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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: RAIVEN: UNA NUOVA VITA
Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: raiven10 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/09/2009 14:03:52


 
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RAIVEN: UNA NUOVA VITA
- Capitolo 1° -

Solo… in piedi davanti ad una finestra, la cui visuale rappresentava una New York rimbombante, risplendente, piena di vita. Tutto appariva ancora più magnificato vista la tarda ora della notte; l’orologio sulla scrivania segnava le due. “Questa città funziona benissimo anche senza di me, è inutile che resti in vita.” Questi i pensieri di Raiven. Queste le riflessioni di un ragazzo di soli ventitre anni...
Sguardo basso, e il giovane si diresse verso il suo armadio. Si fermò proprio dinanzi al mobile. “E’ ora di rivedere per l’ultima volta il mio vecchio e sporco…” Raiven si girò di scatto verso la porta della sua stanza, ora aperta. Sguardo fisso su di essa; non riusciva più a parlare, quantomeno a muoversi. “Quel rumore, quel suono di tacchi, quella voce che tanto ho amato… Tanya? Tu qui, in America? A New York? Nel mio hotel? Fuori la mia porta?” Ora i pensieri del ragazzo erano affollati ma non più deprimenti. Era nato qualcosa in lui che lo faceva stare bene, lo faceva volare; solo pochi istanti fa era sull’orlo di lasciare questo mondo…
Lentamente, passo dopo passo, il rumore dei tacchi si faceva sempre più vicino e ben udibile.
Dopo qualche secondo a fissare la maniglia della porta, Raiven seguì la direzione del suo sguardo… e la aprì di colpo.
“Tanya????” fece con una voce bassa e tremolante. La ragazza gli si buttò addosso, stringendolo in un abbraccio, talmente forte e stretto, da sembrare che lo volesse uccidere…
“Allora Raiven, ciao!! Non mi fai entrare? Dopo tutta questa strada che ho fatto per te, solo per rivederti.”
“Si, certo, amore. Vieni Vieni.” La voce era strozzata dall’emozione, quasi barcollò mentre lo diceva ma trovò la forza per chiudersi la porta alle proprie spalle.
“Ma non eri partita per il Sud Africa diversi mesi fa?” sbottò il ragazzo mentre ora la guardava dritto negli splendidi occhi castani da gattina.
“Si e infatti sono ritornata solo per te amore mio, per prenderti il cuore.” Rispose la ragazza con in volto dipinta la faccia della felicità. “Però, devo ripartire subito, ho solo pochi minuti da passare insieme a te.”
Raiven si stava tranquillizzando, forse anche troppo e più di quanto avessi voluto, dopo quello che era successo in questo lasso di serata. Provò a farla rimanere di più, dicendo qualche banalità e frasi di circostanza ma fallì. Dopo pochi sguardi fra i due e qualche battuta, Tanya si fece seria; era il momento dell’ennesimo addio.
“Allora, “arrivederci” di nuovo”. Stava per commuoversi Raiven.
