-PROMETTO.-
- Capitolo 1° -
Akito tossì, dolorante, a causa dei numerosi colpi allo stomaco.
Per non urlare di dolore graffiò con rabbia l’asfalto, stringendo i pugni, concentrandosi solo sui rumori del parco: voleva, anzi doveva, calmarsi.
Sentì dolore alle ginocchia, oltre che su tutto il resto del corpo, poiché vi era caduto sopra pesantemente, appena la banda di ragazzi che lo avevano picchiato se l’era svignata.
Cadde rovinosamente su un fianco, stremato.
Non seppe quanto tempo fosse passato, ma suppose che era parecchio: i lampioni erano tutti accesi e il flusso di traffico, lontano sulla strada, diminuiva lentamente.
-Oddio!-
“Chi è?” pensò il ragazzo disorientato.
Sentì dei passi avvicinarsi, sempre più velocemente, sempre più frenetici, finché una ragazza, con cappuccio e occhiali da sole, non si accovacciò sull’asfalto accanto a lui.
“Ma è notte… che le servono a fare gli occhiali da sole?”
-Ehi, stai bene?-
-S…si…-
-Non ti preoccupare, sta arrivando un’ambulanza.-
-No!- Akito urlò, ma dalla sua gola uscì solo un suono strozzato. –No.. Fa niente… Io sto bene, ora mi alzo e vado a casa…-
Tentò di mettersi in piedi, lottando contro i giramenti di testa e il dolore.
-Ma sei pazzo?! Rimettiti subito sdraiato!-
La ragazza lo prese per le spalle, dolcemente, e lo aiutò a sdraiarsi a pancia in su. Si tolse poi la giacca e la mise sotto la testa del biondino.
-Spero vada un po’ meglio… Scusami se non faccio di più, ma proprio non so come gestire la situazione…-
-Non importa. Sto meglio, gr..grazie.-
Da lontano si sentiva la sirena dell’ambulanza.
-La sirena? Ma hai detto che ero in fin di vita?-
-Bhè io non so! Mi è preso il panico, io…io non so davvero…-
-Dai, non ti preoccupare.-
Lei sorrise, ma lui non aveva capito perché la ragazza nascondesse il suo viso. E questa cosa non gli piaceva.
-Scusa ma chi sei,tu?-
-Chi, io?! Non… Non è importante. Piuttosto, dimmi il tuo nome, parlami di te.-
Era insospettito, ma non diede peso alle sue stranezze. Sembrava già così delicata… e indifesa, forse?
-Io sono Akito Hayama… e ho 16 anni.-
Tra una frase e l’altra si fermava pochi istanti, un po’ per riprendere fiato, dato che aveva ricevuto parecchi colpi allo sterno, un po’ perché era imbarazzato. Nessuno gli faceva quell’effetto.
-E hai qualche passione, Akito Hayama?-
-Sto cercando di diventare cintura nera di karate.-
-Wow! Che bello potersi dedicare a ciò che ti piace…-
“Sbaglio o ha parlato con una nota di amarezza?” Akito era sempre più confuso. Quella ragazza era strana, misteriosa… eppure sentiva di avere un legame con lei.
Inoltre si sentiva stupido, perché faceva troppa fatica a parlare, ma le frasi uscivano spontanee.
L’ambulanza arrivò in quel momento ed Akito venne caricato sulla barella.
-Mi scusi, quanto resterà in ospedale?-
-Sicuramente tutta la notte, poi domani verificheremo le sue condizioni. Ma lei è una parente?-
-No, solo una… conoscente.-
-E lei sa cosa è successo al ragazzo?-
-No. Non posso accompagnarlo sull’ambulanza?-
-Sono spiacente, non è possibile.-
Detto questo salì sulla vettura. E partì.
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Erano le due di notte, quando la stessa ragazza di prima bussò sullo stipite della porta, annunciando il suo arrivo. Stessi occhiali ‘mascheratori’, stesso cappuccio pesante. Akito, sveglio, fece un breve cenno di saluto, la invitò ad entrare e le indicò la sedia vicino il letto.
-Come ti senti?-
-Bene.-
-Sono contenta…-
-Perché sei venuta?-
Lei si stupì della domanda: che fosse arrabbiato? E per cosa, poi? No, il suo tono esprimeva solo curiosità.
-Perché ero preoccupata…-
La guardò accigliato.
-Ne sei stupito?-
-Bhè… Si. Cioè no. Anzi un po’…-
Risero.
-Scusa, sono un po’ confuso. E’ che non sono abituato ad avere rapporti… bhè, diciamo di confidenza, fin da subito… con le persone che non conosco.-
-Capisco. Bhè, io non vorrei sembrare inopportuna a trattenermi qui… Sarai stanco, forse è meglio che vada…-
-Oh no no, io non sono per nulla stanco… Puoi rimanere, se ti va.-
Sorrise.
-Certo.-
Passarono il resto del tempo a parlare delle loro esperienze, delle loro famiglie, dei loro sogni.
Ma dopo quel tempo, Akito non conosceva ancora l’identità di lei.
-Perché non vuoi dirmi il tuo nome?-
-Bhè, ecco… Facciamo un patto. Io ti prometto di dirti chi sono se…-
-Se?-
-Se tu mi concedi… anzi, ci concedi di conoscerci meglio. E inoltre se prometti di aspettare che io scelga il momento giusto per dirtelo…-
-Non mi farai aspettare tutta la vita, spero!-
-No, non ti farò aspettare tutta la vita!-
-Prometto.-
-Prometto.-
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Eccomi!!!! Spero di avervi incuriosito con il primo capitolo...
...che ne pensate della trama?
aggiornerò al più presto!
grazie mille a chi legge e chi commenta!
un bacio e... buone vacanze!!
...maria carla
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nena09 - Voto:
karin-san - Voto:
Bellissimissimo!!!!!!!!!!! ^^
Kiss kiss
karin-san - Voto:
Brava, bravaaaa^^
Kiss kiss
querida - Voto:
continua!!!
lucia22 - Voto:
karin-san - Voto:
Continua così, mi piace tantissimo ^_^
Kiss kiss
niglia89 - Voto:
niglia89 - Voto:
...continua nelle pagine numero:
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