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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Devil May Cry
Titolo Fanfic: PASSATO, PRESENTE, E IL FUTURO?
Genere: Sentimentale, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: rumicfan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/07/2009 17:46:13 (ultimo inserimento: 22/03/10)

Ambientato dopo il 4. VERGIL è VIVO!! Cosa farà Vergil? Avrà ancora intenzione di regnare sugli inferi? Leggete l'intro che spiega meglio grazie!
 
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IL RISVEGLIO
- Capitolo 1° -

Questa è la mia prima fan fiction su Devil may cry. Ho giocato solo con l’ultimo uscito ovvero il 4; ed essendomi presa una cotta pazzesca per Dante ho iniziato a indagare sul suo conto, e a vedermi i filmati su youtube e a leggere le varie trame dei giochi precedenti. Trovo la storia di Dante fichissima, e mi piace un casino per come è caratterizzato. Ma dopo aver conosciuto Vergil, e visto la straordinaria somiglianza di Nero, dalla testa non si levava un pensiero. Poi mi sentivo così triste sapendo di Dante che uccise Nelo Angelo, non sapendo che era il fratello. Poi ho letto una piccola doujinshi su Deviantart che mi ha ispirata parecchio, ed eccovi la storia partorita dalla mia mente un po’ contorta. E’ ambientato dopo il 4, ma con lunghi flash back sul passato di Vergil. Spero solo di riuscire a rimanere il più possibile IC, anche se conosco poco il modo di fare di Vergil, ma da quello che ho capito è (se non tutto, quasi) l’opposto di Dante.
Adesso vi lascio alla lettura, sperando di attirare qualche altro fan di questo gioco bellissimo.


