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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cyborg 009
Titolo Fanfic: LA CHIAVE PER L`OCCULTO
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: fawn galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/06/2003 10:00:26

un thriller-grottesco nella fredda russia, ricoperto di avventura e rapida azione. il mistero si infittisce sempre più, da quando ivan-001..
 
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1-7 + NOTE; COMPLETA
- Capitolo 1° -

La chiave per l'occulto
by Lidia


CAPITOLO 1



E’ l’alba di una fresca giornata primaverile. Le onde si infrangono delicatamente sullo scoglio, quasi svogliate, mentre i gabbiani hanno ormai concluso la loro caccia mattutina, e la rugiada inizia a svanire dalle delicate foglie delle piccole piantine sparse un pò ovunque intorno alla riva, e dietro allo scoglio.

“ Unnghè...mmmmm....ungheeeeè!!”

Un lamento improvviso fa sobbalzare 003, e, in seguito, tutti i suoi compagni; “Che succede?” esclama il dottor Gilmour, terribilmente scosso; “001 stà piangendo, e sembra molto agitato!” risponde 003, dalla stanza accanto. Tutti accorrono nella stanza citata, dove Françoise tiene in braccio Ivan, cercando affannosamente di calmarlo: “buono, piccino, cosa c’è? cosa ti turba?”

“mmmm... avverto un pericolo imminente alla conferenza di Tver; sento una forte energia negativa.. la vita di alcune persone è in grave pericolo, bisogna far presto..”

003: “A Tver? Dove si trova? Che conferenza?”

“Tver è una città russa, vicino a Mosca; vi si terrà alle 8 una conferenza di poesia nel Salone dell’arte. Il pericolo è prossimo a manifestarsi!”

004: “ Cyborgs, dobbiamo recarci là al più presto! Ivan, puoi trasportarci lì? Sono già le 7.13, non faremmo in tempo, in caso contrario!”

001: “Posso trasportarvi nelle vicinanze del Salone, per non dare nell’occhio; prendete qualche bagaglio; ma non credo vi sarà facile entrare, c’è l a sorveglianza, e non fa entrare chiunque; e considerate che, col fuso orario, le 8 per noi sono le 10 di Tver: a quell’ora vi sarà il pericolo!”

“Troveremo il modo; avanti 001, trasportaci!” replica 009 con decisione, mentre Geronimo e Chan portano i bagagli, già pronti per le emergenze .

“Bene!” dice 001, trasportandoli, e restando solo in compagnia di Gilmour.

“Di che conferenza di poesia si tratta, nel dettaglio? E che genere di pericolo dovranno prepararsi ad affrontare? Ivan? Ivan?!!”

Ma il piccolo, stremato per lo sforzo, è già addormentato, e il dottor Gilmour deve rassegnarsi. Intanto attiva il collegamento con 009: “tutto bene, laggiù?”

“Si; siamo atterrati in una zona poco rumorosa della città, ora ci troviamo in un parco, direi. Dobbiamo uscire al più presto ed arrivare al Salone; abbiamo poco più che mezz’ora di tempo. Ivan può darci indicazioni sulla strada?”

“Purtroppo 001 è addormentato, ora..” risponde Gilmour.

“Darò un’occhiata qui intorno! Vieni con me, 007?” fa 002; “si, Jet, ti seguo sottoforma di avvoltoio, fammi strada”.

“Molto bene; anch’io farò un giro qui intorno, con l’aiuto del mio acceleratore molecolare. Voi, ragazzi, state uniti e uscite dal parco. Datevi da fare anche voi, è meglio se tutti collaboriamo e ci diamo una mano a vicenda” dice Joe, con aria decisa; “bene. Io cercherò anche di captare eventuali segnali minacciosi” risponde Françoise; “molto bene; avanti, andiamo!” fa Joe, che, attivato l’acceleratore, è ormai invisibile ai compagni.

Intanto Jet e Bretagna scrutano la città dall’alto. Jet: “un avvoltoio, eh? Tipico uccello russo! Certo non passerai inosservato!”

“Sarà; ma l’avvoltoio ha una vista ecellente: è come se avesse una lente di ingrandimento, nella fovea dei suoi occhi!”

“Mah.. speriamo che ci sia d’aiuto!” osserva il compagno.

“Il problema è: avremo preso la direzione giusta?” fa Bretagna; Jet: “già, me lo chiedo anch’io, il tempo è poco”.

Joe si dà da fare più che può, ma le strade cittadine sono affollate, e gli edifici gli sembrano tutti uguali. Ad un tratto si imbatte in un vicolo cieco. <Maledizione..> pensa; “Françoise, come procedono le vostre ricerche?” dice via radio all’amica; “Non bene, Joe.. siamo usciti dal parco con non poca difficoltà, ma non sapendo il russo, non possiamo nemmeno chiedere ai passanti. Stiamo cercando di comunicare in inglese, francese e tedesco, ma finora abbiamo avuto poca fortuna. Non avverto alcun segnale sospetto, per ora; comunque il Salone deve essere nei paraggi, Ivan non ci avrà collocati troppo lontano!” dice Françoise; “è vero; buona fortuna, amici; io continuo a perlustrare la zona!”.

Improvvisamente, in cielo, un rapace scuote le sue grandi ali: “ecco, ci siamo!”

Jet: “dove?”

“Credo sia quell’edificio grigio laggiù! E’ abbastanza grande e serio per ospitare una conferenza, e vedo delle guardie, là sotto. Dobbiamo cercare di entrare dall’alto, senza essere notati” fa 007; “Io non posso.. trasformati in una farfalla e vai tu: ci dirai come vanno le cose, per ora; io avverto gli altri!” dice 002.

“Molto bene: ecco.. “ Bretagna diviene una piccola, anonima, farfallina bianca, e si infila nello spiraglio di una finestra socchiusa.