Lei non rispose subito. Fece qualche passo indietro “No, non questa volta. Questo è un addio in piena regola. Sono venuta per rivederti questo è vero ma per dirti che me ne vado… non ti amo più.” La faccia di Raiven diventò istantaneamente una maschera di ghiaccio.
“Addio, amore mio…”
“Non chiamarmi più così.” Sussurrò il ragazzo.
Con le lacrime che scendevano e gli occhi rossi, Tanya si girò, aprì la porta e scomparse lungo l’interminabile corridoio dell’ Hotel: lasciando Raiven lì, da solo e immobile.
“Non era così che doveva andare” pensò fra se e se. “Non hai capito niente, non hai mai” si fermò per un momento “capito niente, Tanya.”
Si diresse verso l’armadietto.
Era il momento di aprire, era tempo di riprendere il suo vecchio e sporco…
La porta dietro di lui crollò a terra; Raiven sobbalzò dal terrore. Una persona entrò nella sua stanza puntandogli la pistola alla testa.
Voltatosi, vide la persona venirgli incontro, decisa. La luce proveniente dalla porta era troppo poca per distinguere il sesso di quella figura nell’ombra.
Pochi passi e gli si fermò davanti con la pistola puntata fra gli occhi ma, complici le luci dalle grande finestra, riuscì a capire chi fosse.
“Si amore mio, sono ritornata per prendere il tuo cuore” disse la figura misteriosa.
“No… perché mi fai questo…Tanya.” Sussurrò Raiven.
“Il mio capo vuole che mi consegni il tuo cuore, o meglio, il tuo costume dentro quell’armadio.” “Dice che racchiude una grande storia e sa fare grandi cose”
Ora il ragazzo si trovava con lei di fronte e entrambe la mani in alto. Una situazione che avrebbe preferito fosse diversa!
Tanya lo costrinse, con i suoi modi bruschi, a girasi e a dirigersi verso l’armadio; la pistola che non cambiava direzione, sapeva dove doveva puntare. Ancora pochi passi e fu obbligato ad aprire.
Prese il costume, interamente nero. Lo strinse forte tra le mani, si voltò di scatto e disse: “Hai preso il mio vero cuore, lo hai stretto fra le tue corrotte mani, hai pensato con la tua mente corrotta di stringerlo fino a farlo scoppiare… ma ora…” Guardò in basso. Rimase a fissare per terra per qualche secondo, poi fu la volta di guardare la ragazza negli occhi e continuò il suo ultimo atto. “Ne basta uno, il mio secondo cuore verrà nella tomba con me. Addio Tanya. Addio a questo mondo: come dissi ormai da tempo.”
La ragazza corrugò le ciglia rimanendo basita sentendo quel discorso. Quasi si dimenticò cosa fosse venuta a fare in quella stanza d’albergo.
Non ci ha pensato affatto Raiven; questo fu chiaro alla ragazza quando lo vide dirigersi di corsa verso la finestra. La finestra si frantumò e scaglie di vetro lo seguirò giù, nell’abisso di quella New York City; quando saltò nel vuoto.
Incredula, sparò un colpo, colpendo alla spalla sinistra. Si mise seduta lentamente sulla sedia della scrivania di fianco a lei. Mani che impugnavano la pistola, tenute giù fra le gambe divaricate. Volto segnato dalla più totale incredulità. Tutto questo mentre Raiven faceva un volo di undici piani.
“Il mio primo incarico e già questo risultato?” pensò Tanya.

