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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: INSIDE ME. - STORY OF A DRAGON
Genere: Sentimentale, Comico, Azione, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: hachiko95 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/09/2009 16:32:51 (ultimo inserimento: 18/09/09)

sentivo un respiro regolare sul mio collo.Lentamente girai la testa,il respiro sul mio collo variò,cominciò ad accelerare;li vidi.
 
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GREEN EYES
- Capitolo 1° -

Aprendo gli occhi mi ritrovai immersa nel buio, la fronte grondava di sudore, e il mio fiato prese un ritmo irregolare, mi guardai intorno spaesata. Mi ero messa a sedere di scatto. La testa cominciò a pulsarmi, non capivo bene cosa fosse successo, non riuscivo a padroneggiare il mio corpo, era come se fosse vuoto, come se la mia anima non esistesse, una sensazione strana, che, per mia fortuna durò solo per pochi attimi; mi stropicciai gli occhi con la mano destra che tremava, me ne accorsi solo dopo.
Nel buio pesto che regnava mi sentivo osservata, era una sensazione strana, di ansia, incertezza, paura. Già, paura. Ma di cosa?
Continuai a sudare freddo, la voce non mi usciva, ero terrorizzata. Ma da cosa era la domanda, a cui, purtroppo, non riuscivo a dare una spiegazione logica. Chiusi gli occhi piano piano, il buio non era cambiato, cercai di ricordare che cosa era successo, perché mi ero svegliata così bruscamente. Riuscii solo a ricordare uno strano calore, il fuoco, e subito dopo un freddo agghiacciante. Riaprii di nuovo gli occhi terrorizzata, sentivo un respiro regolare sul mio collo, eppure con me non c’era nessuno.
Lentamente girai la testa, il respiro sul mio collo variò, cominciò ad accelerare sempre di più; li vidi. Due grandi occhi verde smeraldo erano puntati su di me, a pochi centimetri dai miei. Il respiro sul mio collo si fermò non appena li vidi. La paura aveva preso il sopravvento, urlai istintivamente, ma non fui l’unica, quell’essere che era accanto a me fece lo stesso, lanciò uno strano urlo che non era umano, sembrava più un animale. Che emanava caldo e freddo nello stesso momento, la sensazione più orribile che io avessi mai provato.
Ma la domanda che mi posi era: come mai nessuno era accorso in camera mia per aiutarmi, possibile che nessuno mi avesse sentito? O non avessero sentito la creatura, che gigante mi urlava contro un impeto di rabbia?
Anche se era completamente buio riuscivo a immaginare la grandezza della bestia, era due volte me, con degli artigli affilati, che sentivo sul mio corpo.

<<…Elie…>> sentì sussurrare mentre la bestia urlava.

