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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: City Hunter
Titolo Fanfic: IL PASSATO CHE RITORNA
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kaori84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/12/2001 22:07:01

e` anche un po` comica ovviamente, o almeno ci ho provato., però nn vi premetto niente. leggetela e poi ditemi come la pensate.
 
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- Capitolo 1° -

PREMESSA
Io non ho mai letto il manga di City Hunter, per cui le mie informazioni sono limitate all’anime, a uno special e a quello che ho letto su internet. Spero comunque di essere riuscita a fare una buona fan-fic.

IL PASSATO CHE RITORNA

CAPITOLO 1

La notte era calda e limpida. Il cielo stellato attendeva solo l’arrivo del magnifico disco argentato. La città, vivace come sempre, era illuminata da migliaia di luci e insegne colorate, che si accendevano e spegnevano, e i cartelloni pubblicitari luminosi mandavano ancora le loro scritte accecanti.
Tutto questo nn si vedeva al porto, dove tutto sembrava tranquillo, troppo tranquillo. Ryo, sdraiato sopra il tetto della sua Austin, stava osservando il cielo pensando che, per esserci in corso un incontra tra i due capi delle due più potenti copofamiglie mafiose, le cose stavano andando anche fin troppo bene. Niente ubriachi, marinai con le loro belle occasionali, guardie notturne, gatti… bhè, quello lo si poteva spiegare dal fatto che anche Falcon era lì, per la famiglia opposta. Per quell’incontro, i due capoccia nn avevano voluto badare a spese per la loro incolumità.“ Loro se lo possono permettere.” Pensò facendo riaffiorare nella mente l’immagine di Kaori che gli metteva sotto il naso la bolletta del telefono.“ Se questa volta non mi faccio pagare Kaori mi vende tutte le riviste della mia collezione.” A quel pensiero, l’immagine della nostra Kaori viene immediatamente sostituita da quelle di altre bellissime ragazze il topless. Mentre il nostro eroe era, emmh, impegnato in pensieri molto filosofici (se come no), all’interno del capanno dove stava avvenendo l’incontro due capoccia stavano cercando di arrivare ad un accordo in modo pacifico.
- Il controllo della zona nord è mio!- SBAM! (pugno sul tavolo)
- NO! Io controllo la zona nord, e tu quella a est!- SCRASH! (bottiglia per terra)
- E allora ti scordi di riuscire a passare nella via principale con la tua limousine!- (aria sdegnata e muso offeso)
- E io nn gioco più!- (idem)
E mentre voi vi domandate cosa cavolo sta succedendo e delle belle libellule carine svolazzavano per il capanno, io vi posso dire che i due gran capi stavano giocando a un nuovo gioco da tavolo appena uscito in Giappone e molto in voga in quel periodo. I due “signori” avevano deciso che si sarebbero contesi il controllo della città con questo sistema (non funziona molto a dir la verità eh?).
Così, mentre io mi gusto pop-corn appena sfornato e crocchiante (quello che si scioglie in bocca! UMMHHH!! Che bontà! Emh, ora basta) e i due gran crapa pelata (60 anni per gamba ognuno) stavano mettendo in imbarazzo tutti i loro uomini che pensavano fosse stato un spreco assumere i migliori pistoleri della città (anche voi eh?).
Intanto, dal molo lì vicino, dei furtivi movimenti attraevano l’attenzione dei nostri due eroi, che si videro costretti ad entrare in azione. In un lampo, Ryo e Umi mollarono tutto quello che stavano facendo (o pensando), e scattarono verso il molo sospetto allertando tutti i loro sensi.

(noo! la musica di Mulan adesso no! Sapete quando lei parte di casa, si taglia i capelli, ecc… ma che cosa centra? Bah.) .

Come stavo dicendo prima che mia sorella alzasse al massimo il volume di Mulan, in un attimo i nostri eroi arrivarono al molo con pistola e bazooka in mano. Con tutti i neuroni del cervello allerta e ogni singola fibra del corpo tesa, aspettavano di individuare del tutto quello che il loro istinto diceva essere un potenziale nemico. Ecco che due ombre poco distinte si stagliarono contro la sottile nebbiolina che si stava iniziando a formare intorno alla banchina. Sia Ryo che Umi le vedevano benissimo, e attendevano entrambi il momento più opportuno per attaccare. Mentre le figure si avvicinavano silenziose, il nostro eroe sentì un pizzicorino al naso “No, no può succedere proprio ora.” pensò il nostro mitico sweeper, mentre l’inevitabile ETCI! scaturiva dallo stallone di Tokyo.
“Ci mancava solo questa.” pensò Umi mentre si portava una mano in viso e la classica gocciolina appariva.
“Bhè, oramai il danno è fatto”
Entrambi si lanciarono sulle ombre che si erano immobilizzate e, mentre stavano per scagliaglisi contro, un poderoso urlo femminile che noi tutti conosciamo bene scaturì nella notte accompagnato da un altro suono che noi tutti conosciamo bene.

-STONK!-

“Eh?! Ma che cav…!” (svenuto)

Ryo era stato centrato in pieno dal martellone da 10 000t della sua ancora più mitica Kaori (entro in scena io!!)
Eddagli con Mulan! Quel capitano avrà anche una voce bellissima nella canzone, ma nn può interrompermi mentre faccio una fan-fic su City Hunter! ANNA ABBASSA IL VOLUME! (bella però la parte del vulcano attivo, vi ricorda niente?) continuiamo…

Stavamo dicendo, le due figure pericolose si rivelarono essere la dolce Kaori (provate a contraddirmi!) e l’ancora più dolce sorellina minore di Saeko e Reika, Yuka.

- Ryo!- scattarono subito le voci delle due ragazze
- Kaori, Yuka, ma che ci fate qua.- rispose Umi perché Ryo era un attimino indisposto.
- Bhè ecco… eravamo curiose di sapere come stava andando e…. guardate vi ho portato del caffè caldo e del buon whisky!- evidente tentativo di Kaori per nn far capire a Umi che ancora una volta nn aveva saputo dire di no alla dolce ragazzina. Tentativo riuscito per altro, perché Umi era completamente assorto dalla bottiglia.

Mentre il gruppetto era impegnato al molo, all’interno del capanno, dopo una sfida che aveva esaurito sia i capi mafiosi che il loro uomini (provate voi a trattenere due vecchietti di 60 anni che vogliono menarsi), entrambe le parti si accingevano ad andarsene soddisfatti, o quasi, degli accordi presi. Mentre i capoccia si accingevano al saluto finale, la porta del capanno si spalancò all’improvviso, e una luce abbagliante inondò l’interno dell’edificio abbagliando tutti i presenti.

- O no, che peccato, vedo che ve ne state andando, questo vuol dire che mi sono perso la festa.- una voce a dir poco rassicurante risuona come pronunciata da un megafono.
- C-chi sei tu, che cosa vuoi?-
Dalla porta abbagliata, i presenti riuscivano solo a vedere l’espressione malefica dell’uomo che vi stava in mezzo.
- Io sono quello che prenderà il vostro posto…. E che vi farà fuori tutti quanti.-
Detto questo scomparve, lasciando tutti sbigottiti mentre una raffica di proiettili venne scagliata contro le due famiglie.

