LA STORIA
- Capitolo 1° -
Ero seduta davanti al fuoco del grande camino,seduti sul tappeto davanti alla mia poltrona c’erano una decina di ragazzini,di varie età,tutti con lo sguardo rivolto a me,che chiedevano come al solito La Storia.
-Ti prego raccontaci la storia-,scossi la testa,-No ve ne racconterò un’altra,se volete-,i ragazzini scossero la testa,-No,vogliamo quella-, sospirai rassegnata,-Va bene,ve la racconterò. Ma ha una condizione,alla prima interruzione mi fermerò e non parlerò più. Siamo d’accordo?- chiesi
I ragazzini dissero di si con la testa sorridendo,per poi alzarsi veloci e prendere cuscini,succhi di frutta e patatine,per poi sedersi davanti a me e aspettare che iniziassi.
Presi un respiro profondo e inizia,-Dunque la storia inizia molti e molti anni fa. Non ricordo il nome del paese,ma mi ricordo che era in Canada che tutto è iniziato e si può anche dire che è finito tutto. Quel paese era quasi sempre innevato,ricordate che questa storia mi è stata raccontata a mia volta e che io stessa ho abitato per un breve periodo in quel paesino. Tornando alla storia,quel paese era bellissimo,completamente ricoperto di neve e circondato da boschi. In quel paesino viveva una famiglia un po’ speciale,anzi un po’ tanto speciale. La protagonista di questa storia è una ragazza anche lei speciale quanto la sua famiglia forse anche di più…-
Ricordo ancora quel giorno,quel giorno ho sentito parlare per la prima volta dei Cullen,quel giorno li ho anche visti con i miei occhi. Allora non potevo sapere cosa c’era tra la mia famiglia e quella dei Cullen,ora lo so. Odio puro.
Quel giorno avevo si e no 3 anni,ma il mio corpo ne dimostravo 6.
Correvo veloce per il bosco,quel giorno ero a caccia con mio fratello Andrey,mio padre James, mia madre Beatrice e mio zio Leo. Mi ero allontanata dal resto della mia famiglia,stavo seguendo una scia di un puma,mi girai indietro per vedere dov’erano gli altri,non vedendoli non mi preoccupai,sapevo ritornare a casa. Andai a sbattere contro qualcosa di duro come il marmo,rotolai all’indietro,poi una mano fredda come quella di mio padre mi tirò su. Quando alzai il mio sguardo d’orato incontrai quello ambrato di un ragazzo di circa 17 anni,dai capelli color del bronzo e tutti in disordine,i lineamenti del viso erano dritti e perfetti come una scultura di marmo. Il fisico era asciutto e muscoloso,mi sorrideva e fu spontaneo ricambiare.
-Ti sei fatta male piccola?-,mi chiese con la sua voce melodiosa,io scossi la testa,in quel momento arrivò un ragazza di 18 anni,dai capelli marrone scuro,quasi neri,gli occhi ambrati,la pelle chiara,il viso a forma di cuore e i lineamenti dolci,le labbra piene e rosse
-Eccoti qui Edward-,disse al ragazzo,per poi baciarlo sulla guancia,poi guardò me,-E tu chi sei piccola?-,mi chiese,ero folgorata dalla loro bellezza,ne avevo visti altri di ragazzi così belli,ma loro avevano qualcos’altro,sembravano così fragili e indifesi
-Mi chiamo Degona-,risposi e i due mi sorrisero,prima che potessero farmi altre domande,venni afferrata al volo dalle braccia calde della mia mamma,che mi strinse al suo petto ringhiando contro i due ragazzi,che erano stati tanto gentili con me,poco dopo arrivò mio padre che si mise davanti a mia madre in posizione di difesa e ringhiò contro i due giovane,seguito poi da mio zio,anche lui nella stessa posizione. Avevo paura,ma non per i miei genitori,ma per quei due ragazzi che si erano imbattuti nella mia famiglia
-Papà!-,chiamai piano,lui si girò e mi venne affianco veloce e mi accarezzo una guancia,aveva smesso di ringhiare e mi sorrideva dolce.
Il mio papà era molto alto e anche grosso,sovrastava la mia mamma in altezza,aveva capelli rossicci e gli occhi d’orati,la pelle chiara e fredda e muscoloso,indossava quasi sempre delle tute firmate.
-Ti hanno fatto del male?-,mi chiese con la sua vociona,io scossi la testa,-No papà-,lui mi baciò sulla fronte e si girò verso i due ragazzi,che erano immobili
-Cullen!-,ringhiò,-Siete entrati nel nostro territorio e avete attaccato mia figlia-,continuò
-Guarda che noi non abbiamo fatto niente. Anzi abbiamo aiutato tua figlia che era caduta. Dovresti ringraziarci invece-,disse Edward
Mio padre ringhiò,-Io ringraziare voi? Mai piuttosto la morte-.
Non seppi mai cosa successe dopo,mia madre mi portò via lontano da quei due angeli indifesi,mi stringeva ancora a se. Quando arrivammo a casa,mia nonna Cristine,ci venne incontro,mi esamino per bene e notò che mi ero tagliata al braccio destro,ringhiò per poi prendermi in braccio e portarmi in casa per medicarmi. Mio fratello Andrey entrò poco dopo e iniziò a scusarsi con me,-Scusa Dena è tutta colpa mia,non dovevo lasciarti indietro-,continuava a ripetere,-Non preoccuparti Andrey. Non è successo niente,stai calmo-
Qualche ora dopo tornarono anche mio padre e mio zio,non avevano nessuna ferita,naturalmente,e mi sorridevano,felici di vedermi sana e salva tra le mura di casa nostra.
Quella sera mio nonno mi racconto la storia della nostra famiglia e di quella dei Cullen,mi disse che appena sarei stata un po’ più grande avrei iniziato l’addestramento al corpo a corpo,per essere pronta per quando avrei incontrato di nuovo un Cullen. Finita la storia mi mise a letto e io mi addormentai sognando quei due giovani angeli.
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