Ci fu un grosso tonfo, tutto il mio corpo era dolorante, sentii il pavimento freddo sotto di me, e un odore di scarpe da ginnastica mi entrò dritto nel naso e mi fece assumere una smorfia. I miei occhi provarono ad aprirsi, e un intensa luce mi spinse a richiuderli subito. Feci un altro tentativo, e questa volta riuscii a tenerli aperti tanto da riuscire a mettere a fuoco tutto.
Ero distesa a pancia all’aria sul pavimento di camera mia, ero caduta dal letto mentre.. Sognavo?
Eppure mi sembrava tutto così reale, il sudore, il freddo, il caldo, quegli occhi, quel verso.
Ero ancora distesa per terra a rimuginare su cosa era successo, quando l’odore, anzi, la puzza delle scarpe poco più distanti, mi distrasse.
Mi misi in piedi e mi massaggiai il fondoschiena dolorante, così come tutto il mio corpo. Mi voltai verso il letto che era un campo di battaglia, con tutto il lenzuolo azzurro buttato per terra e il cuscino non era di certo al suo posto, ma bensì penzolante da un lato del letto.
Feci uno sbadiglio e mi sedetti sul letto, sospirai, e mi misi la testa tra le mie piccole mani che erano lisce e morbide. Chiusi gli occhi e vidi gli stessi occhi verdi del sogno che mi scrutavano attentamente, sobbalzai e riaprì subito gli occhi che vagarono sulla camera in cerca di qualcosa di diverso. Ma niente, non riuscii a trovare nulla di diverso dal solito.
Guardai il mio comodino blu dove sopra vi era una lampada a forma di delfino e il mio cellulare posato vicino ad essa, lo presi e scesi al piano di sotto a fare colazione.
Aprendo il frigorifero un’ondata di freddo mi pervase, mi chinai e presi il cartone di latte compiaciuta. Mentre lo versavo nella mia personale tazza il telefono squillò, e alquanto seccata risposi lasciando la mia colazione.
<< Buongiorno! Che fai?? >> mi chiese velocemente la voce chiara e limpida.
<< Buongiorno.. >> risposi tutta altro che attiva.
<< Che fai?? >> insistette con allegria e con una voce molto più sveglia della mia.
<< Mi sono appena svegliata e stavo preparandomi la colazione.. >> sospirai stanca << che vuoi? >> chiesi diretta e in maniera un po’ scorbutica alla mia amica, con la coda dell’occhio notai qualcosa di stano che si muoveva. Era inquietante come situazione, chi poteva essere?
<< Niente di particolare, non ho che fare e ho pensato di chiamarti.>> Rispose la mia amica annoia.
<< Andie.. C’è qualcosa che non va!>> le dissi con voce allarmata.
<< Che c’è??>> mi chiese preoccupata la mia amica, io avanzai verso dove avevo visto un ombra muoversi spiegando tutto alla mia amica. << Ho fatto una sogno troppo strano, c’era una strana creatura.. e.. e.. vedo i suoi occhi!! Mi fanno paura! Mi perseguita! Inoltre ora mi è sembrato di vedere qualcosa muoversi!!>> la mia mica rifletté un po’, cercando di comprendere a fondo le mie parole. Intanto io mettendomi coraggio aprii una porta, e di nuovo!
Rividi il verde, un brivido mi attraversò tutta la schiena, cominciai a sudare freddo e sentì l’adrenalina dentro di me. Adrenalina scatenata dalla paura improvvisa che mi fece urlare.
<< CHE è SUCCESSO???>> urlò la mia amica al telefono spaventata quanto me.
Ero caduta all’indietro atterrando sul mio sedere che cominciò a farmi male. Ma subito dopo tirai un bel sospiro di sollievo, avevo gli occhi lucidi, era soltanto una pianta!
<< Falso allarme…>> riuscii solo a sussurrare alla mia amica al telefono. << Era una pianta..>> abbozzai un sorriso per convincermi di quanto ero stupida.
<< Che vuol dire era una pianta?!?! >> mi chiese arrabbiata Andie, le avevo fatto prendere un bel colpo, ma alla fine anche io mi ero spaventata.
<< Già.. Sono terrorizzata!! >>