Mentre nel capanno si stava per consumare un orribile massacro, il nostro Ryo aveva pensato bene di svenire per il colpo della sua socia Kaori (strano, ne ha subite di peggiori e non sveniva nemmeno, NdK). Yuka cercava di prendere appunti come meglio poteva e allo stesso tempo cercava di far rinvenire il povero Ryo, che all’improvviso balzò in piedi spaventando le ragazze e fiondandosi, con Umi alle calcagna, verso il capanno (e senza dare nessuna spiegazione, ma noi lo sappiamo perché quindi non c’è bisogno che ve lo dica NdK).
I nostri paladini arrivarono sul macabro scenario proprio mentre l’uomo misterioso dava ordine alla sua ghenga di fare fuoco. I due capo mafia furono subito protetti dai corpi dei loro uomini che morirono per salvarli; alcuni riuscirono a trascinarli via dietro a delle casse, mentre dalla porta continuavano a provenire potenti raffiche di mitra. Naturalmente i nostri beniamini nn se ne stettero li impalati a guardare, e quindi si fiondarono della mischia cercando di disarmare (ma che dico!) disarmando tutti i man in black schierati davanti alla porta. Mentre loro cercavano di fare il loro dovere guadagnandosi i soldi con cui saranno pagati, l’uomo accecante si defilò su una bella Mercedes metallizzata ultimo modello. Nel frattempo, Yuka, che non era capace di stare lontana dai guai, aveva seguito i due pistoleri e si trovava sulla traiettoria della macchina. Il tempestivo intervento di Kaori la salvò per un soffio da collisione certa (si! Sei una grande! Allora non è vero che non sai fare niente), riuscendo a scaraventarla a lato della strada e a rimanere illesa anch’essa.
“Ma, quella è…”. Mr. X fermò la macchina, ordinando ai suoi uomini di andare prendere la ragazzina e portarla via, mentre Kaori era ancora un po’ stordita dalla botta. In un attimo, la povera Yuka scomparve nella nebbia sempre più fitta del porto (ritiro tutto quello che ho detto prima).
Poco dopo, il fragore della sparatoria cessò, con i due capi ancora vivi (Ryo e Umi si che sono efficienti), Ryo andò in strada per vedere dove cavolo era sparito l’uomo senza volto. Arrivato da Kaori, apprese con suo gran disappunto (NOOOOOO!! E ORA CHI LO DICE A REIKA E A SAEKO!), che la ragazzina era stata rapita.
Così, mentre la notte non più tranquilla scivolava via sulla città si sentirono due grida, quello disperato di Ryo (NOOOOO!), e quello di Umi che aveva appena incrociato un gatto affettuoso. (ARGHHH!! STAI LONTANO DA ME!!!)

CAPITOLO 2

Due ore dopo, nell’ufficio del capo della polizia, gli agenti del turno di notte si stavano chiedendo cosa diavolo stava succedendo l’ha dentro. I rumori non erano molto rassicuranti, e neanche le urla. Andiamo un po’ a vedere anche noi che caspita stava succedendo.
Nell’ampio e lussuoso ufficio si stava scatenando il finimondo: vediamo il cap. Nogami dietro alla scrivania in piedi che si stava comportando come un pazzo isterico al culmine della follia. Di fianco, appoggiate (io direi appiattite per evitare il lancio degli oggetti) c’erano Reika, Saeko e Kaori che assistevano alla scena: le prime due divertite, l’altra un po’ preoccupata. In fondo alla stanza, vicino alla porta d’ingresso, il povero Ryo, anche lui contro la parete che cercava di non farsi beccare dai vari proiettili (Umi aveva ben pensato di svignarsela, visto il suo stato dopo l’incontro col gatto).

- YUKAAA!!! LA MIA BAMBINAAAA!!!!!-

Il capo era veramente sconvolto.
- S-si calmi signore, v-vedrà che la ritrov..-
- NON DIRMI DI CALMARMI RAZZA DI DEFICIENTE!!! SE NON FOSSE STATO PER TE LA MIA PICCOLINA SAREBBE ANCORA QUI CON IL SUO PAPA’!!!-
A sentire un capo delle forze dell’ordine che parla così direi che una bella gocciolina ci sta proprio bene.
(breve parentesi Io non so se poi voi sapete che faccia ha, io no perché non ho mai letto il manga, ma me lo sono immaginato come un uomo abbastanza forte di carattere e corpulento, voi no? fine breve parentesi)

- Ma, ma io non ho colpa! Non sapevo neanche che fosse lì glie lo giuro!!-
Inutile, l’uomo era troppo sconvolto per accettare ragioni. Nel frattempo, le ragazze che stavano assistendo a questo sfogo di affetto paterno, stavano pensando seriamente di dover prendere in mano le redini della faccenda, quindi le due sorellone mandarono a letto il padre scortato da un paio di agenti e si sedettero tutti attorno alla scrivania per vedere di capirci qualcosa (Ryo almeno ci provò, ma era così malmesso che praticamente era disteso a terra, anche vasi e soprammobili vari fanno male sapete? basta, ora si passa alla parte seria NdK).
- Dunque, fatemi capire bene,- la dolce voce della bella Saeko – un incontro tra due dei maggiori vertici della mafia per decidere sul controllo del territorio, e capita un tizio in una luce accecante che vorrebbe prendere il posto di entrambi giusto?-
- Giusto- il povero Ryo è anche giù di voce
- Però non ci riesce perché voi intervenite e gli rompete le uova nel paniere.- Reika invece sta benissimo.
- Capita anche, però, che mentre fugge il signor Nessuno vede la nostra sorellina e decide di rapirla.-
- Esatto.-
- Ora resta da chiarire due piccoli particolari,- (Reika) – perché l’ha presa…..-
- E perché Yuka SI TROVAVA Lì.- Reika, Saeko e Ryo, miracolosamente resuscitato, contro Kaori (sapevo che non l’avrei scampata).
- P-perché non cerchiamo di risolvere il p-primo punto? Eh?- Kaori leggermente in imbarazzo.
Ovviamente non poteva dire che Yuka era riuscita a corromperla e non si può dire neanche come c’era riuscita, lascio ai lettori il privilegio di deciderlo loro (se non mi salta il ghiribizzo di dirlo più avanti, il che è possibile).
Passato questo punto, i nostri eroi decisero di voler capire perché quel megalomane avesse voluto rapire Yuka; gira che ti rigira (con Ryo mezzo incerottato), passano i minuti, le ore, arrivò l’alba, ma i ragazzi sono ancora lì, più o meno.
- Sentite, p-perché non ci pens (sbadiglio) domani?-
Anche Reika aveva cominciato a mollare.
- Concordo.-
Tutti erano piuttosto sullo scoppiato.
Mentre andavano a casa sperando che un buon sonno li rimettesse in sesto, tre macchine si staccarono dal marciapiede e si accodarono a quelle dei nostri eroi, senza che nessuno se ne accorgesse (va bene il proverbiale istinto, va bene che è un fenomeno, ma dopo tutte quelle botte e una notte insonne anche superman non si accorgerebbe che un caccia dell’aviazione americana lo sta inseguendo.).
Più tardi, in un oscuro ufficio dentro un anonimo palazzo, un proiettore scattava facendo vedere alcune foto: erano quelle dei maggiori capi mafiosi della città. Tre uomini stavano spiegando a uno seduto a una scrivania davanti al proiettore, i loro piani, i loro spostamenti e l’estensione del loro territorio, quando entrò nella stanza un uomo alto, molto alto, alto e pelato, con gli occhi infossati e una faccia da spavento (se vi state chiedendo come faccio a saperlo visto che è buio bhè sappiate che questo è un privilegio dell’autore, anzi, autrice NdK). L’uomo ancora alla scrivania, fece un gesto ai tre di primi e questi se ne andarono, lasciando soli l’uomo appena entrato e quello alla scrivania. L’uomo si avvicinò al proiettore, tolse le diapositive di prima e ce ne mise di nuove, poi cominciò a parlare (non ha una gran bella voce, come i suo aspetto del resto).
- Sono queste, le persone che mi hanno rovinato la festa ieri sera?-
- Non esattamente.- parte la foto di Ryo – quest’uomo, assieme ad un altro, lavoravano per i due capo mafia, le ragazze sono rispettivamente la socia del primo, che accompagnava la ragazzina, e le figlie del capo della polizia. Questo invece è l’uomo che stava con l’altro (foto Umi, non è venuto molto bene, il grembiule poteva toglierselo).
Mister X congedò l’uomo e cominciò a guardarsi le diapositive da solo, soffermandosi su una in particolare.
- E così, dopo tanto tempo, ci rincontriamo, finalmente.-

CAPITOLO 3

A casa Saeba intanto, sembrava essere tornata la pace. Entrambi i nostri sweeper stavano dormendo il sonno dei giusti e nessuno li disturbava. I guai cominciarono quando una dei due si svegliò.
Kaori, ancora preoccupata per Yuka, non aveva chiuso occhio tutto il giorno (bhè, non era più notte) e la sua bella testolina aveva cominciato a formulare le ipotesi più assurde, fino ad arrivare anche alla tesi che l’uomo misterioso potesse essere un ufo (AHO’! Ma che fai!!!). cercando di togliersi dalla testa quei pensieri assurdi, andò in bagno a farsi una doccia.
Nel frattempo, il nostro Ryo, stava anche lui formulando le ipotesi più strane, ma non era l’unico, sia Reika che Saeko, mentre poltrivano nel letto, avevano tirato fuori ogni possibile spiegazione, arrivando pure loro alla conclusione che potesse essere un ufo (ma che è una congiura?). quindi decisero tutti di andarsi a fare una doccia, o un bagno a seconda delle preferenze. Peccato che quello di casa Saeba fosse già impegnato.
- AAAHHHHHH!!!! ESCI SUBITO DI QUI RAZZA DI DEFICIENTE!!!!!-
-STONK!-

