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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Hello Spank! (Ohayo! Supanku)
Titolo Fanfic: ANOTHER DAY IS GONE
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: ninjaistint galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/07/2009 09:24:09


 
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YOU'RE ALWAYS IN MY HEART
- Capitolo 1° -

Another Day Is Gone

(betatura di Selhin)


Prologue:You're always in my heart





“Se riuscirò ad aprire

Un angolo nuovo

Nel cuore di un uomo

Per lui

Non sarò vissuto invano”

Khalil Gibran







24 Giugno 1986,

Giappone



La voce metallica a bordo del treno annuncia che è giunto a destinazione e tutte le persone che vi sono dentro si accalcano per poter uscire. C'è gente di ogni tipo e colore,con variegati stati d'animo:felici, trepidanti, mentre qualcuno appare impaziente o scocciato.

Intanto che la gente scende dal treno vedo che quasi tutti hanno qualcuno ad attenderlo:un signore bruno fa cenno ad una ragazzina la quale gli va incontro e lo abbraccia,probabilmente è la figlia.

Bene o male le persone dentro al treno hanno viaggiato sapendo che qualcuno sarebbe venuto ad aspettarle,mentre io non ho nessuno che mi attenda.

Pensando ciò non mi rendo conto di essere ancora sul treno,presa dal mio stato di apatia. Mi affretto a scendere e guardandomi intorno mi rendo conto che nulla di questo posto è cambiato: questo è il luogo dove ho vissuto un anno della mia vita.

Fuori dalla stazione mi reco in un posto a me molto caro,il luogo dove sono avvenuti i fatti più importanti della mia adolescenza.

E' vero,ho vissuto solo per un anno qui, ma il susseguirsi di eventi ha cambiato il corso della mia esistenza.

E' qui dove ti ho incontrato.

Sento un rumore strano provenire dal mio zaino, come un raspare di zampe, e so perfettamente che il mio cane si è intrufolato lì dentro per farmi compagnia in questo viaggio clandestino. Magari poco tempo fa mi sarei arrabbiata e lo avrei rimproverato, ma ora non riesco a reagire.

Oramai del resto della mia vita non me ne importa più nulla.

Spank mi guarda con quel muso buffo tentando in tutti i modi di farmi sorridere ma non ci riesce,dopo poco piega la testa sconsolato e triste.

Sa che la sua padroncina non tornerà più la persona di prima.

Sono scappata via di casa e sono nel luogo dove vive mio zio e la sua governante, ma non sono venuta qui per andare a trovarli. Nessuno è a conoscenza di questo mio viaggio,neppure mia mamma. Sono certa che tutti saranno in pensiero ma ho una cosa importante da fare qui.

Vago per le strade della cittadina affianco al mio cane per poter ritrovare quella spiaggia depositaria dei miei ricordi più preziosi,oramai impressa nella mia mente e nel cuore nonostante siano passati quattro anni dall'ultima volta che l'ho vista.

Ed infatti la mia memoria non mi ha ingannato: eccola lì,la mia spiaggia,bella come non mai, circondata da piccole dune mentre il sole del tramonto incornicia con i suoi spiragli color oro scuro il panorama. Mi ricorda il colore dei tuoi capelli.

Non riesco ancora a credere e mai crederò che tu te ne sia andato,sarebbe una di quelle cose troppo assurde.

Fino a due giorni fa sentivo la tua voce e tenevo a mente la tua promessa di finire il conservatorio e sposarmi.

Non è vero che tu non ci sei più.

Sono venuta qui perché non credo a ciò che dice Serina,la mamma ed i giornali.

Sarebbe la più grande presa in giro che la vita mi ha dato dopo la morte di papà.

Mi siedo sulla battigia e vedo Spank assumere un'espressione vicina al pianto.

Rammenti che il cane me lo regalasti tu?

Non puoi essertene andato per una malattia del genere. Fino a due giorni fa la tua voce era calma e dolce come sempre,se tu fossi stato

male me lo avresti detto,vero?

Spank sta per piangere ed io gli dico di smetterla perché sono certa che tu non sia morto, ma mentre dico ciò non mi rendo conto di essere stata dura,quindi il cagnolino fugge via in lacrime.

Vorrei corrergli dietro ma sento che la mia apatia mi sta divorando dentro, come una bestia feroce.

Tremo per il freddo mentre passano le ore e tu non ti fai vivo,le cose allora stanno davvero così.

Urlo al cielo e alla luna sperando che tu possa sentirmi:perché non mi hai detto come stavano le cose?

Non mi hai parlato della tua malattia per proteggermi, o per egoismo?

Non lo hai detto nemmeno ai tuoi genitori di stare così male,perché?

Per la prima volta dopo due giorni qualcosa dentro di me scoppia ed è come se la patina di apatia si fosse sciolta in pochi attimi.

Calde lacrime sgorgano dentro dai miei occhi mentre i ricordi si fanno strada dentro di me…


 
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