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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: BESESSEN
Genere: Sentimentale, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, AU, Shounen Ai
Autore: kokakola galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/09/2009 15:18:09 (ultimo inserimento: 22/09/09)

Le cose dimenticate tornano sempre a farti visita nel peggior modo possibile. [Twincest]
 
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ALPTRAUM
- Capitolo 1° -

Desclaimer: Al solito: non possiedo Bill, non possiedo Tom (sigh), nè i loro famigliari, nè alcun altro membro della band o del management dei Tokio Hotel citato in questa storia. Non è mia intenzione spacciare le vicende narrate come reali e non scrivo questa storia a scopo di lucro.




Capitolo Primo,

Faceva terribilmente caldo.
Quello era tutto ciò a cui Tom riusciva a pensare mentre stava seduto al solito posto nel bus della scuola, la fronte appoggiata al finestrino freddo in cerca di un qualche sollievo. La fascia che portava sotto il cappello stava facendo di tutto tranne che fermare il sudore che colava dispettoso sulla sua fronte e lui si ritrovò a maledirla insieme agli enormi pantaloni che si stavano lentamente afflosciando attorno alle sue gambe. Non vedeva l’ora di mettere piede nel fresco salotto di casa e precipitarsi in bagno a fare una doccia ghiacciata. Ascoltò sporadicamente il discorso di Gerog, seduto al suo fianco, annuendo di tanto intanto mentre con una mano allontanava il sudore da dietro il collo.
-Tom?- fece il moro ad un certo punto, alzando un sopracciglio.
-Uhm?- biascicò senza guardarlo, troppo occupato ad osservare il paesaggio di campagna scivolargli via da sotto il naso. Il sole di maggio tingeva d’oro gli sterminati campi che circondavano Loichte da ogni lato e faceva luccicare l’asfalto nero. La Germania non assisteva da tempo ad un estate tanto calda. Per anni i tedeschi si erano lamentati perché ci fosse un’estate degna di questo nome ed ora che finalmente era arrivata, sembrava che tutti rimpiangessero la consueta frescura nordica. Tom sorrise. La gente non era mai soddisfatta.
-Ti ho chiesto cosa ne pensi… Non mi stavi ascoltando, vero?-
Tom fece un cenno d’assenso con il capo, pregando con gli occhi Georg di perdonare la sua distrazione, mentre un vecchio contadino –con tanto di cappello di paglia, salutava i ragazzi sopra il mezzo.
-Scusa, è solo che… Questa afa mi sta friggendo i neuroni.- erano ormai prossimi a casa e Tom afferrò saldamente lo zaino che aveva lasciato cadere fra i suoi piedi.
- Non c’è problema, amico. Te ne parlerò un’altra volta.- Gerog sorrise e si spostò con stizza una ciocca di capelli ribelle dietro l’orecchio. –Pensi di venire alla festa di Liza, comunque?- Tom fece una smorfia cercando di ricordare e Georg gli venne in aiuto. –E’ domani sera.- Il rasta ci pensò su: il giorno dopo non aveva impegni e, anche se Liza non era davvero granché, magari poteva sperare in qualche amica carina, o almeno passabile. In più, se non ricordava male, Liza aveva una casa niente male, con una grande piscina interrata.
-Massì. Ci sarò.- decise infine.
Gerog sorrise. –Bene. Allora io e Gustav passiamo a prenderti a casa per le 8.-
Passarono pochi minuti e il pullman si fermò. Tom uscì velocemente dal suo sedile e lo salutò con una semplice pacca sulla spalla e un occhiolino.
Georg Moritz Hagen Listing e Gustav Schafer erano da sempre i suoi migliori amici, ma non lo erano davvero. Erano tipi a posto e tutto quanto, tuttavia Tom non ci si sentiva tanto in confidenza quanto avrebbe dovuto dopo tutti quegli anni di conoscenza e assidua frequentazione. Tom, a dirla tutta, non si sentiva davvero in confidenza con nessuno.
-E’ colpa della tua testaccia, Tom- avrebbe detto sua madre, strattonandogli con dolcezza uno di quei rasta dorati che amava tanto –Possibile che sei convinto di poter bastare a te stesso? Finirai per allontanare tutti in questo modo.-
Beh, sinceramente a lui non importava. Non si era mai sforzato di avere degli amici -quelli che aveva lo avevano avvicinato di loro iniziativa e lui si era limitato a non respingerli- e comunque non c’era nessuno con cui Tom potesse dire di avere un vero rapporto né qualcuno di cui potesse dire che gli era indispensabile. No, Tom non aveva molti amici. Tanti conoscenti, ma pochi amici. La cosa che davvero non gli mancava erano le ragazze.