Dopo questa piccola parentesi diversiva, tutti i nostri eroi, sedevano attorno al tavolo del Cat’s Eye Café, con foto e documenti vari, da ormai due ore.
- No, non riesco a trovare nessuna teoria plausibile.- le nostre mitiche sorelle Nogami non si stavano dimostrando all’altezza della loro fama.
- Nemmeno io.-
- Anche ammettendo che l’abbia riconosciuta non ha molto senso comunque.-
- Non può averla riconosciuta. Yuka non ha ancora partecipano a nessuna degli eventi mondani di nostro padre, e non è mai finita sui giornali, come avrebbe potuto?-
- Nemmeno la storia dell’ostaggio regge, lì intorno era pieno di suoi uomini, non ho idea come diavolo hanno fatto a passare quelle due.- gentilezza no eh?
- A proposito….- tutti gli occhi sono puntati sulla nostra povera Kaori, - non ci hai ancora detto cosa diavolo ci facevate lì.-
Non c’è che dire, le sfumature rosso porpora di Kaori fanno sempre un gran effetto.
- Bhè, ecco…-
- Allora?-
- Come posso dire?-
-…-
- Yuka ti ha ricattato, non è così?-
A parlare era stata Saeko, che la guardava divertita.
- Ricattato?? Ma come diavolo fa una ragazzina di quindici anni a ricattarti?-
- Tu non puoi capire Ryo.- (hihihi, ancora non ve lo dico!)
mentre Kaori cercava di far tornare al suo viso un colorito normale, Miki si avvicinò a loro con e bevande che avevano richiesto.
- Magari conoscevano bene la famiglia Nogami. Oppure che abbiano capito che erano con te e Falcon l’hanno presa per vendetta?-
- Ma non so, però a questo punto dovrebbe avermi riconosciuto e poi perché Yuka e non Kaori.-
- Magari nella fretta i suoi uomini hanno sbagliato.- (Kaori, sto facendo una faticaccia per levarti dai guai almeno stai zitta!)
Nessuno guardò Kaori per fortuna, perché si era accorta della stupidaggine che aveva detto: anche se non c’era molta luce per distinguerle benissimo, Yuka era pur sempre una ragazzina, e chiunque avrebbe notato la differenza tra le due.
Insomma, un altro incontro andato a finire nel nulla (e intanto papà Nogami sta aspettando febbrilmente il momento in cui squillerà il telefono, povero illuso!).
I nostri due sweeper tornarono a casa senza aver cavato un ragno dal buco, ma con gran buco allo stomaco. Appena arrivati, Kaori si infilò in cucina di filato, non senza però prima controllare la posta.
- Fatture. Non arriva altro da un po’ di tempo in questa casa, bhè almeno ora abbiamo i soldi per pagarl…-
- Bhè, che c’è Kaori hai perso la lingua?-
-…-
- Kaori?-
Kaori sembrava essersi persa nel labirinto dei suoi pensieri. Si ridestò di colpo sentendo la mano di Ryo sulla sua spalla.
- Kaori, tutto bene?-
- Eh? A si.-
- Non preoccuparti per Yuka, vedrai che la troveremo.-
- Si, spero sia così.-

Dall’altra parte della città intanto, Reika stava sfogliando alcuni dei suoi casi. Aveva ripensato molto a quello che aveva detto Miki, a proposito del fatto che i rapitori potessero conoscere bene la famiglia Nogami.
Da quando aveva lasciato la polizia per mettersi in proprio, Reika si era fatta molti nemici. In effetti, avrebbero anche potuto riconoscere la piccola Yuka e ora si stavano preparando a sferrare una vendetta contro di lei. “Magari sono persone a cui ho pestato i piedi già una volta e che se la sono presa?”. Si lasciò cadere sul divano sparpagliando ancora di più tutti i fogli sul pavimento. “Magari poi la soluzione è più semplice di quel che pensiamo.”



Giorno dopo, non si era ancora avuta nessuna notizia dei rapitori. Ryo aveva fatto il giro di mezza città dai suoi informatori senza alcun successo, e non aveva potuto contare su Doc perché se ne era andato in vacanza ai Caraibi. A Ryo non rimaneva che un'unica possibilità.
Andò nel peggior quartiere di Tokyo. Lì viveva un suo informatore che in quanto a informazioni sulla mafia locale e non, non lo batteva nessuno. Dall’aspetto lo avreste tutti detto un povero barbone che ha a malapena di che vestirsi, ma le apparenze ingannano.
Camminando su una via trafficata di gente di ogni tipo e razza, Ryo scorse il suo uomo davanti a un chioschetto ambulante. (non ho idea di come si chiamino in realtà, mi spiace)
- Ehilà vecchio ubriacone, sei ancora vivo allora!-
L’uomo, a quanto pare, sembrava aver capito che si stava riferendo a lui, e anche a chi apparteneva la voce, perché non alzò nemmeno il viso per rispondere.
- Certo che sono ancora vivo, io non vado mica in giro a farmi sparare addosso come fai tu!-
- Sempre meglio che vivere per strada.-
- Senti, se sei venuto per darmi fastidio te ne puoi tornare anche da dove sei venuto. Io qui ho di maglio da afre che stare ad ascoltare uno come te.-
detto questo, fece per girarsi dall’altra parte, ma una banconota frusciante messagli sotto il naso gli fece cambiare totalmente espressione e comportamento (e a quanto pare anche la salute, perché balzò in piedi come un coniglio.)
- Potevi dirlo subito che era questo che ti serviva, vieni, mangiamo un boccone insieme!-
Poco dopo, erano seduti sugli sgabelli del chiosco di fronte a loro (non insistete vi ho detto che non so come si chiamano!), e il vecchio aveva iniziato a sciogliersi la lingua con gli spaghetti caldi.
- E così, hai fatto la conoscenza del signor Mistero eh?-
- Signor Mistero?-
- Si, l’hanno chiamato così, perché la sua vita presenta alcune falle.-
- Su, comincia a raccontare.-
- Dunque, innanzitutto, devi sapere che lui è figlio di uno dei più grandi boss mafiosi che abbiano mai infestato il Giappone, soprattutto Tokyo. Suo padre discendeva da una delle più importanti famiglie della mala locale, e si era sposato con l’ereditiera di un’altra, così avevano fuso insieme le due famiglie diventando quella più potente. La polizia però, gli mise alle calcagna lo sbirro più tenace che si era mai visto da queste parti: era testardo, senza pietà coi delinquenti, e non mollava mai. Insomma, dopo due anni di inseguimenti e guerriglie, riuscì a metterlo a spalle al muro. Lo beccarono mentre si incontrava con uno dei boss minori, ma ovviamente quello non era tipo da rimanere lì a guardare. Ci fu una sparatoria, e il boss maggiore morì. Senza l’uomo che praticamente l’aveva forgiata, la sua famiglia cominciò lentamente a decadere. I contatti cominciarono a svanire, e la gente aveva paura di incorrere nelle ire del brillante piedipiatti che aveva incastrato il Re della mafia Giapponese. Però anche la sua donna non era tipo da lasciare perdere. Dopo le prime settimane di sgomento, era riuscita a rimettere in piedi quel che era rimasto dell’organizzazione di suo marito. Solo che nemmeno la polizia aveva intenzione di lasciar perdere. Organizzarono retate su retate, a volte più di tre contemporaneamente, fino a quando non riuscirono a scoprire l nascondiglio della vedova. A quel punto la donna, prese con se il figlioletto di soli otto anni a alcuni degli uomini più fidati e si trasferì per un po’ nella sua casa di famiglia fuori città. Qualche anno dopo il poliziotto morì, un attentato dicono, e la donna tornò a Tokyo con suo figlio dodicenne. Cercò di rimettere in piedi, con molta fatica l’impero di suo marito per il figlio. Sembrava avercela fatta, ma dopo dieci anni tutto fallì di nuovo, e il ragazzo con la madre si trasferirono in America.-
- Cos’è che li fece crollare?-
- Non lo so, le ipotesi su questo punto sono poco chiare. C’è chi dice che un boss abbia fatto il voltagabbana consegnandoli alla polizia, altri che una donna abbia fatto perdere la testa al giovane e che poi lei lo abbia tradito, alcuni dicono che gli eredi del poliziotto che già prima aveva messo alla corde suo padre avessero intenzione di finirne l’operato.-
- Cos’è successo poi? Perché è tornato in Giappone?-
- Per vendicarsi. Sembra che in America sia già il N°1. Ha un’organizzazione che fa traffici illeciti in ogni campo, dalla droga, ai preziosi, ai segreti militari, alle schiave. Ora Rivuole il Giappone, la sua terra natia, e vendicarsi di chi lo ha scacciato naturalmente.-
Ryo tacque. Quello che aveva appena ascoltato non gli era piaciuto per niente. Si trovava di fronte a un uomo disposto a tutto per riavere quello che considera suo di diritto: Tokyo.
- Sai niente di una ragazzina rapita vecchio?-
- Eh? Da lui? No niente, mi dispiace.-
- Non fa niente. Ciao.-
- Ehi! Aspetta!-
- Che c’è?-
- Non so se ti interessa, ma stasera ci sarà un altro incontro tra vertici della mafia.-
- Dove?-
- Alle acque termali qui fuori città. Facci un salto con i tuoi amici, ti potrebbe servire.-
Detto questo strizzò l’occhio e si concentrò su come finire gli spaghetti nel modo più veloce. Ryo, diede un’altra banconota al vecchio e se ne andò, fermandosi prima di svoltare l’angolo, per osservare il vecchietto che saliva sulla sua lussuosa limousine salutarlo con il bastone.