Il Risveglio


“Dove mi trovo?” fu il primo pensiero.
Un uomo si guardava in giro smarrito. Si trovava in un posto buio, stretto, umido e freddo. Provò a muoversi e sentì delle fitte alle braccia. Si accorse che erano sollevate, e un doloroso formicolio si propagava nelle braccia, le sentiva pesantissime. Man mano che riprendeva la sensibilità agli arti si accorse che i suoi polsi erano immobilizzati da un dardo rosso, conficcato nelle carni, all’altezza dei polsi.
Era sdraiato su qualcosa, ma ancora non riusciva a distinguere bene dove. Sentiva degli oggetti che gli bloccavano le gambe. Mosse la gamba destra, e al tatto gli sembrò di sentire delle corde.
Stringendo i denti fece forza sui polsi. Doveva assolutamente liberarsi. Il dolore gli mozzò il respiro. Si sentiva debole, e non sopportava sentirsi immobilizzato a quel modo.
Allargò i gomiti, batterono contro qualcosa di metallico. Mise di nuovo forza nelle braccia, strinse forte i denti e urlò, mentre i polsi furono liberati da quel dardo. Le mani colpirono una parete di metallo, ma nel preciso istante che batterono sul metallo, vide una striscia di luce entrare nel posto. Si liberò le gambe e spingendo con gli arti inferiori e le braccia riuscì a spostare la parete di pochi centimetri, la striscia di luce si vide di nuovo; l’uomo spinse nuovamente mettendoci più forza, le braccia dolevano ancora, sentiva mancargli l’ossigeno; con uno sforzo immenso riuscì a spostare la parete, che non era altro che un coperchio.
Si sollevò con le spalle, e la luce che filtrava da una finestra lo accecò; dovette aspettare qualche minuto prima che i suoi occhi si riabituassero alla luce del sole. Quando accade, notò molti tubicini attaccati al suo corpo, molti di questi erano attaccati al torace, e poi ce ne erano due alle tempie; li staccò a uno a uno, mentre dei piccoli rivoli di sangue fuoriuscivano dai fori che avevano lasciato gli aghi di quei tubi.
L’uomo si alzò e vide dove era stato tenuto fermo. Era una sorta di bara, spoglia e grigia, con vari tubi che entravano nell’abitacolo. Si guardò in giro e notò vari apparecchi e schermi: sembrava un laboratorio. La bara era posta al centro di una stanza tonda, l’interno della bara era pieno di un liquido da un’innaturale fosforescenza azzurrognola. L’uomo uscì dalla bara e iniziò a muoversi in cerca dell’uscita.
La sua immagine fu riflessa nello schermo gigante di fronte il feretro.
L’immagine che vide fu quella di un uomo avvenente, dai capelli argentei, lunghi, gli occhi di ghiaccio, e il fisico scolpito, ma più magro di quello che ricordava.
Riflettendosi si toccò il viso, << Sono tornato nella mia forma umana. >> disse, come se pronunciare quelle parole gli dessero la conferma ai suoi pensieri.
Il riflesso che vide, non era quello che conosceva lui, era sempre il suo volto, ma molto più maturo. Si toccò la mascella molto più pronunciata di quella che ricordava.
Guardò in basso sbuffando: era nudo; comprese che non poteva uscire da quel posto in quel modo.
Spaziando con lo sguardo notò vicino a una porta un appendiabiti al quale c’erano appesi dei camici bianchi.
“Sempre meglio di niente.” Pensò l’uomo. Lo afferrò e lo indossò.
Aprì la porta e si ritrovò in un lungo corridoio illuminato da qualche neon. Lo attraversò e giunse in una sorta di atrio, dalla pianta rettangolare; c’erano qualche statua e qualche armatura bianca vuota, dall’aria sinistra. Attraversò anche l’atrio e si ritrovò in una sorta di terrazza, vide che sul lato alla sua sinistra c’era un pezzo di terrazzo crollato. Si avvicinò alla ringhiera in pietra e notò l’ammasso di macerie sotto di essa. Avevano tutta l’aria di sembrare un palazzo crollato.
“Magnifico, adesso mi tocca scalare ‘sto maledetto dirupo.” Pensò sconsolato.
Se fosse stato nel pieno delle sue forze, non avrebbe faticato più di tanto, ma nelle condizioni in cui gravava, non sarebbe stata un’impresa facile.
Infatti, l’impresa fu ardua, essendo a piedi nudi si era anche ferito, procurandosi qualche taglio, che stranamente non guariva presto, come quando era giovane, ma probabilmente era dovuto anche al fatto che si sentiva senza energie. Riuscì a superare tutto l’ammasso di macerie. Si ritrovò di fronte ad un altro dirupo, sorrise quando vide un’enorme statua inginocchiata in questo dirupo, con il busto poggiato sull’altra sponda, come se fosse stato svenuto. Altre macerie ingombravano quel burrone, dando a lui la possibilità di attraversarlo, arrampicandosi tra le macerie e su quella statua enorme.
Rischiò di scivolare più volte, ma alla fine riuscì a raggiungere la meta. Di fronte a sé c’era una fontana ormai spenta e le varie mattonelle di pietra erano squassate, e delle pozze di acqua ricoprivano grosse chiazze. Poi vide dei palazzi oltre il cortile con la fontana, e si sentì già meglio, sapendo di essere in città. Superò il cortile e vagò per un paio di minuti fra le case e i palazzi.
“C’è qualcosa che non va.” Pensò guardandosi in giro. I palazzi avevano l’aria di essere abbandonati, e nelle strade, tra rottami e crepe regnava solo la polvere.
Iniziò ad innervosirsi, voleva assolutamente capire che diavolo gli era successo, l’ultima cosa che ricordava era il suo combattimento contro Dante, e di essere stato sconfitto da lui, per colpa di quei maledetti ricordi che lo tormentavano.
Vagò ancora per qualche minuto, e ormai sentiva anche la fatica. Strinse i denti frustrato: non era da lui sentirsi così debilitato. Anzi ripensandoci bene, si sentiva in quel modo solo quando era gravemente ferito.
Improvvisamente mentre cercava tracce di vita intelligente, da due vicoli arrivarono due esseri, che d’intelligenza forse non ne avevano molta, se non simile a degli animali.
Avevano arti e membra mostruose, dall’aspetto pressoché demoniaco. Dei cappucci che sembravano fatti di paglia intrecciata. Poi vide comparire dei demoni con sembianze rettili, dalla lunga coda dentata, e un muso appuntito, e zanne minacciose.
Immediatamente l’uomo portò la mano al fianco, per impugnare la sua spada: quel movimento era diventato automatico, quando si trovava in pericolo. Al fianco non aveva la sua fedelissima arma, da cui no si separava quasi mai. Dopo essersi ricordato che era nudo, e con un camice addosso, si rimise eretto e composto. Intenzionato a non farsi divorare, e magari anche a ucciderne qualcuno, si mise sull’attenti pronto a combattere.
Uno dei demoni dalle forme rettili, lo attaccò, lui si spostò rapidamente di fianco, evitando l’attacco.
Un secondo mostro rettile lo attaccò alle spalle. Lui si abbassò rapidamente per evitare gli artigli.
Iniziarono ad attaccarlo anche i misteriosi mostri con i cappucci.
Notò che possedevano delle armi, delle spade dalla forma curiosa, costruiti forse con ossa e pelle demoniaca. Corse in direzione di quei mostri, spiccò un salto atterrando sul cappuccio del mostro.
Il mostro si sbilanciò cascando al suolo. Lui mise forza nei piedi, e sentì subito dopo qualcosa di vischioso e caldo sporcargli i piedi, mentre una macchia marrone si allargava sotto il cranio del mostro.
“Bene, adesso vi faccio vedere io.” Pensò mentre stacco l’arma dalla mano mostruosa della sua prima vittima. Scattò di lato per evitare un altro attacco, iniziò anche ad ansimare, segno che stava iniziando a stancarsi troppo. Un altro mostro con il cappuccio lo attaccò saltando, e cercando di conficcare la lama sulla sua testa. Lui parò l’attaccò colpendo il lato della lama, deviando la traiettoria, poi con un rapido movimento rotatorio del braccio, colpì il nemico.
Emise un verso di stizza quando notò che non era riuscito a tagliarlo in due. D’altronde quella non era la spada con cui combatteva solitamente, non poteva aspettarsi gli stessi risultati.
Tuttavia il mostro si accasciò a terra spirando. Rimanevano i due mostri dall’aspetto rettile.
Parò diversi attacchi con la lama, si sentiva sempre più stanco, e a malapena riusciva a brandire l’arma. Si scostò di lato per evitare gli artigli, ma il mostro usò la coda in maniera di frusta e lo colpì al fianco scaraventandolo a terra, strisciò sull’asfalto per un paio di metri. Il camice si strappò all’altezza del fianco, dal quale ora usciva del sangue.
La vista gli si annebbiò, ma non voleva darsi per vinto, non aveva l'intenzione di morire facendosi divorare. Sollevò il busto con grande fatica. Puntò l’arma al suolo cercando di usarlo come appoggiò per alzarsi, ma non ne ebbe il tempo sufficiente che il mostro, con un altro colpo di coda, lo fece rotolare al suolo.
“Merda, non voglio morire in questo modo assurdo.” Pensò sempre più frustrato.
Voleva alzarsi ma le gambe e le braccia non gli ubbidivano più, anche la vista divenne sempre più offuscata, vide i due mostri che si stavano precipitando su di lui. Strinse i denti preparandosi all’ennesimo dolore, ma successe qualcosa di strano e incredibile.
Una enorme mano demoniaca, fluorescente e dall’aspetto nebbioso, afferrò il mostro e lo vide schizzare via all’indietro, come se fosse stato colpito da un enorme siluro.
Poi nuovamente la mano afferrò il secondo mostro e lo scaraventò al suolo con un’inaudita violenza. Il mostro emise uno stridulo urlo di dolore, e poi sparì in una nube di fumo nero.
Alzò il capo con le ultime forze che gli erano rimaste. Vide avvicinarsi a lui un ragazzo dai capelli argentei. I due si guardarono negli occhi stupiti, poi entrambi esclamarono con sorpresa e interrogativi: << Dante?!>>.
“Non può essere Dante, lui ha il mio stesso volto, questo qui è troppo giovane per essere lui.” pensò prima di perdere i sensi.