Sorrise, affondando più di metà braccio all’interno del denim dei jeans per recuperare le chiavi di casa. Mentre si avvicinava alla porta pensò con una smorfia alla quantità indicibile di compiti di cui gli sarebbe toccato occuparsi: la scuola era agli sgoccioli, ormai, eppure si ostinavano a riempirlo di esercizi fino al collo, fino a farlo sprofondare nella disperazione.
Forse avrebbe potuto chiamare quella ragazza, giusto per distrarsi un po’. Quella tizia con un culo da favola. Talmente da favola che gli risultava difficile ricordarsi tutto il resto del corpo. Come si chiamava, poi?

Karmen? Karholina? Katie… No. Katie no.

Lanciò lo zaino nell’angolo più remoto dell’entrata, come per allontanare il più possibile il momento in cui avrebbe dovuto affrontare tutti i libri al suo interno, e si diresse al frigo per prendere qualcosa di freddo. Sulla lavagnetta c’era il solito post-it di sua madre che avvisava che sarebbe tornata quella sera dopo cena e, attaccata con una calamita, una banconota per prendersi una pizza. Dal momento che non era a casa poteva anche concedersi una birra, no?

Forse si chiamava Karholina.

Accasciatosi sul primo sgabello disponibile, prese una lunga boccata dalla lattina gelida, mentre le goccioline d’acqua formatesi sull’alluminio gli bagnavano le dita.

Kathrine! Ecco come si chiamava la tipa con il culo da favola! Stasera la chiamo. Oh, sì che la chiamo.

Gemette, pulendosi le labbra con il braccio e corse al piano superiore, senza preoccuparsi di riprendere lo zaino. Il dovere poteva aspettare.





Tom era fermo sulla veranda di Kathrine, le labbra incollate a quelle di lei. Era quasi mezzanotte e l’aria estiva aveva iniziato a farsi piacevolmente fresca e umida. L’unico rumore che Tom poteva sentire era l’insistente frinire dei grilli e l’occasionale rombo dei motori delle macchine che sfrecciavano sulla statale poco lontana. Quando si staccò dal bacio, Tom quasi non si dovette sforzare di sorridere compiaciuto, mentre indietreggiava di un paio di passi.
-Devo andare,- scollò –ma spero di rivederti presto.-
La ragazza bionda davanti a lui sembrò sul punto di sciogliersi sul posto. -Oddio, Tom. È stata senza dubbio la serata più bella della mia intera vita.- e mentre soffocava un gemito, Tom seppe che avrebbe voluto dire scopata. –Sei un ragazzo fantastico, così dolce.-
Il rasta sorrise di nuovo, interiormente più scocciato di prima: non gli piaceva quando si arrivava ai complimenti espliciti, perché il passo successivo era una confessione sentimentale e lui non aveva la benché minima intenzione di impantanarsi in una noiosa relazione con una ragazza. Per cui, quando Kathrine prese a fissarlo troppo amorevolmente per i suoi personali gusti, si affrettò a controllare l’ora sul display del cellulare, mormorando un ‘Sono davvero in ritardo. Ci sentiamo’, e ad allontanarsi. Sentì lo sguardo della ragazza piantato fra le spalle per tutto il tragitto dalla veranda al basso cancello della casa e tirò un sospiro di sollievo quando uscì dal suo campo visivo. Gli ci era davvero voluta una sana serata di divertimento ma ora, oltre alla soddisfazione, iniziava a prendere piede in lui una forte sensazione di spossatezza. Mentre si stringeva nella sua magliettona extra large, fissò il cielo nero e si accorse della fitta coltre di nubi che nascondeva agli occhi la lucentezza delle stelle. Come a confermare i suoi sospetti, si udì un basso tuono e Tom accelerò il passo per evitare l’imminente acquazzone. Decise che sarebbe entrato dalla porta sul retro, più vicina da raggiungere dal punto in cui si trovava, diffidando della clemenza del tempo. Arrivò a casa proprio mentre iniziava a piovigginare ed alzò rapidamente il vaso di fiori sotto il quale si trovava la chiave di scorta, sorpreso di non vedere arrivare di corsa il suo fox-terrier mentre apriva la serratura. ‘Probabilmente il temporale lo ha spaventato,’ si disse, entrando in casa e richiudendo la porta. Era un po’ troppo tardi per mettersi ad urlare ‘Sono tornato!’ così Tom si limitò ad afferrare un bicchiere dalla credenza e ficcarlo sotto il lavandino. Mentre sentiva scivolare il liquido lungo la gola, si ritrovò inquieto. Era semplicemente una sensazione, forse data dai continui tuoni e dai lampi che inondavano di luce la stanza come nel più scadente dei film horror. Salì la scala silenziosamente, diretto in camera sua quando sentì un gemito provenire dalla camera dei suoi genitori. Sorrise, pensando che quella sera non sarebbe stato l’unico ad essersi divertito. Ma dopo il gemito fu il turno di un tonfo sordo e Tom si mise in allerta, il cuore che prendeva a battere più velocemente. Si chiese se sarebbe stata una buona idea fare irruzione nella camera dei suoi genitori, dovendo poi forse affrontare immagini a cui nessun figlio sarebbe mai stato pronto ad assistere, e così si schiarì la gola prima di pronunciare un ‘Mamma’ che suonò più preoccupato di quanto avrebbe voluto. Attese qualche secondo e quando non ottenne risposte entrò nella stanza prendendo un respiro profondo. Quando ebbe sbattuto le palpebre un paio di volte nel buio fitto della camera ed ebbe messo a fuoco le immagini, desiderò con tutto se stesso di aver sorpreso i suoi genitori scopare. Ma non era così.