La sera si ritrovarono tutti alle terme. Erano venute anche Reika e Saeko, con grande gioia di Ryo e sommo dispiacere di Kaori. Umi no, aveva accennato a qualcosa come dover pulire il motore dell’auto o altro, in compenso era venuta Miki, che con gran gioia di Kaori metteva subito a freno le attenzioni di Ryo su di lei, e le dava anche una mano.
- Reika!! Dolce tesoro mio! Si uno schianto vestita così!!-
- Trovi davvero Ryo?-
- Ma certo!!- Reika e anche tutti gli altri, avevano indosso uno di quei kimoni tanto di tradizione in Giappone, mi sembrava una buona idea farli vestire tutti così.
- Vieni qui che ti insegno l’arte dell’a….-
-STONK!-
- Cos’è che vorresti fare tu?-
Tra l’ironia generale (tranne quella di Reika che “Uffa! L’avevo in pugno finalmente!”), Ryo si ritrovo spiaccicato tra le assi del pavimento.
- Impara questo pervertito!-
Nel frattempo, qualche stanza più in là, l’incontro tra altri due vertici della mafia locale stava avvenendo (molto più serio e tranquillo dell’altro). Più che del controllo del territorio, si stava discutendo di quel che era successo la sera prima, e i due boss erano piuttosto preoccupati (ecco perché non c’è baruffa! NdK).
- Che cosa dovremmo fare se non allearci? Se restiamo così separati finiremmo per fare la fine degli altri. No, è meglio formare subito una solida alleanza, e non solo tra noi due.-
- Si, hai ragione ma… chi ci assicura che lui non volesse solo la loro zona, in fondo quei due controllavano una bella fetta di Tokyo.-
- Se tu vuoi tirarti indietro allora è inutile stare qui. Proporrò l’accordo a qualcun altro.-
- Ehi! No! Asp…-
Nessuno dei due riuscì a capire quello che stava succedendo che si ritrovarono sotto il tiro di decine di mitra.
- è meglio che non vi muoviate signori, o sarò costretto a ordinare di fare fuoco.-


Mentre i due boss venivano presi n consegna dall’ormai noto Mr. X, il nostro povero Ryo stava ancora cercando di schivare le martellate di Kaori ( ^-^ ), certo che… non ci metteva poi molto impegno.
- Sai Kaori…-
- Si dimmi?-
- Ti sta proprio bene quel kimono.-
- A… a si?-
- Si, così assomigli quasi a una donna. Con un po’ di trucco potresti…-
-SBAM!-
- E io che credevo mi stessi facendo un complimento.- (Ben ti sta Ryo!)

In quel momento però Ryo s’irrigidì e balzò fuori seguito da Reika, Saeko e Miki, con le pistole in pugno. Kaori, che oramai ci era abitua, li seguì anche lei, tenendosi però a debita distanza. Non si aspettava però di vedere un tale schieramento: attorno alla stanza dei due boss, stavano almeno venti, trenta uomini in divisa nera; stavano portando fuori due signori di mezza età. Mentre si appoggiava al tronco di un albero per vedere ove si stavano mettendo gli altri, notò che gli uomini dei due boss erano sparsi lì attorno, privi di vita. Ryo, che era balzato fuori non appena aveva sentito che qualcosa non andava, i era ora fermato dietro a una siepe: dietro di lui aveva Saeko, Reika a e Miki stavano facendo i giro e le vide spuntare davanti a lui. Non vedeva Kaori però, sperava fosse rimasta in camera. Poi lo vide uscire. Non riuscì a scorgere del tutto il suo viso, la sua postazione non glie lo permetteva, ma vide che le ragazze lo vedevano benissimo. “Bhè non importa che faccia ha.”. Poi l’uomo parlò.
- Bene signori, sembra che siamo arrivati alla resa dei conti.-
“Cosa?” pensarono quattro menti all’unisono.
Tirò fuori un cellulare e fece un numero, senza inoltrare la chiamata però.
- Se io ora faccio squillare il telefono a cui corrisponde questo numero, la ragazzina morirà.-
mise ben in mostra il cellulare, con il dito sul verde.
Ryo senti la mano di Saeko che gli toccava la spalla. Non ebbe bisogno di guardarla per capire cosa voleva dirgli. Rimise la pistola nella fondina e si alzò. Per la prima volta guardò quell’uomo negli occhi. Occhi freddi, penetranti, azzurri come il mare. Si girò e tornò verso la sua camera, altrettanto fecero Miki e Reika. Quest’ultima però, prima di andarsene, si fermò davanti all’uomo che minacciava di uccidere sua sorella.
- Osa torcerle un solo capello, e ti ritroverai a marcire all’inferno.-
Per tutta risposta, lui la guardò gelido. Poi, la scansò e se ne andò con i suoi uomini e i due che aveva sequestrato. Reika rimase ancora un po’ a guardare il punto in cui era sparito, poi si voltò e raggiunse sua sorella che la stava aspettando. Non ebbero bisogno di parlarsi per capire quello che stavano provando.
Quando tornarono in stanza, Ryo e Miki stavano cercando Kaori.
- Avete per caso visto Kaori?-
- No, noi no, perché? Non è qui?-
- No, credevo fosse rimasta in camera.-
- Magari è uscita un attimo per vedere cosa stava succedendo.-
Ryo si alzò e fece per uscire, ma la porta lo precedette e lasciò entrare Kaori.
- Kaori, ma dove diavolo eri finita?-
- Pensavo vi interessasse avere qualche foto dell’uomo che ha rapito Yuka.-
Detto questo, fece vedere la macchina fotografica nascosta nella manica del kimono.
- Bravissima Kaori! Ora forse avremo un punto da cui partire!- Reika i lanciò verso di lei e prese la macchina e la passò a Saeko.
- Non appena torniamo in città le porto alla centrale, per domani saranno già pronte per afre il giro della città.-
- Buona idea. Così magari riusciremo a sapere dove si nasconde quel verme.-


In una macchina che si stava dirigendo verso la città, Mr. X stava parlando con il cugino di Frankestain.
- Allora, l’hai vista?-
- Si signore.-
- Bene, allora ascoltami, voglio che la tieni d’occhio, e qualunque cosa faccia, io la devo sapere.-
Detto questo, alzò il vetro e si mise a osservare il paesaggio della scogliera che passava veloce: la luna, era stupenda quella sera.
- Presto anche tu sarai di nuovo mia.-


CAPITOLO 4

La mattina dopo, Ryo fu svegliato da una poderosa voce femminile.
- Ryo! Alzati pigrone! Sono già le dieci!-
- Eh? Che c’è? AAHH e lasciami dormire Kaori!-
Nel respingerla, Ryo le palpo inavvertitamente il seno.
-STONK!-
- Ma come, anf… ti permetti!- i lieve rossore che si era impadronito di Kaori la diceva lunga.
- Ora alzati muoviti! Abbiamo un sacco di lavoro da fare!-
- Obbedisco.-

mentre Ryo era impegnato a scollarsi dal pavimento, Saeko era giù di sotto con le fotografie.
- Non c’è che dire Kaori, saresti un ottima fotografa.-
- Grazie Saeko.-
- Allora, me lo vuoi dire ora?-
Kaori rimase perplessa a fissarla.
- Che, che cosa?-
- Quello che ti ha detto Yuka per convincerti a portarla al porto.-
Il colore di Kaori tornò nuovamente sul fucsia.
- A… bhè, ecco io…-
- Su dai! Coraggio!-
- Bhè, mi ha detto… “Kaori, se non mi porti al porto metto un annuncio sul giornale con il tuo numero di telefono con scritto “CERCASI PERSONE PER SCAMBIO DI COPPIE”, oppure posso sempre metterlo via internet se ti interessa, con questa bella foto che ho trovato proprio la settimana scorsa in camera tua!”- La foto la ritraeva in pose, come dire, molto sensuali su un letto (nuda!! Ma Kaori! Ma da quando fai foto del genere!)
- La, la foto la fece un ragazzo che avevamo conosciuto durante un caso. È un fotomontaggio ma se la si vedesse in giro…-
Quando Kaori ebbe finito trovò Saeko in lacrime, stava ridendo a crepapelle.
- Ehi, ehi, ehi, quanta allegria stamattina.- Ryo era sceso ed era rimasto molto sorpreso dal comportamento della bella poliziotta.
- Me la fai vedere?-
- Cosa? Ma non dire stupidaggini!-
- Eddai su! Fammela vedere! Giuro che non dico niente a nessuno!-
- E già, e io la faccio vedere proprio a te, mi è già bastato il tiro che mi ha fatto una delle sorelle Nogami, non voglio ripeterlo se non ti dispiace.-
Libellula che vola libera e felice sopra Ryo.
- Mah, valle a capire le donne.-

Quel pomeriggio, si ritrovarono tutti impegnati a fare il giro dei locali più malfamati, gli alberghi più prestigiosi, gli informatori più disparati, per scoprire dove diavolo si era cacciato quel tizio. Venne a Umi, che Miki era riuscita a strappare al suo motore e coinvolgerlo a questa caccia all’uomo.
- Non capisco cosa diavolo centro io.-
- Eddai, non fare quel muso lungo, stai facendo un favore a un amico, no?-
- Mm, non so quanto convenga fare favori a quello lì.-
Ryo si era portato dietro Reika (con sua somma gioia immagino -_-), mentre Kaori era andata con Saeko, anche se Ryo aveva insistito tanto perché restasse a casa. Ma ci aveva pensato Saeko a convincerlo, dicendogli, che, se non voleva che la sua socia corresse rischi, il mestiere prima o poi doveva impararlo. Nonostante le lamentele di Ryo, Kaori era andata con Reika e stavano facendo il giro dei bar e dei locali di spogliarelliste.
- Non sembri molto a disagio Kaori.-
- Figurati, sono abituata ad andare a ripescare Ryo, anzi, qui mi conoscono pure.-
Infatti, le si avvicinò subito una cameriera vestita da coniglietta che la salutò.
- Ciao Kaori, mi spiace, ma Ryo oggi non si è ancora visto. Se lo vedo ti chiamo, tanto qui combina solo danni e non paga mai.-
Saeko rimase un attimo interdetta “Ma allora la conoscono davvero! Sta a vedere che è per questo che Ryo non la voleva in giro.”
- O no Amy, oggi non sono qui per Ryo, sto cercando un'altra persona.-
- Un’altra persona? E chi?-
Kaori le mostro la foto.
- Quest’uomo. L’hai mai visto qui?-
Amy guardò la fotografia, poi la riconsegnò a Kaori.
- No, mi spiace, qui non l’ho mai visto. Un tipo così si nota subito.-
- Ho capito, grazie lo stesso Amy.-
- Ciao tesoro, torna a trovarci magari.-
Appena fuori Saeko si rimise a studiare la fotografia.
- La ragazza ha ragione. Anche se con le luci del locale i colori non si possono distinguere, uno così lo noti anche al buio.-
In effetti, non aveva solo gli occhi che colpivano l’attenzione, ma anche un fisico favoloso, che anche se coperto da un completo blu scuro e una camicia blu, si notava benissimo. Faceva concorrenza a Ryo (il che è tutto dire NdK). Aveva i capelli neri e lucidi, e i lineamenti chiari e decisi. Insomma, una altro signore da favola.
Kaori la guardò e poi rivolse la sua attenzione al cielo blu sopra di loro.
- Sarà, ma ha rapito Yuka, e non sappiamo cosa vuole farne.-

Dall’altra parte della città, Ryo e Reika non avevano molta più fortuna: un po’ perché Ryo cercava sempre di palparla (te ne approfitti perché Kaori non c’è eh?) e un po’ perché quell’uomo misterioso sembrava non conoscerlo nessuno. Inoltre, dopo che i quattro più potenti della mafia erano stati miseramente abbattuti, nessuno si faceva vedere più tento in giro.
- Che scocciatura, stimo girando la città da ore, non abbiamo ricavato un ragno dal buco.-
- Non fare così Ryo, prima o poi lo troveremo, vedrai.-
Ma Ryo non l’ascoltava. Stava guardando il cielo, il cielo blu. C’era qualcosa che non gli tornava, qualcosa che faceva fatica a riaffiorare tra i pensieri. La storia che il vecchio gi aveva raccontato il giorno prima, continuava a ronzargli nella mente, soprattutto la parte in cui lui era stato costretto a fuggire in America. “Chi, chi diavolo è stato ad incastrarlo?”
- Ryo…-
Ryo si ridestò dai suoi pensieri, e guardò la donna accanto a se.
- Qualcosa non va Ryo?-
- Scusami, devo andare.-
Detto questo se ne andò.
- Mah, valli a capire gli uomini.-

Quella sera Ryo rincasò tardissimo. Kaori era in soggiorno che l’aspettava.
- Era ora! Ma dov’eri finito? Reika ha detto che te ne sei andato e non le hai detto dove.-
- Scusami, ma sono stanco, vado a dormire.-
Kaori lo guardò salire le scale, non le piaceva lo sguardo che aveva negli occhi.
- Non vuoi nemmeno la cena?-
- No grazie, vado a dormire.-
“….”
Kaori cominciò a sparecchiare e a lavare i piatti. La mente gli si stava affollando di pensieri. Yuka rapita per colpa sua, i capi mafiosi più potenti di Tokyo messi alle strette… stava succedendo tutto troppo in fretta.


A casa di Umi, ci si stava chiedendo le stesse cose, o quasi.
- Secondo te, lui li conosce? O meglio, conosce uno di loro?-
- Potrebbe anche essere, in fondo si dice che siano stati dei poliziotti o delle donne a metterlo nei guai.-
- Mah, non saprei. Nessuno ha dato segni evidenti di conoscerlo.-
- Sono bravi attori Miki, è il loro mestiere nascondere le proprie emozioni.-
- In effetti, potrebbero aver preso la piccola Yuka proprio per vendetta personale, in questo caso una o entrambe le sorelle Nogami potrebbero conoscerlo, in fondo, la loro famiglia è composta interamente da poliziotti, o sbaglio.-
Umi, staccò un pezzo del motore la guardò.
- Se fosse così, sperò che sappiano cosa stanno facendo.-

Le sorelle Nogami erano sedute insieme sullo stesso divano, ma non si parlavano. Osservavano le foto davanti a loro senza proferire una parola. Non avevano idea di cosa potevano fare.

CAPITOLO 5

Era sera. Su Tokyo, era scesa un’aria gelida. Nonostante fosse agosto, un vento freddo stava spazzando le strade della città. Non c’era molta gente in giro. Ai notiziari, avevano dato la notizia che, dopo l’attentato a due famosi capimafia, altri due erano misteriosamente scomparsi. Come abbiano fatto a saperlo, nessuno lo sa, ma sta di fatto, che almeno la metà della piccola e maggiore criminalità, aveva deciso di starsene a casa ad aspettare che gli eventi facciano il loro corso. Nessuno parlava nei locali di quel che era successo in quei giorni. Molti avevano sentito la storia di quell’uomo e della sua famiglia. Era come una leggenda, che tornava a vivere.
Era quasi mezzanotte, quando, all’entrata di uno dei più lussuosi alberghi di Tokyo, si presentò una persona con l’impermeabile bagnato. Aveva appena iniziato a piovere, e qualche lampo in lontananza faceva presagire un temporale coi fiocchi, che si sarebbe scatenato di li a poco sulla città. (mi piacciono troppo queste scena da film!! ^_^ NdK)
Entrò e si diresse con decisione verso l’ascensore e pigio il bottone che l’avrebbe portato trentesimo piano. Al ding dell’apertura delle porte uscì, e percorse un lungo corridoi foderato di moquette, fino ad arrivare a una doppia porta in legno lucidato e i manici d’ottone. Bussò.