Questo è lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi di insetto: la platea ospita circa 600 persone, sedute su comode poltroncine rosse in stile moderno. Nessuno fiata, nel pubblico. Tutti gli sguardi sono rivolti al palco, dove un uomo vestito di nero, in smoking, si presta ad annunciare degli ospiti con queste parole (in russo):

“Gentili signore e signori, abbiamo oggi il piacere di presentarVi alcuni tra i migliori artisti del nostro secolo: poeti che hanno scrutato la realtà dell’occulto come nessun altro; poeti che hanno saputo rendere arte il grottesco, che hanno illuminato le paure umane più nascoste; che hanno aperto un varco tra il noto e l’ignoto, il bisogno di quiete e la tensione verso il caos: abbiamo l’onore di presentarVi qui i migliori capolavori della poesia macabra/ grottesca. Apprezzate, ad uno ad uno, i 13 artisti, e potrete votare chi di loro, secondo voi, è il migliore nel suo campo, permettendoGli di avvalersi di un premio speciale alla carriera. Signori, Vi raccomando il massimo silenzio, nell’ascolto delle opere in successione. Ed ora, il primo, grande autore: la poetessa russa Tara Nazyvajev..!!”.

Tra gli applausi, ad un tratto, un boato fa scuotere il suolo, e una strana esplosione provoca una fitta nebbia in tutta la sala. 007, che non aveva capito nulla del discorso d’apertura, stava cercando d’interpretare l’evento, e il boato lo fa sobbalzare. “Presto, cyborgs! Qui dentro c’è stata una esplosione!” -dice via radio- “dovete controllare l’esterno dell’edificio! Io intanto cerco di capire bene cosa è successo qui... ma...” Il gas, purtroppo, è un potente sonnifero: la delicata farfalla-007 si accascia sul davanzale all’istante.

“007?!? che succede? mi senti?” dice 005, agitato; 008: “corriamo alla sede! presto, Jet, guidaci tu!”

Jet era appena arrivato dai compagni,ed era anche riuscito a far convoglire 009 al gruppo; quando raggiungono la sede, dopo circa 5 minuti, notano delle nubi di gas fuoriuscire dall’edificio: gli agenti erano svenuti, e la gente, allarmata, si teneva lontana.

003: “C’è un gas nocivo, spero non sia un veleno tossico; siamo arrivati tardi, e 007 deve essere in pericolo, come anche le persone là dentro!”

“non possiamo entrare, ora; dobbiamo attendere che il gas si disperda” fa 008

009: “ maledizione.. la nostra missione è fallita, un nostro compagno è nei guai, e queste persone stanno male, forse sono morte!”

Amareggiati, i cyborgs attendono fuori dall’edificio, mentre 006 cerca, con le sue fiamme, di disperdere e mutare il gas.



CAPITOLO 2



Dopo 30 minuti, il gas è disperso, e finalmente i cyborgs possono entrare. Subito Jet riconosce 007, che ormai si stà riprendendo, come così le altre persone svenute. “Come stai, amico?” gli sussurra Albert. 007 riprende le sue sembianze: “stò bene, sono solo stordito; è stato spruzzato un potente sonnifero, immediatamente dopo all’esplosione di un ordigno. Non riesco a capire il perchè di questa faccenda!”

“Tara... Tara..!!” una ragazza, ancora sdraiata, inizia ad urlare, mentre si risolleva, tra i corpi delle persone stordite e le poltroncine rosse, rovinate.

“Che c’è, laggiù?” grida istintivamente Joe, in giapponese, a questa ragazza. Ella lo osserva, si alza, si avvicina al gruppo dei cyborgs. E’ una ragazza snella, all’apparenza fragile, con i capelli biondo cenere che le arrivano ai fianchi, e due lunghe braccia, avvolte sul ventre. Si avvicina con passo lento, quasi come se facesse difficoltà a camminare. I suoi occhi chiarissimi scrutano prima Joe, poi i suoi compagni. “Sono svenuta, mi devo essere fatta male cadendo dalla poltroncina, ho dolori all’addome... stò cercando mia sorella; voi siete turisti, immagino... siete critici d’arte?”

<La ragazza parla in giapponese!> Notano subito gli 8 amici. “Più o meno” -risponde Françoise- “tua sorella era là con te?” “no, mia sorella è Tara Nazyvajav, la poetessa. Avrebbe dovuto iniziare lei a recitare la sua poesia. La conoscete, vero? E’ bravissima, è un genio!!”.

“Ehm... ah, quindi era là sul palco?” fa 002

“stava salendoci, l’istante prima dell’esplosione, giusto?” dice 007; “esatto;” -fa lei- “non la vedo più, sono preoccupata!” .

Intanto la gente intorno è ormai in piedi. La polizia si riunisce sul palco, ed un poliziotto esclama, in russo, poi in inglese, munito di microfono: “signore e signori, siamo stati tutti sotto l’effetto di un sonnifero; siamo spiacenti di comunicarvi che i 13 artisti di questa giornata dell’arte sono tutti improvvisamente scomparsi; pensiamo si tratti di un rapimento; se siete stati vittime di qualche furto, fareste meglio ad avvisarci. Sono spariti i manoscritti dei poeti, e, che noi sapiamo, nient’altro, perora. Tornate nei vostri alloggi, dobbiamo perlustrare l’edificio e la zona circostante, in cerca di tracce e dettagli rilevanti”.

“Nooo!!!” -mentre la gente, impaurita, lascia l’edificio, alcune persone, molto poche, sembrano particolarmente spaventate. Tra queste, la ragazza che ha da poco instaurato una conversazione coi cyborgs - “Non è possibile!”- continua, urlando- “è come temevo! l’hanno rapita, è in pericolo!”

“Calmati, ora” -sussurra Punma, poggiandole una mano sulla spalla- “ti aiuteremo noi”.

“Potete aiutarmi? Come?” “Noi non conosciamo il russo, ma possiamo darci da fare per liberare quelle persone, se realmente sono state rapite, come si teme; intanto, tu ci farai da interprete, nel caso ciò ci possa servire; d’accordo?” continua Punma.

“Bè, va bene.. ma posso fidarmi, di voi? Potreste essere voi stessi, i rapitori!”

“Non saremmo qui, adesso”-sorride Françoise,- “non avrebbe alcun senso, non credi?”

“mmmh...” pensa la fanciulla.

009: “potremmo iniziare le ricerche ora stesso, giusto? Sarà meglio non perdere troppo tempo; dividiamoci in tre gruppi: Geronimo, Chan: andate a cercare una locanda dove potremmo alloggiare tutti; non credo riuciremo a risolvere il caso in una giornata. Mettetevi poi in comunicazione col dott. Gilmour e spiegategli l’accaduto; se sveglio, Ivan potrebbe forse aiutarci; poi fatemi sapere” “molto bene” dicono insieme 005 e 006.

009: “Punma, Bretagna! Dte un’occhiata qui in giro, intorno all’edificio. Potreste raccogliere informazioni utili dalla polizia. Noi altri, invece, faremo un giro qui intorno, in cerca di tracce, e faremo anche una chiacchierata con la ragazza, nel frattempo”.

“Bene” gli fa eco il gruppo, all’unisono.

003, 009, 002 e 004 si incamminano, dunque, insieme alla ragazza, scegliendo una strada secondaria, ma abbastanza animata. 003: “puoi dirci qualcosa di te, di tua sorella, della conferenza... ?”

“Bene; mi chiamo Mihajva Nazyvajev; io e mia sorella siamo di Mosca, ma conosco bene la città di Tver, è molto bella ed accogliente; qui si tengono spesso conferenze, festivals ed altre attività, diciamo, “alternative” “

“Cosa vuoi dire con questo termine?” fa Jet, prontamente

“Bè, la poesia di tipo macabro/ grottesco, ad esempio, lo è; qui si apprezzano anche forme d’arte che in altri luoghi sono mal viste, o rinnegate. Qui vi è una mentalità più propensa ad esplorare ogni angolo della creatività umana, senza trascurarne o misconoscerne alcuno. Dopotutto, la poesia di mia sorella, è soltanto innocuo pensiero.. è solo un captare altre facce della realtà, un curiosare senza alcun fine, se non quello della contemplazione artistica”

“sua sorella scrive poesie grottesche!” sussurra Albert, all’orecchio di Joe, che è affascinato dal discorso, e non lo ascolta;

“Tutti i partecipanti a questa rappresentazione erano dei poeti..” inizia Françoise “..del grottesco, già.. . Tutti e 13;”-riprende Mihajva- “mi sembrate un po’ poco informati, per essere dei critici”

“Bè, abbiamo saputo della conferenza all’ultimo momento, e ci hanno informati ben poco, devi scusarci” riprende Joe, cercando di rassicurare la ragazza, per non renderla sospettosa, e riuscendoci abbastanza bene. Lei riprende a parlare: “ Io e Tara siamo orfane; lei scrive, ed io lavoro part-time. Nonostante la sua recente fama, non abbiamo soldi per pagare un riscatto..” inizia a demoralizzarsi; 003: “non buttarti giù, si risolverà tutto, tranquilla! Come mai sai la nostra lingua?” “Ho fatto un corso per interprete. Le lingue sono la mia passione primaria”

Joe le sorride, mentre dà un’occhiata intorno.


CAPITOLO 3



Le ricerche proseguono fino a mattina inoltrata. Verso le 14, ora di Tver, un segnale radio arriva all’orecchio di 003: “Sono Geronimo, abbiamo trovato una locanda confortevole nel centro della città; 001 è ancora addormentato, e Gilmour preferisce seguire le ricerche senza spostarsi dalla base, almeno finché 001 non si svegli. Al momento del risveglio di Ivan, comincerà a discutere con lui dell’accaduto, e ci farà sapere”

“Bene, Geronimo; noi ora stiamo continuando le ricerche, ma senza risultato... dacci l’indirizzo della locanda, vi raggiungiamo là. Intanto, informa anche 008 e 007: dobbiamo riunirci per adottare un piano più costruttivo: temo che ormai i criminali siano lontano da qui” riprende 003, cercando con lo sguardo consenso tra i suoi compagni, che annuiscono. Geronimo fa come richiesto dalla ragazza, e, circa 45 minuti dopo, gli 8 cyborgs più Mihajva sono all’ingresso della locanda, per decidere il da farsi. “E’ bene mangiare qualcosa, adesso, per parlare con più calma e lucidità. Con lo stomaco vuoto non si ragiona!” cerca di sdrammatizzare 006; “molto bene: ordiniamo qualcosa qui stesso” consiglia Joe.

La locanda, rosa pesca all’esterno ed interno, è di medie dimensioni; su 3 piani, può ospitare una ventina di persone all’incirca; il piano terra è adibito a reception e zona pasti; vi è anche un piccolo bancone bar, cucina interna e cortiletto sul retro, ed una specie di salottino d’intrattenimento, con tavolini, divanetti, caminetto e TV. Ai piani superiori, stanze da 1, 2 o 3 letti l’una, e bagni.

“E’ un peccato non poterci godere una vacanza tranquilla, di tanto in tanto.. questa locandina mi piace proprio” commenta 007, nostalgico. “Prima o poi, avremo un attimo di respiro; ora dobbiamo occuparci di questo caso” dice Punma.

“Ah.. Il dottor Gilmour sta tenendo sotto controllo le TV locali ed internazionali, per rilevare eventuali richieste di riscatto, documentate da polizia e giornalisti” -precisa 005- “in tal caso sapremmo almeno che tipo di strategia dovremo adottare” “giusto; non può che essere un rapimento per riscatto; l’importante è conoscere condizioni e fini di chi lo ha messo in atto, ed, eventualmente, individuarne subito identità e sede” ribatte Jet.

“C’è qualcosa che non capisco, però; sono spariti anche i manoscritti; perché?” riflette a voce alta 003

“Potrebbe essere casuale; oppure un modo per confondere le idee alla polizia; oppure, potrebbe esserci stato un furto in aggiunta ad un rapimento, magari da due organizzazioni complementari, ma connesse” sospetta Punma.; Albert: “già, ma chi ruberebbe delle poesie, di valore puramente spirituale, e comunque duplicabili? Solo un folle, un appassionato che non pensa troppo, prima di agire!”

003: “Mihajva, hai notato individui sospetti, nella platea, con te?”

“C’erano giornalisti, critici. Solo qualche parente degli artisti, come me, che poi sono le persone che hanno, ovviamente, sofferto di più per la scomparsa dei poeti”

“Cosa sai, dei poeti?” fa Punma

“Sono 13, come sapete; 7 donne, 6 uomini, credo tutti intorno alla trentina. Li ho visti in altre apparizioni, più o meno tutti, ma non so quasi nulla sulle loro vite personali. Non sono tutti russi, c’è qualche rappresentante dell’Europa occidentale, credo.”

“Che conoscenze aveva, Tara, tua sorella? Sai di qualcuno che potrebbe avercela con lei, col gruppo, col genere letterario in questione, che a quanto pare, sembra piuttosto insolito, e raro?” fa 009

“Non saprei... vorrei solo che il mio cellulare squillasse. Tara ha solo me, solo me.. e non si è ancora fatta sentire.. io ho provato a chiamarla, ma sembra il suo cellulare sia spento; d’altronde, aveva una conferenza, è suo uso spegnerlo, in tali situazioni... ho paura per lei, tanta paura!!” cerca di trattenere le lacrime, mentre abbassa lo sguardo, e prende posto nella lunga tavolata prescelta dal gruppo.

“Calma, amica” -fa 003, poggiandole una mano sulla spalla, e spostandole i lunghi capelli dal lato destro del viso- “chiama la polizia, adesso; devi dare loro il tuo numero, di modo che possano rintracciarti se scoprono qualcosa. Intanto, noi guardiamo il menu e chiamiamo il cameriere, ok?” Françoise riesce a distogliere la giovane donna da quei pensieri orribili, e le si siede accanto.

Dopo alcuni minuti, il cameriere, arrivato, inizia a prendere le ordinazioni, compresa quella di Mihajva.

“Quanti anni hai, Mihajva?” le chiede Joe

“28. Sono più piccola di Tara, che ne ha 31” risponde

“Spero che tu ci abbia consigliato bene sulle pietanze” -sorride lui- “anche perché qui fa freddo, e, gusto a parte, dobbiamo tenerci in forza, con cibi caldi e sostanziosi”

“Tranquillo” ammicca lei;

Françoise maneggia nervosamente le sue posate, poi osserva, con aria autoritaria: “dopo pranzo, dobbiamo assolutamente metterci in moto e spremere le meningi più che possiamo”

“Infatti; intanto ora ne parliamo, no? Dobbiamo trovare una strategia tutti insieme, siamo riuniti qui per questo, ricordi?” le replica 002.

Lei abbassa lo sguardo, e annuisce; poggia le mani chiare sul suo cappotto di velluto nero, che ha ancora addosso dalla mattina, e che le riscalda il corpo. “Hai preso molto a cuore questa situazione: lo vedo.... sei tesa..”- dice Mihajva, in parte fraintendendo le emozioni di Françoise- “.. e siete tutti molto agitati, molto presi dalla situazione. Siete semplicemente degli amici, dei religiosi, o siete dell’FBI, o cose simili?” continua Mihajva, lasciando tutti di stucco.

“Eh eh..” -ribatte Jet, in tono scherzoso, per buttarla sul comico- “noi in Giappone siamo un po’ tutto, siamo abituati a cavarcela in varie situazioni e abbiamo una buona cultura generale, oltre ad un forte senso altruistico! Comunque, si, se la cosa può tranquillizzarti, qualcuno di noi se ne intende di investigazione. Con noi, puoi star tranquilla: ti proteggeremo, e faremo di tutto per trovare tua sorella e gli altri”.

“Mi fido di voi; sento di potermi fidare. Vi prego, posso alloggiare anch’io qui con voi? Non abito lontano, ma, almeno per stanotte, non vorrei stare sola, nè allarmare qualche amica”

“E’ ovvio, che puoi” le sorride 003, addolcita.

“Ah, ecco i nostri piatti caldi!” si rallegra 006; “bè, buon appetito, gente!” fa eco 007.



CAPITOLO 4



Sono ormai le 17: nessuna notizia dalla polizia. La soluzione del caso sembra ancora più complessa del previsto, ed il gruppetto è ancora al tavolo, sempre più sfiduciato e nervoso, in attesa di un messaggio di Gilmour, o della organizzazione dedita alla sicurezza, cioè la polizia locale. “Chiamiamo Gilmour” propone Albert. “Cosa vuoi dirgli? Che stiamo qui a guardarci negli occhi?” ribatte Joe, visibilmente nervoso

“Rilassati, Joe; voglio solo consultarmi con lui, e vedere se ha notizie, o se Ivan è sveglio” dice 004

“Fa’ come vuoi” replica Joe, mentre riduce a pezzetti il suo quinto tovagliolo di carta, ormai simbolico, dato che il pasto è stato consumato già da 2 ore. “Gilmour.. hai novità? Qui non sappiamo come comportarci; riteniamo che perlustrare la zona sia ormai inutile, e siamo a corto di inputs sul caso. Cosa dice Ivan, cosa dice la TV internazionale?”