Uno squillare nell’orecchio; era il capo che chiamava per sapere aggiornamenti sulla sua missione.

Piani che passavano velocemente, la finestra della sua camera che si allontanava velocemente, il cielo che sembrava sempre più lontano, al contrario della strada. L’entrata dell’hotel sempre più vicina, il vento che lo accarezzava in quella breve discesa; un gioco perverso perché l’aria dapprima amica poi lo avrebbe accompagnato verso la morte. E quindi eccola! La fine di ogni percezione.

Qualcuno lo aveva visto, qualcuno lo vedeva in quel momento a terra, in una pozza di sangue. Qualcuno voleva venirlo a vedere, prima che lo portassero via. La poca gente che si era accalcata intorno a lui, in pochi minuti fu una folla… si radunarono in un cerchio di folla. Nessuno capì chi fosse foss’anche perché, in quella caduta, aveva trovato il modo e la voglia di mettersi la maschera del costume: seppur non gli copriva tutto il volta ma lasciava scoperta la parte dal naso alla bocca.
Voci incredule, tremanti, alte. Scarpe di ogni genere, suoni di sirene provenire in lontananza. Il sapore amaro del sangue. Questo riuscì a percepire quando di colpo aprì gli occhi!
Un boato , gente che scappava in ogni dove, questo invece quando si rialzò!
Era vestito interamente con il suo costume nero, una specie di tuta nera. Quel coso era riuscito ad animarsi e a vestire Raiven mentre ancora era inerme al suolo. Il costume lo aveva rimesso in piede ma non era finita…
Grida incontrollate del ragazzo, quasi fosse diventato pazzo. Riuscì a mala pena a vedersi le mani, perché in pochi attimi furono ricoperte da lunghi peli grigi. La bocca spalancata, impegnata a urlare, diventò lunga con denti aguzzi e pelo grigio in torno. Le spalle si allargarono, le gambe cambiarono aspetto e, a quel punto, ogni cosa giunse al termine così che la sua metamorfosi fu completa.
Si guardò in torno, ormai erano fuggiti tutti, anche la polizia. Di scatto alzò lo sguardo a quella finestra e un istinto animalesco si impadronì di lui. Si arrampicò su, sempre più su, in pochi secondi… fino a quella finestra.
“Si capo ho capito ma non ho potuto dir…” la ragazza si fermò nel parlare con il suo superiore.
“Tanya? Tanya? Tanya rispondimi, che ti prende adesso”.
“Dimmi qualcosa!!!!” “ Ehi Tanya!” Frasi che venivano dal suo auricolare.
“Oh. Cazzo…” tremò la voce di Tanya mentre glielo diceva guardandolo negli occhi.
Un gesto repentino e la prese alla gola, alzandola di almeno un metro da terra.
Sparò qualche colpo ma nulla. “ Sporco lupo” disse “Aiuto aiutatemi!” urlò.
“E’ finita Tanya, è inutile che imprechi e urli. Guarda cosa sono diventato, guarda cosa il costume che volevate mi ha fatto diventare, guarda cosa TU e quelle come te mi hanno fatto diventare!”
“Perché…” sussurrò lei
Il licantropo fece un sorriso. Se mai si potesse vedere in tale mostruosità.
“Questo costume ha trasmesso, nella mia mente, l’intero motivo di tale trasformazione. Ed è solo una piccola parte della storia e dei segreti che racchiude.” “Sono un lupo perché ormai sono solo. Ti ricordi quel lupo che vedemmo vagare di notte…?”
“…Si lo so, sono un lupo solitario anch’io ora, sono come lui. Abbandonato da tutti.”
“Ero nero, come il colore di questo costume ma i pianti che ho fatto per te, amore mio, i pianti per tutte le ragazze che mi hanno abbandonato o schifato, hanno affievolito il colore, sino a farlo diventare di questo grigio chiaro. Chissà, se piangerò ancora magari diventerà bianco.” “E’ stata colpa tua, colpa vostra ma ora è giunto il momento di finirla qui. Non farai più piangere ragazzi, non sedurrai più loro per poi andartene. Non mi abbandonerai di nuovo.”
“Ma io ti amo Raiven ascoltam…”
“Zitta puttana.” La mano del lupo mannaro si strinse maggiormente. Digrignò i denti e con un gesto rabbioso la morse sul collo, strappandole lembi di carne. Una morte veloce per non farla soffrire ulteriormente. Aveva mantenuto un briciolo di sentimento Raiven. In fondo, un tempo, e poco fa, l’aveva amata…
La lasciò li per terra, in quella stanza. Forse l’ultima volta che avrebbe dormito su un letto.
Si accovacciò sull’orlo della finestra in frantumi, il vento che gli spazzava il lungo pelo. “Non hai mai capito niente di me Tanya…” Diresse lo sguardo verso la luna.
“Non c’è stata una ragazza in grado di amarmi, di rispettarmi. Tutte squallide puttane o capaci di farmi disinnamorare dopo poche chiacchere.” “Ora sono qui, con l’unica ragazza che ho amato veramente, morta dietro di me, e una New York ostile davanti i miei occhi.” “Non succederà più, ogni ragazza, ogni donna da adesso in poi, non tradirà più, non abbandonerà il suo uomo. Non lo farà soffrire…” disse.
“O viceversa…” susurrò…
Si lanciò di nuovo nel vuoto, scomparve nel buoi della notte e solo un ululato lasciò dietro le spalle, a riecheggiare nella città…



“Caro ti lascio, questo è il mio nuovo ragazzo: E’ molto più ricco di te e intelligente.”
“Ma Laura come puoi buttare 2 anni di matrimonio per quel buffone che ti sta di fianco?”
“Basta è molto più virile di te, ti basti sapere questo!” “Addio” “Andiamo Jonnhy”
Un artiglio si strinse intorno al collo di Jonnhy. Un morso gli stappò la carne. Crollò nel lago del suo stesso sangue. Impietriti i due ragazzi non dissero una parola o fecero gesti.
“Ora non hai più motivo per andartene Laura, ho ucciso il tuo nuovo ragazzo. Puoi rimanere con tuo marito.” Queste le parole con le quali si congedò Raiven… la sua nuova vita era inizia… Solo un ululato lasciò dietro di se a riecheggiare nella notte…
 
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