un tranquillo quartiere ricco di rigoglioso verde e alberi frondosi ai lati della strada, oltre un cancello scuro si ergeva una vecchia villetta vittoriana dal tetto nero e dai colori di una caramella che per quanto sgargianti non potevano scacciare il suo antico aspetto lugubre.
Sul piccolo portico di legno, dondolandosi sulle arcuate gambe di vecchie sedie a dondolo che facevano stridere le vecchie assi di legno, stavano i coniugi Keller.
Dorian, con le possenti spalle abbandonate contro lo schienale della sedia e la pipa in bocca, si dondolava placidamente aspirando abbondanti boccate di fumo che poi sfuggivano dalle sue labbra impigliandosi nei baffi scuri e folti.
Era ottobre inoltrato e nonostante tutto si ostinava a portare gli occhiali scuri che come una fascia celavano due occhi di un azzurro cerulo, crudeli e severi.
Era un uomo imponente, spaventoso, con un vocione baritonale e un tono che rimaneva piatto e duro come un pavimento di pietra anche quando sussurrava, molto di rado, parole di zucchero e miele.
Si passava, a intervalli regolari scanditi dal dondolio della sedia, una mano tra i folti boccoli scuri e lunghi.
Avanti, indietro, avanti, indietro, avanti, indietro, seta arricciata fra le dita.
La moglie aveva le bianche mani, affusolate e con dita lunghe e sottili, posate in grembo. I lucidi capelli neri come la pece, con un accenno di prugna se colpiti dalla luce, erano spostati tutti oltre una spalla, e le scendevano come una cascata di tenebra sul candido scollo dell’abito scuro, sul seno, fino alla vita sottile.
Guardava il cielo con quei suoi occhi da gatto, verde ambrato orlati da sottili ciglia arcuate, e un sorriso luminoso le increspava le turgide labbra e le accendeva il viso dove la luce scivolava elegante come su una scultura del Buonarroti.
:- Un temporale! Domani sarà una giornata proficua per i funerali!-
La signora Keller era la proprietaria di un’ impresa di pompe funebri che aveva chiamato, ispirandosi al film della Hapburn, Funerale da Tiffany. Il nome che portava dal giorno della sua nascita era infatti Tiffany.
Si alzò in piedi appoggiandosi alla ringhiera scricchiolante mentre il vento le mormorava nelle orecchie favole di pioggia e di cieli elettrici.
:- Speriamo non sia un temporale troppo violento.- Mormorò il marito raggiungendola, senza mai togliere la pipa dalla bocca.
Tiffany posò la testa di capelli scompigliati sulla sua spalla, ringraziando l’altezza delle scarpe se poteva compiere un gesto così affettuoso verso il marito. Senza, gli arrivava appena sopra il gomito.
Se era piccola Tiffany? Abbastanza, il suo primogenito la superava abbondantemente, per la verità puntava già a raggiungere il padre, mentre il secondogenito poteva tranquillamente guardarla negli occhi.
In realtà era Dorian ad essere un gigante. Destino o casualità, Dorian aveva trovato una donna con la passione per scarpe di chiara ispirazione fetish, tacchi vertiginosi e zeppe monumentali. Sorrise all’immagine del secondo armadio della moglie, quello dedicato alle scarpe appunto. Una sorta di porta proibita su un mondo stravagante di cui la moglie era regina.
Regina, era una parola che le calzava come un guanto, non solo perché il fato l’aveva voluta unica donna in una casa di uomini, eliminando così ogni possibile concorrenza, ma quello era un titolo piu’ giustificato dal suo portamento regale e la sua eleganza innata.
Un’ eleganza autoritaria, piu’ affine alla contessa Bathory, prova del fatto che con ogni probabilità, se solo avesse voluto, avrebbe stritolato sei figli impossibili e un marito di pietra nel suo piccolo e grazioso pugno.
Dorian la strinse teneramente un momento, dentro di se sorridendo a quella donnina così piccola eppure così tenace e coriacea.
Dorian si avvicinò al prato di un verde così intenso da splendere quasi nel buio. Aveva un carattere di ghiaccio che solo la sua passione per il giardinaggio poteva sciogliere.
Il suo maggiore vanto erano senza dubbio quel bel praticello verde, tagliato con una cura meticolosa a scacchiera, le enormi siepi a foggia di quadri, cuori, picche e fiori e sopra ogni cosa, il roveto e le sue rose.
Quelle rose erano qualcosa di incredibile.
Fioritura di un intero anno, inflessibili al freddo del rigido inverno e golose del caldo tepore del sole estivo, dilatavano come iridi colpite dalla luce le loro corolle di petali di velluto e bevevano i raggi del sole avidamente. Forse a causa di qualche strano incrocio, di qualche ape distratta, da semplici rose rosse ne erano nate in quel garbuglio di rovi e spine aguzze, di gialle, rosa, arancioni, blu e addirittura nere, dalle forme più svariate. Ce n’erano di basse con una corolla sferica, alte e lunghe come calici che parevano essere nate dallo stesso soffio d’artista che crea il vetro soffiato , e di alcune bellissime che si schiudevano solo in alto così da sembrare labbra scarlatte che celavano fauci feroci.
Tolse dal calice di una rosa particolarmente gialla un bruco, tenendolo tra il pollice e l’indice studiandolo attentamente, con la sua espressione immobile.
:- Dovrei coprirle, che ne dici?- domandò alla moglie mentre lo scontro dei due nuvoloni era giunto al termine e ora il loro sangue trasparente colava dai loro squarci cadendo in gocce rotonde fino al terreno.
:- Speriamo ci siano molti fulmini…e perché no, molte persone davanti finestre aperte.-

_____________________________________________________________________

Salve, sono tornata. Ho avuto il \\\"blocco-dell\\\'aspirante-scrittore\\\" con una delle mie storie, cosi\\\' ho rispolverato questa che risale, credo, al 2006. Spero vi piaccia anche se ancora non c\\\'e\\\' molto ^^
Nei prossimi capitoli presentero\\\' la famiglia, se mai ci riusciro\\\', perche\\\' e\\\' comunque da mettere un po\\\' a posto comunque potrei cambiare idea comemio solito.
A prestooo!!! (:

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: