- Capitolo 1° -
Il silenzio che regnava in casa fu interrotto dallo scricchiolare di una porta. La camera matrimoniale in un secondo venne avvolta dalla tiepida luce dell’alba. Piccoli passi felpati raggiunsero i piedi del letto. Il bambino si arrampicò su per le lenzuola e si mise in mezzo ai genitori. Vedendo che questi non gli davano l’attenzione che sperava, il piccolo iniziò a scuotere la schiena del padre. Hanni: papà…papà…ho fatto un brutto sogno! Il biondo scosse la testa, poi aprì gli occhi e si voltò verso il figlio. Mello: è tutto passato Hannibal torna nel letto dai… Intanto la madre si era svegliata. Nel: che c’è? Mello ritornò nella posizione originaria e chiuse gli occhi. Il bimbo si tuffò tra le braccia della madre. Hanni: ho fatto un brutto sogno! Nel lo prese e se lo portò sul petto accarezzandogli la fronte. Nel: il mio bambino…era solo un sogno…non esiste veramente…stai qui con la mamma… Non fece in tempo a finire la frase che il bimbo era già nel mondo dei sogni. La mora diede un calcio a Mello. Mello: ahi! Che fai? Nel: che ore sono? Il biondo allungò un braccio al comodino, prese l’orologio da polso che vi era appoggiato e, stropicciandosi gli occhi, mise a fuoco le due lancette fosforescenti. Mello: le cinque…buonanotte! La mora intanto continuava a far passare le dita nei capelli dorati del figlio. Nel:fra due ore dobbiamo alzarci… Mello: e perché? Oggi è domenica e Hanni non va all’asilo! Nel: te ne sei scordato! Lo sapevo! Avevamo organizzato di andare a fare il pic-nic in montagna con Marty e Gin! l’avevi promesso al bambino… Mello si mise a sedere grattandosi la pancia. Mello: già già…vado a farmi la doccia…
In un altro appartamento non molto distante da quello un bambino con un pigiama azzurro a stampe automobilistiche era chiuso in camera in preda a giocare. I genitori erano in camera. Il padre dormiva profondamente, mentre la madre continuava a rigirarsi nel letto. Aprì gli occhi e poggiò una mano sulla fronte. Erano quasi due settimane che aveva il sonno agitato. Si mise a sedere, prese il bicchiere che aveva sul comodino, se lo portò alle labbra e solo allora realizzò che era vuoto. Svogliatamente si alzò dal letto, si mise la vestaglia di raso bianca e si avviò in cucina. Passando davanti alla camera del figlio sentì dei rumori provenire da essa. Aprì la porta e vi trovò il figlio tutto impegnato a giocare. Era talmente impegnato che non si rese conto dell’intrusione della madre. Marty: DENNIS! Il bambino sussultò e l’automobile del videogioco finì fuori strada. Dennis: ma mamma guarda che hai combinato! Marty: cosa? FILA SUBITO A DORMIRE! MA HAI PRESENTE CHE SONO LE 5 DEL MATTINO! Dennis: mamma mi sono svegliato e non sapevo che fare! Marty: te ne stavi nel letto! Dennis: ma non avevo sonno… Marty: immaginavi di avercene e ora nel letto! Dennis sbuffò mentre la madre raggruppava i joystick sparsi per la stanza. Marty: un giorno o l’altro questi cosi faranno un volo giù dalla finestra! Il bambino si mise sotto le coperte,incrociando le braccia e imbronciando il viso. Marty: Oh adesso non fare il muso! Sennò non ci andiamo in montagna! Dennis:io non ho mai detto di volerci venire! Marty: e invece ci vieni! La bionda uscì dalla camera del bambino. Non appena chiuse la porta il bambino sorrise. Dennis: questa si chiama psicologia inversa! E con un viso soddisfatto si mise sotto le lenzuola.
Nel quartiere di Main street, noto come il quartiere dei ricchi, sorgevano ville vittoriane su piccole collinette. La più bella, grande e costosa apparteneva a Nate River, noto come Near, alla coniuge Ginger e al figlioletto Erich. Erano le cinque del mattino, ma nella villa c’era già un via vai di domestici. Ginger era seduta col marito in veranda, su comode poltrone in legno d’acacia ad ammirare il loro prato di erba inglese. Aveva una camicetta di seta bianca molto aderente e una gonna nera stile anni 80 che le arrivava sotto il ginocchio. Near invece aveva una camicia a maniche corte azzurra e un paio di bermuda bianchi. Giocherellava un po’ con il panama bianco, mentre la moglie sorseggiava la sua tazza di tè alla rosa. Gin: non sarà ora di svegliare il bambino? Near si mise il panama in testa, battè le mani e una domestica si materializzò accanto a lui. Matilde: i signori desiderano? Near: sveglia Erich e preparalo per il pic-nic… Matilde: sarà fatto signore…volevo anche avvisarvi che è già tutto pronto… Near: eccellente Matilde era la classica tata. Lunghi capelli neri raccolti in un perfetto chignon, sguardo da madre affettuosa. La sua magrezza era sottolineata dalla divisa bianca come quella delle infermiere che tutta la servitù doveva indossare. Sali le lunghe scale in marmo bianco ed arrivò alla stanza del bambino. Entrò e con sua sorpresa trovò il piccolo seduto sul letto a leggere un libro di chimica, già vestito e lavato. La luce fievole del mattino illuminava il pavimento in avorio, facendo risplendere tutta la camera. I fini capelli bianchi e la pelle candida davano ad Erich un’aria immacolata, come se fosse un dio sceso in terra. Matilde: signorino…mi scusi non pensavo fosse sveglio! Erich: si figuri Matilde… Matilde: i suoi genitori la stanno aspettando per la colazione... Erich: finisco di leggere il capitolo di Wohler e scendo… Matilde: ah…di chi? Erich: Wohler fu il primo a preparare sostanze organiche partendo da sotanze inorganiche…nel 1928 convertì il cianato di ammonio in urea…composti che hanno stessa composizione elementare, ma mostrano proprietà differenti. Matilde rimase di stucco. Com’era possibile che un bambino di soli sei anni poteva essere a conoscenza di terminologie così complesse. D’altronde se si guarda il padre tutte le risposte vengono da sé. La domestica chiuse la porta e scese.