“La TV ha dichiarato ufficialmente la scomparsa dei 13 artisti e dei rispettivi manoscritti, ognuno contenente un poema in tema macabro/ grottesco di propria produzione, e candidati ad un premio. La polizia si stà informando su tutto il personale e gli ospiti presenti alla conferenza, compresa l’organizzazione. Di sicuro comunicherà anche con la vostra amica, o si informerà su di lei tramite archivi. Non c’è ancora stata alcuna richiesta di riscatto, o perlomeno non è pervenuta; forse la si tiene nascosta” dice Gilmour; “Questo è probabile; ma noi non possiamo stare con le mani in mano, dobbiamo intervenire, accidenti!” commenta Albert, alzandosi in piedi, e battendo una mano sul tavolo.

Punma, a Gilmour: ”Ivan è sveglio?”

“Purtroppo dorme ancora; era prevedibile” -risponde il dottore, perplesso- “non so cosa dirvi, ragazzi, se non suggerirvi di sparpagliarvi e tenere d’occhio le vie più periferiche di Tver: i rapitori potrebbero aver contattato in segreto uno dei parenti dei poeti, e scelto un luogo poco visibile per riscuotere il riscatto”

“Li chiamerebbero uno ad uno, col contagocce?” fa Jet, scettico

“Non so che dire; ma certo, come dice Albert, non servirà a nulla star fermi a parlare; non sappiamo cosa c’è nella mente di chi ha compiuto questo gesto; non sappiamo quante persone siano implicate nel fatto, anche se direi che ve ne è almeno una dozzina, dato che sono state trascinate via 13 persone; e, soprattutto, non sappiamo il perché; dovete tener d’occhio la città, specie ora che, immagino, lì stia per calare la notte” osserva Gilmour.

“Bene, dottore, faremo così; dividiamoci, avanti” consiglia 003

“D’accordo; 006, 007, 008: andate nella zona est, oltre il ponte. 002, osserva il parco dall’alto: è un posto isolato, di notte; 004, 005: dirigetevi ad ovest, verso i campi coltivati che si intravedono da qui; io, 003 e Mihajva daremo un’occhiata a queste stradine del centro: Mihajva conosce la zona, 003 può... ehm, lo sapete; a dopo; tenetevi in contatto” “D’accordo” fanno gli altri.

I gruppetti, ormai formati, intraprendono le loro strade.

“Com’è qui l’ambiente?” chiede 003 ad una Mihajva pensierosa, mentre scruta attenta la zona

“In che senso?” fa la ragazza

“Voglio dire... è sicura, di notte, questa città?”

“Abbastanza, direi. Né tanto, né poco. Bè, io comunque non giro mai a notte fonda. A quest’ora, in genere, è tranquilla: non sono nemmeno le sei, ancora”.

“Non vedo molta gente in giro” dice Joe

“La sera per lo più si sta in casa, o nei locali. I negozi chiudono presto, e la gente passeggia, fa compere o lavora principalmente nella prima parte della giornata”.

“Tu stai bene, qui?” fa 003

“Sì, direi di sì, non mi lamento. Mosca è più caotica” sorride la ragazza.

D’un tratto, delle urla raccapriccianti ed improvvise fanno sobbalzare i tre: sono due bambini, a provocarle, ed hanno si e no 5 anni ciascuno. Corrono, con i loro volti invasi dal terrore, verso Joe e le ragazze. “Che succede, fermi!” fa Joe, aprendo le braccia, per evitare che fuggano oltre.

“Aiuto, signori, aiuto! C’è un morto!”

“come? dov’è?” risponde Mihajva, che è l’unica a capirli

“un morto, un uomo, un cadavere- zombie, dietro quel vicolo!” singhiozza uno dei due bimbi.

“Dicono che c’è un cadavere lì dietro! Oh mio Dio... sarà vero??”

“Andiamo subito a controllare!” ribatte 003; Joe, nervoso, si lascia sfuggire i bambini, che sono presi dal panico e corrono nella direzione intrapresa prima dell’incontro coi 2 cyborgs e la ragazza.

Arrivati nel punto indicato dai bimbi, Mihajva lancia un urlo, indietreggia bruscamente e si mette le mani alla bocca.

E’ vero, vi è un corpo.

003 apre meglio gli occhi, e si avvicina titubante, mentre 009, immobile, osserva a circa 20 cm dal corpo senza vita.

Non è solo un corpo; non è un semplice corpo.

E’ un corpo scuoiato; ed è privo di occhi.

L’imbrunire consente ai tre, e non solo a Françoise, di rendersi pienamente conto delle condizioni del cadavere, grazie ad un lampione acceso lì dinnanzi.

“Oh mio Dio.. cosa gli hanno fatto... cos’ha... cos’ha negli occhi!!” urla lei

“Stai calma, ora. Ha due pietre, o qualcosa del genere, al posto degli occhi. Ed ha un ciondolo al collo. Sembra ovvio che gli sono stati messi, dopo la tortura che ha subito, e dai suoi stessi persecutori” dice Joe

“Oggi è un giorno di disgrazia, allora! Non sarei mai dovuta venire qui, in questa città, che appena poco fa adulavo... è terribile!” piange Mihajva, ormai profondamente ferita, e stremata da un dolore misto ad angoscia, paura e terrore. “Cosa saranno?” Joe raccoglie il ciondolo e le due pietre, tutti di color marrone scuro.