Continua…..

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Penso si sia capito che l’uomo dai lunghi capelli argentei è Vergil, e il ragazzo Nero vero?


L’angolino delle delirate

Dante: “Ehi tu, dico a te scrittrice da strapazzo.”
Io mi guardo in giro e poi mi punto il dito su di me: “Dici a me?”
Dante: “Vedi qualche altro scrittore da strapazzo in giro? Guai a te! Non farm inchiappettare con il mio fratellone o saremo costretti a ucciderti.”
Io con gli occhi sbarrati, mi avvicino a lui e batto la mano sulla sua spalla con fare consolatorio.
Io: “Povero Dante, chissà quanto hai sofferto con le fanwriter, ma non temere, qui sarai più virile e sexy che mai. Muhahahahhaha”
Dante: “Bene, voglio anche che mi fai diventare ricco, mettici anche un harem e pizza e birra a volontà mi raccomando.”
Io: “Non allarghiamoci ora.”
Dante mi guarda con gli occhi da cucciolo.: “E daiiiii.”
Io: “Perché darti un “Harem” quando c’è tutto sto ben di Dio?”
Dante solleva un sopraciglio, si avvicina a me e posa una mano sul mio sedere: “Ah sì? Vediamolo sto ben di Dio.” Ghigna in modo malefico.
Io un po’ preoccupata ma con il sangue che esce dal naso: “Va - va bene.”
Arriva Nero urlando come un matto: “Che diavolo fate!!! Censurate Censurateeee”
Io mi riprendo e mi allontano da Dante respirando affannosamente.
Io: “C’è mancato poco. Grazie Nero, mi hai salvata.”
Dante si infiammò di voglia di vincere, mentre mi guardava con un ghigno, che era a dir poco sexy.


Tutto sto casino per dire che non ci sarà Yaoi. Hahahah, non ho mai usato un angolino delle delirate ma questa volta mi diverte.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (8 voti, 8 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 8 commenti
Rif.Capitolo: 6
manga-darling - Voto:
08/11/09 08:58
belliximo chappy,sono curiosa di sapere come si svilupperà la cosa tra ver e diana
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Rif.Capitolo: 5
manga-darling - Voto:
11/09/09 11:48
ho notato parecchi particolari simili ad una mia ficcy ^^,questo significa che ci somigliamo xd
Comunque questo chappy è stupendo...troppi pensieri sconci fa venire però la descrizione di Ver xdxd
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Rif.Capitolo: 4
2309 - Voto:
22/08/09 10:51
brava anche questo capitolo é meraviglioso! Dante è furbo persuardeti così. Rumicfan ti sei presa un altra cotta oltre a Dante? Secondo me si... comunque anch'io ho comprato il gioco di devil may cry 4 e mi sono presa una cotta ( oltre Dante ) x Nero. Ciao
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Rif.Capitolo: 4
manga-darling - Voto:
21/08/09 17:58
il mio Dante commosso...mi commuovo anch'io...no non è vero *ç*...Dan vieni quiiiii
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Rif.Capitolo: 3
manga-darling - Voto:
16/08/09 21:00
ed ecco Danteee *ç*...
beliximo chappy
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Rif.Capitolo: 3
2309 - Voto:
16/08/09 20:10
che bello brava! Dante mi sembra un bambino. Ciao
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Rif.Capitolo: 2
2309 - Voto:
06/08/09 00:14
brava! secondo me Nero è imparentato con Dante e Vergil.
ma nel gioco Dante e vergil sono gemelli?
ciao
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Rif.Capitolo: 1
2309 - Voto:
31/07/09 18:41
brava! anche a me piace Dante comuque è bellissimo questo capitolo!
ciao
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