- Capitolo 1° -
Questa fic è nata in un momento di infinita tristezza e debolezza mentre ascoltavo la canzone di paolo Meneguzzi “Ho bisogno d’amore”. Spero che vi piaccia
Certe notti mi ritrovo a pensare a noi, a come era bello stare con te, sentirti vicino, abbracciarti e stringerti forte. Poi mi sveglio e la tristezza mi assale e il ricordo di te che te ne vai ritorna prepotentemente nella mia testa; ma forse non è stata nemmeno colpa tua, la stupida sono io che ti ho lasciato andare troppo facilmente. Certe notti sogno un mondo dove noi due stiamo ancora insieme, dove tutto è felicità. Poi mi sveglio e mi accorgo di stare piangendo, il cuscino bagnato e gli occhi gonfi.
Qualche volta mi fermo a guardare la tua foto che non ho il coraggio di buttare e allora riprendo il vecchio album e mi metto e a cercare le nostre e le lacrime scendono di nuovo. Tutti mi dicono che è inutile stare male per questa storia, che devo dimenticare, ma non ci riesco e così faccio finta di stare bene per farli contenti. Mi faccio male con questo comportamento, ma mi farei ancora peggio cercando di dimenticarti, cosa assolutamente impossibile. Resto in silenzio e la mia anima si sgretola piano piano e con essa il mio cuore smette di battere. Mi chiedo che senso abbia vivere in questo modo, se si può chiamare vivere lo stato in cui sono ora. Dolore…l’unico legame che ci resta… Il legame che tu hai deciso di recidere e che io, con tutte le mie forze mi ostino a non voler perdere. Ormai il mio mondo è vuoto, il mio sole è tramontato e la pallida luna mi illumina il volto ormai pallido e le lacrime che lo rigano. Quando dormo sogno noi due, i momenti felici che condividevamo e poi, come un uragano, il momento in cui ci siamo separati. E nuove lacrime scendono prepotenti… Mi guardo allo specchio; ormai è mattina e devo andare all’università. Naturalmente non dico a nessuno quello che provo, non perché non mi fido, ma perché ormai nessuno mi sopporta più se parlo di questa storia o cerco di sfogarmi in qualche modo. Se solo ci fossi tu…sono sicura che starei meglio. Mi chiedo sempre più spesso che cosa mi tenga ancora in vita, ma non mi so dare una risposta. Forse per non far soffrire la famiglia o gli amici…no. Forse la speranza…l’ho persa troppo tempo fa. Non ho più niente qui…niente… Il vuoto totale, il nulla, l’oscurità più nera mi circondano ormai e io non posso fare altro che sprofondare in questo mare di tristezza e solitudine. Dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine, sai? Non è poi così male, devi solo lasciare indurire il tuo cuore e corrodere la tua anima poi è anche piacevole questa sensazione. Ora riesco a ridere come se nulla fosse, ma senza gioia. Ora non piango più, le lacrime si sono esaurite. Ora non ci penso più, ti ho nascosto troppo bene per poterti pensare. Ora non ti sogno più, tu ormai popoli i miei incubi. Eccoti qui davanti a me: la morte. Finalmente l’ho incontrata e come una vecchia amica mi accoglie tra le sue braccia…poi, di nuovo, il nulla totale… Solo che ora non ci sei più tu e io sono…libera…
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Lo strazio dell'abbandono?
Non se ne legge neanche un decimo, di quello che è il rimpianto di un amore.
Inoltre, ripetizioni della stessa parola nella frase, punti di sospensione messi a caso...
Vabbè, grammaticalmente non è un così grande obbrobrio ma il significato è inconsistente come sciacquatura di piatti.
complimenti
ciao