“Dobbiamo esaminarli un attimo; dalli a me” dice 003, che li prende in mano e li osserva meglio, grazie ai suoi poteri: “hanno uno strano odore, al di là del sangue... sembra terra umida; e infatti ne sono in parte ricoperti. E hanno anche qualcosa, intagliato.... sembra un disegno”

“Oh mio Dio... li conosco!!!!! Io li conosco!!! Erano nel museo dei reperti, a Mosca! O comunque, sono molto simili!”

dice Mihajva, agitatissima

“E cosa sono?” fa Joe

“Sono appartenuti a civiltà antiche; sembrano oggetti decorativi, non so, magari religiosi. Se non sbaglio, erano decorativi, sì... forse.. oddio!!! sono pieni di sangue!” sussulta Mihajva

“Dobbiamo far sapere alla polizia e agli altri di questo terribile imprevisto” dice Joe. Mihajva avverte la polizia locale, mentre Françoise chiama prima Jet, poi 006, poi 005, e li convoglia sul luogo del delitto, dando indicazioni precise sulla localizzazione di questo. Intanto, Joe cerca di calmare Mihajva, che, profondamente scossa, sta perdendo i sensi.



CAPITOLO 5



Radunato il gruppo, ormai da un po’ anche la polizia è sul posto, e allontana i ragazzi con fare autoritario, dopo averli interrogati singolarmente, con non poche difficoltà, in lingua inglese; il gruppo si incammina verso la locanda; Geronimo porta la ragazza, svenuta, sulle spalle. E’ notte.

Ad un tratto, un segnale proveniente dal dottor Gilmour convoglia l’attenzione dei ragazzi: “mi sentite? Ivan è sveglio! Non so come, ma è già sveglio!”

“Molto bene, dottore. Chieda ad Ivan se sa qualcosa del museo di Mosca; abbiamo alcuni sospetti, sono stati ritrovati dei monili su un cadavere, molto simili a quelli del museo archeologico di Mosca, a quanto pare”

001: “sono in ascolto, 009: il museo d’archeologia di Mosca è al momento in subbuglio: ci sono stati dei furti di portata rilevante, la settimana scorsa, e sono andati persi diversi reperti, tra cui utensili, libri, vesti, monili; non escludo ci sia connessione tra questo furto e quello dei documenti di poesia: si tratta d’arte e cultura in ambo i casi”

“001, cosa sai dirci del rapimento dei poeti?” dice Joe

“Uno di loro è morto, ed il suo corpo è lì, a Tver: credo sia proprio quello di cui mi parli, 009. Tutti i poeti sono in pericolo di vita, ormai, e moriranno uno dopo l’altro, presumibilmente ogni notte. Sento che la sede dell’organizzazione di questa strage è a Mosca, ed quest’ultima è attiva in questo momento. Posso portarvi nella zona, cyborgs, dove questa organizzazione ha sede”.

“Perfetto, siamo pronti” irrompe 002

“Bene, cyborgs. Io però stò con Mihajva alla locanda” fa 008.

Così, ancora una volta, 001 trasporta tramite telecinesi il gruppo a Mosca, mentre Punma resta in collegamento e veglia su Mihajva, che riposa in una delle loro stanze della locanda, ansioso di vederla riprendersi al più presto.

“Eccoci sul posto; qui vicino ci dovrebbe essere il museo” fa Albert

“E’ sicuramente quello” risponde 003, che, con la sua vista potenziata, l’ha adocchiato, nonostante seminascosto dalla vegetazione circostante e dagli edifici, e nonostante la distanza.

“Sento odore di incenso” continua lei

“Qui la terra è smossa!” fa 005

“Apri un passaggio, 006!” consiglia 002

“Molto bene!” con una fiammata, 006 apre un varco nel terreno. Non ci vuole molto, perché presto una frana li fa precipitare.

Dopo una caduta da un’altezza di circa 3 metri, il gruppo si ricompone, in suolo straniero.

Questo suolo è fatto di terra, ed antiche piastrelle di pietra, ormai levigate dal tempo.

Il buio costringe 006 a tenere acceso il fuoco. Non vi è nulla, nelle pareti, fuorché roccia. Anche nel pavimento primordiale non vi sono oggetti, tantomeno mobilia di alcun tipo. Vi è solo un forte odore di incenso, tinto di buio.

“Attenti! Vi faccio strada” propone 003, decisa, scrutando la zona, del tutto simile ad una grotta, o ad un tunnel sotterraneo.

“Fermatevi, silenzio!” dice lei, all’improvviso. Delle voci, accompagnate dal suono di un’arpa, iniziano ad echeggiare. “Che succede? Chi sarà?” bisbiglia 002

“Shhhh....” fa Albert, poggiando una mano sul petto dell’amico, che vede a mala pena, e per lo più grazie a Chan.

Il suono si fa ritmico e monotono, e si sente una cantilena, ad accompagnarlo. La voce è roca, bassa, maschile. E la lingua è certamente il russo.

“Ivan!” pensa Joe, e decide di chiamarlo; ma risponde Gilmour: “dorme ancora, purtroppo. Il teletrasporto di tutti voi lo stanca, e considerate lo sforzo per le altre informazioni; ha di certo fatto il possibile; in più, si era svegliato dopo solo poche ore dal sonno precedente... ; Joe, state attenti”.

Il sussurrare di Joe e la voce elettronica di Gilmour fanno voltare 003, che ammonisce 009 con lo sguardo. Poi lei, lentamente, inizia ad avanzare, fino a fermarsi nuovamente; cammina in modo sempre più silenzioso, imitata dal resto del gruppo.

Quindi, con la massima attenzione, fa capolino con la fronte e gli occhi, per osservare cosa avviene nella stanza principale, da dove provengono suoni e odori.

La musica si interrompe di botto: 003 incrocia lo sguardo di un uomo alto, grosso, coi capelli bianchi corti, un grosso mantello blu sulle spalle ed un paio di pantaloni marrone scuro, quasi nero.

Nient’altro, o quasi. Scalzo, porta al collo un ciondolo. Gli occhi di ghiaccio si spalancano alla vista di Françoise. Getta a terra il libro che ha in mano, ed urla.

003 si volta: “scappate” dice agli altri; ma un proiettile le si conficca sulla gamba destra.

L’urlo dell’uomo era in realtà una ferma richiesta d’intervento, o meglio, un ordine di sparare all’intrusa. Il rumore fa percepire agli uomini che la ragazza non è sola; 007 cerca di aiutarla, e i due cyborg vengono subito catturati.