All’interno della suite di lusso, l’uomo dagli occhi color del mare stava ammirando la città sovrastata dai lampi. Dietro di lui, l’uomo pelato parlò.
- E’ qui signore.-
Il lampi che scaturivano dal cielo illuminavano la stanza buia, facendo scorgere il riflesso del viso.
- Bene, lascia che entri.-
L’uomo che aveva annunciato la visita se ne andò. I lampi aumentavano d’intensità mentre il temporale si spostava sempre di più sopra il centro della città. Le luci sfavillanti di insegne e lampioni, venivano riflesse sul vetro dalle miriadi di goccioline che si stavano formando.
Mentre il cielo ribolliva più che mai, la porta si aprì, e fece passare una persona con l’impermeabile bagnato. L’uomo si voltò, sorridendo, e guardando la figura che era ancora illuminata dalla luce che proveniva dalla porta.
- E’ bello rivederti dopo tanto tempo.-
La porta si richiuse, e un lampo illuminò la stanza, facendo intravedere i corti capelli rossi della donna.
- E’ davvero bello, rivederti Kaori.-


L’uomo si avvicinò ad una lampada da tavolo e l’accese, poi si voltò di nuovo verso la donna per guardarla meglio.
- Sono passati più di otto anni, ma tu sei rimasta sempre bellissima.-
Le si avvicino per aiutarla a togliersi l’impermeabile bagnato, ma lei rifiutò. Lui rimase immobile a fissarla negli occhi poi, si diresse verso una poltrona e si sedette.
- Sai, non credevo che saresti venuta così presto. Prego, accomodati.-
Kaori, rimase immobile dov’era.
- Bhè, che c’è?-
- Perché, perché hai rapito Yuka?-
- Ah, allora… è solo per questo che sei venuta qui?-
- Rispondimi.-
I lampi, continuavano senza sosta, mentre i due si guardavano, memori di un passato lontano.
- Vedo con piacere, che la vicinanza con Mr. Saeba non ti ha cambiata.-
-…-
- Bene allora, se è questo che vuoi.-
Si alzò e andò a versarsi da bere, per poi appoggiarsi al vetro della finestra. Non ne offrì a Kaori, sapeva che non avrebbe accettato.
- Credo sia inutile dire, che non ho riconosciuto la ragazzina, ho riconosciuto te.-
Mentre imperversava il diluvio, il cuore di Kaori prese ad accelerare di colpo.
- Era impossibile non riconoscerti, non sei cambiata molto, anzi, devo dire che si diventata più bella di quel che ti ricordavo.-


Nel buio della sua stanza, Ryo stava ascoltando i tuoni, osservando i giochi di ombre che i lampi facevano sul suo soffitto. Era stanco morto, ma non riusciva a dormire: aveva passato il pomeriggio e gran parte della serata a rintracciare gente, ma non era servito a niente. Nessuno sapeva dirgli niente su chi avesse incastrato il padre dell’uomo, anche se non poteva essergli di molto aiuto in effetti quest’informazione.
“Ma che cos’è che mi tormenta? Cosa!” si voltò sul fianco, e l’occhio gli cadde sulla fotografia che lui e Hidemaki e Saeko fecero il giorno in cui i due decisero di mettersi in società.


- Quando ho visto che era lì, non ci ho messo molto a capire che le voci erano vere, tu stavi davvero lavorando con Ryo Saeba. Quindi decisi di rapire la ragazza non per assicurarmi un ostaggio, ma informazioni. Figurati la sorpresa quando scoprii, che era una delle sorelle Nogami.-


Una mini rossa sfrecciò veloce come il vento mentre si stava dirigendo a casa di Saeko. “Devo fare presto!”


- Nogami e Makimura, non ho mai dimenticato questi nomi, prima hanno rovinato la vita di mio padre, e in seguito la mia. Anche se… io speravo che una di loro la cambiasse in meglio.-


Ryo entrò di corsa nell’appartamento. Doveva riuscire a farsi dire tutto.


- Non ho mai dimenticato quella sera Kaori, e penso neanche tu. D'altronde, penso che nessuno, l’abbia dimenticata.-



- Ryo, non capisco cosa…-
- Si che capisci, raccontami cosa successe prima che Hidemaky lasciasse la polizia.-
-…-
- Quello che successe tra voi, quell’uomo e Kaori.-


- La piccola Yuka, mi ha detto molte cose su di te e… stai tranquilla, sta bene.-
Lo sguardo che Kaori aveva negli occhi si addolcì, e cominciò anche ad essere meno tesa. Esattamente come otto anni fa, non riusciva a spiegarsi l’effetto che lui aveva su di lei.
- E dov’è ora.-
Lui sorrise e finì il suo drink, poi la guardò con uno sguardo divertito negli occhi.
- Dimmi dov’è, Jien -
- Non sei cambiata affatto. Sai, mi sembra di rivivere la scena do otto anni fa, quando venisti a chiedermi di liberare Saeko.-

- Che cosa!-
Ryo sbigottito.
- E’ così, Jien mi aveva rapita per convincere mio padre e la polizia a lasciarlo stare fino a quando non fosse riuscito a partire per l’America.-
- Si ma… che centra Kaori.-
Saeko lo guardò in faccia con una espressione indefinibile.
- Ryo, a quell’epoca, Kaori e Jien stavano insieme.-


- Venisti da me a chiedere spiegazioni. Avevi sentito tuo fratello che ne parlava con il capitano. Chissà cos’hai pensato quando hai sentito il mio nome.-


Ryo non parlava più non sapeva che cosa dire. Saeko, dal canto suo, non sapeva se era il caso di continuare o no. Ci pensò Reika a finire.
- Kaori era con Hidemaki al comando quella sera, era con lui quando il capo lo chiamò di corsa. Sentì la loro conversazione e decise di andare da lui per chiedergli di liberare Saeko.-


- Ero arrabbiata Jien, anzi no, delusa, tutt’e due. Quando ti arrivai di fronte, non sapevo se dovevo ammazzarti con la pistola che avevo con me o mettermi a piangere.-
- Già, ma tu… non facesti nulla, a parte chiedermi, perché.-



- Aveva preso una delle sue pistole dal cassetto della scrivania. Quando lo scoprimmo, andammo letteralmente nel panico, soprattutto quando un agente ci disse di averla vista davanti alla porta dell’ufficio dove stavamo parlando e di averla vista correre via in lacrime. Non sapevamo proprio cosa pensare.-


- E CHE COSA AVREI DOVUTO CHIEDERTI!-
Gli occhi di Kaori stavano diventando lucidi.
- Tu per me eri diventato l’altra metà del mondo. Ti avevo dato il mio cuore e l’anima, non potevo credere che fossi davvero tu. Non ci volevo credere.-
A quel punto le lacrime cominciarono a solcare il suo viso. Kaori si voltò dall’altra parte, forse nel vano tentativo di farle notare di meno.
- Provai anche a ucciderti, ma non funzionò.-


La mini rossa aveva cominciato a sfrecciare sulla strada bagnata, mentre Reika continuava il suo racconto.
- Scoprimmo dov’erano solo quando Hidemaky fece un giro di telefonate a tutti gli amici di Kaori. Una sua amica ci disse che da un po’ di tempo le piaceva stare dentro ad uno stabile in fase di costruzione quasi ultimato. Quando scoprimmo che quello stabile era della famiglia di Jien, partimmo immediatamente.-


- Si, provasti ad uccidermi, e non ci riuscisti. Non ce la fecesti allora a premere il grilletto, cosa ti fa credere che ci riuscirai adesso.-
Gli occhi di Jien indicarono la pistola che Kaori aveva messo dietro la schiena. Lei la prese e si avvicinò a lui con la canna puntata al suo petto.
- Credi… che l’amore per Saeba possa darti la forza di premere quel grilletto?-


La mini sfreccio all’interno del parcheggio di un albergo proprio mentre Reika terminava il suo racconto.
- Li trovammo proprio là, ma Jien, sua madre e un paio dei loro uomini riuscirono a fuggire. Il giorno dopo ci dessero che erano in America.-
- Chi fece irruzione?-
- Hidemaky, ma non mi ha mai detto com’è andata veramente, e nemmeno Saeko-


- Kaori, io non ho mai smesso di pensarti.-
Posò il suo bicchiere e prese il viso di lei tra le mani, mentre la canna della pistola era ancora puntata al suo cuore.
- E non ho mai smesso di sperare, che un giorno avrei potuto riaverti.-
Si avvicinò ancora, e la baciò.
La canna della pistola cominciò a scendere, fino a cadere per terra.
Jien le cinse la vita con entrambe le braccia mentre Kaori si lasciava completamente andare, con le lacrime che continuavano a solcarle il viso.