Nel era in cucina a preparare i panini nella cesta, mentre Mello aiutava il bambino a vestirsi. Mello: guarda mamma che bel bambino che c’è qui! Nel si girò verso il figlio che indossava una salopette di jeans nera con una maglietta a maniche corte rossa. Nel: sei la copia sputata di tuo padre…per fortuna che almeno il carattere è il mio! In effetti il piccolo aveva ereditato i capelli dorati e gli occhi cristallini del padre, ed il carattere da maschiaccio, orgoglioso e forte della madre. Hannibal si arrampicò su una sedia e si mise ad ispezionare i panini. Hanni: che schifo! Nel: non dire schifo! Di piuttosto che non ti piace! Hanni: mi fa schifo la mortadella! Nel: mangerai quello al prosciutto! Hanni: voglio la nutella! Nel: amore hai le placche in gola…hai sentito il pediatra che ti ha detto? niente cioccolata finchè non ti passano le placche! Hanni: io voglio la cioccolata! Nel sbuffò. Nel: Mello diglielo tu! Mello era seduto sul divano a guardare il telegiornale. Mello: sisi…dopo ti compro la cioccolata! Il biondo non aveva ascoltato minimamente la conversazione tra madre e figlio, le parole gli uscirono in automatico perché oramai conosceva alla perfezione i capricci del figlio. Nel: Mello è la cosa che non devi fare! Ha le placche! Mello: si si… Nel lo guardò con aria riprovevole per poi passare al figlio. Nel: sei pronto? Hanni annui… Nel: Mello vai a prendere l macchina…tra mezz’ora si parte… Il maritò si alzò sbuffando, aprì il frigo, tirò fuori una barretta di cioccolato ed uscì. Nel: il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Intanto in qualche isolato più in là, un altro bambino faceva i capricci. Matt: Dennis tesoro…non lo so che fine ha fatto il DS adesso bevi il latte che poi lo cerchiamo! Marty: hai la PSP…oggi portati quella! Dennis: MA…MA…IO DEVO FINIRE IL LIVELLO! Matt: eh….deve finire il livello! Marty: allora cercaglielo tu in quella cesso di camera che ha! Matt spettinò i capelli castani del figlio, poi si avviò in camera di questo. Marty: nella cesta dei giochi hai guardato? Dennis: no… Marty: sotto al letto? Dennis: no… Marty: nell’ armadio? Dennis: mmmmm…..no! Marty: SCUSA DENNIS! MA COME FAI A DIRE CHE NON TROVI LE COSE SE PRIMA NON LE CERCHI! Dennis: ma io son stato li con gli occhi chiusi ad aspettare che saltasse fuori…ma si è nascosto e non vuole più uscire! Marty: i tuoi discorsi si fanno sempre più insensati… Arrivò Matt con la piccola consolle rossa. Dennis: SIIIIIIIIIII!!!!!!!!!! Papà è un mito! Matt: e lo so! Che ci vuoi fare! I videogiochi non mi resistono!Marty alzò lo sguardo al cielo e bevve un altro sorso di caffèlatte. Matt: allora siamo pronti? Solo le sette meno un quarto…dobbiamo essere là alle 11! Marty: sparecchio ed arrivo voi iniziate a prendere su la roba! Matt si guardò intorno. C’erano tre sacchetti della spesa, due cestini e una borsa da spiaggia. Matt: lo sai che stiamo su fino a stasera vero? Marty: no ma le borsine è roba per Nel…gli ho fatto lo stufato con la polenta… Matt: siamo a luglio e le fai lo stufato! Marty: e allora? A lei piace! Matt: va bhè…..Dennis aiutami con le borsine… Il piccolo prese una borsina che pesava il doppio di lui e a fatica la trascinò fino al garage.
Erich era seduto su un piccolo frigo bar in avorio, all’entrata della villa. In parte aveva una pila di borse in caucciù. Era immerso nella lettura. I capelli ingellati stile anni 60 ricordavano in modo impressionante la capigliatura di Elvis. Aveva una polo verde pistacchio a maniche corte e un paio di bermuda beige. D’un tratto una limousine bianca parcheggiò di fronte a lui. Ginger raggiunse la vettura. Era tutta ingioiellata. Gli occhi color nocciola erano coperti da degli occhiali da sole Vintage e in testa aveva un cappellino nero modello Capri. Gin: su forza sali! Il bambino obbedì mentre un gruppo di inservienti caricava le borse. Li raggiunse anche Near dopo che ebbe salutato Agomar, Dominik e Holdeger, il loro tre alani tedeschi. La limousine partì, mentre Thelma e Matilde li salutavano con un timoroso cenno della mano. Thelma: per fortuna stanno andando ad un pic-nic…figurati se era una cena… Matilde: più che altro la signora ha i tacchi nuovi! Voglio vederla in montagna! Thelma: immaginati se inciampa nel fango! Le due si misero a ridere mentre chiusero il grande cancello in ferro battuto.
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nel-chan
ladyv238
piccola94 - Voto:
besos!!! =3
nel-chan
nel-chan
nel-chan
eh nO! le sOrprese nn sonO neankOra finite! *___*