“Lasciateci, insomma!” protesta Bretagna, mentre viene legato. “Inutile, non ti capiscono, e noi non capiamo loro. E comunque non ci lasceranno, 007” -risponde lei, combattendo il dolore alla gamba- “ci aiuteranno gli altri; lascia che studino la situazione” cerca di rincuorarlo.

007 la guarda un attimo, sconsolato; poi riprende coraggio, ed osserva la situazione.

E’ un salone non troppo ampio. Un uomo suona l’arpa; un altro sta alla porta, con la pistola ancora calda.

Il terzo uomo, quello col mantello, è il più minaccioso, sebbene non armato. Ha un libro in mano, e sta leggendo qualcosa. E’ quasi alla fine del libro; 003 nota tutto ciò, ed osserva il materiale del libro: sembra piuttosto antico, ingiallito, con copertina grossa, in pelle marrone. Non vede il titolo, poiché la copertina è nascosta dalle mani dell’uomo, che sostengono il libro. L’incenso brucia su una canna, disposta su un vecchio, lungo, vaso nero.



CAPITOLO 6



L’uomo col mantello termina di leggere, con profonda enfasi, ciò che aveva iniziato, calcando molto sulle parole. Sembra trasportato dalla cosa, ma non nasconde di essere teso e indispettito per l’imprevisto. Poggia una penna stilografica nera e lucente sopra al libro, aperto alla pagina che egli ha appena finito di leggere, a mo’ di segnalibro. Il libro viene poggiato così, aperto, con la penna in mezzo, sul vecchio tavolo di legno nero, rettangolare ma deforme, alto all’incirca un metro, e largo circa un metro x 55 cm.

“Avverto qualcosa... c’è qualcun altro, ci dev’essere qualche passaggio segreto là di fronte, perché sento respirare, sento un respiro affannoso” sussurra 003 al suo amico Bretagna, che è stato legato stranamente piuttosto vicino a lei.

L’uomo col mantello sente il bisbiglio e lancia un urlo, guardandola negli occhi. Poi ammicca all’altro collaboratore, quello armato, mentre il suonatore ha smesso di sfiorare le corde, ed osserva in silenzio.

L’uomo armato, che non si era evidentemente accorto della presenza di altri intrusi (i cyborgs avevano silenziosamente retrocesso, dopo l’ordine di Françoise), si dirige verso i due prigionieri, puntando l’arma ad altezza delle loro teste. Ridacchia qualcosa. Ivan avrebbe forse capito presto che quella frase in russo vuol dire “Ne prendo due con un colpo”. Ma dormiva. Un sonno agitato; ma comunque un sonno.

007 pensa: <E’ finita, per noi>

003 non pensa a nulla. Lo guarda, impietrita; forse i cyborgs non faranno in tempo, ad aiutarli.

O forse sì: Geronimo interviene all’improvviso, con una prontezza di riflessi inimmaginabile,, e colpisce l’uomo armato con un pugno in testa, che ovviamente basta a tramortirlo, e a metterlo del tutto K.O. Gli prende la pistola.

Ormai i cyborgs non sono più silenziosi: Jet e Chan bloccano il suonatore, che nemmeno si alza dalla sedia, e continua a tenere in mano l’arpa, con sguardo aggressivo. D’un tratto si volta verso l’uomo col mantello.

Questi è frenato da Albert, che lo minaccia, tenendo tesa la sua mano micidiale contro di lui, pronto a far fuoco.

Joe, servitosi del suo acceleratore, è giunto immediatamente dai compagni, e li ha slegati altrettanto rapidamente. 003 gli dice: “ oh, Joe... è bello vederti adesso!” “eh eh” -sorride lui- “hai notato qualcosa di interessante, qui?”-facendosi serio; “Credo ci sia un passaggio segreto là di fronte, nella parete; ho captato dei respiri umani” “Chan! Dai un’occhiata laggiù, ma fa attenzione” dice 009. Nel frattempo, Jet apre il collegamento con Punma, che aveva interrotto dopo il colpo di proiettile contro 003: “Punma, sveglia la ragazza! Dobbiamo capire il russo, ora che siamo in presenza di una strana banda armata, che riteniamo essere criminale o comunque altamente pericolosa, sebbene composta da tre soli individui, o, almeno, questo è quanto sappiamo ora”

Punma: “è semisveglia, ora; ecco, te la passo” “lasciala in ascolto con te”- prosegue 002- “in attesa di informazioni”; 008: “d’accordo” “Si, vi sento, amici.. sono qui” dice Mihajva, con voce flebile, proprio come se si fosse appena svegliata.

Chan: “Ci sono dei prigionieri!!!! Ci sono dei prigionieri avvolti in un sacco ciascuno, e con dei numeri!!” “Come?!!?” fa 009; “ogni sacco ha un numero, da 2 a 13!”-continua Chan. “Liberali!” fa 009.

Geronimo si avvicina all’uomo col mantello, che non apre bocca. Scorge il libro, e lo prende in mano.

Improvvisamente, l’uomo lancia un urlo, come se quel gesto fosse peccato mortale.

“Che ha detto, Mihajva?” le chiede 002

“Dice: <<non toccare, miscredente!!!! Non sai quello che fai!!!!” subito traduce lei.

I prigionieri vengono intanto liberati ad uno ad uno; Chan li priva pure dell’adesivo che avevano in bocca, ed essi iniziano a piangere, e sospirare; parlano tanto, si lamentano.

“Sento Tara!!!! Tara è lì?” grida Mihajva, tramite il collegamento

“Questi sono i poeti!!” dice 003, mentre Joe cerca di fasciarle la gamba come può, e lei sembra non accorgersene, presa com’è dalla faccenda.