Note:
Ehilà (:
Nuova long fic. E speriamo che sia la volta buona, a questo punto. Magari riuscirò ad arrivare alla agognata parola FINE. XD
A tutte coloro che stavano seguendo Wenn nichts mehr geht le mie scuse. Il fatto è che era una storia in cui credevo molto e mi è sembrato di averla rovinata durante la stesura, così è venuta meno la forza per continuarla. Perdono.
Spero che questa riesca a diventare una sua degna sostituta. :D
Fatemi sapere se è una vana speranza o meno.
Ovviamente Twincest, ovviamente AU. Coplicata (?) e direi molto angst.
Mi fermo qua e attendo vostri pareri.
Al prossimo aggiornamento.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (4 voti, 7 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 7 commenti
hila93 - Voto: 25/10/09 15:58
Ciaoooooo!!! sono una nuova lettrice,la tua storia mi affascina molto!!!
complimenti!!!
e scrivi anche molto bene...Continuala presto!!! ^_^
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kokakola 24/09/09 14:21
Difficile indovinare chi sia, vero?XDXD
Certo, è tua. *lancia scatola di cioccolatini*
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moon-stars-sun - Voto: 23/09/09 16:27
Ma guarda.. non so proprio a chi pensare.. mmm.. vediamo un pò.. da questa frase:
"Tom non potè credere ai suoi stessi occhi mentre si ritrovava a fissare IL SUO RIFLESSO PERFETTO, giusto davanti a lui. ERA LA STESSA IDENTICA IMMAGINE CHE OSSERVAVA OGNI MATTINA GUARDANDOSI ALLO SPECCHIO, con l’unica aggiunta di un sorriso agghiacciante e affascinante, che lui –ne era sicuro- non aveva mai posseduto."
mmm.. chi può essere identico spiccicato al nostro Tommuccio e chi ha un sorriso bellissssssssimo???

O____________O e che ne so io!!!


Anche se non ho capito chi è mi dai lo stesso la scatola di cioccolatini? **
XP
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kokakola 13/09/09 13:11
Thanks (:
Presto posterò il capitolo sucessivo.
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moon-stars-sun - Voto: 12/09/09 21:42
Mmmm mi incuriosisce parecchio il capitolo successivo.. =D
Carinissima **
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kokakola 12/09/09 14:50
Certo, cara ;)
E grazie mille per il commento <3
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pikkolagio - Voto: 11/09/09 00:30
Bene come inizio non è male, anzi mi incuriosisce parecchio!! Continualaaa!! Ma è una twincest vero?? *-*
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