<< No, sei semplicemente stupida!! Tra 5 minuti sono da te.. Prepara la colazione anche per me!!>> disse prima di attaccare lasciandomi con una faccia seccata, roteai gli occhi al cielo, sbuffai e cominciai a preparare tutto per la colazione. Appena finito filai subito in camera a vestirmi, mi misi dei pantaloncini jeans con una canottiera scollata lilla, passai davanti allo specchio e vidi riflessa la mia immagine, mi spazzolai i capelli lisci anche se un po’ gonfi, in realtà ho i capelli ricci, ma sono troppo ribelli e, avvolte, li stiro. Mi avvicinai allo specchio e guardai i miei occhi castani chiari, anche se molto comuni mi piacevano, certo, anche cerulei sarebbero stati molto belli, ma chi si accontenta gode. Per me i miei occhi sono tutto. Continuai a specchiarmi e a farmi complimenti, la modestia non mi manca di certo.
Il tempo di scendere al piano di sotto e suonano alla porta, arrivai trotterellando felice alla porta e vedi chi fosse per sicurezza, dopodichè la aprii con un gran sorriso stupido stampato in faccia. Andie mi guardò un attimo perplessa con i suoi occhi grandi azzurri, poi la sua bocca si storse in un strano sorriso e alzò un sopracciglio sarcastica.
<< Buongiorno?>> mi disse entrando e salutandomi.
<< Buondì!>> risposi allegra.
<< I mostri se ne sono andati stupida?>> mi chiede beffarda trattenendo una risata.
<< Ridi, ridi…>> mi finsi arrabbiata. << Tanto quella che ha paura sono io...>> abbassai lo sguardo facendomi piccola. Lei per un attimo mi guardò, poi sorrise e mi diede un piccolo schiaffo sulla nuca. << Grazie! Ti voglio bene anche io! >> le dissi in modo sarcastico dirigendomi verso la cucina.
Andie era più grande di me di quasi due anni, era ovvio che non credesse ai mostri, e ovviamente che mi avesse presa per stupida; come sempre del resto.
Ci sedemmo al tavolo e insieme cominciammo a mangiare. Mentre spalmava della marmellata sulla fetta biscottata cominciò a pormi qualche domanda per interrompere il silenzio. <<Che sogno strano hai fatto?>> mi chiese con una punta di curiosità.
Io la guardai, deglutì il latte fresco e capì la sua domanda. << Ero.. ero sola nel buio..>> cominciai cercando di ricordare tutto con precisione. Lei mi esortò a continuare, << Non si vedeva niente, sentivo solo il fiato di qualcuno sul mio collo, mi sono girata e..>> mi interruppi creando un poi di tensione << … e due occhi verdi mi fissavano. Terrorizzata mi sono messa a urlare, e anche questa bestia, non era un animale conosciuto, era strano, grosso, con artigli, caldo e freddo…>> Conclusi.
Ci fu un attimo di silenzio, Andie ridusse gli occhi a due fessure e fece una faccia poco convinta << che vuol dire ‘ caldo e freddo ’?>> mi chiese dubbiosa.
Subito aprii la bocca pronta per risponderle, ma le parole non uscirono, sospirai pesantemente e mi guardai intorno in cerca di qualche indizio che potesse aiutarmi a descrive quella sensazione di caldo e freddo che avevo provato sentendo vicino quella bestia, seppure fosse stato solo un sogno. Ad un tratto tutto mi parve confuso, provai a scuotere il capo e andò meglio.
<< Tutto bene Elie? >> mi chiese la mia amica vedendomi così confusa e incerta.
<< Caldo e freddo… vuol dire che.. era il fuoco e il ghiaccio insieme.. era l’estate e l’inverno insieme..>> cercai di spiegare in parole brevi e concise, non riuscivo a capire neanche io che cosa fosse quella sensazione, figuriamoci a spiegarlo a parole!
<< Va bene.. e dimmi, com’erano questi occhi?>> mi chiese sempre più curiosa.
<< Verdi.. Bellissimi.. Grossi... Brillavano di luce propria, erano due grossi smeraldi accesi nel buio! Ti giuro che erano stupendi, mi specchiavo in essi ed ero tranquilla.. però poi ho urlato e anche quella belva..>> conclusi in soprapensiero, Andie mi esortò a continuare << E poi sono caduta dal letto!>> sorrisi alla mia amica che prima restò di stucco e poi prese a ridere a crepapelle come non aveva mai fatto, sbatté più volte la mano sul tavolo, per poi tenersi la pancia che per quanto stava ridendo le faceva male. Io rimasi semplicemente ferma a guardarla in modo torvo sorreggendomi la faccia con un braccio.
Appena smise di ridere aveva le lacrime agli occhi ed era tutta rossa in volto.
<<Hai finito?>> chiesi seccata.
<<….>> e scoppiò in un'altra breve risatina. <<ok, ok. Ora ho finito..>>