Geronimo non ha lasciato cadere il libro, intanto. Incurante del divieto, lo sta osservando. E’ scritto a mano. L’uomo alza le braccia in modo minaccioso, mentre 004 lo ammonisce con un “ehi!” universale, ed uno sguardo di ghiaccio, tenendosi pronto a farlo fuori.

Il suonatore d’arpa non apre bocca, probabilmente è muto, o forse solo intimorito. E’ immobile. Jet non ha problemi a tenerlo d’occhio e contemporaneamente comunicare con Mihajva: “Se sei sicura che lei sia Tara, tua sorella è salva, con altri 11 prigionieri!”

La ragazza in comunicazione radio piange di gioia, a quelle parole. “Ti passiamo quella ragazza che tu hai identificato, chiedile qualcosa!” fa Jet.

Mihajva può finalmente parlare con la sorella. I cyborgs capiscono subito che le due si sono riconosciute, avendo notato anche la precedente reazione di Tara nel sentire codesto nome da Jet.

Geronimo visualizza, dentro al libro, alcuni fogli, ed i prigionieri sembrano molto interessati a questi.

007 avverte la polizia ed il dottor Gilmour: “Tutti i prigionieri sono salvi, tranne quello ritrovato a Tver.

Ben presto, la polizia riesce a trovare la sede e scovare l’intera banda, che conta 22 persone, organizzate gerarchicamente.


CAPITOLO 7



Il pomeriggio seguente, tutti i cyborgs tranne 001 si trovano a Tver, nella locanda. La banda dei rapitori è stata catturata, e Mihajva e Tara sono con loro; Gilmour è in collegamento, mentre 001, accanto a lui, sembra in procinto di svegliarsi, là alla base cyborg.

“Non so come ringraziarvi, amici! Avete dato conforto a Mihajva e avete liberato noi prigionieri!” dice Mihajva, traducendo la frase di Tara. 008: “Dovere.”; Geronimo: “siamo riusciti a tenere il libro con noi; speriamo che nessun altro se ne serva mai, per fini così assurdi!”

“Già”- dice 009- “ora dobbiamo solo provare rammarico per quella vittima, e sperare che in futuro la sorveglianza sia più Efficente in certi contesti; e sperare che 001 si svegli presto, cosicché ci riporti alla base e consenta al dottore di curare la ferita di 003”... Sbadatamente, Joe ha parlato a voce alta.

“Lo dubitavo........ voi siete dei cyborgs;” -dice Mihajva- “eppure, il termine “umani” si addice più a voi che non a quei criminali, o a tante altre persone” prosegue.

003 sorride. Gli altri stanno zitti, sono senza parole.

“Tante grazie, amica” fa 009, porgendole una mano in segno di amicizia. “Di nulla. Buona fortuna!”. Mihajva e Tara lasciano la locanda. 009, insieme agli altri, le guarda allontanarsi dal vetro della stanza.

“Un libro di poesie per invocare il demonio”- commenta Albert- “che assurdità!”

Joe: “Non credo che avrebbe avuto l’esito ricercato; per quello, dunque, poco male. Ma sono i sacrifici degli stessi poeti, a farmi rabbrividire di più. Uno per notte, prima di trascrivere la poesia da egli stesso prodotta” .

“Queste sono credenze antiche; guardate l’introduzione: “(--) questo libro, una volta completo di 66 poemi invocanti il demonio, consentirà a Questi di presentarsi sulla Terra, tramite un ulteriore rito sacrificale.. (--)” .

Ora: ci sono 53 poemi antichi in russo arcaico, qui, uno per ogni pagina, ognuno scritto da un autore differente, di 400 o più anni fa. E questo, questo 54’esimo, è stato scritto ieri da quell’uomo, quel pazzo col mantello, e corrisponde al poema dell’uomo morto a Tver, quel giovane poeta russo scuoiato. Abbiamo la penna stilografica nera, da cui proviene quell’inchiostro, e abbiamo dato un’occhiata ai poemi, in quei fogli sparsi, che abbiamo reso ai rispettivi proprietari. Ne doveva copiare uno ogni sera, dopo l’imbrunire, e dopo aver compiuto il sacrificio.”

“Non credo che la conferenza si ripeterà: Tara era molto spaventata, come pure gli altri. E uno dei poeti è morto” dice 003.

“Un libro come chiave per l’occulto... l’uomo può essere davvero assurdo, talvolta” dice 008.

Improvvisamente, Gilmour, via radio: “ragazzi, 001 può trasportarvi qui”

In coro: “Bene”.

Ripresi i bagagli e pagato il conto, i cyborgs tornano alla loro base, dopo una avventura che lascerà in loro un segno profondo.

Il sole è ancora alto, nel cielo; il profumo del mare, il rumore delle onde che si increspano sullo scoglio li fa sentire nuovamente a casa.



Note aggiuntive



Il poema di Tara Nazyvajev (tradotto dal russo; ipotetica pagina 61 del “Libro Dell’Occulto”):

Nuotando.\Ansimando tra i grumi di sangue.\ Avvinghiata alla roccia,\soffocata dalle grida,\scuoto il mio io,\e il fragore si alimenta.\Fango e fumo nero; scorrendo,\allentando la presa,\poi stringendo,\colpendo la terra.\Ombra dal cammino a scolpire,\ansimando, urlando, spingendo;\nuotando nel sangue.



Il poema di Jaronsk Votkìn, poeta sacrificato (tradotto dal russo; pagina 54 del “Libro Dell’Occulto”):

E dunque vai tu,\con artigli di fuoco,\scompenso delle umide viscere terrestri,\ambiguità del male,\pressione dell’impero.\Abbassa

i capi all’Altare,\oh simbolo di tentazione,\lieve respiro d’Inferno;\ ora e sempre, muti alle membra,\ i tuoi compagni bramano.\Al

cospetto della polvere,\tra le macchie del caos,\noi ti accogliamo.





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