In quel momento, Ryo, Saeko e Reika fecero irruzione nella stanza con le pistole in pugno.
Rimasero di pietra di fronte alla scena che gli si parava davanti_ Kaori era tra le braccia di Jien, e si stavano baciando.
Ryo non poteva credere ai propri occhi, ma impugnò saldamente la pistola e la puntò contro l’uomo che stava abbracciando Kaori.
Alla vista delle pistole, Kaori capi subito quello che avrebbero fatto, e si mise a braccia aperte davanti a Jien.
- No! Non farlo!-


Ryo ci rimase di sasso. E non solo lui. Per Saeko, era stato come un pugno nello stomaco. “Si sta ripetendo tutto, come otto anni fa.”
- Ti prego Ryo, non farlo.-
Ryo e Saeko non erano i soli ad essere sorpresi. Jien dietro a Kaori, la stava guardando con gli occhi spalancati. Lo stava proteggendo, di nuovo.
L’unica che sembrava essere rimasta lucida, era Reika, che però stava guardando preoccupata prima Ryo, e poi Saeko, che sembrava sull’orlo di una crisi.
Poi impugnò di nuovo con decisione la pistola puntandola alle spalle di Kaori.
- Non fare la stupida, scansati!-

Saeko ricordava bene quella sera. Era legata, e in piedi davanti a lei stava l’uomo che l’aveva rapita. Ad un certo punto avevano sentito qualcuno salire le scale di corsa, e Saeko aveva avuto l’illusione che la stavano venendo a prendere. Ma quando dalla porta vide la giovane Kaori ansimante, con ancora i suoi bei capelli rossi lunghi, capì che non era così. Ricordava benissimo i confronto tra i due, e le sue lacrime. Gli aveva chiesto perché, e gli aveva puntato contro una pistola. Ma quando lui le si era avvicinato, non era riuscita a fare fuoco, l’aveva lasciata cadere, mentre lui la stringeva tra le sue braccia, esattamente come quella sera. Poi Hidemaky era entrato di corsa, e come loro, era rimasto pietrificato vedendo sua sorella assieme a Jien. Poi lei aveva supplicato Hidemaky di lasciarlo andare, di non ucciderlo. Si stava ripetendo tutto. Tutto quanto.

Kaori rimase ferma dov’era. Nel suo sguardo si leggeva la ferma decisione che non avrebbe mollato. Fuori, i lampi, i tuoni, facevano sembrare tutto più irreale, tutto più assurdo. (se non si è ancora capito adoro il polizieschi e le notti di temporale ^-^). Fuori dalla stanza, l’uomo che aveva fatto entrare Kaori stava con Yuka. Aveva ricevuto l’ordine di non fare niente, solo di assicurarsi che la ragazzina non scappasse e non facesse rumore. Se poi fosse morto, avrebbe lasciato la stanza e la bambina, per non tornare più. Olang lavorava per Jien e la sua famiglia da sempre. Lo conosceva bene, e sapeva che non avrebbe lasciato niente al caso. Se fosse morto, era perché l’aveva previsto.

Oramai la tensione era quasi palpabile. Ryo e Reika tenevano le pistole puntate contro un uomo che Kaori stava proteggendo con il suo corpo. Nessuno sapeva cosa fare. Di sparare con Kaori di mezzo non se ne parlava, ma Ryo non avrebbe accettato l’idea di lasciarlo andare così, senza avergliela fatta pagare.
Jien sembrò capire i pensieri dello sweeper, e scostò Kaori.
- Ma, che fai…-
Si avvicinò a Ryo, e lo guardò nel profondo dei suoi occhi. Aveva la sua pistola puntata contro, ma non sembrava avere paura.
- Kaori, ragazze, uscite per favore.-
La sorpresa fu generale. Kaori si lanciò verso Jien e gli si parò davanti.
- Tu sei pazzo! Vuoi forse morire?-
Jien la guardò. Guardò quegli occhi così intensi e sinceri, che non sapevano mentire. Quegli occhi, che una volta gli avevano aperto il paradiso (citazione da Gianluca Grignani, scusate). L’abbracciò ancora un volta baciandola in fronte, sapendo così, di eseguire la sua sentenza di morte.
- Non ti preoccupare. Ora vai.-
Anche Kaori capì. E capì che non poteva fermarlo questa volta. Saeko la prese per mano per portarla fuori, ma prima, Kaori guardò Ryo. Era freddo impassibile, e guardava Jien con gli occhi di chi aveva già deciso e non avrebbe avuto pietà. Abbassò lo sguardo rassegnata: non sarebbe riuscita a fermare neanche lui. Uscì assieme a Saeko e Reika. Mentre le porte si chiudevano, guardò per l’ultima volta l’uomo che una volta costituiva tutto il suo mondo, che stava per scontrarsi con l’uomo che rappresentava il suo mondo ora.
Rimasti soli, Jien si riconcentrò su Ryo.
- Bene Saeba, siamo rimasti soli.-


CAPITOLO 6

Appena fuori, Kaori cercò di ricomporsi. Piangere non serviva a niente.
- Venite, Yuka è di là.-
Kaori andò verso una porta e l’aprì. Yuka era lì, con Olang. Alla sua vista le due sorelle fecero per estrarre la pistola, ma Kaori le fermò.
- State tranquille, è tutto a posto.-
Olang si alzò e andò verso Kaori.
- E’ bello rivederla signorina, anche se in questa circostanza.-


- E così, tu sei il nuovo compagno di Kaori.-
-…-
Jien scoppiò a ridere.
- Impassibile fino alla fine e Saeba? Su, dimmi, cosa vuoi fare di me?-
- Immagino… che ti ucciderò-
Jien smise subito di ridere e guardò Ryo negli occhi. L’avrebbe fatto davvero? Si, non c’era alcun dubbio. Ma perché l’avrebbe fatto? Di sicuro non perché aveva rapito quella ragazzina. Allora…
- Ami così tanto Kaori? La ami tanto e ne sei geloso quanto basta per uccidere chiunque osi portartela via?-
- No. non è per questo.-
- Allora per cosa? Per vendicare la famiglia Nogami? Mi spiace ma non credo proprio che sia questo il motivo.-
Jien si avvicinò ancora di più al braccio teso di Ryo: oramai la canna premeva contro il suo petto.
-Vuoi sapere cosa penso? Penso che tutte le persone che hanno osato portartela via sono morte, oppure hanno desistito. Io ci sono andato troppo vicino, e non vuoi correre rischi. Sto sbagliando forse?-
- Proprio così.-
-…-
- Kaori è una donna libera, e se volesse seguirti non la lascerei partire se fossi certo che non soffrirebbe. Ma lei ha deciso di lasciarti andare e di rimanere in Giappone. Immagino… che anche anni fa cercasti di portarla via, ma lei aveva rifiutato giusto?-
-…-
- No, io ti ucciderò perché sei pericoloso per questa città e per questo paese. Se ti lasciassi vivere tu un giorno potresti tornare e mettere tutto a ferro e fuoco come stavi per fare. Non voglio un giorno dovermi di nuovo confrontare con te, e non voglio nemmeno vedere Kaori soffrire di nuovo. - (ma da quando è così patriottico!! Tutte scuse!! NdK)
- Quindi, mi sparerai così, senza possibilità alcuna di difendermi.-
- Credevo mi conoscessi, sai, che non lo farei mai.-

Fuori dall’albergo, Saeko stava mettendo nella macchina di Kaori Yuka, profondamente addormentata. Olang le aveva aiutate portando giù lui stesso la piccola.
- Olang, lo faranno vero? Si sfideranno e uno dei due dovrà morire.-
- Si, è così.-
- Allora… non c’è proprio più speranza.-