<< Perfetto, oggi che farai?>> chiesi tanto per parlare di qualcosa.
<< Esco con le mie amiche.. Tu? >> Ormai era ritornata lucida, aveva ripreso il suo colorito roseo e gli occhi azzurri non erano più lucidi.
<< Io.. Studierò e… Credo che andrò a correre..>> conclusi con il sorriso, certo, non era divertente come uscire con le amiche, ma almeno mi tenevo in forma.
<< Ehi! Allora vengo con te!! >> mi sorrise dolcemente la mia amica.
<< Grazie! Almeno non sarò sola!!>>
Facemmo colazione continuando a parlare del più e del meno, poi lei andò via e io mi misi a studiare anche se malvolentieri, infatti non mi concentrai per niente sullo studio, bensì mi misi a disegnare quegli occhi cosi belli. Il pomeriggio passò in fretta, per circa due ore ero stata al telefono con il mio migliore amico, che come sempre mi trattava benissimo, io lo adoravo, era piccolo e tenero, non come tutti gli altri ragazzi antipatici. Lui mi accettava per com’ero, una ragazza semplicemente stupida e avvolte divertente che andava d’accordo con tutti. Parlando e scherzando si fecero le sei.
Mi vestii e andai a correre in un grande spiazzo verde, dove i bambini piccoli giocavano sui giochi e alcuni adolescenti giocavano a pallone, mentre altri correvano.
Mi guardai attorno, ero da sola, aspettavo Andie, che era famosa per essere una ritardataria cronica. Stanca ed esasperata mi sedetti su una panchina, aspettai un po’ con mille pensieri che mi affollavano la testa insieme alle formule matematiche che mi ronzavano imperterrite. Non mi accorsi che il tempo si stava annuvolando e intanto era già passata un ora. La chiamai per la quinta volta e finalmente mi rispose.
<< Ciao!>> mi salutò tranquilla.
<< dove sei finita??>> le chiesi arrabbiata.
<< A casa, sono tornata ora.. non vengo a correre!! Tra poco piove...>>
<< potevi anche dirmelo prima!! Ciao! >> le chiusi il telefono in faccia incavolata nera, mi misi in piedi e la fortuna non mi sorrise affatto, infatti cominciò a piovere a dirotto; e sbadata com’ero ovviamente non mi ero portata un ombrello. Cominciai a correre sotto la pioggia, alla fine non mi dispiaceva molto, la pioggia mi piaceva e adoravo bagnarmi sotto di essa. Mentre correvo verso casa vedevo tutta la gente sotto i suoi ombrelli, tutte le coppie strette sotto di esso, quanto mi sarebbe piaciuto avere un bel ragazzo. Ma purtroppo non ero una ragazza molto affascinante, e non capivo perché, ma mi andava bene così. Io non sarei cambiata per un ragazzo, non sarei diventata mai un'altra persona per compiacerlo. Mente formulavo questi pensieri nella mia testa cominciai a diventare triste e pian piano rallentai la mia corsa. Mi fermai e volsi lo sguardo verso il cielo, la pioggia mi bagnava il viso e scorreva su di esso, o forse non era la pioggia, ma bensì delle calde lacrime che si confondevano tra di essa. Ripresi a correre più veloce che potevo con la vista un po’ appannata, quando misi il piede in un pozza d’acqua e scivolai sulle ginocchia.
“Dannazione… tutte a me capitano??” pensai esasperata, quando non sentì più la pioggia cadermi addosso, alzai lo sguardo e vidi che un ragazzo mi stava coprendo con il suo ombrello; era così gentile che mi aiutò anche a rialzarmi.
<< Ciao! >> mi salutò.
<< Grazie!! >> lo ringraziai pulendomi le ginocchia. Poi alzai lo sguardo per quadrarlo bene, era un ragazzo davvero carino, i contorni della faccia erano spigolosi; aveva pochissima barba e un sorriso perfetto e gentile. I suoi capelli erano corti e ricci, di un color castano scuro, la sua pelle era abbronzata, dorata. I suoi occhi erano bellissimi, verdi, un bellissimo verde. Guardandoli mi sembrava di conoscerli e la domanda le venne spontanea.
<< Ci conosciamo?>>

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fatemi sapere come vi sembra! Accetto volentieri critiche costruttive per migliorare. Non mi arrabbierò.
Baci!
 
Continua nel capitolo:


 
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