Ryo fece segno a jien di prendere la pistola che Kaori aveva lasciato cadere.
- Vuoi sfidarmi qui?-
- No, ora andremo sul tetto del palazzo.-
- Come vuoi.-
Ryo lasciò che Jien gli passasse davanti e si diressero verso l’ascensore sempre tenendo Jien sotto tiro.
- Non ti fidi proprio di me e Saeba? E fai bene.-
Con una mossa fulminea, Jien si era girato spostando la pistola di Ryo con la mano sinistra e sferrandogli un poderoso destro con l’altra. Ryo si ricompose subito e rimpugnò la pistola per sparare, ma jien si era già dileguato. Ryo corse subito su per il tetto usando le scale. Quandoarrivò su, trovò jien ad aspettarlo.
- Ora possiamo regolare i conti Saeba!-
- Certo jien, non aspettavo nient’altro.-

Dal parcheggio coperto dell’albergo, non giungeva alcun suono di sparo, d’altronde, c’era un temporale da spavento.
- È come se il cielo sapesse cosa sta succedendo.- lo sguardo di Reika era preoccupato e guardava la pioggia fitta cadere.
- Chissà cosa sta succedendo lassù.-
Kaori non parlava. Osservava il cielo nero che mandava lampi e fulmini a non finire, poi, dopo un po’, lanciò un ultimo sguardo a Olang e cominciò a correre in direzione delle scale.
- Dove stai andando Kaori?-
- Lasciala andare.-
- Saeko ma…-
- Lascia che vada.-

Jien e Ryo si stavano guardando negli occhi, in attesa che l’altro facesse la prima mossa.
Cominciarono quasi contemporaneamente. Jien sparò un colpo a Ryo mentre si scansava a sinistra, e Ryo si lanciò verso destra rifugiandosi dietro a un contattore. Poi uscì allo scoperto e sparò in direzione dell’altro che però si era messo dietro al condotto d’areazione. Poi, dopo qualche minuto di silenzio, uscirono di nuovo tutt’e due allo scoperto. Jien era veloce, quasi quanto Ryo, ma non abbastanza. Schivo la pallottola e sparò a sua volta centrando Jien a una spalla. La pistola gli cadde di mano e lui si accasciò al suolo.
- Cough… hai, hai vinto Saeba.-
In quel momento apparve Kaori dal vano delle scale.
- Ryo! Jien!-
Quando vide Ryo in pedi davanti al condotto d’areazione si calmò per un attimo, ma si lanciò subito verso jien che era ferito e perdeva sangue.
- Jien…-
- Non ti preoccupare Kaori, sto bene, per ora cough…-
Kaori lo prese tra le sue braccia e lo guardò.
- Ma perché non mi hai ascoltata, perché non sei fuggito.-
- Non posso fuggire sempre. Anch’io ho un codice d’onore sai. Cough… cough…-
- Si, lo so bene.-
Kaori guardò Ryo. I suoi occhi erano calmi e tranquilli, ma non c’era fierezza nel suo sguardo, e nemmeno pietà, solo fredda determinazione, che non si placava nemmeno con lei lì, davanti a lui.
- Lo vuoi uccidere vero?-
Ryo non ebbe bisogno di rispondere, Kaori lo capì da sola.
- Mi dispiace hehehe, ma io… cough… non mi lascerò uccidere così.-
Kaori guardò Jien, appena in tempo per vedere la sua mano afferrarla per il bavero dell’impermeabile e un fumo bianco diffondersi nell’aria. Poi, qualche minuto dopo, più niente. Ryo si precipitò verso Kaori per vedere se era ferita. Lei si rialzò subito.
- D-dovè Jien?-
Lì intorno non c’era più nessuno. Jien era riuscito a scappare.


EPILOGO

Effettivamente è una storia di City Hunter un po’ strana, niente belle bionde da proteggere, o killer che tentano di far fuori il nostro Ryo, solo il passato che ritorna, e stavolta è tornato per Kaori.
Dal bancone di un bar a Tokyo, si parlava proprio di questo.
- E allora? Com’è finita poi?- (Miki è molto curiosa NdK)
- È riuscito a scappare. Oramai sarà già in America.- (Saeko)
- Oh! Ma come? È riuscito a scappare a Ryo?-
- E si, sembra che abbia usato il solito vecchio trucco del fumogeno- (Reika)
- Ma come? Era ferito, e Ryo non ci avrebbe messo molto a inseguirlo e finirlo.- (Umi! Partecipi anche tu?)
- Si da il caso, che Jien avesse un complice, che lo ha aiutato a fuggire. E poi non è che Ryo ci si sia messo poi così di impegno, era ancora impegnato ad assorbire il colpo di Kaori tra le braccia di un altro-
- A proposito, Kaori come sta ora?-
- E come vuoi che stia? Triste e malinconica, ma si riprenderà presto, non è il tipo che si lascia dominare tropo dallo sconforto.-

Dalla scogliera a picco sul mare, si godeva un panorama fantastico. Il cielo era azzurro e all’orizzonte pareva fondersi con il mare. L’aria era fresca e carica di profumi e sensazioni intense. Kaori, era lì che osservava il gioco delle onde che s’infrangevano sugli scogli sotto di lei. Il mare sembrava calmo e sereno, quasi capisse cosa l’aveva spinta lì.
- Ma che faccia triste! Ancora pensierose eh?-
A parlare, era stata un voce maschile molto familiare.
- Ryo! Che cosa ci fai qui?-
- Bhè, non ti ho più trovato a casa e ho pensato “Quale posto migliore per una ragazza che sta soffrendo le pene del cuore?”- (ma tu guarda che razza di rima mi è venuta fuori NdK)
- Bhè, hai indovinato a quanto pare, ma non sto soffrendo.-
Ryo le si avvicinò, e le mise un braccio intorno alle spalle con fare protettivo.
- A me non la dai a bere socia, si vede lontano un miglio che sei completamente a terra.-
rimasero in silenzio per alcuni istanti osservando il mare che si estendeva nel blu infinito.
- Ryo, l’avresti ucciso sul serio? Voglio dire, come facevi ad odiarlo così tanto, lo conoscevi appena.- (brava Kaori, è quello che ci stiamo chiedendo tutti. Nessuno di noi ha creduto al suo patriottismo.)
Ryo rimase in silenzio a fissare l’oceano. Nei suoi occhi era sparita qualsiasi traccia della freddezza della sera prima.
- Non so se lo si può definire odio.-
- E allora? Cos’era?-
-…-
- Ryo?-
- Ma, chi lo sa! Magari ero solo geloso di una socia travestita-
Poi di ritrasse subito temendo una martellata che non venne (niente martello?).
Kaori lo guardò e poi si voltò verso il mare sospirando.
- Ho capito, non me lo dirai mai.-
Ryo sorrise, poi le si avvicino e, cingendole le vita con il braccio le sussurò all’orecchio
- Su, andiamo a casa.- (°_0 non ci capisco più niente! E sono io che l’ho scritta!! NdK)
mentre si avvicinavano alla macchina Kaori si fermò.
- Bhè, che c’è?-
-STONK!-
- Questo è per avermi dato della travestita per l’ennesima volta. E ora andiamo su, gli altri ci staranno cercando- (Evvai! Martellata finale di City Hunter)
Ryo, con la faccia ancora nel terreno cercò di mugolare qualcosa di indefinibile (e che io non traduco che è meglio. NdK)
Mentre si avviava verso la macchina tolse un foglietto dalla tasca della giacca e, voltandosi verso il mare, lo buttò al vento.
- Cos’era quella cosa che hai buttato.-
- Eh? A no, niente d’interessante.-
-…-
mentre la mini rossa si avviava verso la città, il foglietto bianco svolazzava fino ad arrivare a posarsi sulle onde. Sopra, c’erano poche parole scritte in giapponese “Non fare il mio stesso errore. J.”



FINE

So che forse non è proprio una storia di City Hunter vera e propria, e che alla fine mi sono messa anch’io a scrivere un po’ di sdolcinatezze (sono stata contagiata anch’io! BUUUAAA!), che sono stata tropo tragica alla fine, e che forse ho messo sottosopra il passato della metà dei protagonisti (Perdono maestro Hojo), ma oh! Che pretendete! È solo la prima fan-fic che scrivo! Baci e abbracci a tutti.

 
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